Notizie di politica nelle Marche

E' stato presentato il Distretto Turistico della Marca Maceratese.

Tanti i Comuni che faranno parte di questo progetto, 34 in tutto, molti dei quali compresi nel cratere sismico, un modo per veicolare i territori dell'entroterra e dell'Alto maceratese fuori da questa difficilissima situazione generata terremoto.

Ma c’è un vuoto, anzi più di uno. Nell'elenco non figurano Caldarola, Serrapetrona e Tolentino.

Abbiamo chiesto proprio ai sindaci maggiori spiegazioni.

Un errore del ministero, sindaco, o una precisa scelta?

Nessuna delle due – spiega il sindaco di Caldarola Luca Giuseppetti - perché innanzitutto il ministero non è competente. Non è una precisa scelta perché noi avevamo in mente di aderire, come già verbalmente avevo anticipato al vicesindaco di Macerata Monteverde. Poi, complice il fatto che sono trascorsi diversi mesi e complice il fatto che il Comune ora ha sede in un container di quindici metri quadrati, qualche mail o p.e.c. può sfuggire. Inoltre, la comunicazione inviataci via mail è arrivata proprio durante il periodo di Natale, ci è sfuggita e automaticamente siamo rimasti fuori per questo. Io ho subito chiamato quando poi ho letto la comunicazione e ci siamo accordati per l’inserimento di questi comuni perché non è rimasta fuori solo Caldarola. Ripeto, siamo rimasti fuori perché purtroppo tutto è avvenuto in quel periodo in cui si sono accavallati diversi eventi, come la consegna delle casette. Non tutto è perduto. Rientreremo nel progetto più avanti, faremo la nostra procedura, ne ho già parlato con il comune di Serrapetrona perché anche noi vorremmo aderire a questa iniziativa”.

Anche il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi fornisce chiarimenti sull'assenza del suo Comune dal Distretto Turistico della Marca Maceratese.

E' un progetto che sicuramente farà del bene al territorio. Ma nel progetto figurano dei Comune che hanno avuto problemi legati al terremoto e per questo hanno avuto bisogno, per ovvie ragioni, dei debiti spazi temporali per poter dedicare attenzione e quindi arrivare ad una conclusione più ragionata rispetto agli altri. Ma questo non vuol dire che questi comuni che hanno ragionato di più su questo progetto non avranno interesse a far parte dell'iniziativa nei prossimi giorni”. 

Sauro Ciarapica

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Il presidente della Regione Marche e vice commissario per la ricostruzione post sisma  Luca Ceriscioli  ha delegato a Comuni, Province e ad altri enti locali interessati lo svolgimento delle procedure di gara come "stazioni appaltanti" e la realizzazione degli interventi necessari alla ricostruzione, riparazione o ripristino degli edifici e dei servizi pubblici, compresi quelli per i beni del patrimonio artistico e culturale. E' emerso oggi durante un seminario sul modello organizzativo per la ricostruzione post sisma al Palarossini di Ancona a cui hanno partecipato molti amministratori pubblici e tecnici. "L'obiettivo - è stato sottolineato - è offrire un ruolo sempre maggiore agli enti locali nella fase della ricostruzione". Sono state inoltre illustrate le procedura di gara e progettazione per la realizzazione delle opere pubbliche danneggiate dal terremoto, oltre alle piattaforme telematiche di monitoraggio della ricostruzione pubblica e delle procedure di affidamento.

 

Fonte Ansa

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L’Ingv  ha scoperto  che sotto l’Appennino meridionale, in profondità, esiste una sorgente di magma che può generare terremoti “di magnitudo significativa” e più profondi rispetto a quelli finora registrati nell’area. Può interessare anche le Marche questo tipo di terremoti, e, in che misura posso no rappresentare un pericolo? Lo abbiamo chiesto al geologo Emanuele Tondi, responsabile della Sezione di Geologia della Scuola di Scienze e Tecnologie dell’Università di Camerino.

“Il fatto che vi siano intrusioni magmatiche al di sotto dell’Appennino non è una novità- spiega Tondi- In passato, geologicamente parlando, il magma è arrivato anche in superficie; colate di piccole dimensioni- continua il geologo- sono state registrate nell’Appennino umbro-laziale, come anche in Vulture e Basilicata dove sono presenti grossi vulcani. La novità è che è stato dimostrato che tali intrusioni magmatiche possono anche generare appunto terremoti profondi, sismi di origine vulcanica che in Appennino non erano noti, ma senza che nulla cambi per quanto riguarda la pericolosità sismica del nostro territorio. Parliamo comunque di terremoti profondi e diversi rispetto alla sequenza sismica dello scorso anno- precisa Tondi-; avvengono introno ai 20-25  chilometri di profondità. Come si ricorderà ve ne fu uno durante la sequenza sismica di Umbria –Marche nel 1998 ed è importante scoprire sempre la genesi di un sisma che può dipendere da sforzi tettonici o come è stato scoperto dall’INGV, anche da intrusioni magmatiche”.

C.C.

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Presentato a Visso il progetto "Porta della Sibilla", un percorso naturalistico, storico e culturale che si snoderà per 10 chilometri dentro il Parco naturale dei Monti Sibillini e che collegherà i Comuni terremotati di Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera. Verrà in parte finanziato  dai fondi donati dalle Assemblee legislative delle Regioni di tutta Italia, che hanno raccolto in totale un milione e 100 mila euro per le popolazioni colpite dal sisma. Di questa somma, 470 mila euro saranno destinati al progetto “ Porta della Sibilla” (che ne costerà circa 850 mila).

A illustrarlo i sindaci di Visso , di Castelsantangelo sul Nera  e il sub commissario del Comune di Ussita  presenti in rappresentanza di tutte le assemblee legislative regionali che hanno raccolto aiuti i presidenti  dei  consigli regionali delle Marche Mastrovincenzo, dell' Umbria  Porzi e Friuli Venezia Giulia Iacop, coordinatore delle Assemblee legislative italiane .

" Una progettualità che dimostra la solidarietà da parte dei Consigli regionali della penisola". Così il presidente del Consiglio regionale delle Marche Antonio Mastrovincenzo. " Come ufficio di Presidenza del Consiglio regionale delle Marche- ha aggiunto- abbiamo proposto che tali fondi fossero riservati a tre dei comuni maggiormente danneggiati dal terremoto, Ussita, Castelsantangelo e Visso. I sindaci hanno molto apprezzato la nostra proposta e loro stessi hanno scelto e condiviso il progetto da finanziare. Credo che sia un segnale di forte solidarietà e attenzione da parte di tutte le regioni italiane, nei confronti di territori così duramente colpiti. Un passo sicuramente importante per il rilancio turistico delle zone montane,anche se naturalmente dobbiamo pensare alla ricostruzione e a tutti gli altri aspetti ad essa connessi. Come sottolineato dai sindaci, bisogna comunque guardare avanti, al rilancio dei territori, dopo e durante la ricostruzione. Un segnale  significativo non solo dal punto di vista turistico ed economico ma di valenza sociale per la popolazione locale". 

C.C.

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Giovedì, 11 Gennaio 2018 10:14

Scuole Luzio e Divini, un silenzio assordante

Cantiere fermo per i moduli scolastici della Luzio e silenzio assordante anche in quello dell’Itts Divini. L’associazione 108-Una scuola per la vita chiede risposte circostanziate e tempi certi all’amministrazione comunale, alla Provincia e alla Regione.

Lo scorso 25 novembre l’associazione - ricordano in una nota - ha partecipato all'evento benefico ‘Ricostruiamo il futuro' nell'auditorium di Vimodrone, dove si è svolta la consegna di una raccolta fondi promossa da 20 comuni della Martesana e destinata alla realizzazione della nuova scuola provvisoria a San Severino.

"Gli oltre 77mila euro raccolti dai comuni della Martesana - sottolinea Cristina Carboni, presidente dell'associazione settempedana - sono stati destinati alla realizzazione della nostra scuola provvisoria grazie ai nostri amici di Cassano d'Adda (uno dei 20 coinvolti). La combattiva Chiara Manzoni e il disponibilissimo sindaco Roberto Maviglia hanno supportato le nostre iniziative per promuovere il territorio marchigiano e per esporre le problematiche legate alle scuole cittadine ed ovviamente siamo molto soddisfatti di questo epilogo, frutto di mesi di incessante lavoro.

Purtroppo - sottolinea - in concreto, nulla ancora si muove. Dobbiamo guardare in faccia alla realtà. Abbiamo atteso con responsabilità e pazienza che i moduli ad uso scolastico che sostituissero il plesso Luzio fossero installati, che la ricostruzione dell'Itts Divini prendesse quantomeno avvio, che si presentasse il progetto esecutivo del nuovo polo scolastico, ma invano”. È per questa ragione che l’associazione chiede risposte circostanziate e tempi certi, “anche per onorare tutti i donatori che da ogni parte d'Italia stanno cercando di aiutare la nostra comunità.

Proprio per chiedere conto e ragione dei ritardi che sembrerebbero sempre legati alle lungaggini burocratiche insite nella normativa post sisma, ma che ormai sembrano, a molti, scandalosi e inaccettabili, l'Associazione 108, nelle ultime settimane, sta tempestando di missive le amministrazioni comunali, provinciali e regionali.

L’amministrazione comunale, da parte sua, lo scorso 20 dicembre ha firmato il contratto con il Miur per la realizzazione dei moduli scolastici della Luzio nei giardini del rione di Contro. Da allora sono stati già fatti gli interventi, come il taglio dei cespugli e delle piante, per predisporre il cantiere ma i lavori veri e propri non sono ancora partiti.

g.g.

 

moduli luzio

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Mercoledì, 10 Gennaio 2018 17:47

Camerino: Al via la demolizione di palazzo Toffee

Al via le operazioni per la demolizione di palazzo Toffee nel quartiere Le Conce a Camerino. A darne notizia l'ufficio tecnico comunale. I lavori dovrebbero terminare entro un mese dopodichè sarà possibile la riapertura al traffico di viale Seneca, interdetto da oltre un anno ai pedoni e alla circolazione delle auto proprio in corrispondenza del palazzo, con l'impossibilità di utilizzare la via per raggiungere velocemente viale Giacomo Leopardi o via Et Poi si more.

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 Sul posto sono già in fase di allestimento bracci meccanici, gru e altri mezzi necessari per il corretto eseguimento di tutte le operazioni. Messi in sicurezza gli edifici vicini, ora l'impresa Papa Nicola di Macerata potrà dar via all'abbattimento del palazzo di viale Seneca n.36. Costo delle opere 173mila euro.

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Ormai in fase di ultimazione nelle immediate vicinanze di piazza Neghelli, la messa in sicurezza della chiesa di Sant'Anna 

C.C.

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Mercoledì, 10 Gennaio 2018 10:01

Rifiuti, i sindaci dicono no al piano Oikos

Che bruciare Css fosse conveniente per gli impianti che ne hanno la possibilità, e per chi lo produce, è un dato di fatto. Ma che addirittura giovasse all’ambiente ha davvero dell’incredibile. E questo è quanto è emerso dalla relazione di Fausto Brevi rappresentante di Oikos Progetti (una società che si occupa di progetti ambientali), nel corso dell’illustrazione del piano d’ambito per la gestione dei rifiuti nella sede della provincia di Macerata.

Il Css è il combustibile che viene ricavato dalla lavorazione dei rifiuti indifferenziati, e può essere “valorizzato energeticamente”, cioè trasformato in energia, bruciandolo come combustibile in impianti quali cementifici o altre strutture industriali che possiedono forni.

Ai sindaci della provincia, o loro rappresentanti, è stato presentato un documento che ha già messo in allarme non solo gli attivisti del Movimento 5 Stelle, ma anche il Comitato Salva Salute di Castelraimondo.

La relazione è iniziata con una disamina dei punti di forza del sistema di gestione rifiuti in provincia, descritto come perfettamente autonomo. Come già noto, la provincia è un esempio di virtuosità per quanto riguarda la raccolta differenziata, che supera il 74%. Per questo “andrà rafforzato l’impegno verso la prevenzione dei rifiuti, proseguendo nel percorso già avviato. Sarà inoltre posta la massima attenzione ad orientare il sistema organizzativo dei servizi verso il riconoscimento dell’impegno degli utenti” con tariffe su misura. Ma dato che si può sempre migliorare, il dottor Brevi ha illustrato anche diversi scenari: “L’opzione Css/Materia prevede che al Cosmari venga ripristinato l’impianto andato distrutto dopo l’incendio con l’adeguamento per la produzione di Css, da smaltire poi in impianti già esistenti che oggi usano combustibili tradizionali (cementifici o altro)”. Che il Cosmari non tornerà a bruciare Css, è stato più volte ripetuto ed è un concetto assodato. Ma riappare a questo punto lo spettro del cementificio di Castelraimondo.

Anche perché, ha spiegato poi Brevi, non ci sono tante possibilità secondo lo studio Oikos: “O si opta per l’opzione ‘zero’, vale a dire lasciare la situazione com’è allo stato attuale, senza raggiungere obiettivi ancora più virtuosi, o produrre Css da vendere ad impianti che lo valorizzerebbero energeticamente. L’alternativa è adeguarsi al decreto Salva Italia, realizzando un inceneritore da 130mila tonnellate”. Dopo la presentazione di Brevi, la parola è stata lasciata ai sindaci o loro rappresentanti ed è stato a questo punto che Franco Frapiccini di Recanati e Fausto Moccechini vicesindaco di Montelupone hanno chiesto che vengano valutate ulteriori possibilità e tecnologie meno impattanti per l’ambiente: “Conosco la tecnologia Flameless - ha precisato Moccechini - che consiste nell’ossidazione in pressione, senza camini, ed è adatta per rifiuti di qualsiasi tipo. Ne risulterebbero ceneri vetrificate, completamente inerti e a impatto zero per l’ambiente”.

È per rispondere a queste osservazioni che Brevi ha precisato che “valorizzare energicamente il Css non è impattante per l’ambiente, anzi. Il Combustibile Solido Secondario è un’alternativa ai combustibili tradizioni”.

Assolutamente contrari anche il sindaco di Belforte Roberto Paoloni e l’assessore al Bilancio di San Severino Tarcisio Antognozzi.

Quello che Oikos ci ha presentato - ha esordito Paoloni - cozza un po’ con quanto l’assemblea dei sindaci decise nel 2013. I rifiuti usati come combustibile sono una questione che abbiamo superato nel 2013. Allora non ero sindaco ma condivisi la scelta fatta, il nostro territorio - ha sottolineato - ha fatto una scelta ben precisa e non ha alcun senso tornarci sopra chiamando le cose con un falso nome. Ci sono altri scenari che possiamo percorrere perchè non sempre le scelte che il governo fa sono giuste per il territorio. È una questione di coerenza con le scelte compiute”.

Sì al biogas, dice Paoloni, e sì alla riduzione dei rifiuti ma la sopravvivenza della discarica di Cingoli per due ulteriori anni non giustifica l’incenerimento: “guardiamo avanti - è tornato a dire - piuttosto concentriamoci sulla tariffazione puntuale. I cittadini che non fanno la differenziata devono pagare di più e chiedo anche l’immediato stanziamento di fondi per la demolizione del camino del Cosmari”.

Un applauso del pubblico presente ha chiuso l’intervento di Paoloni dopo il quale ha preso la parola il sindaco di Treia Franco Capponi: “Io non credo alle favole, il rifiuto zero non esiste. Il modello migliore è quello in cui il cittadino realizza una differenziazione virtuosa. Per questo punterei sulla tariffazione puntuale. Per quanto riguarda l'aspetto strategico - ha aggiunto - dobbiamo perseguire l'obiettivo di essere un punto di riferimento per il centro-sud della regione. Macerata deve essere capofila per il trattamento del verde e dell'umido tramite il biometano, e dell'indifferenziato con la produzione di Css. Al nord Europa cercano materiali di questo tipo. Dico sì alla messa a punto del sistema Css qualora trovassimo un mercato sicuro. Siamo virtuosi - ha concluso - ma non lo trasformiamo in tornaconto”.

Non per forza quello che è legale deve essere giusto, e non è detto che ciò che conviene sia giusto. A dirlo è stato Tarcisio Antognozzi di San Severino: “La continua ricerca di eccellenza ci ha permesso di raggiungere ottimi risultati. Dopo la presentazione trasparente di Oikos è il momento che ciascuno di noi dica da che parte vuol stare. Bisogna studiare anche altri scenari perché il Css fa male a noi - ha detto - fa male se lo portiamo altrove in Italia, e fa male anche se lo esportiamo all’estero. Abbiamo la capacità culturale per trovare altre soluzioni perché il Css lo abbiamo abbandonato nel 2013”.  

 

g.g.

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Sono terminati da pochi i giorni i lavori di ristrutturazione della stazione ferroviaria cittadina, gravemente danneggiata dal sisma del 2016. Le lesioni avevano interessato sia i locali a piano terra sia quelli al primo piano, ma non era stata compromessa la funzionalità dell'edificio, che per tutti questi mesi ha continuato ad accogliere passeggeri in partenza e in arrivo.

L'intervento, effettuato dalle Ferrovie dello Stato, proprietaria dell'immobile, è iniziato lo scorso inverno e ha interessato tutta la struttura, cosi da rendere i locali accoglienti e funzionali come prima. E' tornato a pieno regime anche l'ufficio Informagiovani del Comune di Tolentino, che trova ospitalità proprio in uno degli spazi a piano terra della stazione. A conti fatti, è uno dei pochi lavori della ricostruzione post-sisma che è stato portato a termine a Tolentino. E' pochino, ma chi ben comincia...

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Piano rifiuti. Oggi in provincia se ne discuterà a partire dalle 16:30 e il Movimento 5 Stelle e il Comitato Salva Salute di Castelraimondo gridano all’allarme Css.

I sindaci della provincia oggi si riuniranno per discutere il piano d’ambito per la gestione dei rifiuti che, come ricorda il Movimento 5 Stelle, “propone di di trasformare gli attuali impianti della Cosmari finalizzandoli alla produzione di CSS (combustibile solido secondario, derivante dalla spazzatura indifferenziata). Si chiede agli amministratori locali senso di responsabilità e rispetto dei cittadini, quindi di rifiutare un piano dambito che preveda la produzione di CSS nel nostro territorio”.

Le opzioni previste nel piano descrivono due scenari: l’opzione “zero”, che corrisponde a mantenere la situazione attuale con il trattamento dei rifiuti al Cosmari e il conferimento in discarica; c’è poi l’opzione “Css/materia”, che si propone di adeguare il Cosmari con impianti per la produzione del combustibile che poi verrà recuperato energeticamente “presso impianti autorizzato come cementifici o altri utilizzatori industriali. Non solo, il bacino degli utenti potrebbe limitarsi alla provincia, ma anche essere esteso alle province di Ascoli Piceno e Fermo.

A preoccupare è anche la possibilità che venga individuato il cementificio di Castelraimondo come impianto per lo smaltimento del Css che ha già, peraltro, l’autorizzazione ambientale per farlo.

In tal caso, il Comune di Castelraimondo beneficerebbe di eco-indennizzi per 300mila euro circa all’anno.

Dopo la lunga serie dincendi che hanno funestato il comparto della valorizzazione dei rifiuti - si legge in una nota del Movimento 5 Stelle - se il Cosmari non potenzierà la raccolta differenziata, accetta le ‘passate minacce', e contribuirà al progetto che culmina con la dispersione dei rifiuti nelle case degli italiani attraverso un cemento ‘potenzialmente’ tossico.

Questo scenario, che desta profonde preoccupazioni, avrà come protagonista il cementificio di Castelraimondo, uno degli impianti più vecchi ed inquinanti dEuropa, che già in 40 anni di attività indisturbata, ha contribuito a rendere i comuni limitrofi quelli con il più alto tasso di tumori legati allincenerimento (dati Istituto Superiore di Sanità). Non è una ipotesi utopica - sottolineano - in quanto esiste appunto, una richiesta di utilizzo del Css proprio in quellimpianto”. Il timore del Movimento è che nel territorio, già provato dal sisma, possano confluire i rifiuti non solo della Regione ma anche quelli provenienti da tutta Italia, poiché il Css è un prodotto e in quanto tale “libero di circolare indisturbato. La nostra aria - concludono - la nostra terra e noi cittadini verremo caricati di moltissimo inquinamento e malattie che non ci meritiamo essendo la provincia di Macerata, in Regione, quella che raggiunge il più alto tasso di raccolta differenziata”.
g.g.

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Risponde alla forte esigenza di comunicazione – informazione, più volte evidenziata dalla stessa popolazione,  l’idea lanciata sui social dal sindaco Pasqui. Obiettivo è quello  di organizzare un pubblico  appuntamento fisso e aperto a tuttiper discutere delle problematiche, piccole e grandi, relative al sisma”.  Resosi conto della necessità di fare chiarezza su tante questioni, consapevole dell’importanza di colmare alcune lacune della informazione, il sindaco , per un prosieguo di tranquillità del cittadino e per incrementare consapevolezza e spirito di collaborazione, ha ritenuto che il confronto diretto con la comunità, rappresenti  la migliore forma di comunicazione. A partire da gennaio, con un format in fase di studio, si apre dunque la possibilità di un incontro tra sindaco,  amministrazione comunale  e cittadini.“L’idea, per iniziare- scrive il sindaco sui social-   è quella di utilizzare ogni ultimo giovedì del mese".

Nell’ottica di un rapporto sinergico di collaborazione, anche di idee,  tra l’amministrazione e la città - afferma il primo cittadino- ho inteso lanciare un appello alla mia comunità; in passato, per più motivi, non si è riusciti a rendere operativa questa tipologia di incontri  ma, quotidianamente, avverto  la legittima voglia dei cittadini di interfacciarsi su tante tematiche. C’è la disponibilità a farlo e, per la scelta di un orario comodo a tutti, ho pensato di chiederlo sui socialriscontrando grande interesse; inizieremo dunque con un incontro a cadenza mensile, da tenersi ogni ultimo giovedì del mese e,  stando alle preferenze  emerse, con tutta probabilità nel dopocena. Presenti  tutti i responsabili dell’amministrazione inizieremo un dialogo costruttivo  e di verità.  La città ha sempre collaborato in maniera straordinaria- continua Pasqui E’ grazie alla vicinanza e all’affetto dimostrati  fin da subito e mai mancati  da parte dei miei cittadini che  ho trovato la forza per andare avanti con sempre maggiore convinzione. Dobbiamo affrontare un percorso assolutamente complesso  e ritengo  essenziale la collaborazione. Gli incontri /confronto - spiega- saranno utili a dimostrare anche attraverso la documentazione che mostreremo, quali sono le difficoltà dei vari percorsi che interessano la città.  Discuteremo delle varie questioni da risolvere e, anche di un futuro che, stando così le cose, appare alquanto nebuloso. E’ per questo che tornerò a spingere sull’acceleratore per chiedere a gran forza un’attenzione sul tema fondamentale, cioè quello di andare a rivedere il cratere sismico. Noi – prosegue  Pasqui- abbiamo l’obbligo di riuscire a far sì che il Governo intervenga sul cratere, non per restringerlo bensì  per dare ad ogni comunità la giusta medicina, cosa che oggi non viene assolutamente fatta. La medicina non può essere la stessa per tutti e non può guarire gli stessi mali che sono completamente diversi o diametralmente opposti. Preciso  che le mie parole non sono tese ad escludere dal cratere qualche comune- conclude il sindaco- ;  tutte le comunità colpite dal sisma debbono essere ricompresse nel cratere ma è necessario che siano attentamente guardate in modo da risolvere equamente i bisogni che si sono generati a seguito di un evento catastrofico”. 

Carla Campetella

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