Recuperare il senso della vita e ricostruire comunità. Filosofia della vita quotidiana a Camerino.

Venerdì, 07 Settembre 2018 23:54 | Letto 2675 volte   Clicca per ascolare il testo Recuperare il senso della vita e ricostruire comunità. Filosofia della vita quotidiana a Camerino. Attraversare disagio, smarrimento e difficoltà di una comunità profondamente ferita e sofferente. Sul piano del dialogo a più voci e dell’ascolto, lo ha fatto l’incontro “Ricostruire persone e comunità”, sesto appuntamento della rassegna “ Filosofia della vita quotidiana” tenutosi a Camerino presso la Geo Tenda del City Park .Arrivato alla sua quarta edizione, il progetto è promosso dall’associazione culturale di volontariato Agorà col sostegno di Fondazione Carima e Wega –Filotest. Al partecipato confronto, coordinato dal responsabile dell’ass. Agorà Silvio Minnetti,  hanno portato il saluto il sindaco Gianluca Pasqui e il Prorettore di Unicam Andrea Spaterna. Numerosi gli spunti di riflessione suggeriti dagli interventi dei relatori che si sono succeduti al tavolo, a partire dall’arcivescovo Francesco Giovanni Brugnaro al quale sono seguiti i contributi della Prof.ssa Carla Canullo docente di Filosofia all’UniMc, di Donatella Pazzelli del Consiglio di Ammnistrazione della Fondazione Carima e dello psichiatra Angelo Meloni del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asur Av3. Centrali nellintera conversazione che ha aiutato a riflettere su uno stato drammatico di disgregazione sociale, gli argomenti a sostegno della necessità che la comunità riesca a riappropriarsi di un’armonia interiore, riscoprendo il senso della vita.  Tempo, linguaggio e ricostruzione di una dimensione comunitaria, in risalto nellintervento dellarcivescovo Brugnaro, quali aspetti fondamentali attraverso i quali aiutare le persone a porre pensieri, a riflettere positivamente sui condizionamenti della situazione contingente, altrimenti- ha detto- si rischia di continuare a perpetrare la pesantezza della visione drammatica di una città chiusa, della ricostruzione delle case che non parte e di moltissimi altri disagi. E invece necessario riprendere coraggio attraverso questa triplice dimensione rappresentata in primo luogo dal tempo, come capacità di ristrutturare la vita e dare speranza che le cose possano cambiare e poi dal linguaggio, che va riscoperto nelle sue mille forme per dare senso nuovo alle realtà nuove che emergono. Infine, dal recupero della comunità perchè- ha sottolineato larcvescovo-  la comunità non è quella che sta bene dentro ma quella che si accorge che fuori cè altro e in comunicazione con laltro ognuno ne risulta  arricchito. Laltro non è infatti sempre un nemico o un concorrente; laltro è colui che ha unaltra cultura, unaltra visione, una sofferenza che è minore o maggiore della nostra e in questo senso, una comunità viene arricchita.    Ricostituzione della persona  come fascio di relazioni nella sua unità interiore, comunità come alterità, come convivialità delle differenze, con la capacità di attraversare conflitti e diversità con la fraternità. La vita è un punto della spirale che si rigenera e che ci fa stupire di quello che ci circonda- ha continuato la prof.ssa Canullo -  Ricostituire per ricostruire le persone vuol dire ricominciare, ritornare a quello che non si vede e che è quello che va oltre la singola cosa, ma che ne costituisce la vita e che magari diamo per scontato. A volte non ci rendiamo conto di quello che abbiamo.  Troppo spesso accade che ci si identifichi con le cose. Noi non siamo solo esseri di bisogni ma di desideri. La comunità può anche fallire nel tentativo politico,  ma i desideri non falliscono,  perchè trovano dei luoghi di rinascita infiniti. E la vera comunità vive se cè qualcosa che larricchisce.  La filosofia ha sempre aiutato luomo a riflettere  e quindi ad andare avanti e ad essere consapevoli delle proprie risorse e non dellimmediatezza che non va bene. Quando si è consapevooli del senso delle  risorse  che la vita veramente possiede, anche se le circostanze sono avverse e restano tali, occorre cercare di andare avanti. Cè un bisogno di senso che la comunità vive ed è proprio su questo che, al di là del tecnicismo, la filosofia aiuta perchè è nata come domanda di senso delluomo e per luomo. Filosofia come aiuto a ritrovare quello che nella comunità cè e che il terremoto ha ferito, ma non cancellato.  Non si può parlare  della sola ricostruzione delle case, perchè se non rimettiamo a posto gli sguardi smarriti  della gente, la ricostruzione risulterà  monca Così Donatella Pazzelli che nel suo intervento ha tenuto ad evidenziare  il ruolo svolto, sin dal primissimo post sisma, dal terzo settore e dal volontariato ricordando  i numerosi interventi che hanno visto attiva la  Fondazione Carima nellimmediatezza, per portare un segnale concreto daiuto, anche con la dotazione di mezzi rivelatisi utili alle comunità colpite. Nella consapevolezza della necessità di ricostituire quelle  relazioni sociali che il sisma ha gravemente compromesso, è partito anche il coinvolgimento della Fondazione nei progetti della Filosofia della vita quotidiana, sostenendo occasioni di aggregazione e confronto . Dellaspetto psicologico racchiuso nel dramma si è infine occupato lo psichiatra Angelo Meloni. Tra gli effetti dellimmediato  post- sisma, per i professionisti cè stato infatti anche quello di misurarsi con una situazione del tutto nuova, uscendo dagli ambulatori per avvicinarsi direttamente al disagio delle persone, sostenendole nei loro stati dansia e depressione.  Il terremoto- è unesperienza che destabilizza perchè la terra labbiamo sotto i piedi e ha spiegato- quando la sentiamo tremare, perdiamo sicurezza;  le crepe delle case corrispondono alle crepe e alle rovine nellinteriorità delle persone. In quel momento ci sentiamo smarriti, abbandonati e entriamo in una condizione di ansia  ma cè anche una reazione fisiologica di adattamento allevento catastrofico. Nella nostra esperienza di professionisti a contatto con il dramma- ha proseguito - abbiamo potuto vedere le situazioni più variegate, la maggior parte delle quali erano anche tenere e commoventi, come la vecchietta che aveva perso la casa e chiedeva di essere accompagnata nellorto  perchè le sue piante si sarebbero rovinate e, per  questo, era molto depressa. Su questo tipo di situazioni noi abbiamo cercato di intervenire con fatti concreti e, credo che proprio nel momento in cui la vita sembra darci le maggiori difficoltà, sottoponendoci alle più dure prove,  sia fondamentale recuperare il senso della vita e  riscoprire il valore di essere comunità . C.C.

Attraversare disagio, smarrimento e difficoltà di una comunità profondamente ferita e sofferente. Sul piano del dialogo a più voci e dell’ascolto, lo ha fatto l’incontro “Ricostruire persone e comunità”, sesto appuntamento della rassegna “ Filosofia della vita quotidiana” tenutosi a Camerino presso la Geo Tenda del City Park .Arrivato alla sua quarta edizione, il progetto è promosso dall’associazione culturale di volontariato Agorà col sostegno di Fondazione Carima e Wega –FilotestAl partecipato confronto, coordinato dal responsabile dell’ass. Agorà Silvio Minnetti,  hanno portato il saluto il sindaco Gianluca Pasqui e il Prorettore di Unicam Andrea Spaterna. Numerosi gli spunti di riflessione suggeriti dagli interventi dei relatori che si sono succeduti al tavolo, a partire dall’arcivescovo Francesco Giovanni Brugnaro al quale sono seguiti i contributi della Prof.ssa Carla Canullo docente di Filosofia all’UniMc, di Donatella Pazzelli del Consiglio di Ammnistrazione della Fondazione Carima e dello psichiatra Angelo Meloni del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asur Av3. Centrali nell'intera conversazione che ha aiutato a riflettere su uno stato drammatico di disgregazione sociale, gli argomenti a sostegno della necessità che la comunità riesca a riappropriarsi di un’armonia interiore, riscoprendo il senso della vita

Tempo, linguaggio e ricostruzione di una dimensione comunitaria, in risalto nell'intervento dell'arcivescovo Brugnaro, quali aspetti fondamentali attraverso i quali aiutare le persone " a porre pensieri, a riflettere positivamente sui condizionamenti della situazione contingente, altrimenti- ha detto- si rischia di continuare a perpetrare la pesantezza della visione drammatica di una città chiusa, della ricostruzione delle case che non parte e di moltissimi altri disagi. E' invece necessario riprendere coraggio attraverso questa triplice dimensione rappresentata in primo luogo dal tempo, come capacità di ristrutturare la vita e dare speranza che le cose possano cambiare e poi dal linguaggio, che va riscoperto nelle sue mille forme per dare senso nuovo alle realtà nuove che emergono. Infine, dal recupero della comunità perchè- ha sottolineato l'arcvescovo-  la comunità non è quella che sta bene dentro ma quella che si accorge che fuori c'è 'altro' e in comunicazione con l'altro ognuno ne risulta  arricchito. L'altro non è infatti sempre un nemico o un concorrente; l'altro è colui che ha un'altra cultura, un'altra visione, una sofferenza che è minore o maggiore della nostra e in questo senso, una comunità viene arricchita".   

Ricostituzione della persona  come fascio di relazioni nella sua unità interiore, comunità come alterità, come convivialità delle differenze, con la capacità di attraversare conflitti e diversità con la fraternità.

ricostruire comunità 2

"La vita è un punto della spirale che si rigenera e che ci fa stupire di quello che ci circonda- ha continuato la prof.ssa CanulloRicostituire per ricostruire le persone vuol dire ricominciare, ritornare a quello che non si vede e che è quello che va oltre la singola cosa, ma che ne costituisce la vita e che magari diamo per scontato. A volte non ci rendiamo conto di quello che abbiamo.  Troppo spesso accade che ci si identifichi con le cose. Noi non siamo solo esseri di bisogni ma di desideri. La comunità può anche fallire nel tentativo politico,  ma i desideri non falliscono,  perchè trovano dei luoghi di rinascita infiniti. E la vera comunità vive se cè qualcosa che l'arricchisce.  La filosofia ha sempre aiutato l'uomo a riflettere  e quindi ad andare avanti e ad essere consapevoli delle proprie risorse e non dell'immediatezza che non va bene. Quando si è consapevooli del senso delle  risorse  che la vita veramente possiede, anche se le circostanze sono avverse e restano tali, occorre cercare di andare avanti. C'è un bisogno di senso che la comunità vive ed è proprio su questo che, al di là del tecnicismo, la filosofia aiuta perchè è nata come domanda di senso dell'uomo e per l'uomo. Filosofia come aiuto a ritrovare quello che nella comunità c'è e che il terremoto ha ferito, ma non cancellato". 

"Non si può parlare  della sola ricostruzione delle case, perchè se non rimettiamo a posto gli sguardi smarriti  della gente, la ricostruzione risulterà  monca" Così Donatella Pazzelli che nel suo intervento ha tenuto ad evidenziare  il ruolo svolto, sin dal primissimo post sisma, dal terzo settore e dal volontariato ricordando  i numerosi interventi che hanno visto attiva la  Fondazione Carima nell'immediatezza, per portare un segnale concreto d'aiuto, anche con la dotazione di mezzi rivelatisi utili alle comunità colpite. Nella consapevolezza della necessità di ricostituire quelle  relazioni sociali che il sisma ha gravemente compromesso, è partito anche il coinvolgimento della Fondazione nei progetti della 'Filosofia della vita quotidiana', sostenendo occasioni di aggregazione e confronto .

Dell'aspetto psicologico racchiuso nel dramma si è infine occupato lo psichiatra Angelo Meloni. Tra gli effetti dell'immediato  post- sisma, per i professionisti c'è stato infatti anche quello di misurarsi con una situazione del tutto nuova, uscendo dagli ambulatori per avvicinarsi direttamente al disagio delle persone, sostenendole nei loro stati d'ansia e depressione.  " Il terremoto- è un'esperienza che destabilizza perchè la terra l'abbiamo sotto i piedi e ha spiegato- quando la sentiamo tremare, perdiamo sicurezza;  le crepe delle case corrispondono alle crepe e alle rovine nell'interiorità delle persone. In quel momento ci sentiamo smarriti, abbandonati e entriamo in una condizione di ansia  ma c'è anche una reazione fisiologica di adattamento all'evento catastrofico. Nella nostra esperienza di professionisti a contatto con il dramma- ha proseguito - abbiamo potuto vedere le situazioni più variegate, la maggior parte delle quali erano anche tenere e commoventi, come la vecchietta che aveva perso la casa e chiedeva di essere accompagnata nell'orto  perchè le sue piante si sarebbero rovinate e, per  questo, era molto depressa. Su questo tipo di situazioni noi abbiamo cercato di intervenire con fatti concreti e, credo che proprio nel momento in cui la vita sembra darci le maggiori difficoltà, sottoponendoci alle più dure prove,  sia fondamentale recuperare il senso della vita e  riscoprire il valore di essere comunità ".

C.C.

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