Procedura Mobilità Indelfab, i sindacati cercano l'accordo

Venerdì, 28 Agosto 2020 16:39 | Letto 780 volte   Clicca per ascolare il testo Procedura Mobilità Indelfab, i sindacati cercano l'accordo Primo incontro fra azienda e sindacati per tentare di trovare un accordo sulla procedura di mobilità aperta dalla Indelfab di Fabriano, ex JP Industries, per l’intera forza lavoro, vale a dire 583 dipendenti, circa 300 residenti nel fabrianese. Fim-Fiom-Uilm ribadiscono che vogliono solo il ritiro della procedura. L’azienda, come riferito dall’imprenditore cerretese, Giovanni Porcarelli, alla sottosegretaria al Mise, Alessia Morani, non ha alcuna intenzione di farlo. Dunque, un muro contro muro che difficilmente potrà trovare una soluzione nel primo incontro per lesame congiunto prevista dalla procedura di mobilità, che è stato convocato per le 16:30 di martedì primo settembre, nella sala riunioni dello stabilimento di Fabriano della Indelfab, a Santa Maria. Il giorno successivo, poi, Cgil-Cisl-Uilm insieme ai rappresentanti di Fim-Fiom-Uilm e una rappresentanza dei lavoratori saranno ricevuti dal vescovo della diocesi Fabriano-Matelica, mons. Francesco Massara.Mons. Massara ha espresso, fin da subito, sentimenti di vicinanza ai lavoratori, rendendosi protagonista di un accorato appello a tutti i soggetti affinché si faccia il possibile per evitare una nuova ecatombe occupazionale. E proprio sulla vertenza in atto, interviene il candidato per Forza Italia alle prossime Regionali, Olindo Stroppa, attuale capogruppo in consiglio comunale di Fabriano per il partito Azzurro. “Quella della JP è una storia che si trascina da anni, con continui prolungamenti della cassa integrazione ed illudendo i dipendenti su una probabile ripresa delle attività produttive- sottolinea Stroppa-. Si poteva fare meglio agli inizi della crisi? È vero che all’epoca alcune importanti multinazionali del settore erano interessate all’acquisto della ex Ardo? Questi sono i quesiti che si pongono i dipendenti coinvolti nella crisi, se fosse vero qualcuno dovrebbe fare un enorme meaculpa. Stiamo comunque parlando di storia e come tutte le storie che fanno parte del passato, i posteri potranno giudicare. La cosa allarmante è che nessuno si stia seriamente occupando di come uscire da questa drammatica situazione- rimarca-. Forse in passato sono stati fatti degli errori, oggi non possiamo lasciare sole altre 583 famiglie in difficoltà. È compito di tutti, soprattutto della politica, creare situazioni che possano incentivare nuovi posti di lavoro. Oggi più di ieri urge la necessità di inserire il nostro territorio in una zona di sgravi fiscali”, conclude Olindo Stroppa.c.c.
Primo incontro fra azienda e sindacati per tentare di trovare un accordo sulla procedura di mobilità aperta dalla Indelfab di Fabriano, ex JP Industries, per l’intera forza lavoro, vale a dire 583 dipendenti, circa 300 residenti nel fabrianese.
Fim-Fiom-Uilm ribadiscono che vogliono solo il ritiro della procedura. L’azienda, come riferito dall’imprenditore cerretese, Giovanni Porcarelli, alla sottosegretaria al Mise, Alessia Morani, non ha alcuna intenzione di farlo. Dunque, un muro contro muro che difficilmente potrà trovare una soluzione nel primo incontro per l'esame congiunto prevista dalla procedura di mobilità, che è stato convocato per le 16:30 di martedì primo settembre, nella sala riunioni dello stabilimento di Fabriano della Indelfab, a Santa Maria.

Il giorno successivo, poi, Cgil-Cisl-Uilm insieme ai rappresentanti di Fim-Fiom-Uilm e una rappresentanza dei lavoratori saranno ricevuti dal vescovo della diocesi Fabriano-Matelica, mons. Francesco Massara.
Mons. Massara ha espresso, fin da subito, sentimenti di vicinanza ai lavoratori, rendendosi protagonista di un accorato appello a tutti i soggetti affinché si faccia il possibile per evitare una nuova ecatombe occupazionale.

E proprio sulla vertenza in atto, interviene il candidato per Forza Italia alle prossime Regionali, Olindo Stroppa, attuale capogruppo in consiglio comunale di Fabriano per il partito Azzurro.

“Quella della JP è una storia che si trascina da anni, con continui prolungamenti della cassa integrazione ed illudendo i dipendenti su una probabile ripresa delle attività produttive- sottolinea Stroppa-. Si poteva fare meglio agli inizi della crisi? È vero che all’epoca alcune importanti multinazionali del settore erano interessate all’acquisto della ex Ardo? Questi sono i quesiti che si pongono i dipendenti coinvolti nella crisi, se fosse vero qualcuno dovrebbe fare un enorme meaculpa. Stiamo comunque parlando di storia e come tutte le storie che fanno parte del passato, i posteri potranno giudicare. La cosa allarmante è che nessuno si stia seriamente occupando di come uscire da questa drammatica situazione- rimarca-. Forse in passato sono stati fatti degli errori, oggi non possiamo lasciare sole altre 583 famiglie in difficoltà. È compito di tutti, soprattutto della politica, creare situazioni che possano incentivare nuovi posti di lavoro. Oggi più di ieri urge la necessità di inserire il nostro territorio in una zona di sgravi fiscali”, conclude Olindo Stroppa.
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