Notizie di spettacolo nelle Marche
Munizioni e materiale militare lungo le sponde del fiume Chienti. È la scoperta fatta dagli uomini della Polizia di Macerata che domenica scorsa, dopo la segnalazione di alcuni cittadini, sono intervenuti a Sforzacosta dove, sparsi sul terreno, hanno trovato una cassettina metallica di tipo militare usato per il trasporto di munizionamento contenente 6 scatole con complessive 85 cartucce integre calibro 12 per fucile da caccia, due scatoline metalliche con polvere da sparo ed un flaconcino in vetro con pallini in piombo.
Accanto a questo materiale sono stati anche trovati cinque razzi da segnalazione integri di colore rosso, verde e bianco, una “bomba illuminante mod.59” di colore verde ed una granata contro carro inerte da esercitazione (in passato entrambe usate dall’Esercito Italiano per essere lanciate con fucile cal.7,62 Nato in dotazione individuale), un contenitore cilindrico di nera sigillato con all’interno uno scovolo smontato per la pulizia della canna della carabina M1statunitense ed un cilindro metallico con olio per pulizia armi.

Il materiale è stato recuperato e sequestrato.

Sono due giorni dopo, nello stesso tratto di terreno, sono state trovate e sequestrate circa 200 cartucce da caccia.
Stando ad una prim ricostruzion gli investigatori credono che il materiale recuperato nelle due distinte circostanze sia stato in realtà abbandonato da ignoti nella stessa occasione.

GS

             
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Sono stati individuati i responsabili dell'incendio che si è verificato il 19 agosto scorso, in prossimità della tratta ferroviaria “Civitanova Marche – Albacina” in Via Cioci, a Macerata.
Si tratta di tre operai che stavano lavorando alla manutenzione della linea e che ora sono stati denunciati, in stato di libertà, per incendio boschivo.

I militari della Stazione Carabinieri Forestale di Recanati sono intervenuti sul posto per effettuare gli accertamenti e le indagini finalizzate alla individuazione delle cause di innesco del rogo e alla identificazione dell’autore o degli autori del reato.

Dopo aver effettuato i rilievi di rito e ispezionando l’area interessata – con particolare attenzione alla tratta ferroviaria – in cerca di eventuali elementi utili alla ricostruzione degli eventi, i militari hanno anche raccolto le informazioni dalle persone che avevano assistito ai primi momenti in cui il rogo si è sviluppato.

Gli elementi analizzati hanno permesso di individuare il punto di origine dell’incendio e di risalire alla presenza, sul posto, di tre operai, dipendenti di una ditta incaricata di eseguire lavori di manutenzione lungo la tratta ferroviaria.

Nel prosieguo delle attività investigative, gli stessi operai hanno confermato che, mentre stavano utilizzando una troncatrice per tagliare dei manufatti in cemento, si sono sviluppate alcune scintille che in pochi istanti hanno innescato l’incendio.
Le fiamme, inizialmente, hanno interessato la vegetazione per poi espandersi in uno spazio più ampio.

I tre, dopo essere stati identificati, sono stati denunciati in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria per il reato di incendio boschivo colposo.

L'incendio ha interessato circa un ettaro di area boschiva.

GS
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A San Severino Marche nei mesi scorsi tre uomini ed una donna, tutte già note alle forze dell’ordine per precedenti penali, hanno "approfittato" dell’allentamento delle misure volte a contenere il fenomeno pandemico in atto, nella smania di “evadere” dalle restrizioni e si sono rese protagoniste, all’interno di un locale, di comportamenti violenti e antisociali, che hanno portato all’intervento dei militari della stazione dei carabinieri di San Severino Marche.

In particolare, dopo aver fatto uso di alcolici, tra i quattro è nato un violento scontro verbale, proseguito con reciproche minacce e culminato nel tentativo, da parte di uno dei soggetti, di urtare uno dei contendenti con un furgone; manovra maldestra che per fortuna è terminata contro un palo!

I soggetti coinvolti erano anche in violazione delle norme finalizzate al contenimento del contagio, senza dispositivi di protezioni e incuranti della necessità di mantenere il distanziamento.

I militari, oltre agli adempimenti connessi alle responsabilità penali e di carattere amministrativo, hanno raccolto tutti gli elementi necessari ad irrogare la misura di prevenzione del DASPO Urbano, concesso dal Questore nei confronti di tutti i protagonisti della vicenda.

Il provvedimento impone il divieto di frequentare determinati esercizi pubblici, nonché vie, specifiche aree urbane e determinati luoghi del paese e colpisce soggetti ritenuti pericolosi per la sicurezza urbana, intesa come bene giuridico che afferisce alla vivibilità e al decoro delle città.

I comportamenti antisociali tenuti dai quattro soggetti, comporteranno così il divieto di frequentare, per un intero anno, non solo l’esercizio pubblico dove si sono verificati i fatti, ma anche altri cinque esercizi settempedani, ubicati lungo la stessa via.

Il fatto rappresenta l’esito di tutta una serie di servizi appositamente predisposti dall’Arma a livello locale e provinciale proprio allo scopo di contrastare i fenomeni di degrado e violenza soprattutto nei locali frequentati dai giovani e nei luoghi di ritrovo della “movida”.
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"Finalmente diamo avvio alla fase operativa vera e propria della ricostruzione della nostra Città – ha detto il sindaco di Camerino Sandro Sborgia -. L'avvio del cantiere della ricostruzione del Comune e del teatro rappresenta la ripresa della vita di una città drammaticamente colpita ma fortemente determinata a ripartire. Il lavoro svolto può essere, a ragione, definito " matto e disperatissimo" per usare le parole del nostro grande poeta Leopardi. Siamo orgogliosi di questo, ma dobbiamo continuare a considerarlo un punto di partenza e non di arrivo. Il lavoro va avanti”.

Il programma unitario degli interventi presenti nell’ordinanza prevede il recupero di edifici, molti di valore storico, artistico e culturale: il parcheggio meccanizzato in via Emilio Betti, la Rocca Borgesca, la demolizione dell’ex scuola Betti, l’adeguamento funzionale e il restauro dell’ex sede di Banca Marche nonché la demolizione dell’edificio dell’ex tribunale, ormai prossima. “Ricordo che già lo scorso anno siamo intervenuti sul teatro Filippo Marchetti per metterlo in sicurezza dal momento che l’edificio era stato oggetto di ulteriori piccoli crolli e l’intervento fatto in precedenza non era stato sufficiente. Così, appena insediati, nei mesi successivi è stato effettuato un controllo della Sovrintendenza che ha confermato la necessità di ulteriori interventi. Quello di Palazzo Bongiovanni sarà uno dei cantieri più grandi di tutto il centro storico” conclude Sborgia.


Un intervento per la somma di circa 10milioni di euro che è stato inserito nell’Ordinanza speciale Camerino, approvata dal Commissario Giovanni Legnini e presentata lo scorso maggio. Camerino è stato tra i primi Comuni del cratere a redigere il PSR (Piano straordinario per la ricostruzione) che è stato presentato alla cittadinanza in assemblea pubblica dall’Amministrazione comunale lo scorso dicembre, dopo un anno di grande lavoro, è stato approvato dalla Maggioranza del Consiglio comunale e ha permesso, poi, di scrivere l’Ordinanza per la città ducale ottenendo anche i complimenti del Commissario straordinario alla ricostruzione Legnini.

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Le Amministrazioni Comunali di Treia, di Macerata e di San Severino Marche, con il prezioso contributo dell'asd Carlo Didimi, hanno lavorato intensamente dal 2018 ad oggi nel progetto che ha viste impegnate alcune classi dell'indirizzo Turismo dell'IIS Ricci di Macerata. Si è trattato di un lungo e significativo percorso di ricerca e valorizzazione delle tradizioni locali. La formulazione di un'offerta turistica innovativa e sostenibile per far conoscere, anche all'estero, le virtù e le bellezze dello straordinario territorio in cui viviamo.

Tre delegazioni di scuole straniere provenienti da Cangas del Narcea (Spagna), Orneta (Polonia) e Ugale (Lettonia) si erano riunite nel 2019 nell’Istituto maceratese: ragazzi di diverse nazionalità hanno avuto la possibilità di scoprire la cultura e la natura marchiagiana.

Assoluti protagonisti i dirigenti dell’ASD Carlo Didimi di Treia, l’associazione che dal 2014 gestisce il gioco in arena; sono intervenuti al “Ricci” per spiegare le regole del gioco di leopardiana memoria e consentire agli ospiti stranieri di assistere a una partita giocata con la divisa da gioco. Un ringraziamento particolare al Presidente dell’asd Didimi Marco Sparapani, alla responsabile comunicazione Tamara Ricci, ai giocatori Camilla Fogante, Aurora Pasqualini, Barbara Passeri, Leonardo Medei e Leonardo Piermattei che si sono prestati a far conoscere il gioco del bracciale.

Un ringraziamento anche alla Pro Loco di Treia per la proficua collaborazione offerta per la visita ai musei e luoghi di interesse della Città di Treia da parte dell’Amministrazione Comunale di Treia.

Il momento conclusivo martedì mattina con la call finale in cui la Dirigente Scolastica dell’IIS Matteo Ricci di Macerata ha ringraziato tutti gli attori coinvolti in questo bellissimo progetto reso realizzabile attraverso la grande sinergia e un grande lavoro di squadra.

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Primo giorno di chiusura per il ponte in località Sfercia di Camerino. La Provincia di Macerata ha disposto la chiusura per permettere i lavori di ampliamento della carreggiata, anche in considerazione del traffico sulla direttrice Varanese, che diventerà uno dei due sbocchi della Pedemontana Fabriano - Muccia.
Su questo impalcato l’Amministrazione provinciale ha avviato il cantiere ad inizio mese di Agosto per i primi lavori di ripristino e consolidamento sulla parte superiore.
Dopo la pausa di Ferragosto i lavori sono ripresi ed è necessario chiudere il tratto per effettuare gli interventi principali.

“Si tratta di un lavoro di poche settimane - afferma il Presidente Antonio Pettinari - e l’obiettivo è riaprire la circolazione a senso unico alternato entro 30-40 giorni. Ci dispiace per i disagi che vengono creati alla viabilità ma abbiamo segnalato accuratamente i vari percorsi alternativi”.

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Il ponte, situato nel Comune di Camerino, nei pressi dell’uscita della superstrada “Sfercia”, permette l’attraversamento del Rio San Luca, un affluente del fiume Chienti: per la sua collocazione e vicinanza con la Statale 77, è un’opera importante e soggetta a un discreto flusso di traffico, soprattutto in direzione Camerino. Composto in muratura mista di pietre e mattoni, presenta due arcate: è lungo circa 17 metri e largo 7,3 metri. 

I lavori di consolidamento ammontano a 250 mila euro e rientrano nel programma di quelli individuati e pianificati dopo gli eventi sismici del 2016, per mettere in sicurezza e ripristinare la viabilità nei territori del cratere.

Nel dettaglio saranno effettuate delle iniezioni della muratura con malte cementizie; saranno rinforzati la muratura, anche con reti di fibra di carbonio, e l’intonaco strutturale; verrà impermeabilizzato l’impalcato e saranno installate nuove barriere di sicurezza. 

Mario Staffolani
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Cinque anni dal sisma dell’agosto 2016. Alle 3.36 del mattino una scossa di terremoto di magnitudo 6.0 devasta Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto provocando 299 vittime. E' l'inizio di quella che l'Ingv definirà la sequenza sismica Amatrice-Norcia-Visso.
Ingenti i danni a Castelsantangelo sul Nera, unico comune della Provincia di Macerata ad essere inserito all'epoca nel cratere sismico.


Il ricordo del sindaco Mauro Falcucci: “Il pensiero va a quelle persone che magari non ci sono più e sono purtroppo scomparse dopo. il terremoto.  Il primo pensiero va alla Casa di Riposo che fu il primo immobile ad essere dichiarato inagibile già alle 5 e 30 del mattino di quel famoso 24 agosto. Ricordiamo quella data con commozione ma anche con tanta paura- dichiara Falcucci-. Se noi non avessimo infatti effettuato quegli interventi di miglioramento sismico derivanti dal terremoto del 1997, avremmo non soltanto annoverato dei morti ma avremmo probabilmente avuto dei danni estremamente gravi, non dico alla pari di Arquata, ma sicuramente similari. Castelsantangelo è molto vicina ad Arquata del Tronto e per via del sisma stesso, in quel momento il Monte Vettore era quasi in amplificazione.
Il ricordo va dunque a quella mattina- prosegue il sindaco Falcucci-; riuscimmo a portare via la pelle ed eravamo tantissimi. A Castelsantangelo c’erano circa 4000 persone in quanto il paese conta circa 1250 abitazioni e, per la quasi totalità si tratta di seconde case. Tanti quelli tornati per la stagione estiva anche perché va ricordato che in quegli anni il momento era delicato anche sotto il profilo economico e, molti si riversavano appunto nelle seconde case accompagnati da amici e parenti. E quella mattina fu un fuggi fuggi; scapparono tutti e la Valnerina sembrava il raccordo anulare. Detto questo, ci attrezzammo e quello che dispiacque subito è che fummo dimenticati dal decreto fiscale. A dire il vero dobbiamo ancora capire se la colpa fu d
ella Regione o del Ministero- ricorda Falcucci-, fatto sta che noi fummo esclusi dal primo decreto fiscale che dava delle agevolazioni immediate. All’epoca fui chiamato ad iniziare i contatti con la cabina di regia ad Arquata del Tronto e con il Commissario d’allora, l’attuale Capo Dipartimento della Protezione Civile Curcio”.
Tenacia e tanti sacrifici hanno caratterizzato sin da quel momento la comunità e lo stesso operato del primo cittadino di Castelsantangelo, la cui forte determinazione in 5 anni non è mai venuta meno.
Vogliamo e pretendiamo attenzione per una garanzia di rinascita per questi territori e la pretendiamo sotto il profilo fiscale- rimarca Falcucci-. Ho visto il Rapporto del Commissario Straordinario Legnini che ha dato una significativa svolta a tutto il processo di ricostruzione, tuttavia, ad una lettura attenta dei dati, si vede sì che le pratiche sono partite ma questo è avvenuto soprattutto a margine del cratere, mentre quelle dentro il cratere stanno soffrendo perché è quella una ricostruzione difficile.
Per quel che ci riguarda – evidenzia Falcucci- noi siamo contentissimi di essere riusciti a portare a termine il nostro compito- Lo scorso 12 agosto abbiamo completato l’approvazione dei Piani Attuativi e abbiamo avute le ordinanze speciali per fare i sottoservizi di tutte le frazioni. Adesso dobbiamo soltanto accelerare; a brevissimo faremo una assemblea pubblica in cui cercheremo di stimolare i proprietari di immobili nella costituzione degli aggregati che nel nostro comune sono oltre 300 e, sollecitare i professionisti a progettare e ricostruire perché vogliamo vedere quanto prima e in tempi rapidissimi i cantieri che partono. Ormai le condizioni pianificatorie ci sono tutte e, non da meno, possiamo contare su uno strumento attuativo sistemato sotto il profilo idrogeologico. Aspetto non da poco che siamo riusciti a portare a casa e che farà parte della variante del Piano di assetto idro-geologico del bacino dell’Appennino Centrale. Nell’ottenimento di questo risultato siamo stati fortunati ad avere illustri nomi delle pianificazioni e delle competenze italiane, quali il prof. Braga considerato il numero uno della sismica, il prof. Prestininzi e, da ultimo, l’architetto Boeri che ci ha dato delle indicazioni di come ricostruire “autentico, ma non identico”.
Quindi- prosegue il sindaco gettando lo sguardo al futuro- le carte in regola ci sono tutte. Dobbiamo soltanto partire ma, nello stesso tempo, è indispensabile che, dalla montagna alla parte della provincia di Macerata più colpita tutti insieme si chiedano quelle attenzioni che sono necessarie per una ricostruzione. Non nego infatti di essere fortemente preoccupato sul rischio che possa venir meno quanto da tutti auspicato per queste realtà, attraverso le nuove generazioni. Temo infatti che il rischio sia soprattutto per le seconde generazioni. L’attaccamento a queste realtà non può prescindere dal praticare il territorio e credo che i segnali li dobbiamo dare a quella seconda generazione che, vuoi per motivi oggettivi o di lavoro,  si è dovuta allontanare. È per questo che dobbiamo accelerare i tempi e dare certezza di ricostruzione. Le risorse ci sono, dobbiamo soltanto attivarci tutti insieme e, chiedere quei benefici fiscali misurati sui danni, perché altrimenti da noi non ritorna più nessuno”.
c.c.
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Agorà e vallato insieme.

È in questi due luoghi storici che si sublima la mission della Fondazione “Il Vallato”, nata a Matelica e presentata questa mattina, in conferenza stampa, dal presidente Antonio Roversi e dal presidente della Halley Giovanni Ciccolini che ne ha sposato gli obiettivi decidendo di supportarne la nascita.

Agorà perché luogo di incontro e di ‘scontro’ su proposte e idee che riguardino la città del Verdicchio; vallato perché, come quella antica opera idraulica sfruttava al meglio l’acqua a caduta per muovere le macchine sottostanti, così la nuova realtà possa rappresentare un sodalizio in grado di sostenere i progetti proposti in favore del territorio.

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Giovanni Ciccolini spiega la riproduzione del vallato matelicese


Incontro e promozione, quindi, i principali obiettivi che la Fondazione vuole raggiungere per Matelica, per le sue associazioni e per le sue imprese.

“La vera anima della Fondazione – ha detto Ciccolini per presentare il presidente – è Antonio Roversi. Ex sindaco della città, docente emerito del Politecnico di Milano, porta il nome di una conceria dove hanno lavorato tutti i nostri nonni. Il nome di una famiglia che significa tanto per la storia di Matelica.

È stato lui a diffondere la cultura giapponese dell’organizzazione del lavoro in Italia, dimostrando una grande apertura a livello internazionale.

Ora è tornato nel luogo dove affondano le sue radici per il quale ha deciso di impegnarsi. È stato questo l’input che mi ha convinto ad accettare questa sfida”.

Gli ha fatto eco Roversi che ha trovato pieno appoggio nell’imprenditore matelicese: “Pensavo di essere io a proporre a Giovanni (Ciccolini ndr) l’idea, ma dopo averci parlato ho capito che lui aveva già tutto in testa. Ho la sensazione che Matelica abbia opportunità formidabili, delle quali i primi a non esserne consapevoli sono i matelicesi. È questo ciò che vogliamo cambiate e per farlo ci impegneremo ad essere l’acqua del vallato: da un lato scuola per gli imprenditori che, caratterizzati da una mentalità troppo montanara, realizzano prodotti eccellenti ma non hanno gli strumenti per promuoverli; dall’altro lato il supporto a chi vorrà venire a chiederci ‘l’acqua’ per realizzare i propri progetti”.

È qui che Ciccolini specifica le colonne che manterranno vivo il lavoro della Fondazione: “Non vogliamo sostituirci alle realtà associazionistiche già esistenti della città, ma vogliamo essere la linfa che permetta loro di operare. Siamo pronti ad accoglierle, ascoltarle e supportarle”.

Accanto, quindi, alle finalità culturali, sociali ed economiche, un pilastro fondamentale per Ciccolini è quello religioso: “Non nascondiamo – dice - che la Fondazione sia laica, ma formata da credenti, consapevoli dell’importanza che ricopre la tradizione religiosa nei territori”.

E da imprenditore qual è, il presidente della Halley ha voluto rivolgere una particolare attenzione a chi fa impresa nel territorio: “Si parla spesso di aiutare gli imprenditori – dice -. Io credo che questo termine sia sbagliato: perché l’imprenditore deve saper fare il suo lavoro, altrimenti ha perso in partenza. Ciò di cui ha bisogno sono piuttosto le conoscenze per vendere il prodotto di cui è, forse, troppo innamorato. Non basta saper fare prodotti validi se poi non riscuotono sul mercato il successo che dovrebbero. Qui entreranno in gioco diversi eventi con cui vorremmo stimolare la cultura della vendita, della promozione, del marketing nell’animo degli imprenditori. Realizzeremo giornate con testimonial importanti che hanno questa cultura”.

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Paolo Notari, Giovanni Ciccolini, Antonio Roversi

A proposito di eventi, è stato Paolo Notari ad annunciare il primo appuntamento in programma dal 24 al 26 settembre prossimi: “Per parlare di questa manifestazione – spiega – organizzeremo una conferenza ad hoc. Intanto possiamo dire che il titolo sarà ‘Metelis. Luogo di delizie’. Sarò il direttore artistico di una tre giorni con ospiti importanti, vip, musica ed appuntamenti su più luoghi e situazioni. Perché è giusto che la cultura – conclude – esca nelle piazze e sia rappresentata dall’incontro, dalle discussioni e magari accompagnata dalle delizie del posto”.

Giulia Sancricca


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Il team della Fondazione
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Quando - sabato - Fratelli d'Italia e Tarcisio Antognozzi hanno ufficializzato la candidatura di quest'ultimo alle prossime elezioni comunali a San Severino, è sembrato strano che si parlasse di "sintesi raggiunta" ma mancasse la menzione a Forza Italia. Il quadro è stato spiegato nel tardo pomeriggio di oggi da Gianluca Pasqui, ex sindaco di Camerino e ora responsabile regionale per gli enti locali nel partito berlusconiano.

"Il centrodesta non ha ancora scelto il suo candidato" ha fatto sapere Pasqui. Una coalizione di centrodestra, quella settempedana, che ha dunque saputo trovare una sintesi solo tra tre dei quattro attori fondamentali a livello partititico (Fratelli d'Italia, Lega e Udc appoggiano Antognozzi, ndr). Nella nota diramata alla stampa, Pasqui spiega come l'appoggio ad Antognozzi non sia unitario all'interno dei ranghi del centrodestra: "Ad oggi - si legge nella nota diramata dal consigliere regionale - posso affermare che Forza Italia non ha ancora indicato alcun nome e che il partito sta decidendo il candidato da appoggiare alle Comunali di San Severino Marche. Siamo ormai agli sgoccioli per quanto riguarda la nostra scelta, ma riteniamo prematuro parlare di una decisione, quando in realtà questa ancora non si è concretizzata. Nelle prossime ore comunicheremo il nome del candidato che Forza Italia appoggerà a San Severino".

Nonostante il nome di Tarcisio Antognozzi sia certo, resta ancora incerto il panorama del centrodestra settempedano: una sintesi, quella raggiunta, che potrebbe rimanere parziale.

l.c.
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Il gruppo dei giovani che avevano espresso il desiderio di formare una lista per Bolognola, rifletto e fanno un passo in dietro.
In una nota precisano anche quali sono i motivi e cosa intendono fare anche in futuro. 

"Gli ultimi giorni sono stati caratterizzati da una profonda riflessione interna alla nostra lista. 

Tanti eventi si sono succeduti: l’entrata in campo di una terza lista, un largo giro di consultazioni, al telefono e di persona. 

Da un lato, i motivi che ci hanno spinti a presentarci alle elezioni: un programma per valorizzare il nostro territorio, la voglia e l’entusiasmo di tanti giovani che - seppure non tutti residenti - hanno voglia di spendersi con tutte le loro energie per Bolognola!

Dall’altra, l’esigenza di considerare le elezioni come una cosa seria. 

Ci spieghiamo meglio: quando siamo entrati in campo, c’era molto timore che si presentasse un’unica lista alle elezioni, con il rischio all’orizzonte del commissariamento. 

Molti diranno: i rumors su altre liste c’erano; ma noi ribattiamo: finché non diventano ufficiali, rimangono voci e nulla più!

La nostra presenza avrebbe consentito quindi ufficialmente di evitare il commissariamento, e noi avremmo fatto una bella esperienza, che avrebbe portato dei giovani - interamente nuovi all’attività politica - a far parte del Consiglio comunale. 

Attività nella quale, come già sottolineato, avrebbero impiegato tutte le loro energie e competenze. 

Cosa sempre utile e mai scontata, in un piccolo paese. 

Dove i Consiglieri comunali fanno molto di più nel coadiuvare l’attività amministrativa del Sindaco e della Giunta, rispetto ai loro colleghi di Comuni più grandi. 

Riteniamo però che in un Comune di 131 abitanti i voti non vadano dispersi. 

Siamo giovani, non ingenui.

Sappiamo benissimo che in una situazione come quella attuale, che vede una sfida molto equilibrata, con così pochi elettori ogni singolo voto fa la differenza. 

E sappiamo bene di non poter essere competitivi, con una nostra lista. 

Siccome nel presentarci siamo partiti dal nostro programma e dalle nostre idee, sono queste quelle a cui teniamo. 

Abbiamo riscontrato un’unità di vedute e di prospettive future con l’attuale Sindaco Cristina Gentili. 

Sarà perciò lei che sosterremo e che invitiamo a votare!

I temi che ci stanno a cuore sono nel suo programma, ha gestito bene una situazione che potremmo tranquillamente definire di emergenza permanente in questi 5 anni (cosa assolutamente non facile!) ed è perciò importante - per tutta Bolognola - non interrompere questo percorso. 

Non è facile riannodare i fili, in una situazione del genere; e non si può perdere tempo a ritrovare il bandolo della matassa, si rischierebbe di perdere il treno della ripresa. 

Riguarda ai nostri ragazzi: siamo certi che il loro entusiasmo troverà la maniera di essere adeguatamente valorizzato. 

Tutti con Bolognola continuerà il suo percorso, dando il suo contributo per convincere gli indecisi, con delle apposite campagne di comunicazione".

M.S.




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