Raccontare l'entroterra approcciandosi al cinema. Una occasione per i giovani marchigiani

Mercoledì, 15 Settembre 2021 13:15 | Letto 689 volte   Clicca per ascolare il testo Raccontare l'entroterra approcciandosi al cinema. Una occasione per i giovani marchigiani Raccontare e valorizzare, attraverso la pratica cinematografica, le esperienze virtuose del territorio in campo ambientale e civico, fornendo ai giovani gli strumenti professionali legatial filmmaking e allo storytelling.È questo l’obiettivo che si pone il progetto lanciato da Officine Mattòli di Tolentino e Yuk! Film, sostenute dal ministero per le politiche giovani e dalla Regione Marche.Insieme, infatti, hanno messo in campo un laboratorio aperto ai giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni, che vogliono cimentarsi in questa disciplina, mettendo però le storie dell’entroterra maceratese al centro di “Cinque pezzi facili”, cioè cinque documentari da 3 minuti.“Abbiamo deciso di lanciare questo breve laboratorio – dice il coordinatore, Damiano Giacomelli - che si svolgerà nei mesi di ottobre e novembre in diversi centri del cratere sismico. Siamo partiti dal ‘cinema della realtà’. Dall’invitare i partecipanti, residenti nelle Marche, a ricercare personaggi e situazioni virtuose dal punto di vista civico o del rapporto con l’ambiente, proporceli, e andare insieme a i tutor a realizzare piccoli documentari da 3 minuti. Ci sembrava il metodo più diretto per i giovani che si approcciano per la prima volta al cinema. Saranno appuntamenti a cadenza settimanale e, nelle serate successive alle lezioni, ci saranno dei momenti aperti al pubblico.Interverrà una gran parte dei documentaristi regionali e sarà l’occasione per approfondire e incontrare un cinema meno presente nei circuiti tradizionali, ma molto importante per il racconto del territorio”.E a proposito del racconto del territorio, la scelta che assume un duplice valore è quella di raccontare una zona ferita come quella del cratere. Perché il cinema e le immagini possono essere uno strumento importante per mantenere accesi i riflettori su questa tematica: “Il cinema è ancora lo strumento più potente che può raccontare questo territorio – spiega Giacomelli - , attraverso la costruzione di una storia, individuando personaggi che in questo caso sono realmente operativi sul territorio, e anche attraverso scelte estetiche, come gli ambienti da raccontare e la scelta di come inquadrarli.Questo cambia la percezione finale degli spettatori. Una riflessione che va ben oltre l’aspetto tecnico, ma abbraccia una attitudine a raccontare con onestà, trasparenza e senso civico il nostro territorio”.GS
Raccontare e valorizzare, attraverso la pratica cinematografica, le esperienze virtuose del territorio in campo ambientale e civico, fornendo ai giovani gli strumenti professionali legati

al filmmaking e allo storytelling.

È questo l’obiettivo che si pone il progetto lanciato da Officine Mattòli di Tolentino e Yuk! Film, sostenute dal ministero per le politiche giovani e dalla Regione Marche.

Insieme, infatti, hanno messo in campo un laboratorio aperto ai giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni, che vogliono cimentarsi in questa disciplina, mettendo però le storie dell’entroterra maceratese al centro di “Cinque pezzi facili”, cioè cinque documentari da 3 minuti.

“Abbiamo deciso di lanciare questo breve laboratorio – dice il coordinatore, Damiano Giacomelli - che si svolgerà nei mesi di ottobre e novembre in diversi centri del cratere sismico. Siamo partiti dal ‘cinema della realtà’. Dall’invitare i partecipanti, residenti nelle Marche, a ricercare personaggi e situazioni virtuose dal punto di vista civico o del rapporto con l’ambiente, proporceli, e andare insieme a i tutor a realizzare piccoli documentari da 3 minuti. Ci sembrava il metodo più diretto per i giovani che si approcciano per la prima volta al cinema. Saranno appuntamenti a cadenza settimanale e, nelle serate successive alle lezioni, ci saranno dei momenti aperti al pubblico.

Interverrà una gran parte dei documentaristi regionali e sarà l’occasione per approfondire e incontrare un cinema meno presente nei circuiti tradizionali, ma molto importante per il racconto del territorio”.

E a proposito del racconto del territorio, la scelta che assume un duplice valore è quella di raccontare una zona ferita come quella del cratere. Perché il cinema e le immagini possono essere uno strumento importante per mantenere accesi i riflettori su questa tematica: “Il cinema è ancora lo strumento più potente che può raccontare questo territorio – spiega Giacomelli - , attraverso la costruzione di una storia, individuando personaggi che in questo caso sono realmente operativi sul territorio, e anche attraverso scelte estetiche, come gli ambienti da raccontare e la scelta di come inquadrarli.

Questo cambia la percezione finale degli spettatori. Una riflessione che va ben oltre l’aspetto tecnico, ma abbraccia una attitudine a raccontare con onestà, trasparenza e senso civico il nostro territorio”.

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