Notizie di spettacolo nelle Marche
Ci teniamo ad esserci anche noi, per non lasciare sola la nostra comunità e per non sentirci soli neanche noi. Uniti ce la faremo”. È l’assessore alla cultura di San Severino, Vanna Bianconi, che presenta una delle iniziative multimediali per tenere compagnia a chi, diligentemente, sta rispettando le regole per non contribuire a diffondere il Coronavirus.

Si tratta dell’iniziativa “A passeggio per la città”, un racconto a puntate, una sorta di mini-guida in doppia lingua (italiano e inglese) che giornalmente viene pubblicata sulla pagina Facebook ufficiale dell’ufficio Cultura e Turismo di San Severino. 

"Ogni giorno - spiega Bianconi - più o meno fra le 10 e le 11 del mattino, pubblicheremo la puntata quotidiana. In ognuna, racconteremo un aspetto, una curiosità della nostra bellissima San Severino dal punto di vista storico e cultura. Cose che magari abbiamo visto tutti i giorni ma che non abbiamo mai guardato con attenzione. Cose che magari conoscono meglio turisti e visitatori che non noi che le viviamo ogni giorno e siamo abituati alle nostre ricchezze”. La prima puntata è stata pubblicata il 1 aprile e ha trattato sinteticamente la storia della città, e il giorno seguente è stata pubblicata la replica in inglese. Oggi è uscita la seconda pubblicazione sulla piazza Del Popolo, la Galleria di Arte Moderna al Palazzo Comunale e il teatro Feronia. “Ogni puntata sarà arricchita con una immagine rappresentativa. Racconteremo poi del chiostro di San Domenico, della Pinacoteca Civica che sarà distribuita su due uscite e molto altro. Perché lo facciamo? Per essere vicini al nostro territorio - afferma l’assessore - che non deve sentirsi solo. E neanche noi vogliamo sentirci soli, senza le persone che solitamente ci seguono. Attraverso la pagina Facebook poi si possono avanzare proposte, esprimere considerazioni e consigli. Proprio perché dobbiamo sentirci il più vicini possibile. Dobbiamo affrontare questo momento con coraggio e ottimismo - aggiunge - considerando che ce la faremo tutti insieme. Stiamo nelle nostre case, rispettiamo le regole, ma in maniera multimediale e tecnologicamente avanzata saremo sempre vicini al nostro territorio e alla nostra comunità”.
Gaia Gennaretti
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Sono 11mila euro i fondi che il Governo ha destinato a Caldarola per i buoni spesa da erogare alle famiglie in difficoltà.
Il sindaco Giuseppetti ha firmato questa mattina l'ordinanza, in coordinamento con gli altri Comuni dell'unione Montana dei Monti Azzurri, che stabilisce i criteri di diritto ai buoni spesa.
Nel sito del Comune, infatti, è stato pubblicato l'iter per poter fare richiesta ai buoni volti a sostenere le persone e le famiglie in condizioni di assoluto momentaneo disagio.
"Possono presentare istanza di ammissione all'erogazione di un buono spesa i nuclei familiari, anche monoparentali, in gravi difficoltà economiche - si legge nel sito - , senza alcun reddito disponibile. Gli interessati dovranno presentare domanda preferibilmente a mezzo posta elettronica – all’indirizzo mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure a mezzo posta elettronica certificata all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Chi non dovesse disporre di questi strumenti, la domanda potrà essere presentata all’Ufficio Protocollo dell’Ente dalle 10 alle 13, su appuntamento telefonico, per evitare file o assembramenti. La domanda va presentata utilizzando il modello presente nel sito internet del Comune".

GS
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Nulla è dato sapere. Né alla stampa, con difficoltà immani nel reperire informazioni sulla reale situazione negli ospedali, né ai sindaci che sono i primi responsabili della sanità pubblica nei loro Comuni. E' accaduto ad esempio che Radio C1in...blu-l'Appennino Camerte abbia scoperto, nella giornata di ieri, che nonostante le rassicurazione dell'Asur Marche rivolte al sindaco di San Severino Rosa Piermattei, non era stato effettuato alcun tampone sul personale dell'ospedale di San Severino dopo il contagio di ben 7 pazienti. L'unico presidio, insieme a quello di Macerata, che avrebbe dovuto (e dovrebbe ancora) essere no-Covid. Così otto sindaci del territorio si sono uniti e hanno chiesto con una lettera chiarimenti all'azienda sanitaria che, proprio oggi, pare abbia inizato finalmente a fare i tamponi. Ma il problema è molto serio e lo ha spiegato il primo cittadino Piermattei ai microfoni di Radio C1in...blu: "Ci siamo uniti perché è stata una necessità, vista l’importanza dell’ospedale di San Severino. Era stato stabilito che fosse no-Covid e che quindi avrebbe dovuto raccogliere i pazienti di medicina, oculistica, cardiologia, lungodegenza, oncologia e hospice. Visto che ci sono stati episodi molto incresciosi dovuti al virus - aggiunge - ho chiesto più di una volta che fossero fatti i tamponi a tutti e i dovuti controlli. Doveva essere un presidio ‘rassicurante’ sul territorio e quindi chiedevo che fosse garantita la sicurezza di chi ci lavora". Il sindaco racconta che la dottoressa Nadia Storti, direttore generale Asur, il 23 marzo le ha inviato una nota in cui assicurava che erano stati fatti tutti i tamponi sia ai pazienti che al personale, "sicuramente si attenevano alle normi nazionali ma man mano che siamo andati avanti sono venuti fuori dei casi positivi e quindi con gli altri sindaci abbiamo creduto necessario intervenire insieme per far capire quanto è importante il presidio per il territorio. Non ci si può permettere nessun errore". 
Manco a dirlo, alla lettera non c'è stata alcuna risposta ancora se non, appunto, la voce secondo cui sarebbero stati disposti i tamponi. Una voce appunto, ed è proprio la mancanza di informazioni che lamenta Piermattei: "Il sindaco è responsabile della salute pubblica del proprio comune ma sappiamo benissimo che la sanità è un mondo a parte. È difficilissimo avere informazioni, magari viene detta una cosa e poi se ne fa un’altra. Quando ci sono urgenze, intervengono ma agiscono a modo loro. Noi non sappiamo più nulla. Ad esempio del decesso di ieri (la mamma 96enne di Giovanni Papavero, deceduto per Covid la settimana scorsa, ndr) l’ho saputo dalla Croce Rossa, non mi è stato comunicato. Non so più nemmeno quanti pazienti sono ricoverati". Ma la Piermattei, in tutto questo, ha anche un'altra sensazione, benché permanga la speranza di sbagliare: "Ciò che più dispiace, ma mi auguro sia solo una mia sensazione, è che in questo momento così difficile si lavori per politica. Sono stata molto attenta e collaborativa poi col passare dei giorni ci siamo accorti di cose che non andavano. Come sempre, d'altra parte, quando si parla di sanità. Ad esempio il nostro ospedale, che è no-Covid, continua ad avere un punto di primo intervento e non un pronto soccorso, che rimane a Camerino. E questo è fuori da ogni grazia di Dio, permettetemelo". Il sindaco chiarisce che non si tratta di una lotta contro il presidio camerte ma solo di buon senso visto che quella struttura è interamente dedicata ai pazienti Covid. I servizi del pronto soccorso, per il momento, sarebbero più utili a San Severino: "Come sindaci - torna a dire - noi abbiamo le mani legate. abbiamo informazioni scritte, come la comunicazione del 23 in cui mi dicono che sono stati fatti i tamponi sul personale dell’ospedale e che si sarebbero attenuti alla legge. In Italia abbiamo sempre risposte ambigue. Oggi più che mai abbiamo bisogno di sicurezza in ospedale perché pensare di doverci andare, in questa situazione, fa venir paura perché si sentono dire tante cose. quindi l’Asur deve darci la sicurezza e la garanzia che il presidio settempedano sia sicuro, sanificato. E poi, in una struttura che potrebbe accogliere 80 posti letto, vorrei sapere quante persone ci sono. Sono loro che devono tenerci informati. Nel dramma, questo non riuscire a sapere, ad avere informazioni -  conclude -rende tutto ancora più drammatico. Stiamo lavorando per che cosa? Per il bene delle comunità o per qualcos’altro?".
Gaia Gennaretti


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Venerdì, 03 Aprile 2020 09:17

Incendio in una abitazione, danni ingenti

Paura ieri sera a Cingoli, intorno alle 21, in località Pian della Pieve, dove per cause in corso di accertamento si è sviluppato un incendio in una abitazione.
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco per spegnere le fiamme e mettere in sicurezza l'area. Ingenti i danni strutturali provocati all'abitazione.
Intrvenuti anche i carabinieri e i sanitari del 118 per soccorrere i proprietari.

GS


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L'impegno di chi ama la montagna si è fatto più forte anche in questo momento di difficoltà. Francesco Cangiotti di Bolognolaski ha deciso di stupire ancora una volta.
Dopo l'albero di Natale più in alto delle Marche, la vetta della Madonnina a 1408 metri di altezza si è tinta del tricolore per diffondere un segno di speranza contro il coronavirus.
Un segnale che illumina la montagna proprio nei giorni in cui la coltre bianca è tornata a ricoprirla e, se non ci fosse stata l'emergenza sanitaria, gli impianti avrebbero accolto centinaia di sciatori in vista delle festività di Pasqua.
Francesco Cangiotti, insieme ad Antonella De Santis, presidente della Pro Loco e a suo marito, già autori dell'albero di Natale che ha riscosso tanto successo, si sono così rimboccati le maniche, mettendo di nuovo in pratica la loro fantasia.

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"In questi giorni - dice Cangiotti - abbiamo pensato di regalare un segno di speranza e di unione perché sono questi i principi che ci contraddistinguono. In questi giorni la neve è venuta a farci visita, purtroppo non potremo godere di quel magico manto bianco. Abbiamo, in questi giorni, vissuto paure e angosce, timori e dolori, ma volevamo fare qualcosa di più per far sentire il nostro affetto. Il monte della Madonnina è ormai diventato un simbolo per Bolognola e Pintura: è lo scenario dei bambini con i bob, è lo scenario dell’albero più in alto delle Marche e, nella sua vetta, la Madonnina guarda tutti noi, perciò abbiamo pensato di illuminare la vetta con i colori dell’Italia".
Un'idea che è subito stata condivisa dal sindaco e dai giovani della Pro Loco che, ancora una volta, hanno dimostrato di essere così orgogliosi di queste montagne da renderle speciali anche in un periodo buio come questo.
Anche se le restrizioni non permettono di vedere la montagna illuminata da vicino, è visibile sul sito di Bolognolaski, dal tramonto all’alba, rigorosamente a casa.

GS
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Botta e risposta tra maggioranza e opposizione che si scontrano sulle dimissioni dell'ormai ex assessore e vice sindaco, Giovanni Ciarlantini, al quale il gruppo di minoranza ha chiesto le dimissioni anche da consigliere, minacciando altrimenti una mozione di sfiducia.

Pronta è stata la risposta della maggioranza che in una nota scrive:
"Non possiamo sottacere in proposito, un sentimento di profonda amarezza, che deriva dal constatare la provenienza di tali dichiarazioni proprio da una compagine politica che, sia durante la campagna elettorale sia dopo il suo esito, ha sempre predicato unità d'intenti per il paese, salvo poi rinnegare tale proposito nei fatti.
Senza tema di smentite - dice la maggioranza - si deve evidenziare, invece, come questa amministrazione sin dal suo insediamento abbia cercato e continui a favorire il comune senso di appartenenza e rappresentanza di tutta la città, ben conscia che la ricostruzione economica e materiale passa prima di tutto per la coesione cittadina, pur nella diversità delle legittime e diverse opinioni".

Allora rispondono alla richiesta di dimissioni da consigliere di Giovanni Ciarlantini: "Una carica - precisano -  che non è stata conferita direttamente dal sindaco, come accade per la formazione della giunta, ma dal voto popolare, che evidentemente ne ha premiato l'impegno e la persona".
Ma quello che alla maggioranza proprio non va giù è la richiesta del gruppo di Davide De Angelis che Ciarlantini possa "continuare a svolgere delle mansioni anche senza deleghe ufficiali e soprattutto potrebbe continuare a fare il suo lavoro”.

Il gruppo dei consiglieri e assessori con il sindaco Giuseppetti
squadra di Giuseppetti

La maggioranza scrive infatti che "più che un esempio di coerenza, tanto appaia piuttosto come una gratuita strumentalizzazione politica volta ad infierire gratuitamente ed annientare un uomo, oggi estremamente affranto per il suo sbaglio, che ha offerto un tangibile esempio di immediata assunzione delle proprie responsabilità, individuali e politiche. Qualora fosse presentata la paventata mozione di sfiducia - annuncia la maggioranza  - vogliamo tranquillizzare i nostri oppositori: in quella sede con ancora più vigore esplicheremo le ragioni per le quali riteniamo che valori come la coerenza, la dignità ed il rispetto umano debbano sempre essere garantiti e difesi anche nell'ambito di un dibattito politico, sempre che questo possa ancora definirsi tale".

Poi la sferzata finale: "Attendiamo con ampia disposizione d'animo la minoranza - conclude la nota -  all'apporto di quel prezioso contributo costruttivo sui temi di interesse collettivo, fatto di proposte concrete, sinora costantemente annunciato e pubblicamente esternato ma del quale,  purtroppo, non si è ad oggi avuto alcun reale riscontro".

GS
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Nessun caso di positività al Coronavirus o presenza di situazioni sospette è stato registrato sia negli ospiti della Casa di riposo Chierchetti di Gagliole, sia nella residenza protetta di Sarnano che in quella di Urbisaglia.  Le misure stringenti e le precauzioni adottate hanno dunque, nei tre casi, sortito degli effetti positivi.
" Ad ora -afferma il sindaco di Gagliole Sandro Botticelli- nessuna positività registrata.. E' l'esito dei tamponi tutti negativi effettuatti in via precauzionale sugli ospiti della struttura,  dopo l''invito rivolto da me medesimo e dalla direttrice Laura Taccari all'Asur . Al momento dunque- continua Botticelli- possiamo stare tranquilli, pur essendo ovvio che tutto è dipeso  prima di tutto dalla solerzia di chi dirige la casa di riposo, in quanto fin da subito sono state applicate tutte le misure restrittive e molto rigorose da parte di chi di dovere". A preoccupare era stata in particolare e, nonostante tutte le precauzioni prese, la positività al Covid-19 riscontrata nel medico della struttura.  "La nostra premura è stata proprio quella di chiedere  immediatamente i tamponi per gli ospiti che comunque  avessero avuto dei sintomi ma l'esito negativo dei test ci ha rincuorati . Del resto, - prosegue il sindaco- il medico giustamente si è immediatamente auto- isolato in casa e la possibilità di contagio ha dunque potuto essere prevenuta".  La solerzia nel rispettare molto rigidamente  le norme, come del resto è avvenuto  per  tutte le case di riposo non in tutte le situazioni ha sortito positivo effetto.  " In questo momento , di certo non possiamo parlare di bravura- sottolinea Botticelli-; oltre ai contatti che si sono potuto avere con una persona positiva, è infatti  anche la casualità che gioca molto in questo caso. Per quel che ci riguarda,  dobbiamo ringraziare solo il Signore  se  in questo momento,  così come per  altre case di riposo vicine, non abbiamo casi di positività". Anche nel caso di Gagliole tuttavia il sindaco lamenta carenze nei dispositivi di protezione individuale  di sicurezza per gli operatori della struttura e per gli stessi ospiti: " Le mascherine e tutti gli altri dispositivi di protezione sono assolutamente necessari; sappiamo che vanno utilizzati con parsimonia ma è anche vero che il loro utilizzo è di breve durata. Purtroppo vuoi la difficoltà di reperimento, vuoi i costi saliti alle stelle, ne siamo rimasti sprovvisti  ed è indispensabile averne una scorta.  L'impegno al reperimento di questi materiali indispensabili c'è naturalmente sia da parte dell'ammnistrazione comunale che della direzione della struttura, in quanto rappresentano  la garanzia e la sicurezza del personale e degli stessi ospiti e se venissero a mancare sarebbe davvero grave.  La Protezione Civile ne ha recapitata una fornitura, tuttavia si tratta di mascherine che non sono così professionali da far stare tranquilli gli operatori". La struttura di Gagliole ospita 42 persone anziane alle quali si aggiungono in una costruzione adiacente ulteriori 8 persone con disabilità. Sin dalla chiusura alle visite dall'esterno, gli ospiti hanno continuato a svolgere le loro attività e, assistiti da personale, attraverso le video chiamate, possono interagire con i loro cari.  " Noi sindaci ci teniamo in contatto quotidianamente proprio per attenzionare le nostre realtà delle residenze degli anziani e proprio ieri abbiamo inviato una lettera all'Asur Area Vasta 3 per cercare di intervenire  con l'effettuazione di tamponi , unica maniera per verificare che la situazione è tranquilla". 

Tutto sotto controllo anche per quel che riguarda  la residenza protetta per anziani di Sarnano. " Fin dalla scorsa settimana- dichiara il sindaco Luca Piergentili-  siamo riusciti ad avere i tamponi e quindi  siamo sicuri che tra i nostri ospiti e tra i nostri operatori non ci sono casi di covid-19  Noi abbiamo fatto questo perché il dott. Bruè  che è il medico di base tra i suoi  utenti ha anche persone ospiti della casa di riposo. Il dottore è risultato positivo ed è domiciliato a San Ginesio, per cui a seguito di questo suo caso  abbiamo fatto i tamponi a tutti.  72 in tutto i tamponi negativi e riferiti ai 51 ospiti della struttura e al personale che vi opera".   Se non altro a Sarnano non viene evidenziata al momento una carenza di dispositivi di protezione  individuale.  "Fortunatamente siamo riusciti ad ovviare a questo problema perché con l'aiuto di donazioni private di aziende sarnesi e di una società locale,  la nostra casa di riposo è stata rifornita di tutti i dispositivi che permettono agli operatori di lavorare con tranquillità" .  Seppur limitate rispetto a prima, continuano a svolgersi gran parte  delle attività ricreative all'interno della struttura " Qualche restrizione c'è stata - dice il sindaco-  perché noi dai primi di marzo abbiamo dovuto vietare l'ingresso  alle associazioni che davano una mano per questa tipologia di attività ; adesso se ne sta occupando esclusivamente il  personale della Pars che ha la gestione della casa di riposo;  gli ospiti  hanno comunque la possibilità di fare  videochiamate con i loro cari, già dall'inizio dell'emergenza . La situazione è sotto controllo - conclude il sindaco - noi abbiamo preso tutte le precauzioni sin dal primo momento poi abbiamo anche personale molto qualificato e quindi andiamo avanti fortunatamente senza alcun tipo di problema.  Adesso abbiamo intrapreso un'iniziativa insieme a tutti i comuni dell'Unione Montana per chiedere che  i nostri medici di base e dei nostri presidi  siano forniti di un kit comprensivio di mascherine,calzari e tute . Speriamo di riuscire a venir fuori da questa situazione critica per tutti il prima possibile. L'importante è che le persone stiano a casa e osservino le regole,  soprattutto nel rispetto di chi sta lavorando per far sì che questa emergenza dura il meno possibile". 

C.C.








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Pioraco sale alla ribalta nazionale e approda su Rai Uno mediante un servizio andato in onda all’interno della trasmissione televisiva “Porta a Porta” condotta da Bruno Vespa. Al centro del dibattito i sei casi accertati di contagio da Coronavirus. Un numero importante, nonostante il paese sia così piccolo.
Durante il servizio dedicato a parlare è stato proprio uno dei contagiati, Andrea Passamonti, che lotta contro il Covid-19 a casa sua: “I sintomi che ho? Forte mal di testa, - ha detto- febbre, mancanza di sapori ed odori”. Poi ha aggiunto “Ho militarizzato un po’ casa in modo da lasciare mia madre sempre lontana. Stavo aspettando in questi giorni l’ultimo tampone per vedere se questa carica positiva si è negativizzata. Non ho avuto delle difficoltà respiratorie, ma solamente questi sintomi lievi però la paura è tanta, soprattutto se dentro casa si hanno altri familiari, vivi di paura”.
Un piccolo paese che piange le vittime di questo mostro invisibile, ma può farlo solo da lontano: “Noi non possiamo nemmeno avvicinare la famiglia - ha detto commosso il parroco di Pioraco, Don Cherubino Ferretti - per potergli dare un messaggio di consolazione. Siamo potuti solo andare al cimitero quando è arrivata la bara”.
Infine il sindaco, Matteo Cicconi, guida di un paese che ha tremato con un’incidenza così importante: “Per noi - ha detto - ovviamente è stato un momento difficile e di forte preoccupazione”.

Lisa Grelloni
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Brillante operazione antidroga condotta questa notte dalla Compagnia dei Carabinieri di Camerino. Nonostante l’emergenza Coronavirus, che ha fortemente colpito il comune di Pioraco, i militari dell'arma non hanno mollato la presa nella lotta sul fronte dello spaccio di sostanze stupefacenti. Sono così stati individuati e colti in flagranza di reato un 22enne nato in Albania e una donna italiana incensurata di 32 anni convivente con l'uomo. I due, residenti in una frazione del comune di Pioraco, sono stati arrestati per possesso ai fini di spaccio di 150 grammi di cocaina suddivisa in cinque ovuli e ritrovata all’interno di un mobile in una piccola stanza della loro abitazione.

Lisa Grelloni
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Sono cambiate solo le modalità di erogazione dei servizi ma fin dall’inizio dell’emergenza, l'Università di Camerino è rimasta sempre aperta. Modalità telematiche hanno consentito che continuassero ad essere erogati tutti i servizi, da quelli didattici (lezioni, lauree ed esami) a quelli ammnistrativi.
Dall'aula virtuale in collegamento telematico con i giornalisti delle varie testate, il rettore Claudio Pettinari  e la Governance hanno illustrato nel dettaglio quanto l'ateneo ha realizzato in questo periodo di emergenza dettato dalla pandemia presentando iniziative e attività già avviate o in cammino. La didattica infatti da 40 giorni sta continuando a funzionare in modalità telematica a distanza e per gli studenti è stato anche predisposto un utilissimo servizio online di ascolto e assistenza anche di tipo sanitario.   Coordinato dal prof. Amenta responsabile della Scuola del farmaco e dei Prodotti della Salute Unicam, ha permesso un contatto diretto con tutti i ragazzi che nell'immediatezza dell'emergenza, fossero un po' frastornati, sia per gli eventi che si stavano susseguendo, sia per essere rassicurati con competenza su leggeri malesseri che li stessero interessando. Nel servizio di ascolto dunque gli studenti, soprattutto quelli stranieri impossibiltati a tornare a casa, hanno trovato la disponibilità di una persona che ha potuto rispondere ai loro quesiti, essere tranquillizzati nonchè poter continuare ad usufruire di tutti i servizi di alloggio nei campus e della mensa. Queste le prime parole del rettore Claudio Pettinari nell'aprire la conferenza stampa alla quale sono virtualmente intervenuti il Direttore Generale Vincenzo Tedesco, il prorettore vicario Graziano Leoni e i prorettori Luciano Barboni e Andrea Spaterna.  

  "In realtà come ateneo eravamo abbastanza preparati;- ha detto il Rettore Pettinari- . Le due parole resilienza e resistenza le avevamo fatte nostre già nel post sima e sono diventate anche in questa occasione le prime parole del nostro vocabolario. Già dal 2016 utilizzavamo piattaforme informatiche attravrso le quali erogare attivitàdidattiche a distanza per avvantaggiarne tutti gli studenti che non potevano venire a Camerino o trovare un alloggio che consentisse di seguire lezioni in aula . In  maniera previdente abbiamo esteso l'uso della piattaforma a tutte le nostre sedi collegate e fatto sì che rafforzando le infrastrutture ad Ascoli, San Benedetto, Civitanova e Matelica, fosse possibile fornire didattica a distanza. Tutta la comunità universitaria, docenti, personale tecnico e ammnistrativo, di fronte a questa emergenza si è messa a lavorare più  di prima, affinchè queste lezioni telematiche migliorassero ancora e affinchè a distanza si potessero svolgere anche esami e sedute di laurea. Abbiamo la dimostrazione che tutto ciò è possibile e lo stiamo verificando giorno per giorno. Fin da subito abbiamo compreso che l'emergenza non si sarebbe limitata a qualche settimana e che non l'avremmo superata semplicemente sostituendo la didattica in aula con la modalità telematica ma che il Paese nel contempo aveva bisogno di materiali. Lo dico da tempo: un Paese industrializzato come l’Italia non può rinunciare a realizzare dei prodotti necessari per le sue attività,  Avevamo già demandato la produzione di elementi e materiali  essenziali ad altri Paesi. Non stavamo più progettando ad esempio mascherine o dispositivi anche a basso costo in plastica, disinfettanti o prodotti per l'igiene.  Abbiamo pensato che un contributo potevamo darlo anche noi ed è importante che lo stesso facciano gli altri atenei d'Italia perchè parliamo di 56 milioni di persone che non sappiamo fino a quando, ma ne avranno bisogno: disinfettanti, detergenti, nuove sostanze per la sanificazione, nuovi pezzi in plastica per respiratori e tanti materiali che servono per ospedali. E' cosi che abbiamo attivato tanti ricercatori e creato una task force  per produrre camici e mascherine. Abbiamo anche predisposto degli acquisti di strumentazione che servirà la nostra capacità analitica; utilizzando le competenze che possedevano la nostra Scuola di Architettura e design e la Scuola di Scienze su tutto ciò che riguardava il settore della stampa 3D e dei materiali innovativi, abbiamo prodotto 250 valvole che a breve consegneremo alla  Regione Marche che consentiranno di adattare delle maschere da snorkeling per fornire agli ospedali dei sistemi di respirazione efficienti ed efficaci"
Nel suo intervento il rettore ha evidenziato anche la prontezza a rispondere di tutti gli operatori testimoniata dalla capacità delle Scuole di Unicam nella distribuzione di tali prodotti. Nel settore dei detergenti, è da sottolineare la task force coordinata da docenti di chimica che sta testando la possibilità di produrre dei gel certificati ed efficaci. Solo pochissimi giorni dopo l'aperura del Covid Hospital di Camerino, l'ateneo ha fornito delle creme per mani, utilissime al personale sanitario.  Il rettore ha poi aggiunto che nei settori della Biologia, delle  tecnologie Veterinarie e della Farmaceutica, si sta  verificando la possibilità di costituire un gruppo interdisciplinare per affrontare con la giusta preparazione anche l'eventualità  di emergenze future. "Attività di ricerca dunque ma anche attenzione al tema della Terza  missione - ha detto il Rettore- : stiamo molto vicini alle scuole del territorio convinti che potranno riscontrarsi difficoltà per i futuri studenti universitari ed è per questo che ci stiamo mettendo a disposizione degli istituti superiori  per lo svolgimento di attività seminariali e labooratoriali. Già questo sabato- ha annunciato-  proveremo a farlo con un seminario che si rivolgerà ai Licei di Camerino.  Non stiamo erogando solo quello che siamo come università - ha sottolineato- ma lo stiamo discutendo con la scuola stessa". La comunicazione continua poi ad essere veicolata attraverso le conoscenze dei ricercatori Unicam, con l'obiettivo di fornire informazioni corrette e tanto più necessarie in periodo di fake news. L’ateneo sta dunque mandando avanti tutte le attività precedenti; ha subìto qualche piccolo rallentamento solo la parte dell'attività di ricerca e dei dottorati che continua comunque in altre modalità:  in molti casi infatti esperimenti in laboratori, ricerche  e progettazioni possono continuare anche da casa.
La parola è poi passata al Prorettore alla didattica Luciano Barboni il quale ha aggiunto dei dati che testimoniano l'impegno dell'ateneo in una fase così delicata. L'esperienza acquisita sul campo nel post-sisma ha permesso di affrontare al meglio l'emergenza attuale. "La modalità telematica è ora diventata esclusiva e lo sforzo dell'ateno è stato quello di collegare tutte le sedi. In questo momento si stanno svolgendo attività del secondo semestre e sono attivi 400 insegnamenti. A questi numeri si affiancano le attività di circa 350 sessioni di esame con la partecipazione oltre 3000 studenti. Alla prima sessione di laurea del 6 marzo  scorso se ne sono succedute tante altre : 100 gli studenti che hanno cnseguito il titolo e particolarmente affollata sarà come di consueto la seduta di aprile.  "Ci concentriamo a svolgere un lavoro da casa: circa il 70 per cento dei docenti riesce a farlo mentre un 30 per cento deve necessariamente raggiungere le sedi. Essendo l'Università di Camerino a prevalente carattere scientifico, moltissime sono attività laboratoriali per le quali si sta  lavorando affinchè si possano svolgere in maniera virtuale. Ce ne saranno di insostibuibili che stiamo verificando- ha affernato Barboni- e per le quali si è comunque pronti a lavorare in qualunque periodo dell’anno. Parallelamente alle attività didattiche, vengono svolte in modalità telematica anche le attività di sostegno e di orientamento per le scuole superiori.  Stiamo anche lavorando nel campo della mobilità  internazionale e abbiamo molti studenti che sono in atenei stranieri partner ed abbiamo emanato un decreto che permetta loro di svolgere esami anche nelle zone dove si trovino". Rimodulata anche l' attività di stage e tirocinio. Infine il prorettore ha fornito altri dati riferiti alle attività telematiche che si stanno svolgendo che evidenziano  sessioni di 2400 ore a settimana, mediamente seguite da oltre 30 studenti per ogni sessione, con il coinvolgimento di oltre 400 docenti e personale amministrativo. "Grazie agli studenti che hanno dimostrato comprensione, pazienza senso di responsabilità".
Di ridondanza che diventa resilienza ha parlato anche il Prorettore vicario Graziano Leoni, sottolineando il paradossale vantaggio venuto ad Unicam dall'aver già testato un'esperienza diventata indispensabile in una situazione come l'attuale. "L’emergenza ci ha però raggiunti in piena ricostruzione- ha dichiarato-  Avevamo cantieri che stavano andando avanti spediti" A tal proposito ha citato i cantieri del Centro di Ricerca di madonna delle Carceri, quello della  Croce rossa che si stava cercando di chiudere nella costruzione di nuovi alloggi per studenti per il mese di marzo per inaugurarlo  il 23 maggio prossimo, così come il nuovo Polo della chimica, Cantieri che dunque hanno subito per forza di cose un arresto.  " A questo blocco però Unicam risponde con la progettazione che sta continuando. "Siamo a buon punto con la progettazione del nuovo Studium Center che darà la possibilità di sistemare meglio i nostri studenti all'interno del Campus; stiamo consegnando i progetti esecutivi dell'a ristrutturazione e adeguamento funzionale di un'ala del Collegio Mattei, così come tutte le atività di progettazione che possono essere fatte lontano dal cantiere in maniera tale da poter mettervi mano non appena sarà possibile" Leoni ha anche preannunciato la predisposizione di un questionario utile a comprendere come abbia impattato l' evento Covid  sulla comunità e sulle attività per capire se potranno esservi delle attività  utili per il futuro. "Stavamo appunto  prevedendo un piano strategico con degli obiettivi e target che ora stiamo cercando di capire come rimodulare e comprendere ciò che potrà essere fatto  e i tempi che ci vorranno".
In collegamento da Pisa il DG Vincenzo Tedesco ha precisato che, anche dal punto di vista della struttura amministrativa dell'ateneo ci si è  mossi applicando le direttive governative e strategiche riferite al lavoro da casa . "Attualmente 190 unità di personale lavorano in smart working,  7  unità di personale in tele-lavoro; una ventina di dipendenti che stanno usufruendo di recuperi ferie e il resto del personale, in prevalenza tecnico, è chiamato invece a garantire alcuni servizi essenziali che vanno  dall’informatica alla cura e gestione degli animali di Veterinaria, alle attività di ricerca che vanno mantenute. Tre invece le unità di personale del cd.  "lavoro bianco" che prevede che si stia a casa, ugualmente retribuiti.
" Con la cabina di regia e col gruppo operativo, abbiamo subito informato  dal canale web di tutte le iniziative attive- ha detto Tedesco-  il che ha consentito di attrezzarci anche per l'eventualità di proroghe nei decreti e per l'evoluzione  delle situazioni in corso. Governare da lontano la macchina - ha aggiunto- vuol dire sacrificarsi un po’ ma il confronto con tutti è stato sempre mantenuto in modo tale da capire come andare avanti su tutti gli aspetti istituzionali di supporto. Stiamo comprando macchinari che permetteranno di svolgere atività di ricerca e, appena stanotte, abbiamo concluso un accordo con la Cina. L' attività ammnistrativa dunque non si ferma. Si parla di pro e contro lo smart working che nella situazione attuale vede il 70-80 per cento di tutte le PA coinvolte. Posso dire che siamo stati fortunati in quanto siamo tra le attività che non sono state chiuse per decreto, a differenza di altri colleghi le cui attività non possono continuare a svolgere il loro lavoro" .
Delle iniziative messe subito in campo dall'Università di Camerino a garanzia della salute degli studenti, ha poi parlato nel suo intervento il Prorettore agli Enti Andrea Spaterna.“ La grande attenzione che il nostro ateneo ha sempre dedicato agli studenti in tale contesto particolare si è tradotta inn tutta una serie di importanti precauzioni che hanno permesso di evitare e poi azzerare la presenza in aula. Misure stringenti e perentorie siono state adottate in tutte le strutture dell’ateneo e grazie ai rapporti instaurati con Erdis già prima dell'emergenza Covid, l'ateneo  ha potuto disporre di un presiudio sanitario con medico presente per 2 giorni a setiimana che nel caso specifico ha previsto una presenza telefonica continuativa per ogni esigenza di supporto a studenti. Un servizio  implementato anche con l’attivazione della mail curata dal prof Amenta e  finalizzato al supporto online continuativo a disposizione dei ragazzi. 
Il rapporto con l' ente regionale per il diritto allo Studio- ha continuato-  ha permesso di attenzionare ulteriori aspetti inerenti alla sicurezza e alle esigenze della popolazione studentesca. Ben prima dell'epidemia avevamo adottato norme stringenti per la sicurezza: rispetto delle distanze, divieto assoluto di far enrtrare estranei all’interno delle residenze, pasto da asporto serale e presto, per chi ne farrà richiesta , verrà anche attivato il nuovo servizio per pasto serale che verrà recapitato  direttamente a domicilio da operatori della risorazione locali. Di pochi giorni fa poi il decreto che riguarda gli studenti che , seppure già laureati,impossibilitati a far ritorno alle loro case, possano  mantenere l'alloggio a titolo gratuito e il servizio mensa. Nella gestione dell'emergenza coronavirus, - ha concluso- l' ateneo sta cercando di portare avanti anche una sorta di censimento di tutti i ricercatori che siano nella possibilità di continuare a portare avanti attività legate alle infezioni virali come il Covid-19". 
Prima di passare alle domande dei giornalisti, il rettore di Unicam Claudio Pettinari ha concluso la serie di interventi affermando il ruolo svolto dalle università in una fase così difficile  e tuttora critica, sottolineando la compattezza di tutti gli atenei. "Facciamo parte di una chat in cui sono rappresentate tutte le università italiane ed è da evidenziare un agire uniforme. Tutti abbiamo compreso della necessità di tenere un comportamento univoco ed omogeneo. Lo stesso è avvenuto tra rettori" . Il prof.Pettinari ha inoltre annunciato che l'Università di Camerino ha  deciso donare la somma di 10 mila euro all’ospedale di Camerino. Piuttosto che donare un macchinario che rischierebbe di essere un doppione, l'ateneo ha scelto di donare un contributo in denaro, augurandosi che venga speso per l'acquisto di qualcosa di assolutamente necessario per il Covid Hospital. "Vogliamo che la somma venga utilizzata per una struttura della quale  hanno bisogno i cittadini e anche i nostri studenti. Tutti stanno indicando il Covid Hospital come eccellenza e vogliamo che la struttura sia potenziata a servizio dell'intera comunità". 
C.C.


Pubblicato in Cronaca

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