Un piccolo respiro di sollievo per l'intera regione Marche che dopo un lungo periodo di chiusura torna in zona arancione dal prossimo martedì 6 aprile. A comunicarlo al Governatore Francesco Acquaroli il Ministro della Salute Roberto Speranza all'esito della cabina di regia sull'andamento dei contagi.

Ancora tre giorni, dunque, in zona rossa, quelli previsti per l'intero territorio nazionale in concomitanza con le festività pasquali, prima delle riaperture, sia pur parziali, attese soprattutto dai titolari delle attività commerciali fortemente penalizzate dalla prolungata situazione di lockdown.

f.u.
Non erano 807 ma 650 i positivi riscontrati ieri nella regione Marche.
A chiarire è il presidente Francesco Acquaroli che ieri mattina aveva mostrato apprensione per i dati che riportavano la curva ai livelli di due settimane fa, durante il picco pandemico, oggi invece ha voluto chiarire l'errore, ribadendo comunque di fare attenzione.
"Oggi il numero dei casi di contagio nella nostra regione torna ad essere nella tendenza dei giorni precedenti - dice - , con 487 positivi di cui 62 sintomatici. Vi segnalo inoltre che nel calcolo del dato di ieri si era verificata una anomalia, riscontrata nel pomeriggio. Ma questo non deve farci assolutamente rilassare, perché nonostante ciò resta comunque un dato molto alto, con 650 positivi di cui 81 sintomatici, che speriamo resti un caso isolato. Il dato dei positivi riscontrati oggi, tornato in linea con quelli degli ultimi giorni, ci dice che sta continuando la decrescita del contagio e che le misure messe in atto stanno producendo i loro effetti".
L'attenzione richiesta riguarda anche la situazione delle strutture ospedaliere che vedono il Covid Hospital al completo e la conseguente sospensione della Chirurgia all'ospedale di Macerata.
"Le nostre strutture ospedaliere sono ancora sotto pressione" ha infatti concluso il presidente.

GS
“Le attività del settore benessere devono poter riaprire, deve essere un’istanza presente nel prossimo DPCM”. Questo l’appello lanciato oggi in una conferenza stampa congiunta tra Confartigianato Benessere Marche e CNA, a cui hanno partecipato diversi imprenditori del settore con ruoli nelle associazioni di categoria e il Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli. Un’istanza partita a livello locale e poi cresciuta fino ad assumere rilevanza nazionale, che ha dato vita a una petizione online capace di raccogliere mille firme nella prima ora dalla sua diffusione.

Il punto focale su cui fanno leva le associazioni è quello della chiusura, a loro modo di vedere ingiustificata, delle attività legate alla cura della persona in regime di zona rossa. A supporto di questa tesi viene citata l’adesione ai rigidi protocolli imposti fin dal maggio scorso nell’immediato post lockdown. I dati citati da Confartigianato Benessere e da CNA parlano di oltre quindicimila lavoratori del settore fermati dalle restrizioni. Professionisti che già in precedenza operavano in un regime lavorativo ridotto al 50% e in rapporto di uno a uno tra operatore e cliente durante la prestazione: condizioni che, sempre secondo le associazioni coinvolte, non rappresentano casistiche a rischio di contagio.

La richiesta portata avanti è quella di poter riaprire le attività. Questo visto che fino ai precedenti regimi restrittivi l’apertura era concessa, visto che i ristori tardano ad arrivare e le loro condizioni di fruizione si sono dimostrate poco accessibili e, infine, che le chiusure stanno alimentando il mercato nero e l’esercizio abusivo delle professioni con danni economici ingenti.

Nel corso dei loro interventi, Perlita Vallasciani, Presidente del Consiglio Nazionale di CNA Estetica, Daniele Zucchini, Presidente regionale Confartigianato Benessere, Stefania Pellegrini, CNA Benessere Ancona e Ilenia Pigliapoco, Presidente regionale Confartigianato Estetica, hanno rimarcato le loro posizioni e quelle dei lavoratori del settore, ponendo l’accento sui temi dell’abusivismo, dei danni economici, della sicurezza data dai protocolli – prontamente rispettati sin dal maggio scorso – e del mancato accesso ai ristori: le attività di servizio alla persona, stando ai dati comunicati da Confartigianato e CNA, hanno registrato nel 2020 perdite medie intorno al 25% del fatturato, dati che le escluderebbero dagli attuali meccanismi di ristoro.

Al termine di questi interventi, il Presidente della Regione Acquaroli ha sottolineato la posizione della sua Giunta: “Siamo sempre stati favorevoli, nei limiti del possibile, alle aperture, sempre considerando che le misure restrittive sono fondamentali per la tutela della salute dei cittadini. Continueremo a chiedere al Governo di essere comprensivo nei confronti di queste problematiche. Per quello che riguarda i ristori, come Regione stiamo pensando a un risarcimento per le attività che non hanno avuto aiuti in precedenza, cercheremo di intervenire per poter supportare le nostre imprese”.

Oggi il dato è molto grave – ha concluso il Presidente parlando dei contagi –: oltre ottocento positivi in più. Le prossime giornate saranno decisive per il ‘colore’ della nostra Regione nel periodo successivo alla Pasqua. Rischiamo un’altra settimana in zona rossa, per questo vi chiedo di aiutarci rispettando le regole. Speriamo in un aprile positivo sul tema vaccinazioni, in modo che, fra un mese, si possa avere la curva dei contagi sotto controllo”.

Lorenzo Cervigni
"Oltre 800 positivi, rischiamo di compromettere il passaggio nella fascia meno restrittiva".
È di questa mattina l'appello del presidente della Regione Francesco Acquaroli che ha pubblicato il dato dei contagi odierni: "Dopo alcuni giorni della settimana in cui la curva pandemica sembrava rallentare - ha scritto - , il dato di oggi con oltre 800 positivi ci riporta addirittura indietro di due settimane, nel bel mezzo del picco della pandemia. Speriamo che sia un dato sporadico perché altrimenti si rischia di compromettere il passaggio della nostra Regione nella fascia meno restrittiva. Mi appello a tutti a continuare ad avere la massima attenzione, imposta dalla pressione sanitaria nei nostri ospedali ma anche dalla necessità di uscire quanto prima da queste restrizioni così pesanti.

La Regione non ha alcuno strumento di intervento davanti a dati che ci condannano nella cabina di regia - precisa - . È dura e difficile per tutti ma cerchiamo di essere scrupolosamente attenti nella nostra quotidianità".
Dati positivi e una decisa accelerazione per quanto riguarda i progetti di ricostruzione post sisma: è quanto emerso dall’incontro online dello scorso fine settimana tra i vertici della Regione Marche – il Presidente Acquaroli e l’assessore alla ricostruzione Castelli – il commissario Legnini, il subcommissario Goffredo e il direttore dell’Ufficio speciale ricostruzione Babini.

Il Presidente Acquaroli ha dato lettura dei dati: “Dal confronto è emerso un dato molto positivo che denota un’accelerazione estremamente rilevante rispetto all’andamento e all’approvazione dei progetti di ricostruzione degli edifici danneggiati. Da fine dicembre 2020, cioè dal momento dell’insediamento del direttore Babini, ad oggi, i decreti emessi dall’Usr Marche sono passati da 4427 a 5689, con un aumento di 1262 decreti in circa tre mesi, e un aumento significativo anche nei Sal finali, che corrispondono alla chiusura degli interventi di ricostruzione, passati da 2219 a 3039, con un incremento di 820 nello stesso arco di tempo, anche per effetto dell’ordinanza 100”.

Nel corso dell’incontro sono state anche esaminate le istanze pervenute dai Comuni destinatari di ordinanza speciale in deroga. Il prossimo 31 marzo potrebbero già essere licenziate le prime ordinanze specifiche per le esigenze puntuali di semplificazione rilevate.

L’assessore alla ricostruzione Guido Castelli ha commentato: “Ci concentreremo ora sul Recovery Plan terremoto attraverso una campagna d’ascolto dei sindaci, che convocheremo entro la prima decade di aprile”.

Ampio spazio sarà dedicato alla definizione della proposta di utilizzo della cifra pari a 1,78 miliardi che Draghi ha confermato essere destinata alla rigenerazione socioeconomica delle aree del sisma.

“Proposte che saranno poi convogliate nel pacchetto che le Marche intendono presentare al Governo – ha concluso Castelli – e proprio per questo il Presidente Acquaroli ha invitato ad Ancona il Ministro agli affari regionali Maria Stella Gelmini per un confronto sulle istante marchigiane inerenti al PNRR”.

La Giunta regionale ha inoltre chiesto alla Conferenza dei Capigruppo del Consiglio Regionale di calendarizzare una seduta straordinaria aperta dell’assemblea legislativa: l’obiettivo è di fare il punto della situazione in merito alla ricostruzione post-sisma, a circa sei mesi dall’insediamento della nuova amministrazione regionale.

l.c.
In occasione della prima Giornata nazionale per la memoria delle vittime della pandemia da Covid-19, il Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli ha diffuso un messaggio di cordoglio.

Nella nota del Presidente si legge: "Oggi, 18 marzo, è la prima Giornata nazionale in memoria delle vittime della pandemia, istituita dal Parlamento. In questo anno abbiamo conosciuto un dolore inedito, abbiamo perso decine di migliaia di persone, che le famiglie e i propri cari non hanno potuto salutare nel modo più dignitoso. Il nostro pensiero, oggi e ogni giorno, va a tutti loro, alle persone che non ci sono più: alle 2.464 nelle Marche e alle oltre 100.000 in Italia. Questa ferita deve farci riflettere su quanto sia fondamentale oggi essere uniti nella lotta al Coronavirus, su quanto anche ciascuno dei nostri comportamenti sia importante per uscire il prima possibile da questa drammatica pandemia".

l.c.
Fino a venerdì 5 marzo l'intera provincia di Ancona sarà in zona rossa. Il presidente della regione Francesco Acquaroli ha, infatti, firmato la relativa ordinanza secondo la quale entrano in vigore da domani, mercoledì 3, le misure anti Covid più stringenti per l'intero territorio anconetano. Un provvedimento che sarà valido fino alla scadenza del Dpcm dello scorso 14 gennaio attualmente in vigore e in attesa che venga emanato il primo Decreto del Governo Draghi.

Un provvedimento che fa salva, almeno al momento, la provincia di Macerata, dove i contagi da Coronavirus hanno avuto un aumento esponenziale, ma che tuttavia resta osservata speciale.

Così nella provincia di Ancona:

- è vietato ogni spostamento fatto salvo per il rientro presso la abitazione o motivato da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o salute e per lo svolgimento della didattica in presenza nei limiti consentiti;

- è consentito un solo spostamento al giorno tra le 5.00 e le 22.00 verso una sola abitazione all'interno del comune. Comuni sotto i 5 mila abitanti un solo spostamento al giorno verso una sola abitazione nel raggio di 30 km.

- bar e ristoranti: è consentito solo l'asporto e la consegna a domicilio fino alle ore 22. Fatto salvo Gli esercizi con codici Ateco 56.3 e 47.25 dove l'asporto è previsto fino alle ore 18,00.

- chiusi tutte le attività commerciali al dettaglio fatta eccezione i beni di prima necessità , i mercati attività cofatta eccezione per supermercati, beni alimentari e di necessità.

- aperti edicole,tabaccherie, farmacie,parafarmacie

- Sospese le competizioni sportive e le attività nei centri sportivi. Chiusi musei, mostre, sale giochi bingo. Chiuse tutte le attività inerenti i servizi alla persona.


f.u.
Da domani a sabato prossimo, 20 Comuni della provincia di Ancona entreranno in zona arancione.
Una decisione scaturita a seguito della videoconferenza tra il presidente della Regione, Francesco Acquaroli, la presidente Anci Marche e i sindaci dei Comuni dell’anconetano maggiormente colpiti dalla pandemia.

"Abbiamo analizzato, insieme con i dirigenti del servizio Sanità - scrive il governatore - , i dati epidemiologici da lunedì 15 a sabato 20 febbraio, che denotano una crescita del contagio su alcuni comuni della provincia di Ancona, in aumento rispetto alle scorse settimane. Così, con l’intesa dell’Anci e dei sindaci presenti, sentito anche il Ministro, firmerò domani mattina una ordinanza per adottare delle misure restrittive che entreranno in vigore da martedì 23 febbraio fino alle ore 24 di sabato 27 febbraio. Ringrazio l’Anci e i sindaci per la collaborazione istituzionale dimostrata. Comprendiamo di chiedere uno sforzo ulteriore a tanti cittadini ma la tutela della salute e della sicurezza deve essere la priorità di tutti noi".

Da domani ci sarà quindi il divieto di spostamento (se non per motivi di lavoro, salute, studio e necessità comprovate) tra i comuni della provincia di Ancona ed entreranno nella zona arancione i comuni di Ancona, Jesi, Osimo, Senigallia, Falconara Marittima, Filottrano, Staffolo, Serra de’ Conti, Polverigi, Cupramontana, Camerata Picena, Monte San Vito, Maiolati Spontini, Chiaravalle, Ostra, Loreto, Sirolo, Sassoferrato, Castelplanio e Castelfidardo. Tutti gli altri Comuni restano in zona gialla.

GS

La limitzione degli spostamenti in entrata e in uscità dalla provincia di ancona è stata prolungata fino al 27 febbraio.
A deciderlo è stato il presidente, Francesco Acquaroli, che ha firmato questa mattina l’ordinanza di proroga.

Una scelta fatta dopo aver "sentito i servizi Sanità - scrive - dopo il confronto che si è svolto ieri con il Prefetto di Ancona ed i sindaci dei comuni maggiormente colpiti sul territorio provinciale anconetano. Il provvedimento sarà valido fino alle ore 24 di sabato 27 febbraio, per gli spostamenti in entrata e in uscita dal territorio della provincia di Ancona.
La Regione continua a svolgere un continuo e costante monitoraggio e tracciamento della situazione - prosegue il governatore - e si è detta disponibile con i singoli Comuni a valutare specifiche misure di mitigazione della diffusione del Covid19.
Dunque, con il provvedimento adottato, non sono consentiti spostamenti in entrata e in uscita dal territorio della provincia di Ancona, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. Sono comunque consentiti gli spostamenti strettamente necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza nei limiti in cui la stessa è consentita. È consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione. Il transito sul territorio è consentito qualora necessario a raggiungere ulteriori territori non soggetti a restrizioni negli spostamenti o nei casi in cui gli spostamenti sono consentiti dalla normativa vigente. Occorre sempre far uso della autocertificazione riguardo alle cause giustificative dello spostamento".

GS
Sembrava che il provvedimento del ministro Roberto Speranza fosse riuscito a spegnere l'entusiasmo dei gestori di Bolognola Ski, ma è stata una vera e propria gara di sostegno e solidarietà a ripagare l'impegno che la stazione sciisticia (l'unica della provincia che era pronta per riaprire lunedì stesso) aveva messo in campo per la ripartenza.
Non appena i gestori hanno annunciato il rimborso degli skipass, infatti, sono stati tanti gli appassionati che hanno scritto di non volere il rimborso per sostenere gli investimenti fatti dall'attività.
"I nostri clienti ci sono stati molto vicino in questa situazione - dice il direttore Francesco Cangiotti - e questo ci ha fatto molto piacere. Molti di loro hanno proposto di non rivolere indietro la quota pagata per gli skipass. Noi, per serietà e correttezza nei confronti dei clienti, abbiamo deciso di rimborsare tutti, perchè ci sembra giusto che non debbano essere loro a rimetterci, ma questi ristori li dovrà concedere lo Stato. Ci ha fatto piacere sentire la loro vicinanza e i loro messaggi perchè ci fa capire che abbiamo fatto un buon lavoro ed il mondo dello sci è unito in questa situazione".

Una vicinanza che la società Bolognola Ski si sarebbe aspettata anche dalla Regione: "Abbiamo avuto l'incontro con l'assessore regionale Guido Castelli - dice - che ci ha ascoltato e si è mostrato disponibile. Ammetto però che ci saremmo aspettati una presa di posizione più ferma, come hanno fatto altre regioni italiane, invece le Marche sono rimaste neutrali ed il presidente non si è esposto nemmeno con un post su Facebook o un messaggio di vicinanza".

GS

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