Nel sesto anniversario dalle prime scosse di terremoto che, la notte del 24 agosto 2016 riportarono le Marche nell'incubo del terremoto il presidente della provincia di Macerata Sandro Parcaroli fa sentire la propria voce ai cittadini della provincia maceratese facendo anche il punto sullo stato dell'arte della ricostruzione.

“Da quella notte del 24 agosto - così il presidente Parcaroli -Il nostro territorio, che ancora portava in sé gli strascichi del sisma del 1997, si è trovato nuovamente di fronte a un’emergenza la quale, con le successive scosse del 26 e 30 ottobre, è diventata di proporzioni inimmaginabili. Dopo anni decisamente percorsi a rilento, oggi la ricostruzione, anche grazie all’accelerazione impressa dal commissario Giovanni Legnini che ringrazio per il grande lavoro che sta portando avanti con i tecnici, è entrata nella sua “fase matura” con l’apertura di 10mila cantieri di edilizia privata in tutto il cratere e una spinta molto significativa degli interventi pubblici, con 365 opere terminate ed altre 315 oggi in fase di cantiere. Tutto questo nonostante due anni di pandemia, l’esplosione dei prezzi delle materie prime, la saturazione del mercato edilizio e, non ultime, le conseguenze della guerra in Ucraina, che hanno impedito si potessero raggiungere risultati ancora più significativi. Ma il ritorno alla normalità deve rimanere una priorità, i nostri cittadini non devono sentirsi abbandonati, i nostri borghi, ancora transennati, devono poter tornare a rivivere appieno perché rappresentano la forza e la bellezza del nostro territorio. I maceratesi hanno dimostrato di essere resilienti, si sono rimboccati le maniche e hanno affrontato le tante difficoltà che il sisma ha messo loro davanti. In tanti non hanno abbandonato i loro paesi e, anche chi è stato costretto ad andarsene, non appena ha potuto è tornato, ma spesso per molti giovani restare nei borghi dell’entroterra, costruirsi una famiglia, non è facile e il rischio è quello di un progressivo spopolamento. Per questo le istituzioni devono fare squadra, lavorare tutte insieme, superando i proprio “orticelli” per dare il loro contributo alla ricostruzione ed essere al fianco dei cittadini, che non devono più sentirsi abbandonati. La ricostruzione fisica degli edifici e delle infrastrutture deve coniugarsi con misure di sviluppo che vadano a sostenere le prospettive di vita e di lavoro dei giovani. In questa ricorrenza, dopo il doveroso ricordo delle 50 vittime di quella terribile notte nel comune di Arquata, mi unisco all’appello lanciato dal commissario Legnini ai cittadini per presentare le pratiche e ai tecnici per venire a lavorare nel più grande cantiere italiano degli ultimi decenni”.
“La piazza comincia a rinascere”. Con queste parole colme di gioia, speranza e soddisfazione l’arcivescovo di Camerino, Francesco Massara, annuncia l’arrivo del decreto firmato dal direttore dell’Ufficio sisma regionale che dà il via all’intervento di ricostruzione del Palazzo vescovile di piazza Cavour a Camerino.

“Una bellissima notizia – dice Massara - perché entro gennaio cominceranno i lavori e questi rappresentano un bel segnale per tutto il cratere, per il territorio e per la città ducale. Sarà una gioia per tutti”.

Si tratta del secondo cantiere più grande del cratere. Il più grande della regione Marche.

“Due anni di lavoro per il progetto, diecimila metri quadrati da sistemare, ventidue milioni di euro di contributo e circa tre anni previsti per i lavori”.

Questi i numeri del cantiere secondo Carlo Morosi, responsabile dell'ufficio ricostruzione ed edilizia della diocesi di Camerino.

“Un grande sforzo professionale  - ammette - , passato attraverso diverse ordinanze servite a rimodulare più volte il progetto. Saranno lavori di consolidamento che prevedono soprattutto il rafforzamento delle mura esistenti, sia mediante interventi tradizionali che tecniche moderne come le reti che rinforzano e rendono unitaria una muratura a sacco tipica delle nostre strutture. L’impiantistica, le finiture e i tetti saranno rifatti.

Gli interventi – spiega – saranno realizzati seguendo anche le esigenze e le richieste dell’amministrazione pubblica. La struttura si trova nella piazza principale di Camerino (piazza Cavour, ndr) quindi la necessità maggiore è quella di rendere il palazzo il più sicuro possibile, compatibilmente con il vincolo che la struttura possiede come bene monumentale. Ci siamo orientati, come tecnici, su questa strada e siamo riusciti, nel rispetto del pregio storico, ad ottenere un miglioramento sismico superiore al 60 per cento dell’adeguamento. Lo abbiamo trattato alla stregua di un edificio di civile abitazione, pur avendo una geometria che mal si presta a resistere sismicamente e in maniera ottimale al terremoto.

Il palazzo – aggiunge - è parte del complesso della canonica ed interverremo anche su questa. I lavori – conclude Morosi – vanno a completare l’intervento del collegio del Bongiovanni, già in avanzato stato di ristrutturazione e adiacente al palazzo, a cui seguirà anche il recupero della cattedrale”.



(L’argomento sarà approfondito nel prossimo numero del settimanale L’Appennino Camerte)



GS
La prima bozza del Testo Unico che raccoglie tutte le norme varate per la ricostruzione privata dopo i terremoti del 2016 è pronta. Il documento è stato pubblicato sul sito internet della struttura commissariale e Giovanni Legnini ha avviato formalmente la consultazione pubblica. La bozza, messa a punto dopo lunghi mesi di lavoro, è infatti aperta ai suggerimenti e alle proposte di modifica e di integrazione che saranno avanzate da tutti i soggetti pubblici e privati che hanno un interesse nella ricostruzione: il Governo, le istituzioni di regolazione e controllo, le Regioni, i Comuni, le Diocesi, le imprese, i sindacati, i professionisti, le associazioni e i singoli cittadini, che per la prima volta vengono coinvolti in un simile processo di consultazione.

Si tratta di un passo atteso da tempo, essendo uno dei primi impegni assunti dal Commissario al momento del suo insediamento.

Quarantotto vecchie Ordinanze, tra cui alcune di quelle che fin qui hanno guidato la ricostruzione, come la 4, la 9, la 13, e la stessa Ordinanza 100 che nel 2020 ha impresso la vera svolta, vengono abrogate integralmente o parzialmente, con norme transitorie che fanno salvi gli effetti giuridici da queste prodotti, per i rapporti pendenti, secondo i principi dell’ordinamento.

“Il Testo Unico – ha sottolineato Giovanni Legnini – di fatto diventa l’unica fonte della disciplina relativa a tutti gli aspetti della ricostruzione privata, con l’obiettivo di dare certezza, leggibilità e stabilità regolatoria alle attività di ricostruzione in Centro Italia per i prossimi anni. Alcuni dei principi innovativi che sono stati adottati nel corso dell’ultimo anno e mezzo, e che sono tradotti nel Testo Unico, potrebbero peraltro stimolare la riflessione in atto tra il Governo ed il Parlamento sull’opportunità di un vero e proprio Codice delle Ricostruzioni che potrebbe essere adottato a livello nazionale per affrontare le conseguenze delle catastrofi naturali cui il Paese è esposto”.

Il documento è diviso in cinque parti. La prima contiene le disposizioni di carattere generale, con le abrogazioni e le norme transitorie. La seconda parte riguarda il contributo per la ricostruzione, la domanda e l’istruttoria, definisce i soggetti beneficiari, l’oggetto e il tipo di intervento, le regole per gli aggregati, le delocalizzazioni, la misura del contributo, l’uso combinato delle detrazioni fiscali del Superbonus, i controlli, la partecipazione dei cittadini alle scelte urbanistiche dei comuni. La terza parte disciplina invece tutti i procedimenti speciali che seguono le regole della ricostruzione privata, come per gli edifici di culto, gli immobili privati di interesse culturale, quelli che riguardano il “doppio cratere” dei terremoti 2009 e 2016, ma detta anche le regole per la sicurezza sismica, l’efficienza energetica, la sostenibilità e le certificazioni ambientali. Una quarta parte riguarda la programmazione e la pianificazione urbanistica, e raccoglie ad esempio tutta la disciplina sui Programmi Straordinari di Ricostruzione. L’ultima sezione del Testo Unico è relativa agli operatori privati, e stabilisce le regole per le attività dei professionisti e delle imprese.

Istituzioni, operatori privati e cittadini potranno inviare al Commissario i loro suggerimenti in due modi, o come osservazioni di carattere generale, o come emendamenti specifici al testo, entro il prossimo 14 settembre. 

Oltre nove milioni e mezzo per più di 300 piccole e medie imprese del cratere. È quanto è stato messo a disposizione dal commissario straordinario alla ricostruzione, Giovanni Legnini, per le attività presenti nei territori dei comuni delle regioni interessate dal sisma del 2016.

Da lunedì scorso è aperto lo sportello per presentare la domanda, esclusivamente online sulla piattaforma di Invitalia, per ottenere le agevolazioni previste da “Rilancio PMI Cratere Sismico”.

Si tratta di uno strumento che sostiene il ripristino e il riavvio delle attività economiche danneggiate in Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria.

Le risorse finanziarie complessivamente disponibili e gli eventuali nuovi stanziamenti destinati all’intervento, sono ripartiti su base regionale e le Marche sono quelle che ne beneficeranno maggiormente con il 62%, mentre per l’Abruzzo è 10%, Lazio 14% ed Umbria 14%.

Le iniziative imprenditoriali finanziabili riguardano tutti i settori: industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, fornitura di servizi, commercio, turismo, produzione agricola, pesca e acquacoltura.

Riguarda esclusivamente le realtà produttive già costituite e attive al momento in cui si sono verificati i terremoti e le cui sedi siano state dichiarate inagibili a causa degli eventi sismici stessi.

Sono stati messi a disposizione delle imprese beneficiarie 9.512.000 euro per la concessione di mutui a tasso zero e senza garanzie, a copertura del 100% degli investimenti da realizzare.

Ne potranno fruire più di 300 PMI di ogni settore e forma giuridica a fronte della realizzazione di investimenti di modesto ammontare e di varia natura: ammodernamento, ampliamento, incremento/diversificazione della capacità produttiva, adeguamento delle attrezzature e degli arredi. I programmi di spesa agevolabili non possono superare l’importo complessivo di 30.000 euro. Nel caso l’importo complessivo delle spese da realizzare fosse superiore a 10.000 euro, una parte potrà essere costituita da costi di gestione, in misura non superiore al 50% delle spese di investimento. I progetti ammissibili alle agevolazioni devono inoltre essere stati avviati successivamente alla presentazione della domanda e realizzati entro i 18 mesi successivi alla concessione delle agevolazioni.

Il finanziamento agevolato, senza alcuna forma di garanzia ed erogato in anticipo in un’unica soluzione, dovrà essere restituito secondo un piano di ammortamento di massimo 10 anni, con un periodo di preammortamento di 3 anni.



GS



Sono più di 113mila gli interventi messi in campo, a seguito di altrettante richieste di aiuto, dal 24 luglio al 31 marzo scorsi, da RIESCO Marche.
È questo il bilancio del progetto che ha visto insieme quattordici associazioni per contrastare gli effetti di esclusione sociale, precarizzazione e marginalizzazione, acuiti dall’emergenza Covid. Un sistema integrato di interventi, all’insegna di inclusione e solidarietà, che diventa una grande “comunità di cura”, non solo per assistere ma anche per generare cambiamento e rinsaldare legami sociali.

A restituire il quadro finale dell'esperimento è il presidente Anpas Marche, Andrea Sbaffo, dell'associazione che ha curato e continua a curare la gestione del numero verde a cui i cittadini hanno potuto rivolgersi.
"L'attività del progetto è riuscita nel migliore dei modi - ammette - . Il coordinamento di Auser e delle altre associaizoni che ci sono occupate del proprio settore, insieme alle firmatarie dell'Associazione temporanea, è riuscito a legare le esigenze dei cittadini in maniera abbastanza uniforme su tutto il territorio regionale". 

Buona la prima, dunque, per un progetto che potrebbe essere la base da cui partire per ripensare al nuovo volto della solidarietà: "Stiamo attendendo che esca il prossimo bando della Regione Marche - dice in merito al futuro - per ricoordinarci tutti insieme. Vogliamo mantenere la vicinanza delle nostre associazioni verso i cittadini, tanto che Anpas ha continuato a mantenere l'attività del numero verde per non lasciare soli coloro che sono in difficoltà".

Una attenzione particolare è stata rivolta ai centri dell'entroterra che hanno vissuto la doppia emergenza della pandemia sommata alla già tragica situazione post terremoto: "Le esigenze sono state di supporto alla povertà derivata dall'emergenza pandemica: attività che abbiamo coperto in tutto il territorio regionale con una capillarità abbastanza diffusa. 
Molti contatti sono arrivati tramite il mondo digitale con le videochiamate per dare anche supporto psicologico con la semplice chiacchierata da intraprendere con le famiglie. L'associazionismo, insieme, riesce ad essere vicino alla comunità. La parte del cratere ha bisogno di attenzione e risorse. Noi cerchiamo di farlo, dobbiamo essere in grado di mantenere i contatti nei mesi futuri, in una fase dove la difficoltà delle aziende nell'andare avanti potrebbe portare a esigenze dal punto di vista lavorativo".

La prospettiva è quindi quella di continuare il percorso iniziato: "È la prima esperienza che ha messo insieme tante associazioni che si rivolgono al prossimo. Queste modalità sono state molto proficue e utili per il futuro. Ci auguriamo che la pandemia passi e si possa riuscire a dare un supporto alla fase successiva negli ambienti di lavoro, alla situazione economica che si sta prospettando. Ci ha unito e ci ha messi a confronto". 

L'inclusione l'ingrediente cardine, sia tra associazioni che tra volontari e cittadini: "Noi abbiamo cercato di includere il mondo dell'associazionismo, coinvolgendo tutte le associazioni che avevano dato la disponibilità, anche le più piccole in contatto con zone più particolari.
Poi abbiamo rivolto l'inclusione verso il cittadino, dando a tutti la possibilità di chiedere il servizio. il numero verde di Anpas ha dato la possibilità di essere un ponte tra le associazioni".

LINK DELL'INTERVISTA IN PODCAST

GS
La rinascita che tutti si augurano per questa Pasqua a Cessapalombo è stata tangibile.

Perché, nonostante per il secondo anno consecutivo il Covid non permetta di rispettare molte tradizioni, ancora una volta i veri valori sono stati al centro di questa giornata e lo hanno fatto in una piccola frazione dell’entroterra: Villa di Cessapalombo.

Questa mattina, infatti, la messa di Pasqua è stata celebrata nella chiesa di Santa Maria Ausiliatrice, chiusa dal sisma del 2016, ristrutturata ed aperta oggi per la prima volta dopo la fine dei lavori.

“È stata una delle prime chiese dove sono cominciati i lavori di ricostruzione - dice il sindaco, Giuseppina Feliciotti - grazie all’ordinanza che prevedeva lavori di un importo massimo pari a 300mila euro. Gli interventi sono terminati un paio di mesi fa - spiega - ed i fedeli erano impazienti di tornare. Abbiamo chiesto all’arcivescovo Francesco Massara di poter celebrare, nella chiesa ristrutturata, la messa di Pasqua e così è stato”.

Con la gioia nel cuore, consapevoli del messaggio di speranza che stamattina sarebbe partito da quella chiesa per diffondersi sull’intero territorio, i cittadini di Cessapalombo si sono dati da fare nei giorni scorsi per sistemare gli arredi e preparare la struttura alla prima funzione dopo il sisma.

Negli ultimi anni, infatti, le celebrazioni religiose avevano luogo in un container appositamente sistemato in quella zona.

“È stata una grande festa per tutti - dice il sindaco - e nel rispetto delle norme anticovid abbiamo potuto sentire di nuovo la forza dell’intera comunità”.

GS
DI SEGUITO IL VIDEO DEI LAVORI:
Botta e risposta tra il consigliere di minoranza di Ussita, Guido Rossi, ed il sindaco Silvia Bernardini, in merito alla mozione sulla ricostruzione delle stalle.

"Ho letto con attenzione la risposta della sindaco Bernardini (http://www.appenninocamerte.info/notizie-politica/item/13415-stalle-ad-ussita-sindaco-risponde-a-rossi-sono-nuove-attivita-dopo-il-sismarelativa alla mozione sulle stalle - dice Rossi - . E' abbastanza divertente leggere poi che l'ho addirittura resa felice per aver “imboccato” la strada giusta che mi compete come minoranza.

La richiesta è relativa alla sistemazione delle vecchie stalle che sono state dichiarate non utilizzabili a seguito del terremoto 2016 - precisa Rossi - ma che non sono state demolite. Siccome risultano occupate e l'amministrazione non è mai intervenuta per evitare occupazioni, è giusto pensare che gli occupanti siano in sicurezza e che le stesse possano essere oggetto di sopralluogo di tecnici per valutare i lavori  per la messa in sicurezza e, successivamente, metterle a  disposizione di allevatori locali che intendono dar vita ad un percorso di sviluppo nel campo degli allevamenti. Forse la sindaca non ricorda che sono stati delocalizzati i concessionari o affittuari  presenti nelle strutture comunali e non in stalle di proprietà propria, che forse  non tutti avevano diritto di occupare quegli spazi ed essere quindi  delocalizzati a spese della comunità e forse, non tutti sanno che per questo ci sono delle indagini in corso. Rendere agibili quelle strutture comunali è fondamentale e doveroso: significa creare possibilità di sviluppo e una filiera di lavoro nell'allevamento, così come per quelli che l'occupavano. Ovviamente è necessario possedere i requisiti e i diritti, cosi come recita il Regolamento Comunale e che la si.ra Bernardini dovrebbe conoscere molto bene. Sbaglia ancora , quando afferma che non ci siamo interessati prima perchè, anche allora, abbiamo avuto la stessa sua risposta: “stiamo aspettando” “non sono state inserite nel piano delle priorità” !

Sbaglia di nuovo - aggiunge - quando afferma che le stalle che saranno sistemate, non saranno certamente per le nuove attività ma per chi ha usufruito della delocalizzazione, dimenticando che oltre ad un'indagine sulle strutture, c'è un Regolamento Comunale che stabilisce la graduatoria di merito all'assegnazione.

Vorrei chiudere questa parentesi ricordando che abbiamo superato i 4 anni dal terremoto. Io, Marronaro e Bischi nella precedente amministrazione ci siamo impegnati da subito: mettendo in discussione le perimetrazioni e coinvolgendo  la popolazione;  abbiamo denunciato lo stato d'abbandono del cimitero facendo pubblicare le foto delle bare esposte all'intemperie e ai saccheggi dai cinghiali scandalizzando l'Italia intera, costringendo  l'amministrazione ad intervenire con delle barriere di protezione; abbiamo evitato che fossero venduti i campi da sci di Frontignano e le linee elettriche comuali; abbiamo chiesto di aggiornare Regolamenti vetusti e non in riga con le nuove leggi; abbiamo presentato mozioni per l'acquisto di giochi inclusivi per ragazzi diversamente abili; abbiamo ottenuto contributi per il campo di calcio e nonostante non più consiglieri siamo riusciti ad avere una distribuzione gratis per la popolazione di mascherine unici delle Marche da parte della Protezione Civile, dove lei lavora".

GS
La ricostruzione del Polo scolastico di San ginesio è nelle mani del Commissario Giovanni Legnini. A deciderlo è stato il Comune con una delibera che dà mandato al Commissario  "di poter agire con i poteri speciali conferitegli a seguito della sua carica per l’immediata e veloce ripresa dell’iter per la progettazione e la realizzazione di tutte le scuole nel medesimo sito dove già esistevano i vecchi edifici scolastici demoliti a seguito dei danni del sisma 2016 secondo le nuove prescrizioni del vincolo indiretto notificato nel 2019".
Inoltre la delibera fornisce indicazioni in merito alla delocalizzazione, sempre nei pressi del centro storico, di alcuni edifici scolastici qualora non risultasse possibile, per dimensioni o volumetria, realizzare l’intero polo nel sito individuato.

"Con la Delibera Consiliare di ieri sera - commenta il primo cittadino Giuliano Ciabocco - possiamo dire che abbiamo messo un altro tassello a quanto dichiarato e scritto nel nostro programma elettorale. Attraverso lunghe e delicate trattative con i vari commissari che si sono succeduti da quando la nostra amministrazione è alla guida di San Ginesio, siamo riusciti a far ripartire l’iter per la ricostruzione delle nostre scuole, simbolo storico del paese e orgoglio dei nostri cittadini. Ora è tutto nelle mani del Commissario Legnini, che ringrazio vivamente, ed il quale si è dimostrato attento e pronto a risolvere velocemente lo stallo amministrativo che impediva la ripresa".

Altro contenuto molto importante della delibera riguarda l’immediato ripristino dei campi da tennis e del centro FIT, area ora non più interessata per la realizzazione delle scuole, nonché dell’Ostello Comunale ora destinato alle aule dell’Istituto Superiore “A. Gentili”.

GS
Sarà l’accesso all’otto per mille dell’Irpef a dare nuova vita al Castello della Rancia di Tolentino. La giunta comunale ha infatti approvato il progetto per il “Restauro e miglioramento sismico del Castello della Rancia”, presentato dall’architetto Claudio Canullo.

Il Castello, danneggiato dagli eventi sismici del 2016, nonostante gli interventi per il parziale ripristino dell’agibilità già effettuati nell’immediato post sisma, necessita ancora di lavori per dirsi completamente al sicuro dai rischi e per tornare a completa disposizione della città. La giunta ha pensato così al fondo derivante dai redditi relativi agli anni compresi tra il 2016 e il 2025. Il progetto, necessario per accedere ai finanziamenti per la conservazione dei beni culturali danneggiati dal sisma del 2016, riporta un quadro economico complessivo di 1 milione e 350 mila euro.

Le risorse daranno la possibilità, qualora si ricevesse il via libera al progetto anche dagli organi statali di competenza, di rimettere in moto il Castello con i suoi eventi e manifestazioni, linfa vitale della comunità.

GS
Ri-abitare l'Appennino si deve e soprattutto si può.
Il messaggio forte e chiaro arriva da Campi di Norcia, uno dei paesi più colpiti dalle scosse sismiche del 2016, dove per iniziativa della Fillea Cgil e associazione Nuove Ri-Generazioni si sono riunite, ospiti della locale Pro Loco, istituzioni e addetti ai lavori, con in testa il Commissario alla Ricostruzione Giovanni Legnini, in occasione della presentazione di uno specifico progetto che sintetizza idee e proposte per le aree colpite dal sisma.
Un incontro che, anche se avvenuto nel cuore dell'Umbria, coinvolge direttamente anche le Marche e l'entroterra ferito dal sisma che condivide con la regione confinante le stesse problematiche, in attesa non solo che parta la ricostruzione, ma che vengano attuate strategie per rendere 'abitabili' le aree interne.

"Un laboratorio di innovazione per agevolare la rigenerazione di insediamenti e comunità, basato sulla positiva esperienza di resilienza attuata dalle popolazioni locali, che necessitano tanto di collegamenti materiali che immateriali, come l'associazionismo e la solidarietà - hanno spiegato Elisabetta Masciarri e Mario Margasini, rispettivamente presidente  e responsabile del Comitato scientifico di Nuove Ri-Generazioni Umbria - . Un laboratorio che ha l'obiettivo attraverso le idee chiave di “ri-abitazione”, “ri-generazione” e “riappropriazione” di sviluppare utilizzando le risorse a disposizione e il supporto degli enti prepostii vari canali di potenzialità economica e sociale del territorio, quali le filiere produttive, il turismo naturalistico, culturale e sportivo, la socialità". Ma anche costituire un punto di riferimento per sottolineare a Governo e parti sociali la necessità di rendere concrete le normative vigenti e porre un freno, a livello occupazionale, alla precarietà e alla fuga di quelle figure professionali che, dopo aver contribuito a uno spiraglio di rinascita, ora in tempi brevi vedranno scadere i propri contratti e abbandonare tanto il territorio, quanto il proprio lavoro". 

Panoramica pubblico

"Per questo - ha detto il Commissario Legnini - è necessario che tutti gli attori coinvolti attuino quelle dinamiche di nuovo sviluppo territoriale che i mezzi a disposizione oggi consentono, per poter fronteggiare una permanente doppia emergenza, strutturale e sociale. Da qui la necessità di rendere i territori sicuri, sostenibili, connessi con le infrastrutture anche digitali, anche attraverso il ripopolamento". 

Il progetto prende in esame in particolare l’esperienza della comunità di Campi, frazione di Norcia situata nella Val Castoriana e compresa all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. "La popolazione di Campi - si legge nel progetto - si distingue per aver vissuto un’esperienza sui generis nell’affrontare l’emergenza 'Sisma Centro Italia': in seguito alle scosse di ottobre 2016, che hanno reso inagibile circa il 90% del patrimonio abitativo della frazione, la comunità ha gestito risposta eccezionalmente resiliente ed autonoma rispetto all’azione della Protezione Civile e delle istituzioni locali, gestendo una co-abitazione di circa 70 persone, che si è protratta per vari mesi all’interno della sede della Pro Loco locale, un edificio anti-sismico interamente progettato, finanziato e costruito dalla comunità. Oltre ad aver mantenuto gran parte della propria popolazione residente in loco, Campi ha mantenuto viva l’attenzione sulla situazione in cui si trovano le terre appenniniche colpite e ha saputo indirizzare la solidarietà delle decine di persone ed associazioni che hanno abbracciato il suo progetto di rinascita “Back to Campi”, che si articola intorno alla creazione di un agri-campeggio di comunità in grado di offrire ospitalità turistica e che possa essere riconvertito in alloggi di emergenza nel caso in cui il terremoto tornasse a far tremare gli Appennini".

GS

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