Tolentino: polemica sul "catafalco" di via della Pace

Martedì, 16 Marzo 2021 17:33 | Letto 902 volte   Clicca per ascolare il testo Tolentino: polemica sul "catafalco" di via della Pace A Tolentino si torna a parlare del centro storico e a prendere posizione è proprio il Comitato di quartiere Centro Storico che fa sentire la sua voce sullarredo della città e su presunti catafalchi con tanto di spiegazione sullorigine della parola.Di seguito pubblichiamo integralmente il comunicato che è arrivato in redazione.  Potremmo dare un titolo afferma il presidente Luigino Luconi “lavori di riqualificazione di Via della Pace” un progetto che nelle intenzioni dell’Amministrazione rientra nel “Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana del centro storico”.Potremmo dire, che gli arredi amovibili installati formano una barriera, creando un aspetto come di un lungo lugubre catafalco (vocab.della lingua italiana troviamo scritto;“Catafalco” palco innalzato per gli spettacoli all’aperto” Etimo sec. XV), ma non lo diciamo.Che si possa definire un arredo urbano che impedisce l’attraversamento libero ma condizionato dei cittadini o dei frequentatori, potremmo dirlo, ma non lo diciamo.Definirlo un buon intervento di arredo è tesi difficili da sostenere. Un progetto di arredo urbano presupporrebbe la volontà di qualificare lo spazio urbano con elementi di arredo che garantissero le molteplici funzioni del centro storico, per renderlo fruibile a cittadini e turisti.Questo il nostro pensiero e la nostra opinione.Fermo restando che condividiamo il tentativo dell’amministrazione di dare decoro urbano alla nostra città, lo abbiamo più volte nel corso degli anni richiesto, siamo perplessi sul materiale scelto per la realizzazione delle strutture, sia nel colore, che per la loro forma estetica e quindi di occupazione spazio area pedonale.Nel corso degli anni, abbiamo presentato agli amministratori ideee per la predisposizione di “concorsi d’idee”.Abbiamo suggerito l’organizzazione d’incontri o tavoli di lavoro con studi professionali locali, dando così la possibilità di sentire anche la voce qualificata degli architetti, che hanno un grande bagaglio di esperienza e conoscenza della città.Abbiamo suggerito il coinvolgimento dei cittadini, al fine di concretizzare la tanto desiderata “cittadinanza attiva” per farci sentire tutti e non solo a parole, parte integrante ed attiva per la nostra città.Un progetto di arredo urbano non è realizzazione facile come si potrebbe superficialmente pensare, perché l’inserimento di complementi d’arredo nella città, nasce da un processo analitico e progettuale minuzioso.E’ importante e fondamentale che i progettisti non debbano esimersi dal tenere conto delle esigenze, delle attese e dei gusti estetici, di chi la città la abita, ma è vero anche il contrario, cioè che le realizzazioni di arredo urbano hanno potenzialmente la capacità di plasmare i gusti e le abitudini visive dei fruitori, spingendo il “gusto collettivo” verso nuovi orizzonti. i progetti devono saper intercettare i bisogni e la sensibilità estetica dei luoghi, che muteranno a seguito degli interventi e pensare non solo la vita immediata ma anche quella futura.Proposte che potranno cambiare in meglio o in peggio la qualità della vita dei cittadini.Ritornando all’arredo amovibile di Via della Pace, ci viene spontaneo chiederci come mai l’amministrazione non abbia coinvolto la commissione urbanistica, nell’analisi e programmazione della progettazione di tali arredi e se rispettino le attribuzioni del codice della strada. Secondo il nostro modestissimo parere potrebbero andare bene in un lungomare, in un parco, ma non in un contesto urbano come la preziosa via pedonale.E spieghiamo perché.Parliamo di un intervento che non ha una sua storia e programmazione organica, forse un restyling o forse di completamento?Abbiamo dei dubbi, anche per l’importo significativo si parla di oltre 36.000 Euro.Ci chiediamo ora quali siano gli obiettivi di tale intervento, proviamo a scoprirli: ridurre la velocità di percorrenza dei pedoni? Trasformare l’ambito urbano in un luogo dove avere più modi e possibilità di sostare o viverla?Creare uno spazio pubblico più decoroso?  Creare un attraversamento con triplice funzione: percorso pedonale ristretto e di accesso ai negozi, dove la superfice è in leggerapendenza; un’area per attraversamento pedonale di dimensione superiore, lato sinistro; elementi di arredo sopraelevati, centralizzati, per completare il servizio delle attività di ristoro. Ultimo, un Asse attrezzato per ricucire la città storica alla città ad est. Il tratto di strada, di cui stiamo parlando, era stato realizzato per assicurare l’unico sicuro attraversamento pedonale di connessione tra il centro storico e la città ad est, e di conseguenza funzionale alle attività commerciali presenti valorizzandone le potenzialità. Allora ci chiediamo: Si tratta di un intervento che doveva riqualificare l’asse stradale pedonale, o che squalifica in maniera consistente l’unica strada pedonale più importante della nostra città? Noi puntiamo il dito contro questa mancanza di attenzione verso larredo urbano. Non ci sono parole di fronte a progetti che impegnano risorse importanti e ingiustificate per la realizzazione di opere non necessarie e la mancanza di attenzione per le cose che interessano la quotidianità e la vivibilità del centro e della città”. M.S
A Tolentino si torna a parlare del centro storico e a prendere "posizione" è proprio il Comitato di quartiere Centro Storico che fa sentire la sua voce sull'arredo della città e su presunti "catafalchi" con tanto di spiegazione sull'origine della parola.
Di seguito pubblichiamo integralmente il comunicato che è arrivato in redazione.
 
"Potremmo dare un titolo afferma il presidente Luigino Luconi “lavori di riqualificazione di Via della Pace” un progetto che nelle intenzioni dell’Amministrazione rientra nel “Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana del centro storico”.
Potremmo dire, che gli arredi amovibili installati formano una barriera, creando un aspetto come di un lungo lugubre catafalco (vocab.della lingua italiana troviamo scritto;“Catafalco” palco innalzato per gli spettacoli all’aperto” Etimo sec. XV), ma non lo diciamo.
Che si possa definire un arredo urbano che impedisce l’attraversamento libero ma condizionato dei cittadini o dei frequentatori, potremmo dirlo, ma non lo diciamo.
Definirlo un buon intervento di arredo è tesi difficili da sostenere. Un progetto di arredo urbano presupporrebbe la volontà di qualificare lo spazio urbano con elementi di arredo che garantissero le molteplici funzioni del centro storico, per renderlo fruibile a cittadini e turisti.
Questo il nostro pensiero e la nostra opinione.
Fermo restando che condividiamo il tentativo dell’amministrazione di dare decoro urbano alla nostra città, lo abbiamo più volte nel corso degli anni richiesto, siamo perplessi sul materiale scelto per la realizzazione delle strutture, sia nel colore, che per la loro forma estetica e quindi di occupazione spazio area pedonale.
Nel corso degli anni, abbiamo presentato agli amministratori ideee per la predisposizione di “concorsi d’idee”.
Abbiamo suggerito l’organizzazione d’incontri o tavoli di lavoro con studi professionali locali, dando così la possibilità di sentire anche la voce qualificata degli architetti, che hanno un grande bagaglio di esperienza e conoscenza della città.
Abbiamo suggerito il coinvolgimento dei cittadini, al fine di concretizzare la tanto desiderata “cittadinanza attiva” per farci sentire tutti e non solo a parole, parte integrante ed attiva per la nostra città.
Un progetto di arredo urbano non è realizzazione facile come si potrebbe superficialmente pensare, perché l’inserimento di complementi d’arredo nella città, nasce da un processo analitico e progettuale minuzioso.
E’ importante e fondamentale che i progettisti non debbano esimersi dal tenere conto delle esigenze, delle attese e dei gusti estetici, di chi la città la abita, ma è vero anche il contrario, cioè che le realizzazioni di arredo urbano hanno potenzialmente la capacità di plasmare i gusti e le abitudini visive dei fruitori, spingendo il “gusto collettivo” verso nuovi orizzonti.

i progetti devono saper intercettare i bisogni e la sensibilità estetica dei luoghi, che muteranno a seguito degli interventi e pensare non solo la vita immediata ma anche quella futura.
Proposte che potranno cambiare in meglio o in peggio la qualità della vita dei cittadini.

Ritornando all’arredo amovibile di Via della Pace, ci viene spontaneo chiederci come mai l’amministrazione non abbia coinvolto la commissione urbanistica, nell’analisi e programmazione della progettazione di tali arredi e se rispettino le attribuzioni del codice della strada.
Secondo il nostro modestissimo parere potrebbero andare bene in un lungomare, in un parco, ma non in un contesto urbano come la preziosa via pedonale.
E spieghiamo perché.
Parliamo di un intervento che non ha una sua storia e programmazione organica, forse un restyling o forse di completamento?
Abbiamo dei dubbi, anche per l’importo significativo si parla di oltre 36.000 Euro.
Ci chiediamo ora quali siano gli obiettivi di tale intervento, proviamo a scoprirli: ridurre la velocità di percorrenza dei pedoni?
Trasformare l’ambito urbano in un luogo dove avere più modi e possibilità di sostare o viverla?
Creare uno spazio pubblico più decoroso?  Creare un attraversamento con triplice funzione: percorso pedonale ristretto e di accesso ai negozi, dove la superfice è in leggerapendenza; un’area per attraversamento pedonale di dimensione superiore, lato sinistro; elementi di arredo sopraelevati, centralizzati, per completare il servizio delle attività di ristoro.
Ultimo, un Asse attrezzato per ricucire la città storica alla città ad est. Il tratto di strada, di cui stiamo parlando, era stato realizzato per assicurare l’unico sicuro attraversamento pedonale di connessione tra il centro storico e la città ad est, e di conseguenza funzionale alle attività commerciali presenti valorizzandone le potenzialità.
Allora ci chiediamo: Si tratta di un intervento che doveva riqualificare l’asse stradale pedonale, o che squalifica in maniera consistente l’unica strada pedonale più importante della nostra città?
Noi puntiamo il dito contro questa mancanza di attenzione verso l'arredo urbano. Non ci sono parole di fronte a progetti che impegnano risorse importanti e ingiustificate per la realizzazione di opere non necessarie e la mancanza di attenzione per le cose che interessano la quotidianità e la vivibilità del centro e della città”.

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