In 31 denunciati per illeciti contro reddito di cittadinanza

Mercoledì, 03 Febbraio 2021 14:09 | Letto 666 volte   Clicca per ascolare il testo In 31 denunciati per illeciti contro reddito di cittadinanza I Reparti del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Macerata, in sinergia con l’I.N.P.S. e con il coordinamento della locale A.G., hanno condotto una serie di interventi  con particolare riguardo all’indebita fruizione del reddito di cittadinanza: denunciate 31 persone per aver percepito, complessivamente, indebiti sussidi per circa 200.000 euro.Si tratta di soggetti anche di  origine straniera, residenti nella provincia di Macerata, i quali  hanno percepito il reddito di cittadinanza senza averne diritto, scoperti dai finanzieri del Comando Provinciale Macerata, nell’ambito di autonome attività finalizzate al contrasto di illeciti in materia di spesa pubblica. Come noto infatti per beneficiare della suddetta misura di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale, occorre essere in possesso di una serie di particolari requisiti di cittadinanza, di residenza, di soggiorno, di reddito e di patrimonio che debbono sussistere all’atto di presentazione della domanda e per tutta la durata del beneficio. Necessari anche ulteriori presupposti di “compatibilità, ovvero la mancata sottoposizione a misure cautelari personali e il non aver subito una condanna definitiva, nei dieci anni precedenti, per una serie di gravi reati. Sulla base di tali premesse, sono state intraprese mirate attività di analisi nei confronti di una vasto numero di persone, allo scopo di verificare la sussistenza delle condizioni legittimanti la percezione del sussidio. Gli approfondimenti, eseguiti con il coordinamento del Procuratore della Repubblica – Dott. Giovanni Giorgio e con la collaborazione dell’I.N.P.S. di Macerata, sono stati condotti seguendo due filoni investigativi. In particolare, da un lato sono state esaminate, in stretta sinergia con l’A.G., le posizioni dei soggetti condannati o sottoposti a misura cautelare dai locali Uffici giudiziari, per verificare l’eventuale godimento del beneficio, dall’altro sono state controllate le dichiarazioni rese nelle istanze da parte di un nutrito numero di soggetti già percettori del sussidio, previa adeguata analisi di rischio.Il primo filone investigativo ha permesso di appurare come 14 soggetti abbiano continuato a percepire il reddito di cittadinanza, nonostante siano risultati sottoposti a misure cautelari personali, in relazione alla commissione di svariate tipologie di gravi delitti: dall’associazione di tipo mafioso, all’omicidio, all’estorsione, ai reati in materia di stupefacenti, allo sfruttamento della prostituzione. Tale incompatibilità, in alcuni casi, sussisteva già al momento di presentazione dell’istanza, in altri è intervenuta durante il godimento del beneficio. Il secondo filone investigativo, invece, ha permesso di accertare, in 17 casi, l’attestazione, da parte del richiedente, di informazioni mendaci in sede di compilazione dell’istanza, riguardanti, ad esempio, le disponibilità patrimoniali e/o reddituali, possedute oltre i limiti consentiti, la reale residenza (alcuni soggetti erano addirittura irreperibili), oppure la presenza di vincite al gioco on line di rilevanti somme di denaro. Complessivamente, sono appunto 31 le posizioni irregolari emerse nel corso delle investigazioni. I rispettivi responsabili sono stati segnalati alla locale Procura della Repubblica e alla Direzione Provinciale dell’I.N.P.S. di Macerata, per l’interruzione dell’erogazione del sussidio ed il recupero, peraltro già in fase di esecuzione, delle somme indebitamente percepite, ammontanti, in tutto, a circa 200.000 euro. Ulteriori posizioni irregolari, emerse dall’attività investigativa e riferite a soggetti non residenti in provincia di Macerata , ma nei cui confronti l’A.G. locale aveva emesso misure cautelari personali, sono state segnalate ai Reparti della Guardia di Finanza competenti in ragione del luogo in cui è stata commessa la violazione, per le conseguenti azioni operative. A seguito delle comunicazioni di reato inoltrate alla locale A.G., il Procuratore ha chiesto il sequestro penale preventivo, finalizzato alla confisca, delle somme illecitamente percepite, ai competenti giudici del Tribunale, che hanno conseguentemente già emesso provvedimenti di sequestro in danno dei responsabili dei reati di cui all’art. 7 della Legge n. 26/2019 e all’art. 316-ter del c.p. di una somma complessivamente pari ad oltre 92.000 euro.I risultati ottenuti testimoniano la costante attenzione del Corpo al corretto utilizzo delle risorse pubbliche, anche al fine di evitare, come nel caso di specie, che i benefici assistenziali vengano erogati a soggetti privi di titolo, anziché a coloro che ne hanno concretamente bisogno. Per questo motivo, continuerà ad essere mantenuta alta l’attenzione operativa del Comando Provinciale nel delicato settore della spesa pubblica in generale, riservando, quindi, il dispiegamento di adeguate forze per l’esecuzione di ulteriori controlli su soggetti percettori del reddito di cittadinanza, individuati attraverso l’esecuzione di attente analisi di rischio fondate su mirate e qualificate attività di intelligence nonché su puntuali interrogazioni alle specifiche banche dati in uso al Corpo.
I Reparti del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Macerata, in sinergia con l’I.N.P.S. e con il coordinamento della locale A.G., hanno condotto una serie di interventi  con particolare riguardo all’indebita fruizione del reddito di cittadinanza: denunciate 31 persone per aver percepito, complessivamente, indebiti sussidi per circa 200.000 euro.

Si tratta di soggetti anche di  origine straniera, residenti nella provincia di Macerata, i quali  hanno percepito il reddito di cittadinanza senza averne diritto, scoperti dai finanzieri del Comando Provinciale Macerata, nell’ambito di autonome attività finalizzate al contrasto di illeciti in materia di spesa pubblica.
 Come noto infatti per beneficiare della suddetta misura di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale, occorre essere in possesso di una serie di particolari requisiti di cittadinanza, di residenza, di soggiorno, di reddito e di patrimonio che debbono sussistere all’atto di presentazione della domanda e per tutta la durata del beneficio. Necessari anche ulteriori presupposti di “compatibilità, ovvero la mancata sottoposizione a misure cautelari personali e il non aver subito una condanna definitiva, nei dieci anni precedenti, per una serie di gravi reati.

Sulla base di tali premesse, sono state intraprese mirate attività di analisi nei confronti di una vasto numero di persone, allo scopo di verificare la sussistenza delle condizioni legittimanti la percezione del sussidio.

Gli approfondimenti, eseguiti con il coordinamento del Procuratore della Repubblica – Dott. Giovanni Giorgio e con la collaborazione dell’I.N.P.S. di Macerata, sono stati condotti seguendo due filoni investigativi. In particolare, da un lato sono state esaminate, in stretta sinergia con l’A.G., le posizioni dei soggetti condannati o sottoposti a misura cautelare dai locali Uffici giudiziari, per verificare l’eventuale godimento del beneficio, dall’altro sono state controllate le dichiarazioni rese nelle istanze da parte di un nutrito numero di soggetti già percettori del sussidio, previa adeguata analisi di rischio.

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Il primo filone investigativo ha permesso di appurare come 14 soggetti abbiano continuato a percepire il reddito di cittadinanza, nonostante siano risultati sottoposti a misure cautelari personali, in relazione alla commissione di svariate tipologie di gravi delitti: dall’associazione di tipo mafioso, all’omicidio, all’estorsione, ai reati in materia di stupefacenti, allo sfruttamento della prostituzione. Tale incompatibilità, in alcuni casi, sussisteva già al momento di presentazione dell’istanza, in altri è intervenuta durante il godimento del beneficio.

Il secondo filone investigativo, invece, ha permesso di accertare, in 17 casi, l’attestazione, da parte del richiedente, di informazioni mendaci in sede di compilazione dell’istanza, riguardanti, ad esempio, le disponibilità patrimoniali e/o reddituali, possedute oltre i limiti consentiti, la reale residenza (alcuni soggetti erano addirittura irreperibili), oppure la presenza di vincite al gioco on line di rilevanti somme di denaro.

Complessivamente, sono appunto 31 le posizioni irregolari emerse nel corso delle investigazioni. I rispettivi responsabili sono stati segnalati alla locale Procura della Repubblica e alla Direzione Provinciale dell’I.N.P.S. di Macerata, per l’interruzione dell’erogazione del sussidio ed il recupero, peraltro già in fase di esecuzione, delle somme indebitamente percepite, ammontanti, in tutto, a circa 200.000 euro.

Ulteriori posizioni irregolari, emerse dall’attività investigativa e riferite a soggetti non residenti in provincia di Macerata , ma nei cui confronti l’A.G. locale aveva emesso misure cautelari personali, sono state segnalate ai Reparti della Guardia di Finanza competenti in ragione del luogo in cui è stata commessa la violazione, per le conseguenti azioni operative.

A seguito delle comunicazioni di reato inoltrate alla locale A.G., il Procuratore ha chiesto il sequestro penale preventivo, finalizzato alla confisca, delle somme illecitamente percepite, ai competenti giudici del Tribunale, che hanno conseguentemente già emesso provvedimenti di sequestro in danno dei responsabili dei reati di cui all’art. 7 della Legge n. 26/2019 e all’art. 316-ter del c.p. di una somma complessivamente pari ad oltre 92.000 euro.

I risultati ottenuti testimoniano la costante attenzione del Corpo al corretto utilizzo delle risorse pubbliche, anche al fine di evitare, come nel caso di specie, che i benefici assistenziali vengano erogati a soggetti privi di titolo, anziché a coloro che ne hanno concretamente bisogno.

Per questo motivo, continuerà ad essere mantenuta alta l’attenzione operativa del Comando Provinciale nel delicato settore della spesa pubblica in generale, riservando, quindi, il dispiegamento di adeguate forze per l’esecuzione di ulteriori controlli su soggetti percettori del reddito di cittadinanza, individuati attraverso l’esecuzione di attente analisi di rischio fondate su mirate e qualificate attività di intelligence nonché su puntuali interrogazioni alle specifiche banche dati in uso al Corpo.

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