"Tolentino Popolare": un progetto civico di "rottura" per lo sviluppo della città

Venerdì, 02 Luglio 2021 16:28 | Letto 1245 volte   Clicca per ascolare il testo "Tolentino Popolare": un progetto civico di "rottura" per lo sviluppo della città Alternativi all’amministrazione Pezzanesi con l’intenzione di dar vita ad un progetto civico che dialoghi con tutte le forze politiche al fine di correggere quelli che ritengono essere gli errori dell’amministrazione e operare la necessaria discontinuità con il programma di ricostruzione e sviluppo messo in atto dall’attuale governo della città di Tolentino. L’approvazione dell’atto da parte del consiglio comunale di Tolentino che porta alla delocalizzazione della scuola Don Bosco fa uscire allo scoperto “Tolentino Popolare” in vista delle elezioni amministrative deol prossimo anno. Attraverso una nota a firma di Alessandro Massi, Diego Aloisi, Fabio Montemarani, il gruppo parla di “triste tradimento da parte dell’amministrazione Pezzanesi del mandato che i cittadini hanno accordato alla coalizione di cui all’epoca facevamo parte”. I firmatari della nota parlano anche di “teatrino indegno messo in piedi dalla maggioranza nel consiglio comunale, dove si è cercato in tutti i modi di far passare la Scuola Don Bosco come un edificio non sicuro, con l’evidente imbarazzo dei tecnici presenti, ancora una volta che si tratta di una scelta meramente politica”. L’accusa che il gruppo rivolge al sindaco e alla sua maggioranza è quella di voler “abbandonare un patrimonio storico e culturale con un meraviglioso giardino ed una palestra praticamente nuova, appoggiandosi su di una relazione costi-benefici lacunosa, incentrata sulla necessità di convincere non solo la cittadinanza ma anche il Commissario alla ricostruzione Legnini della convenienza economica della delocalizzazione della Scuola…..tacendo completamente sull’articolo di legge previsto nel decreto 189/2016 (Art. 2) che obbliga la ricostruzione delle scuole nei centri storici, salvo motivi oggettivi che lo impediscano”. Il rischio, sottolinea Tolentino Popolare, è quello di creare un “pericoloso doppione con la Scuola Lucatelli, penalizzando eccessivamente coloro che abitano in centro storico o anche in quartieri vicini come quello di Viale Vittorio Veneto e Trento e Trieste oppure Foro Boario, che oggi rappresentano la platea di famiglie che hanno per lo più iscritto i loro figli e figlie alle scuole del Centro storico”. Effetti dannosi per la città la scelta della maggioranza di governo che si riflettono sul fatto che “ancora oggi non si è riusciti a creare la prima classe all’attuale Scuola Primaria Don Bosco ospitata presso le strutture all’ 815 in Contrada Pace, quando al contrario la Lucatelli mantiene numeri altissimi di iscrizioni”. “Forse si sta sbagliando comunicazione? – si chiede il gruppo - Si sta sottovalutando l’importanza di una organizzazione scolastica omogenea per le famiglie e più vicina alle loro esigenze? Ci interessa ribadire ancora una volta come siamo orgogliosi di esserci opposti in tutto e per tutto a questa scelta, non per nostalgia, ma per le motivazioni addotte e per le modalità poco trasparenti di azione dell’amministrazione”. La scelta dell’area per la delocalizzazione con delibera diretta di Giunta, l’aver negato l’accesso alla consultazione dei progetti relativi alla nuova scuola, la mancata conoscenza “dell’idea che avrebbe il sindaco Pezzanesi per il recupero della struttura storica di tale Scuola, che rischia di divenire un ulteriore “cadavere” abbandonato nel centro storico”, portano Massi, Aloisi e Montemarani a criticare aspramente sindaco e vice sindaco definiti “padre e madre padroni del destino della nostra città, senza sentire la necessità di condividere alcunchè con i cittadini e le cittadine dimenticando di esserne al servizio”. Un appunto rivolto anche al PSR (programma straordinario per la ricostruzione) rigurdante essenzialmente il centro storico. “Tanto rumore per nulla – conclude la nota di Tolentino Popolare - Un programma scontato, poco condiviso con i cittadini, senza alcuna idea per il centro storico del futuro, infarcito di manutenzioni straordinarie, senza definire alcuna strategia di recupero serio delle aree più storiche come il Fondaccio o Montecavallo, senza definire realmente cosa fare con la struttura dell’Ex Liceo e praticamente finalizzato, in contraddizione, alla delocalizzazione delle Scuole elementari e medie dal Centro Storico alla periferia. Un programma che lascia l’amaro in bocca pensando alla partecipazione e condivisione con i cittadini e le cittadine, che invece abbiamo visto da altre parti (Camerino, Caldarola etc.), dove ognuno, gruppo politico o singolo cittadino, ha potuto apportare le proprie idee. Un programma che non fa vedere una reale volontà di recuperare il centro storico, ma anzi un nefasto richiamo al suo svuotamento e al suo essere solo uno spazio residenziale senza necessità di prevedere i servizi. Insomma un giudizio completamente negativo, che ci impone di dover ancora una volta ribadire la nostra completa lontananza dai modi fare della Giunta e della maggioranza e dalla sua arrogante, sconclusionata e frammentaria visione della città”. f.u.
Alternativi all’amministrazione Pezzanesi con l’intenzione di dar vita ad un progetto civico che dialoghi con tutte le forze politiche al fine di correggere quelli che ritengono essere gli errori dell’amministrazione e operare la necessaria discontinuità con il programma di ricostruzione e sviluppo messo in atto dall’attuale governo della città di Tolentino.

L’approvazione dell’atto da parte del consiglio comunale di Tolentino che porta alla delocalizzazione della scuola Don Bosco fa uscire allo scoperto “Tolentino Popolare” in vista delle elezioni amministrative deol prossimo anno. Attraverso una nota a firma di Alessandro Massi, Diego Aloisi, Fabio Montemarani, il gruppo parla di “triste tradimento da parte dell’amministrazione Pezzanesi del mandato che i cittadini hanno accordato alla coalizione di cui all’epoca facevamo parte”.

I firmatari della nota parlano anche di “teatrino indegno messo in piedi dalla maggioranza nel consiglio comunale, dove si è cercato in tutti i modi di far passare la Scuola Don Bosco come un edificio non sicuro, con l’evidente imbarazzo dei tecnici presenti, ancora una volta che si tratta di una scelta meramente politica”.

L’accusa che il gruppo rivolge al sindaco e alla sua maggioranza è quella di voler “abbandonare un patrimonio storico e culturale con un meraviglioso giardino ed una palestra praticamente nuova, appoggiandosi su di una relazione costi-benefici lacunosa, incentrata sulla necessità di convincere non solo la cittadinanza ma anche il Commissario alla ricostruzione Legnini della convenienza economica della delocalizzazione della Scuola…..tacendo completamente sull’articolo di legge previsto nel decreto 189/2016 (Art. 2) che obbliga la ricostruzione delle scuole nei centri storici, salvo motivi oggettivi che lo impediscano”.

Il rischio, sottolinea Tolentino Popolare, è quello di creare un “pericoloso doppione con la Scuola Lucatelli, penalizzando eccessivamente coloro che abitano in centro storico o anche in quartieri vicini come quello di Viale Vittorio Veneto e Trento e Trieste oppure Foro Boario, che oggi rappresentano la platea di famiglie che hanno per lo più iscritto i loro figli e figlie alle scuole del Centro storico”.

Effetti dannosi per la città la scelta della maggioranza di governo che si riflettono sul fatto che “ancora oggi non si è riusciti a creare la prima classe all’attuale Scuola Primaria Don Bosco ospitata presso le strutture all’ 815 in Contrada Pace, quando al contrario la Lucatelli mantiene numeri altissimi di iscrizioni”.

“Forse si sta sbagliando comunicazione? – si chiede il gruppo - Si sta sottovalutando l’importanza di una organizzazione scolastica omogenea per le famiglie e più vicina alle loro esigenze? Ci interessa ribadire ancora una volta come siamo orgogliosi di esserci opposti in tutto e per tutto a questa scelta, non per nostalgia, ma per le motivazioni addotte e per le modalità poco trasparenti di azione dell’amministrazione”.

La scelta dell’area per la delocalizzazione con delibera diretta di Giunta, l’aver negato l’accesso alla consultazione dei progetti relativi alla nuova scuola, la mancata conoscenza “dell’idea che avrebbe il sindaco Pezzanesi per il recupero della struttura storica di tale Scuola, che rischia di divenire un ulteriore “cadavere” abbandonato nel centro storico”, portano Massi, Aloisi e Montemarani a criticare aspramente sindaco e vice sindaco definiti “padre e madre padroni del destino della nostra città, senza sentire la necessità di condividere alcunchè con i cittadini e le cittadine dimenticando di esserne al servizio”.

Un appunto rivolto anche al PSR (programma straordinario per la ricostruzione) rigurdante essenzialmente il centro storico. “Tanto rumore per nulla – conclude la nota di Tolentino Popolare - Un programma scontato, poco condiviso con i cittadini, senza alcuna idea per il centro storico del futuro, infarcito di manutenzioni straordinarie, senza definire alcuna strategia di recupero serio delle aree più storiche come il Fondaccio o Montecavallo, senza definire realmente cosa fare con la struttura dell’Ex Liceo e praticamente finalizzato, in contraddizione, alla delocalizzazione delle Scuole elementari e medie dal Centro Storico alla periferia. Un programma che lascia l’amaro in bocca pensando alla partecipazione e condivisione con i cittadini e le cittadine, che invece abbiamo visto da altre parti (Camerino, Caldarola etc.), dove ognuno, gruppo politico o singolo cittadino, ha potuto apportare le proprie idee. Un programma che non fa vedere una reale volontà di recuperare il centro storico, ma anzi un nefasto richiamo al suo svuotamento e al suo essere solo uno spazio residenziale senza necessità di prevedere i servizi. Insomma un giudizio completamente negativo, che ci impone di dover ancora una volta ribadire la nostra completa lontananza dai modi fare della Giunta e della maggioranza e dalla sua arrogante, sconclusionata e frammentaria visione della città”.


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