Matelica ricorda l'eccidio di Braccano. L'Anpi: "Fondamentale ricordare"

Mercoledì, 24 Marzo 2021 11:16 | Letto 1191 volte   Clicca per ascolare il testo Matelica ricorda l'eccidio di Braccano. L'Anpi: "Fondamentale ricordare" Ricade oggi lanniversario dell’Eccidio di Braccano, compiuto dai nazi fascisti il 24 Marzo del 1944.A ricordarlo è la sezione ANPI di Matelica: Vogliamo giustamente ricordare una comunità che ci è vicina, e che fu travolta dalla furia nazi fascista - scrivono in una nota - . Vogliamo ricordare “Il Prete sovversivo amico dei partigiani”, perché così era stato definito dai fascisti Don Enrico Pocognoni. Egli partecipava attivamente nel movimento di Resistenza e la sua ribellione deve anche essere intesa come resistenza morale, come una scelta dell’umano in contrasto al disumano, alla violenza, al sopruso, alla prevaricazione. Don Enrico, il prete di campagna, era un polo di aggregazione, vicino alle coscienze e ai bisogni della piccola comunità di Braccano.Entra nel vivo della storia Bruno Bolognesi, presidente dellassociazione matelicese: Nella primavera del 1944 - scrive - i nazi fascisti programmarono una massiccia operazione di rastrellamento per stanare i partigiani nascosti sul Monte San Vicino; la manovra comprendeva l’accerchiamento di Frontale, Elcito, Valdiola, Roti e Braccano, quest’ultimo ritenuto sede del comando partigiano. All’alba di quel tragico 24 marzo 2.000 uomini, tra SS tedesche e fascisti, si diressero, divise per colonne e per strade diverse, verso la zona predestinata.La prima località ad essere occupata fu, per l’appunto, Braccano dove le case vennero perquisite e saccheggiate, mentre il campanile della chiesa veniva cannoneggiato a colpi di mortaio. Tutti gli uomini della frazione furono radunati in un campo e lasciati in attesa, nel terrore e nella disperazione; e fu proprio in quel campo che il partigiano Demade Lucernoni venne fucilato, dopo che fu costretto dai fascisti a scavare la sua fossa.Nello stesso giorno anche Don Enrico venne preso e portato a Braccano, dove tutti gli abitanti furono radunati per assistere alle esecuzioni. Stanchi del macabro gioco delle torture inflittegli, degli insulti, i militi gli ordinarono di allontanarsi a piedi nudi, ma lui sapeva che era giunta la fine e pregò per i suoi carnefici. Sei colpi di moschetto sparati alla schiena lo fulminarono all’istante. Poco dopo subirono la stessa fine: Temistocle Sabbatini, Ivano Marinucci, il somalo Thur Nur; Mohamed Raghè invece cadde poco dopo in combattimento nei pressi del Monte Canfaito. Lo stesso giorno anche il Capitano Salvatore Valerio, partigiano del Gruppo Roti, trovò la morte in combattimento in quei versanti della montagna.Una strage a cui ne seguirono altre.Gli accadimenti del 24 Marzo 1944  - conclude - caratterizzano un’importante porzione di storia che ci riguarda da vicino, perché racconta la lotta popolare sincera, intrisa di paure e di speranza della nostra gente, nella quale stava via via montando e irrobustendo una coscienza collettiva in contrasto alla violenza nazi fascista.GS
Ricade oggi l'anniversario dell’Eccidio di Braccano, compiuto dai nazi fascisti il 24 Marzo del 1944.
A ricordarlo è la sezione ANPI di Matelica: "Vogliamo giustamente ricordare una comunità che ci è vicina, e che fu travolta dalla furia nazi fascista - scrivono in una nota - . Vogliamo ricordare “Il Prete sovversivo amico dei partigiani”, perché così era stato definito dai fascisti Don Enrico Pocognoni. Egli partecipava attivamente nel movimento di Resistenza e la sua ribellione deve anche essere intesa come resistenza morale, come una scelta dell’umano in contrasto al disumano, alla violenza, al sopruso, alla prevaricazione. Don Enrico, il prete di campagna, era un polo di aggregazione, vicino alle coscienze e ai bisogni della piccola comunità di Braccano."

Entra nel vivo della storia Bruno Bolognesi, presidente dell'associazione matelicese: "Nella primavera del 1944 - scrive - i nazi fascisti programmarono una massiccia operazione di rastrellamento per stanare i partigiani nascosti sul Monte San Vicino; la manovra comprendeva l’accerchiamento di Frontale, Elcito, Valdiola, Roti e Braccano, quest’ultimo ritenuto sede del comando partigiano. All’alba di quel tragico 24 marzo 2.000 uomini, tra SS tedesche e fascisti, si diressero, divise per colonne e per strade diverse, verso la zona predestinata.

La prima località ad essere occupata fu, per l’appunto, Braccano dove le case vennero perquisite e saccheggiate, mentre il campanile della chiesa veniva cannoneggiato a colpi di mortaio. Tutti gli uomini della frazione furono radunati in un campo e lasciati in attesa, nel terrore e nella disperazione; e fu proprio in quel campo che il partigiano Demade Lucernoni venne fucilato, dopo che fu costretto dai fascisti a scavare la sua fossa.

Nello stesso giorno anche Don Enrico venne preso e portato a Braccano, dove tutti gli abitanti furono radunati per assistere alle esecuzioni. Stanchi del macabro gioco delle torture inflittegli, degli insulti, i militi gli ordinarono di allontanarsi a piedi nudi, ma lui sapeva che era giunta la fine e pregò per i suoi carnefici. Sei colpi di moschetto sparati alla schiena lo fulminarono all’istante. Poco dopo subirono la stessa fine: Temistocle Sabbatini, Ivano Marinucci, il somalo Thur Nur; Mohamed Raghè invece cadde poco dopo in combattimento nei pressi del Monte Canfaito. Lo stesso giorno anche il Capitano Salvatore Valerio, partigiano del Gruppo Roti, trovò la morte in combattimento in quei versanti della montagna".

Una strage a cui ne seguirono altre.


"Gli accadimenti del 24 Marzo 1944  - conclude - caratterizzano un’importante porzione di storia che ci riguarda da vicino, perché racconta la lotta popolare sincera, intrisa di paure e di speranza della nostra gente, nella quale stava via via montando e irrobustendo una coscienza collettiva in contrasto alla violenza nazi fascista".

GS



Letto 1191 volte

Radioc1inblu

Radio FM e Internet
P.za Cavour, 8
62032 Camerino (MC)

Tel - Fax 0737.633180
Cellulare: 335.5367709

radioc1inblu@gmail.com

L'Appennino Camerte

Settimanale d'informazione dal 1921
Piazza Cavour, 8
62032 Camerino (MC)

Tel - Fax: 0737.633180
Cell: 335.5367709

appenninocamerte@gmail.com

Scopri come abbonarti

Questo sito utilizza i cookie

Puoi accettare e proseguire la navigazione o per maggiori informazioni Per saperne di piu'

Approvo
Clicca per ascolare il testo