Tra i punti all’ordine del giorno del consiglio comunale di Tolentino, previsto per questo giovedì 30, anche la surroga dei consiglieri Antonio Trombetta (Tolentino nel cuore) e Leonardo Salvatori (Tolentino Popolare) che lo scorso 29 ottobre avevano deciso di lasciare lo scranno dell’assise comunale.

A prendere il posto lasciato vacante da Salvatori sarà un altro esponente di Tolentino Popolare, Diego Aloisi, che però si sente defraudato di un proprio diritto: quello dell’elettorato attivo e passivo alle recenti elezioni per il rinnovo del consiglio provinciale dello scorso 18 dicembre.

“Resto molto perplesso sui tempi con cui il consiglio comunale è stato convocato in seguito alle dimissioni di due consiglieri, avvenute il 29 ottobre. A distanza di due mesi la surroga che determina la nomina dei nuovi consiglieri, compreso il sottoscritto, che sarebbe dovuto entrare in consiglio con Tolentino Popolare, non è stata approvata – dichiara Aloisi – Una mancanza che di fatto ha comportato per me l’impossibilità di votare o essere votato alle elezioni provinciali. Secondo me l’aver impedito l’esercizio di un diritto rappresenta un fatto molto grave. Due mesi di ritardo nella convocazione del consiglio comunale sono davvero incomprensibili e ci hanno penalizzato molto. Questo metodo non è accettabile”.

f.u.
“Nonostante tutte le promesse dellAmministrazione a Tolentino aumenta il degrado, soprattutto nel centro storico”. La denuncia arriva dall’associazione Tolentino Popolare a cui sarebbero arrivate diverse segnalazioni da parte dei cittadini: “Su sollecito di diversi residenti - fanno sapere - torniamo sulla gravissima situazione in cui versa Via Stretta, in centro storico, vicino al Teatro Vaccaj. A distanza di 3 mesi dall'appello fatto dai residenti (circa lo stato di degrado nei pressi di un puntellamento di una abitazione, ndr) - nulla è cambiato. Anzi, oggi, è stato rinvenuto un altro animale morto, nei pressi dell'abitazione che sta crollando e ricordiamo che, secondo la legge, il sindaco è responsabile della salute dei propri cittadini. Inoltre, limpalcatura di legno montata a sostegno del muro è sempre più fragile, dopo le piogge di questi giorni”.

L’associazione si rivolge all’amministrazione, al sindaco in particolare ma non solo, pungolando sul modus operandi: “È inutile raccontare di progetti grandiosi, se non si è in grado di risolvere i problemi più prossimi dei cittadini. Via Stretta non è un caso isolato: negli ultimi mesi, in vari quartieri della città (non solo in centro), si sono levate molte voci di preoccupazione per la trascuratezza di vie, marciapiedi e sicurezza stradale. Tale situazione è stata più volte segnalata, anche all'ufficio lavori pubblici e manutenzione, a cui chiediamo di trovare tempestivamente una soluzione. I cittadini - affermano in conclusione - hanno bisogno, non di mirabolanti promesse finalizzate a gettare fumo negli occhi, ma di soluzioni efficaci ai loro problemi e disagi. Solo così un Amministrazione può dire di essere veramente al servizio dei propri cittadini”.



Gaia Gennaretti
“Accuse infondate”. Non ci sta l’ex assessore di Tolentino, Alessandro Massi, alle risposte che il sindaco Giuseppe Pezzanesi ed il suo vice Silvia Luconi gli hanno rivolto dopo il dissenso dimostrato dal gruppo Tolentino Popolare in merito alla delocalizzazione della scuola Don Bosco.

 “Mi hanno dipinto come una persona che ha da sempre voluto sabotare la maggioranza, per chissà quali interessi personali, dopo che ho annunciato un progetto civico alternativo all’attuale maggioranza”.

Per controbattere a Pezzanesi e alla Luconi, Massi ripercorre alcuni punti del suo percorso politico: “Nel 2012 – dice - nonostante fossi il candidato che prese più preferenze (389) in assoluto e avendo la possibilità, legittimamente, di poter ambire ad un ruolo in Giunta, decisi di continuare la mia esperienza in consiglio comunale, per poter meglio conoscere la macchina amministrativa, ma soprattutto per poter completare gli studi universitari e prendere la laurea in Giurisprudenza, essendo per me un obiettivo fondamentale per la mia carriera professionale. Nel 2017 nonostante presi ben 351 preferenze, risultando uno dei candidati più votati, e la mia lista Tolentino Popolare fosse la seconda lista della coalizione, con una percentuale del 12%, accettammo senza fare troppo clamore di aderire alla proposta del sindaco che poco riconosceva in termini di ruoli alla nostra lista, indicando solamente me in giunta, laddove invece la lista civica del Sindaco, poteva contare su ben 2 componenti in Giunta ( Sindaco e Vice), il Presidente del Consiglio Comunale, il Presidente dell’Assm.

Nel 2019 il sindaco, senza alcun rispetto per la mia persona, per i miei elettori e per la mia lista e gruppo politico, decise senza alcuna possibilità di confronto di “cacciarmi” dalla giunta, per il solo fatto di essermi dichiarato contrario alla sua scelta di delocalizzare la scuola Don Bosco e quindi di aver esposto liberamente un pensiero contrario al resto della maggioranza, senza alcun secondo fine.

A seguito di questa decisione – dice - , vissuta serenamente, in quanto forte delle mie idee, ho certamente pensato alla mia carriera, ma esclusivamente a quella professionale. Ho aperto la partita iva e insegno Diritto ed Economia in diverse scuole superiori della provincia, vivendo una esperienza professionale ed umana unica”.

Massi sottolinea di non essere rientrato in politica nemmeno cogliendo l’occasione delle elezioni regionali per le quali, invece, Pezzanesi ha corso. E’ un fiume in piena l’assessore silurato. Ecco, quindi, i fatti, che dimostrano come abbia serenamente accettato questo tempo di lontananza dalla politica, senza cercare di “rientrare” in qualche modo, magari tramite altre elezioni oppure impietosendo qualche esponente politico, come invece qualcuno sta tentando di fare negli ultimi giorni alla disperata ricerca di poltrone e potere a tutti i costi”. Chiaro il riferimento alla possibilità che Pezzanesi diventi il nuovo presidente del Cosmari.

“E’ curioso – evidenzia - , quindi, che le prediche sul carrierismo vengano da queste persone.

Ho solo, per pura passione per la politica, proseguito con coerenza il mio percorso con l’associazione politica “Tolentino Popolare” rimanendo a disposizione dei cittadini e delle cittadine che volessero dare un contributo alla città e cercando di animare il dibattito su argomenti concreti e sentiti dalla popolazione”.

GS

L'approfondimento su L'Appennino camerte in edicola da ieri.
Si accendono i toni a Tolentino dove, a seguito della nota di Tolentino Popolare a firma di Alessandro Massi, Diego Aloisi e Fabio Montemarani, arriva anche la replica del vice sindaco Silvia Luconi. Così il Psr diventa il pomo della discordia ed il tappeto su cui la politica si prepara a battere i primi colpi in vista delle elezioni del prossimo anno.

"Sono lusingata della considerazione che Massi ha di me - esordisce il vice sindaco - . Non fa altro che tirarmi in ballo in tutte le sue dichiarazioni sia social, sia su carta stampata, sia nelle varie interviste, additandomi come “arrogante”, “madre padrona”. Lui, che millanta tanto il rispetto personale e lo scontro che deve essere solo sui temi e sulle visioni della città, è vittima delle sue stesse parole e del suo profondo livore. Ci dica, Massi, quali sono invece le sue vere intenzioni? E quali intenzioni aveva sin dal principio? Se non le vengono in mente, la aiuto io: candidarsi come forza alternativa a Pezzanesi e a tutta la sua maggioranza. Nella sua ultima intervista finalmente lo ha ammesso e finalmente ha messo sul tavolo le carte che prima giravano solo tra cellulari e su sms o in riunioni 'clandestine'.

Mentre tuttavia lei ha già iniziato la sua campagna elettorale per le amministrative del 2022 dicendo di “apparentarsi” con chiunque voglia dialogare con lei (lascio il giudizio ai cittadini su questo), noi siamo impegnati a governare e a chiudere un cerchio che ha un diametro lungo 10 anni, senza pensare a personalismi o ad ambizioni personali, delle quali, mi permetta, la città non ha bisogno.

Mi spieghi lei quale sarebbe la sua visione della città, visto che all’incontro sul PSR non ha proferito parola e ha aspettato 15 giorni per produrre un suo pensiero. Ci faccia spiegare da chi le ha fornito le informazioni da scrivere nel suo ultimo articolo cosa non funzioni all’interno del piano, visto che quest’ultimo prevede la ricostruzione totale di pubblico e privato con annessi i sottoservizi. Dica però a chi le ha fornito gli elementi di questa ultima discussione, che il Bezzi non viene delocalizzato in Contrada Pace e che sarà ricostruito a 50 metri dall’attuale Don Bosco.

Ci spieghi inoltre se secondo lei la scuola Don Bosco serva a far scegliere alle giovani coppie di andare a vivere il centro visto che, negli ultimi 20 anni, proprio con la presenza della scuola stessa, i giovani se ne sono andati. In centro, non bastano i servizi - prosegue Silvia Luconi - se non si crea una edilizia adatta e funzionale alle famiglie. Il centro non lo si sceglie se le strutture continuano ad essere pensate come negli anni ‘90. Bisogna creare delle politiche incentivanti per scegliere il centro, come furono create 13 anni fa quelle per incentivare i giovani e non solo a scegliere Contrada Pace. Ma per crearle - aggiunge - Ritengo che ci debba essere coraggio da affiancare alla tradizione e non solo nostalgia, perché quest’ultima crea solo regressione e Tolentino invece deve crescere".

Infine l'affondo in vista delle consultazioni elettorali: "Sono mesi che ascolto e leggo le sue “nominations” nei miei confronti - dice il vice sindaco - le rispondo solo oggi a distanza di tempo per dirle che sarebbe preferibile concentrasse la sua attenzione su altro, perché io sono una umile assessore impegnato a cercare di portare a termine un bellissimo lavoro di squadra insieme ai suoi colleghi di giunta.

Potrei sbagliarmi perché sono piuttosto giovane e qualcosa potrebbe sfuggirmi, ma ho l’idea che lei sia più impegnato a costruire il suo di futuro politico che quello della città, d’altronde la storia politica di Tolentino insegna - conclude - e basta tornare indietro di una trentina di anni per capire cosa succedeva ogni consultazione elettorale; noi eravamo piccoli, ma i più adulti possono raccontarci".


Nella campagna elettorale cominciata con un anno di anticipo a Tolentino, la scuola don Bosco sembra davvero essere l'argomento principale del dibattito.

Dopo la nota di Tolentino Popolare per mostrare il dissenso nei confronti della scelta dell'amministrazione di delocalizzare la scuola, il sindaco Giuseppe Pezzanesi ribadisce la sua posizione sulla ricostruzione scolastica, lasciando spazio ad un affondo nei confronti dell'associazione che ha annunciato di lavorare ad un progetto civico alternativo all'attuale maggioranza.

"Questa amministrazione non deve prendere lezioni da nessuno - dice ai microfoni di Radio C1...inBlu - , agli altri resta poco: articoli, polemiche sterili, dichiarazioni non suportate dai fatti e per cui non si ha la cognizione tecnica degli argomenti in cui si interviene. Andremo avanti come fatto in questi anni -  annunciando la corsa del suo gruppo alle prossime elezioni - perchè non vedo all'orizzonte alcuna preparazione nella minoranza che continua a votare sempre contro ad una amministrazione che, per questa città, ha raggiunto risultati straordinari. Pretendono di avere una chance per amministrare questa città; dicono di farlo per Tolentino e per i negozianti, in realtà hanno una voglia matta di prendere il potere, ma il giorno dopo non saprebbero da dove cominciare".

Il sindaco chiarisce poi in merito alla delocalizzazione della scuola: "Sulle scuole abbiamo una grande chiarezza di idee - dice - , non abbiamo mai promesso il contrario. Se la politica di questo Paese deve essere di rattoppare il vecchio fino a che non torni il terremoto significherebbe buttare tanti soldi in una struttura dove non c'è sicurezza nemmeno fuori perchè all'uscita da scuola, nelle ore di punta, è molto pericoloso anche per i pedoni per via di tutte le auto che si concentrano in quella zona.
In centro ci saranno la materna e le elementari, quindi non toglieremo i servizi. Vorrei anche evidenziare che il centro da contrada Pace dista due chilometri, quindi parlare di uno spostamento enorme è come cercar di dar fuoco a un materiale ignifugo per cercare di catalizzare la gente su un problema che non c'è".

Per quanto riguarda la questione sicurezza della struttura dove attualmente si svolgono le lezioni, il sindaco controbatte: "Ovviamente l'ala che ora viene utilizzata è sicura, ma mai quando può esserlo una struttura nuova e realizzata con i nuovi criteri di sicurezza".

Giuseppe Pezzanesi aggiunge poi delle considerazioni in merito al Psr ed al centro storico: "Chi ora si lamenta era presente alla presentazione del piano - dice - e non ha preso parola per opporsi. Noi crediamo così tanto al centro storico che con il Psr abbiamo pensato ad un rinnovamento sostanziale che cambierà completamente il volto di quella zona in meglio, lasciando i tratti di storia caratteristici. Le polemiche lasciano il tempo che trovano".

GS


Alternativi all’amministrazione Pezzanesi con l’intenzione di dar vita ad un progetto civico che dialoghi con tutte le forze politiche al fine di correggere quelli che ritengono essere gli errori dell’amministrazione e operare la necessaria discontinuità con il programma di ricostruzione e sviluppo messo in atto dall’attuale governo della città di Tolentino.

L’approvazione dell’atto da parte del consiglio comunale di Tolentino che porta alla delocalizzazione della scuola Don Bosco fa uscire allo scoperto “Tolentino Popolare” in vista delle elezioni amministrative deol prossimo anno. Attraverso una nota a firma di Alessandro Massi, Diego Aloisi, Fabio Montemarani, il gruppo parla di “triste tradimento da parte dell’amministrazione Pezzanesi del mandato che i cittadini hanno accordato alla coalizione di cui all’epoca facevamo parte”.

I firmatari della nota parlano anche di “teatrino indegno messo in piedi dalla maggioranza nel consiglio comunale, dove si è cercato in tutti i modi di far passare la Scuola Don Bosco come un edificio non sicuro, con l’evidente imbarazzo dei tecnici presenti, ancora una volta che si tratta di una scelta meramente politica”.

L’accusa che il gruppo rivolge al sindaco e alla sua maggioranza è quella di voler “abbandonare un patrimonio storico e culturale con un meraviglioso giardino ed una palestra praticamente nuova, appoggiandosi su di una relazione costi-benefici lacunosa, incentrata sulla necessità di convincere non solo la cittadinanza ma anche il Commissario alla ricostruzione Legnini della convenienza economica della delocalizzazione della Scuola…..tacendo completamente sull’articolo di legge previsto nel decreto 189/2016 (Art. 2) che obbliga la ricostruzione delle scuole nei centri storici, salvo motivi oggettivi che lo impediscano”.

Il rischio, sottolinea Tolentino Popolare, è quello di creare un “pericoloso doppione con la Scuola Lucatelli, penalizzando eccessivamente coloro che abitano in centro storico o anche in quartieri vicini come quello di Viale Vittorio Veneto e Trento e Trieste oppure Foro Boario, che oggi rappresentano la platea di famiglie che hanno per lo più iscritto i loro figli e figlie alle scuole del Centro storico”.

Effetti dannosi per la città la scelta della maggioranza di governo che si riflettono sul fatto che “ancora oggi non si è riusciti a creare la prima classe all’attuale Scuola Primaria Don Bosco ospitata presso le strutture all’ 815 in Contrada Pace, quando al contrario la Lucatelli mantiene numeri altissimi di iscrizioni”.

“Forse si sta sbagliando comunicazione? – si chiede il gruppo - Si sta sottovalutando l’importanza di una organizzazione scolastica omogenea per le famiglie e più vicina alle loro esigenze? Ci interessa ribadire ancora una volta come siamo orgogliosi di esserci opposti in tutto e per tutto a questa scelta, non per nostalgia, ma per le motivazioni addotte e per le modalità poco trasparenti di azione dell’amministrazione”.

La scelta dell’area per la delocalizzazione con delibera diretta di Giunta, l’aver negato l’accesso alla consultazione dei progetti relativi alla nuova scuola, la mancata conoscenza “dell’idea che avrebbe il sindaco Pezzanesi per il recupero della struttura storica di tale Scuola, che rischia di divenire un ulteriore “cadavere” abbandonato nel centro storico”, portano Massi, Aloisi e Montemarani a criticare aspramente sindaco e vice sindaco definiti “padre e madre padroni del destino della nostra città, senza sentire la necessità di condividere alcunchè con i cittadini e le cittadine dimenticando di esserne al servizio”.

Un appunto rivolto anche al PSR (programma straordinario per la ricostruzione) rigurdante essenzialmente il centro storico. “Tanto rumore per nulla – conclude la nota di Tolentino Popolare - Un programma scontato, poco condiviso con i cittadini, senza alcuna idea per il centro storico del futuro, infarcito di manutenzioni straordinarie, senza definire alcuna strategia di recupero serio delle aree più storiche come il Fondaccio o Montecavallo, senza definire realmente cosa fare con la struttura dell’Ex Liceo e praticamente finalizzato, in contraddizione, alla delocalizzazione delle Scuole elementari e medie dal Centro Storico alla periferia. Un programma che lascia l’amaro in bocca pensando alla partecipazione e condivisione con i cittadini e le cittadine, che invece abbiamo visto da altre parti (Camerino, Caldarola etc.), dove ognuno, gruppo politico o singolo cittadino, ha potuto apportare le proprie idee. Un programma che non fa vedere una reale volontà di recuperare il centro storico, ma anzi un nefasto richiamo al suo svuotamento e al suo essere solo uno spazio residenziale senza necessità di prevedere i servizi. Insomma un giudizio completamente negativo, che ci impone di dover ancora una volta ribadire la nostra completa lontananza dai modi fare della Giunta e della maggioranza e dalla sua arrogante, sconclusionata e frammentaria visione della città”.


f.u.
“Invitiamo il commissario Legnini a venire a Tolentino per ascoltare cittadini e operatori economici e farsi una sua idea sulla scelta di spostare le scuole fuori dal centro”.

È l’appello dell’associazione Tolentino Popolare che questa mattina, in conferenza stampa, ha voluto far luce sugli aspetti che riguardano il trasferimento della scuola Don Bosco vicino al Campus.

Un incontro che arriva a seguito della delibera che dà il via libera all’acquisizione del terreno dove sorgerà la nuova scuola in zona Pace. 

“Due anni fa avevamo annunciato che sarebbe accaduto questo - esordisce Alessandro Massi - e così è stato.

Non si tratta di sentimentalismo - torna a ribadire - ma buon senso: quando ci sono emergenze come quelle del sisma bisogna trovare gli strumenti politici per risolvere il prima possibile i problemi, non andarseli a cercare”.

Secondo l’ex assessore, silurato nel 2019 proprio per la sua posizione diversa rispetto alla maggioranza sulla scuola Don Bosco, le conseguenze di questo spostamento saranno negativamente impattanti per la città: “Una amministrazione deve essere equilibrata nelle scelte, con una visione armonica dello sviluppo urbanistico, e questa scelta crea uno squilibrio a discapito del centro storico”.

La rottura, ormai datata, del gruppo con la maggioranza arriva proprio da qui: “Alle ultime elezioni amministrative - prosegue Massi - avevamo nel programma il recupero del centro, soprattutto dal punto di vista abitativo, ma non si può pensare a questo obiettivo se si tolgono i servizi fondamentali. Noi in questo siamo rimasti coerenti, gli altri no. Non ci bastano i contentini  - attacca riferendosi all’acquisizione dello stabile ex Pie Venerini per spostare una parte della Don Bosco - . Con questo progetto si propone di spostare completamente l’asse di Tolentino e lasciare in centro solo un ciclo scolastico.

Oltretutto - denuncia - manca qualsiasi documento che attesti eventuali trattative in corso tra il Comune e la Curia per l’acquisizione dello stabile ex Pie Venerini”.

Massi non ci sta nemmeno all’ipotesi che la Don Bosco non si possa recuperare perché poco sicura: “Se fosse così - dice - in questo momento gli studenti non potrebbero continuare a frequentarla, invece la vita in quella scuola va avanti normalmente. È per questo che chiediamo al Commissario la possibilità di far riferimento all'articolo 2 del decreto del 2019 di Farabollini che prevedeva la delocalizzazione delle scuole solo per reali esigenze di sicurezza".

Ecco, quindi, l’esigenza di un confronto per valutare bene la scelta e le sue conseguenze: “Ci appelliamo a Legnini - dice - . Se fosse la maggioranza ad invitarlo per creare un confronto anche con le forze politiche, i cittadini, i negozianti e la stampa, sarebbe ancora meglio. Altrimenti ci muoveremo noi.

Un’altra possibilità - conclude l’ex assessore - è che in vista delle prossime elezioni amministrative, la maggioranza decida di attendere nel prendere questa decisione. Potrebbero mostrare il progetto alla cittadinanza e valutare insieme. Molti altri Comuni, per ricostruire i propri paesi, hanno pensato al confronto e all’apertura. Questo a Tolentino non è stato possibile”.


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Gli ha fatto eco Fabio Montemarani: “Il mio appello va alla giunta - dice - , i cui assessori si definiscono da sempre i paladini del centro storico e poi assecondano le scelte del sindaco. 

Vorrei capire - aggiunge - se sia stata valutata la popolazione scolastica di Tolentino, per evitare di creare una cattedrale nel deserto, visto che la popolazione è in continuo calo”.

Poi l’affondo sulla zona Pace: “Credo - denuncia -  che in quella zona stia avvenendo una grossa speculazione edilizia, altrimenti non si spiegherebbe il motivo di spostare tutti i servizi in quell’area”.

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A concludere è Diego Aloisi, che precisa: “Con questa scelta, il messaggio che l’amministrazione sta facendo passare è la poca fiducia che si vuole dare al centro storico. Dimostrano di credere di più alla periferia che al centro. Noi non vogliamo essere i paladini di questa zona - conclude - ma vogliamo solo ribadire che una città si può sviluppare bene solo se ha una armonia urbanistica. Abbiamo semplicemente una diversa visione della città e del suo futuro”.

GS
“In attesa del nuovo piano di coordinamento della Regione Marche sul tema degli impianti crematori, è necessario un vero confronto con tutte le forze politiche cittadine”.
È quanto chiedono in una nota unitaria UdC Popolari Tolentino, l’associazione Tolentino Popolare e Forza Italia Tolentino all’amministrazione comunale.
Un intervento che riguarda la volontà dell’attuale maggioranza di valutare l’ipotesi di realizzazione di un forno crematorio. Tema che è arrivato sul tavolo del consiglio regionale e per il quale la giunta Acquaroli dovrà pronunciarsi in merito ad un regolamento per le Marche.

I rappresentanti esprimono “pieno apprezzamento alla mozione n.58  sul Piano di coordinamento per la realizzazione di impianti crematori, presentata all’Assemblea Legislativa delle Marche, il 23 marzo scorso, dai Consiglieri Latini (UdC Popolari Marche), Marcozzi (Forza Italia), Pasqui (Forza Italia), Rossi (Civitas-Civici) e Santarelli (Rinasci Marche).
Grazie a questa iniziativa – scrivono nella nota - la Regione Marche viene impegnata a regolamentare in maniera chiara anche i prerequisiti per la geolocalizzazione di eventuali futuri nuovi impianti crematori che non potrà prescindere dalla tutela della salute nel pieno rispetto della cultura delle popolazioni residenti e della sicurezza dell’ambiente con scrupolo per l’armonia dei luoghi.

La Regione potrà individuare – precisano - la realistica utilità di eventuali ulteriori impianti crematori convenendo che le comunità più popolose esprimono già statisticamente una quantità congrua di esigenze crematorie. Sarebbe irragionevole quanto sconveniente che piccoli e medi centri dell’entroterra, già martoriati e spopolati a causa del sisma 2016, possano ospitare impianti crematori evidentemente incoerenti in relazione ai bisogni locali, dal momento che la ricostruzione genera nuove disponibilità di spazio in ogni Cimitero”.

Quindi la posizione in merito alla volontà del Comune: “Ci sono argomenti che impattano fortemente sui residenti, sull’ambiente e sulle colture non solo circostanti, al punto che a tutela non potranno bastare pareri urbanistici, sanitari o tecnici. Siamo convinti che occorra innestare una concreta sensibilità amministrativa di alto valore sociale che riesca a coinvolgere le comunità nei progetti e nei processi, lasciandosi alle spalle epoche in cui d’imperio venivano prese decisioni così importanti per la comunità e per le generazioni future.

Leggere che il Sindaco di Tolentino abbia dichiarato sulla stampa locale “Il tempio crematorio non lo dobbiamo fare per forza“ può essere un buon inizio – ammettono - per una auspicabile inversione di tendenza da parte della Giunta comunale che, a gennaio 2020, diede parere favorevole al progetto dell’impianto”.

Puntano al confronto, però, chiedendo appunto un incontro “In attesa del nuovo piano di coordinamento della Regione Marche sul tema degli impianti crematori.
Intanto sollecitiamo con urgenza l’esecuzione della ricostruzione post-sisma del nostro Cimitero e nel contempo curarne col massimo impegno il decoro proprio perché in rovina a causa del terremoto dal 2016.

La sepoltura tradizionale a Tolentino rimane la scelta ampiamente prevalente. Il Cimitero deve rimanere, anche per chi preferisce la cremazione, il luogo sacro e di quiete dove al defunto è conferita la più alta dignità possibile”.

Dare aiuto e sostegno concreto alle attività commerciali: questo l’invito dell’associazione politico – culturale Tolentino Popolare. Dopo la manifestazione in centro a Tolentino, in cui i commercianti hanno simbolicamente restituito le chiavi al sindaco Pezzanesi – un gesto di protesta nei confronti delle misure restrittive – Alessandro Massi, rappresentante dell’associazione, ha commentato la vicenda. Un plauso all’appoggio ideologico della giunta alla protesta, ma anche la convinzione che questo non sia sufficiente: secondo loro sono necessari aiuti concreti, come fatto in altri comuni del maceratese.

L’associazione ha spiegato la sua posizione, anche in una intervista radiofonica di Alessandro Massi con Radio C1...inBlu: “La nostra associazione politico - culturale ci tiene a esprimere la sua piena solidarietà ai commercianti - scrivono - , alle attività artigianali di parrucchieria e estetista, alle palestre e a tutte le attività penalizzate dalla zona rossa, auspicando un progressivo ritorno alla normalità. Riteniamo, inoltre, corretta la scelta del sindaco e della Giunta di sostenere l'iniziativa promossa da essi lo scorso giovedì. Apprezziamo anche la scelta di fare una delibera di intenti per chiedere la riapertura delle attività. Allo stesso tempo però riteniamo doveroso sottolineare che la scelta di sostenere le attività debba anche passare da interventi concreti in sostegno delle imprese, con contributi a fondo perduto come previsto da altre amministrazioni come quella di Sarnano, Civitanova Marche, Fermo e molte altre. Un sostegno - denunciano - solo a parole rischia di essere di facciata e poco incisivo. Insistiamo con forza, nel chiedere un intervento diretto da parte della Giunta comunale, che ha l'occasione di poter dare concretamente una mano a queste attività economiche destinando una parte dei fondi a bilancio per sostenere esse, senza dover penalizzare necessariamente altre iniziative previste. Per essere credibili - concludono - bisogna anche saper dare il giusto esempio”.

GS
"Non contestiamo il premio Ravera, ma sosteniamo che per un bilancio come quello del nostro Comune, spendere 150mila euro per un solo evento è eccessivo e questo potrebbe essere organizzato con un budget più basso".

A puntualizzare è l'associazione Tolentino Popolare che ha deciso di intervenire dopo che "nella delibera 44 di fine febbraio, il sindaco Giuseppe Pezzanesi, il vicesindaco  e gli assessori Tatò, Colosi e Pezzanesi, hanno stanziato ulteriori 25mila euro per il prossimo premio Ravera, portando la spesa del Comune di Tolentino per tale evento a 150mila euro".

Una somma che all'associazione sembra "esagerata, così come la disinvoltura con la quale la giunta comunale decide di stanziare soldi dei cittadini, in modo poco trasparente.
Mai - evidenziano - in tutti questi anni era stato concesso di spendere una somma simile per un solo evento da bilancio comunale".

A supporto della tesi di Tolentino Popolare "l'attuale situazione della città, con contagi da Covid oramai fuori controllo, in un momento economico sociale con grandi difficoltà per molti nostri concittadini, in cui sarebbe opportuno indirizzare tali somme a diversi capitoli di spesa.

Si potrebbero - suggeriscono i rappresentanti di Tolentino Popolare - , in primis, aiutare famiglie e attività oppure considerare di programmare molti più eventi con tale somma, per attirare (salvo pandemia) più movimento di persone a Tolentino, chiedendo un supporto alle società civili, di volontariato e di comunità, molto attive sul nostro territorio.

Altro uso intelligente per un ritorno alla collettività potrebbe essere, ad esempio, la sistemazione dei campetti sportivi, programmare la riapertura graduale, con messa in sicurezza delle parti meno danneggiate, della Biblioteca Filelfica e mettere in sicurezza il fondo librario, storico e molto prezioso, oggi pericolosamente esposto.

È incomprensibile - denunciano - questa fretta di assegnare fondi, anticipando i pagamenti per un evento che potrebbe essere ancora a rischio. Non sarà il Premio Ravera a dare un segno di ripartenza, ma la vitalità delle attività commerciali della città, di un centro storico che invece si sta lasciando morire".

In chiusura un affondo nei confronti della Pro Loco: "Forse - si chiede l'associazione - dietro questa scelta ci sono motivazioni fiscali, dovute alla nuova normativa nazionale delle proloco? C'è da sistemare qualche parametro del bilancio della proloco di Tolentino, che ora avrà l'obbligo di essere trasparente?".

GS


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