Esplosione API, dopo 14 anni resa nota la sentenza

Mercoledì, 20 Novembre 2013 01:00 | Letto 1439 volte   Clicca per ascolare il testo Esplosione API, dopo 14 anni resa nota la sentenza Secondo la Corte di Appello di Ancona, le responsabilità dellincidente sono da ricercare nella non osservanza di elementari norme di sicurezza e di gestione degli impianti: resa nota dai Comitati cittadini dei quartieri Villanova e Fiumesino di Falconara e dai loro legali la motivazione della sentenza che il 3 luglio scorso ha condannato a un anno e due mesi per omicidio colposo plurimo (pena sospesa) lex direttore della Raffineria Api di Falconara marittima Franco Bellucci, lex capo servizio della manutenzione Sergio Brunelli e Claudio Conti, allepoca capo manutenzione off site. Lincidente in questione, riguardante unesplosione e il conseguente incendio nella sala pompe della raffineria, provocò la morte di due operai, Mario Gandolfi e Ettore Giulian, oltre a causare disagi e malori tra gli abitanti dei quartieri limitrofi. Le motivazioni alla sentenza parlano, appunto, di responsabilità connesse allerrata abitudine di lasciare aperte le valvole dei circuiti nei periodi di non utilizzo, fatto che provocò lafflusso di benzina scatenante lesplosione e il terribile  incidente. Una corretta gestione  e osservanza delle norme di sicurezza, pertanto, avrebbe potuto evitare due morti occorse per semplice noncuranza, ma non solo: unaltra motivazione è data dalla mancata manutenzione, opportunamente segnalata e volutamente ignorata, visto che il macchinario in questione non era stato sottoposto ai controlli necessari per verificarne la funzionalità. Sono trascorsi ben 14 anni dallincidente che costò la vita a due operai senza che da parte loro vi fosse alcuna responsabilità connessa, come il processo ha sottolineato, e si corre adesso il rischio di andare in prescrizione, se i condannati faranno ricorso contro la sentenza di appello, in quanto i giudici di Cassazione dovranno pronunciarsi entro e non oltre lestate del 2014. Purtroppo, le tempistiche della burocrazia e della giustizia italiana sono note a tutti, ci si augura, quindi, che almeno per una volta le responsabilità vengano assunte da chi di dovere, e che non siano gli interminabili processi a beffare la ricerca della verità, per quanto scomoda essa possa risultare.  

Secondo la Corte di Appello di Ancona, le responsabilità dell'incidente sono da ricercare nella non osservanza di elementari norme di sicurezza e di gestione degli impianti: resa nota dai Comitati cittadini dei quartieri Villanova e Fiumesino di Falconara e dai loro legali la motivazione della sentenza che il 3 luglio scorso ha condannato a un anno e due mesi per omicidio colposo plurimo (pena sospesa) l'ex direttore della Raffineria Api di Falconara marittima Franco Bellucci, l'ex capo servizio della manutenzione Sergio Brunelli e Claudio Conti, all'epoca capo manutenzione off site.

L'incidente in questione, riguardante un'esplosione e il conseguente incendio nella sala pompe della raffineria, provocò la morte di due operai, Mario Gandolfi e Ettore Giulian, oltre a causare disagi e malori tra gli abitanti dei quartieri limitrofi. Le motivazioni alla sentenza parlano, appunto, di responsabilità connesse all'errata abitudine di lasciare aperte le valvole dei circuiti nei periodi di non utilizzo, fatto che provocò l'afflusso di benzina scatenante l'esplosione e il terribile  incidente. Una corretta gestione  e osservanza delle norme di sicurezza, pertanto, avrebbe potuto evitare due morti occorse per semplice noncuranza, ma non solo: un'altra motivazione è data dalla mancata manutenzione, opportunamente segnalata e volutamente ignorata, visto che il macchinario in questione non era stato sottoposto ai controlli necessari per verificarne la funzionalità.

Sono trascorsi ben 14 anni dall'incidente che costò la vita a due operai senza che da parte loro vi fosse alcuna responsabilità connessa, come il processo ha sottolineato, e si corre adesso il rischio di andare in prescrizione, se i condannati faranno ricorso contro la sentenza di appello, in quanto i giudici di Cassazione dovranno pronunciarsi entro e non oltre l'estate del 2014.

Purtroppo, le tempistiche della burocrazia e della giustizia italiana sono note a tutti, ci si augura, quindi, che almeno per una volta le responsabilità vengano assunte da chi di dovere, e che non siano gli interminabili processi a beffare la ricerca della verità, per quanto scomoda essa possa risultare.

 

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