Il sindaco Pasqui a Montecitorio " Rigenerazione. Vogliamo vivere, non sopravvivere"

Lunedì, 13 Novembre 2017 14:37 | Letto 9474 volte   Clicca per ascolare il testo Il sindaco Pasqui a Montecitorio " Rigenerazione. Vogliamo vivere, non sopravvivere" Un confronto sulle sfide del presente e quelle del futuro tra i sindaci delle regioni italiane, nel corso dell’incontro a Montecitorio “Le città del futuro”, cui hanno preso parte circa 600 sindaci, ospiti della Camera dei Deputati e della presidente Laura Boldrini.  Guidata dal presidente dell’Anci Antonio Decaro, sfilata di fasce tricolori sugli scranni, a ridosso della legge di bilancio. Ricca la delegazione marchigiana guidata dal Presidente di Anci Marche Maurizio Mangialardi e dal direttore Marcello Bedeschi. In apertura la presidente della Camera Boldrini ha definito i sindaci avamposto delle istituzioni sul territorio, sottolineando la necessità di sviluppare sul Paese una maggiore coesione sociale per vincere le sfide ed uscire dalla crisi; da parte dei tanti amministratori è partito poi uno scambio di esperienze e di progetti, alcuni già in itinere, altri in via di realizzazione, per una più efficiente amministrazione e per la salute ed il benessere dei cittadini. Certezza delle risorse nell’offrire garanzie ai cittadini nelle richieste sottolineate dai vari interventi che si sono succeduti. “Rigenerazione” al centro della relazione del sindaco di Camerino Gianluca Pasqui, intervenuto nella qualità di coordinatore della cabina di regia Anci per la ricostruzione post sisma. A Montecitorio, il primo cittadino ha inteso farsi portavoce dei sindaci del cratere sismico, portando l’attenzione sugli ostacoli della burocrazia, contro i quali gli amministratori si sono dovuti scontrare quotidianamente. “ Vogliamo vivere- ha detto Pasqui-  e per questo occorre  un’operazione assolutamente più ampia che possa trasformare una tragedia, in possibilità di liberare opportunità. Rigenerare significa innanzitutto parlare di futuro come valore, per evitare quel piccolo cabotaggio di lungo costa che spesso rappresenta la via più semplice. Noi non chiediamo di sopravvivere. Noi chiediamo di essere messi nelle condizioni di poter ri-vivere ed è in questa direzione che abbiamo lavorato per tutto l’anno, anche grazie alle istituzioni che comunque ci sono sempre state vicine”. Sfollati, case distrutte, attività economiche in difficoltà, associazioni senza sede: il sindaco ha elencato i tristi numeri di una guerra che a Camerino ha significato anche perdere il carcere. “ Nonostante tutto, non siamo stati fermi e spesso con le nostre sole forze ci siamo garantiti il presente, perchè è il presupposto fondamentale per costruire il futuro. Abbiamo stabilizzato il paziente e cercato di garantirgli parametri vitali, mantenendo pressoché tutto, ad eccezione del carcere che cercheremo di riavere con tutte le nostre forze. Oggi però questo paziente deve tornare a vivere e non a sopravvivere, figuriamoci ad essere tenuto in vita. E c’è bisogno di misure che garantiscano chiarezza e velocità; una su tutte, la riduzione del cratere o almeno la suddivisione per fasce, in base ai livelli di danno oggettivi”.  Il sindaco ha anche riproposto la candidatura a fare di Camerino il caso di scuola per la ricostruzione confermando l’incarico affidato all’architetto Mario Cucinella, “ proprio per progettare una rigenerazione che non sia semplice ricostruzione. Ripropongo qui la candidatura ad essere città territorio sperimentale, dove provare materialmente, e, come dovranno essere in futuro i tanti meravigliosi centri storici che caratterizzano l’Italia e il tutto, perseguendo i due obiettivi della qualità, intesa come sicurezza e, della bellezza, tenendo sempre a mente i due criteri imprescindibili della tempestività e della trasparenza. Vogliamo e pretendiamo che la città e il territorio escano dalla ricostruzione con la consapevolezza che, qualunque cosa avverrà, la nostra comunità e le nostre strutture sapranno resistere. In una sola parola, rigenerazione”.

Un confronto sulle sfide del presente e quelle del futuro tra i sindaci delle regioni italiane, nel corso dell’incontro a Montecitorio “Le città del futuro”, cui hanno preso parte circa 600 sindaci, ospiti della Camera dei Deputati e della presidente Laura Boldrini.  Guidata dal presidente dell’Anci Antonio Decaro, sfilata di fasce tricolori sugli scranni, a ridosso della legge di bilancio. Ricca la delegazione marchigiana guidata dal Presidente di Anci Marche Maurizio Mangialardi e dal direttore Marcello Bedeschi. In apertura la presidente della Camera Boldrini ha definito i sindaci avamposto delle istituzioni sul territorio, sottolineando la necessità di sviluppare sul Paese una maggiore coesione sociale per vincere le sfide ed uscire dalla crisi; da parte dei tanti amministratori è partito poi uno scambio di esperienze e di progetti, alcuni già in itinere, altri in via di realizzazione, per una più efficiente amministrazione e per la salute ed il benessere dei cittadini. Certezza delle risorse nell’offrire garanzie ai cittadini nelle richieste sottolineate dai vari interventi che si sono succeduti.

Pasqui CameraDeputati

Rigenerazione” al centro della relazione del sindaco di Camerino Gianluca Pasqui, intervenuto nella qualità di coordinatore della cabina di regia Anci per la ricostruzione post sisma. A Montecitorio, il primo cittadino ha inteso farsi portavoce dei sindaci del cratere sismico, portando l’attenzione sugli ostacoli della burocrazia, contro i quali gli amministratori si sono dovuti scontrare quotidianamente. “ Vogliamo vivere- ha detto Pasqui-  e per questo occorre  un’operazione assolutamente più ampia che possa trasformare una tragedia, in possibilità di liberare opportunità. Rigenerare significa innanzitutto parlare di futuro come valore, per evitare quel piccolo cabotaggio di lungo costa che spesso rappresenta la via più semplice. Noi non chiediamo di sopravvivere. Noi chiediamo di essere messi nelle condizioni di poter ri-vivere ed è in questa direzione che abbiamo lavorato per tutto l’anno, anche grazie alle istituzioni che comunque ci sono sempre state vicine”. Sfollati, case distrutte, attività economiche in difficoltà, associazioni senza sede: il sindaco ha elencato i tristi numeri di una guerra che a Camerino ha significato anche perdere il carcere.

Nonostante tutto, non siamo stati fermi e spesso con le nostre sole forze ci siamo garantiti il presente, perchè è il presupposto fondamentale per costruire il futuro. Abbiamo stabilizzato il paziente e cercato di garantirgli parametri vitali, mantenendo pressoché tutto, ad eccezione del carcere che cercheremo di riavere con tutte le nostre forze. Oggi però questo paziente deve tornare a vivere e non a sopravvivere, figuriamoci ad essere tenuto in vita. E c’è bisogno di misure che garantiscano chiarezza e velocità; una su tutte, la riduzione del cratere o almeno la suddivisione per fasce, in base ai livelli di danno oggettivi”.  Il sindaco ha anche riproposto la candidatura a fare di Camerino il caso di scuola per la ricostruzione confermando l’incarico affidato all’architetto Mario Cucinella, “ proprio per progettare una rigenerazione che non sia semplice ricostruzione. Ripropongo qui la candidatura ad essere città territorio sperimentale, dove provare materialmente, e, come dovranno essere in futuro i tanti meravigliosi centri storici che caratterizzano l’Italia e il tutto, perseguendo i due obiettivi della qualità, intesa come sicurezza e, della bellezza, tenendo sempre a mente i due criteri imprescindibili della tempestività e della trasparenza. Vogliamo e pretendiamo che la città e il territorio escano dalla ricostruzione con la consapevolezza che, qualunque cosa avverrà, la nostra comunità e le nostre strutture sapranno resistere. In una sola parola, rigenerazione”.

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