Notizie di politica nelle Marche
"Non si dica più che la colpa è dei tecnici".
Così il presidente dell'ordine degli architetti maceratesi, Vittorio Lanciani, interviene dopo la mossa del Governo per il pacchetto sisma.
Oltre agli amministratori, infatti, indignati anche i tecnici impegnati nei progetti per la ricostruzione.
"E’ ufficiale - denunciano in una nota - , ci sono ricostruzioni di serie A e di serie B
Quella del Centro Italia è ultima in classifica!

Si era detto che la ricostruzione non doveva essere terreno di scontro tra schieramenti politici ed invece così non è, ci troviamo difronte a quattro Commissari a gestire nessun potere straordinario; Ordini e Collegi del cratere impegnati a produrre migliaia di pagine di correzioni alle norme e mai ascoltati; tavolo tecnico che esiste solo per poter dire “sentiti gli Ordini professionali”; USR a fare muro contro gli Ordini professionali dei quali gli stessi dirigenti, massime espressioni della professione, sono iscritti;  la divisione fino alla contrapposizione della classe tecnica tra liberi professionisti e professionisti dipendenti della Pubblica Amministrazione; la volontà della Regione Marche di annullare il ruolo degli Ordini chiedendo agli iscritti addirittura di cancellarsi dall’Ordine di appartenenza per controllarne senza contraddittorio l’attività subalterna e non rispettosa delle norme deontologiche; la volontà di limitare la libera organizzazione di gruppi di progettazione con la pretesa di subappaltare parzialmente l’incarico nonostante sia vietato nella legge 189, incidendo anche nella sfera fiscale di ogni singolo professionista, il tutto per coprire l’inefficienza della macchia organizzativa della Pubblica Amministrazione".

Il presidente dell'ordine pone poi l'attenzione sul progetto di ricostruzione per il quale continua il rimpallo delle responsabilità: "I liberi professionisti - denuncia Lanciani - in tutti questi anni sono stati lasciati soli a spiegare ai propri committenti che la storia raccontata dalla politica è diversa  nella realtà. E’ stato detto dalla politica che tutti i costi  erano compresi nel contributo e che invece si va sempre in accollo.

E’ stato fatto continuo terrorismo in merito alle scadenze di presentazione dei progetti quando è chiaramente impensabile che gli oltre 66.800 progetti che mancano all’appello (sono circa 79600 attesi contro gli oltre 12800 presentati di cui oltre 6400 istruiti e quasi  4700 concessi) tra danni lievi e danni gravi possano essere presentati da qui al 31 dicembre 2020 con il risultato di creare strumentalmente tensioni tra committenti e professionisti del tutto inutili e dannose".

Infine l'appello: "Che sia approvato in parlamento quanto richiesto dal Commissario Legnini". 

GS
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"Prosegue la corsa dell'amministrazione uscente ai grandi investimenti, dal mattone all'illuminazione: pronta quella artistica per Piazza della Libertà. Carancini individua in questo ciò che già mesi fa chiamava “ l’asse di crescita generale.... a favore del cittadino che deve poter abitare tutti gli spazi con servizi, comodità, bellezza e sicurezza” Nonostante questo la cecità in ambiti fondamentali -sostegno familiare, welfare socio/economico e dunque benessere, legalità e sicurezza, economia, anche di prossimità, commercio e turismo, a Macerata persiste".
Sono queste le dichiarazioni di Lauretta Gianfelici, candidato sindaco del Popolo della Famiglia per le amministrative di Macerata
<<La città ha consumato i suoi talenti senza evolvere, ma sopravvivere, sfruttando competenze, energie e risorse non per obiettivi comuni per l'intera città, ma per fini individuati dal Pd e forze alleate (non sempre di partito), disperse in favoritismi, elaborati in comunione con soggetti “terzi”,esterni alla governance di Palazzo, anche di quello regionale, non a favore dei fatti, ma delle ideologie o delle simpatie umane.

Decisioni e risultati cascano dall'alto sulla città, a pioggia, spesso da Marte, con risultati che hanno prodotto un tonfo tale da rompere un grande vaso di Pandora, la nostra vergogna davanti a tutto il mondo.
Il Pd maceratese e i suoi alleati hanno a cuore solo progetti e bandi per occupare spazi, invece dei luoghi che i cittadini oggi dovrebbero ri-vivere con regole nuove.
Il Sindaco uscente abdica da un regno, in cui i cittadini sono trattati come sudditi. La successione è prossima e data per “scontata” . Da tempo non è primo cittadino inter pares e non amministra con la responsabilità di essere modello per innescare un movimento di restituzione di stima sociale, di prestigio al comportamento onesto e altruistico, che diventi anche di mentalità e di costumi, di vita nuova e reale che parta dal basso.

E' sotto gli occhi di tutti la crisi della nostra città e della democrazia dei partiti!
Le evidenze sono crollate perfino nel buon senso dell'opposizione, imbavagliata in una grave forma pachidermica, nel limbo dell'impossibile, dentro un compromesso tra potere e lucro che regna sulla buona alleanza, anziché sbarrare tutti i mali ben annidati di una città in cui sembra non si possa sfuggire alla concezione perversa del 'favore', alla generale convinzione che una mano lava l’altra, con il risultato che poi tutte rimangono sporche.

L’impegno ad ascoltare i cittadini è declamato dalle varie liste del Centro Sinistra ma risulta vuoto, perché esce senza convinzione né passione persino dalla bocca di chi lo pronuncia: mentono sapendo di mentire
La politica al servizio dei reali bisogni trasformati in diritti non ce la fa ad emergere, sotto la crosta sartriana del potere.

Ricorrre a strumenti come mutui e altre forme di accesso al credito, al project-financing e ai fondi nazionali ed europei per cementificare ancora, trascurando poi la situazione del Convitto, ad esempio, imporre una macchina amministrativa che non ricerca benessere cittadino, ma si genera dall'ambizione e dai sogni non farà rialzare Macerata.

I rischi prossimi sono giganti. Nascono da

·         il tema sicurezza e lavoro: la criminalità tenterà di conquistare maggiore terreno mettendo sotto una pressione più forte i nostri figli;

·         le parole“servizi, sicurezza e legalità” di un Pd goliardico, senza umiltà, e un centro-destra che si appresta a mettere in campo un altro candidato, uomo di tutto rispetto, ma che nei fatti il Pd maceratese ha favorito nel suo vero mestiere, ossia fare impresa. Perfino la Sovrintendenza delle Belle Arti è stata favorevole alla trasformazione della Villa Storica di fine '800 ad altro uso. Pertanto Carancini e Monteverde non potevano cheessere Vip Testimonial per l'inaugurazione dei locali promossi.

Ecco che anche la Bellezza nonostante le nuove e potenti luci diventa solo esteriore finzione;non porterà mai buoni frutti per sua stessa natura e la somma tra addendi, nella corsa del fare per il fare non valorizzerà il principio della “cosa pubblica per il bene comune ”, ma il catastrofico motto della “cosa nostra per il bene nostro e di coloro che riteniamo amici”.

Giova ricordare anche che nei fatti la città sembra diventata un circolo privato, che il danno rimane verso le priorità e la difesa della stessa democrazia.

Il comizio di Ricotta nel primo Sabato del Mese, giorno dedicato a Maria padrona della città, ha citato finalmente anche gli attori invisibili, ma protagonisti, facendo riferimento “all'Ufficio Europa, Fondi Nazionali ed Europei” da potenziare. Eh sì! E' con l'aiuto dei privati che mirano agli utili per sé e la propria azienda, non per il Bene Comune, che si può stare tranquilli di non abbandonare la vecchia strada per la nuova, definita incerta dal proverbio, ma magari quella che ci vorrebbe!

Ormai neppure la marginalissima fiducia dei cittadini fa più riflettere: un'affluenza ferma al 39,26%, alle scorse amministrative.
Da candidata del PdF chiamo ogni maceratese a divenire cittadino integrale e aperto, con un risveglio nel raggiungere il massimo sviluppo umano che gli è possibile dentro le situazioni che vive alzando la voce e la testa per il cambiamento necessario in città. Invito a non dimenticare le bruttezze da sanare, indifferenti al Pd e ad altre forze sociali: si è già troppo atteso, non si vede all'orizzonte l'umiltà di riconoscerlo e attuarlo". 
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Dopo una lunga riflessione Sandro Parcaroli ha sciolto le riserve. Sarà lui il candidato sindaco della coalizione di centro destra alle elezioni amministrative a Macerata. L'imprenditore di origni camerinesi se la vedrà con Narciso Ricotta, candidato del centro sinistra, Roberto Cherubini del Movimento 5 Stelle, Lauretta Gianfelici per il Popolo della Famiglia e Alberto Cicarè, candidato della lista civica "Strada comune" per la fascia di primo cittadino del comune capoluogo di provincia. Una scelta di territorio quella dell’imprenditore che, molto legato alla sua città di origine, ha sempre avuto come punto di riferimento della sua attività Macerata dove ha sede il Gruppo Med e dove, nel dicembre 2018, ha inaugurato “Vere Italie”, ristorante che propone anche per l’acquisto prodotti del territorio. Proprio a "Vere Italie" Parcaroli ufficializzerà la propria candidatura questo sabato 11 luglio, alle ore 11, chiarendo anche i motivi della propria decisione.

"Avrò sicuramente un occhio particolarmente attento alla città e alle sue problematiche, dal centro storico, alle attività produttive, ai servizi - le dichiarazioni di Sandro Parcaroli - ma lo sguardo sarà allargato anche ai comuni limitrofi e a quelli della zona montana. Macerata dovrà essere anche il collante con i comuni della provincia e, in particolare, con le realtà dell’entroterra, attraverso la promozione di forme di collaborazione con gli stessi".

Una conferma, dunque, del suo attaccamento al territorio di origine che non intende dimenticare nel momento in cui opta per la carica di sindaco di Macerata. Una candidatura, la sua, che sembra raccogliere diversi consensi anche nell’ambito della società civile per la quale si è speso in diverse iniziative benefiche e di solidarietà non solo a Macerata, ma nell’intero territorio provinciale. Un profilo di spessore quello scelto dal centro destra che spera di riconquistare così il governo della città.


f.u.
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Una spinta allo sviluppo della mobilità sostenibile marchigiana arriva dallo sfruttamento degli idrocarburi. La Giunta regionale ha individuato i criteri per ripartire, tra i Comuni sotto i 20 mila abitanti, parte delle royalties (diritti di sfruttamento) che compete alla Regione per la ricerca e la coltivazione dei giacimenti nelle Marche. La quota disponibile è di 1,6 milioni di euro, relativa agli anni 2017 e 2018. Oltre 828 mila euro sono già stati destinati allo sviluppo delle infrastrutture di ricarica per mezzi elettrici. La rimanente quota di 816 mila euro viene ora investita a favore della mobilità ciclistica, attraverso l’emanazione di un imminente bando riservato alle amministrazioni comunali, con un contributo aggiuntivo per i comuni del cratere sismico.
“La diffusione della mobilità dolce è un obiettivo della Regione Marche sul quale orientiamo tutte le risorse disponibili – evidenzia la vicepresidente Anna Casini, assessore alle Ciclabili – Stiamo realizzando una rete di ciclovie che copre l’intero territorio marchigiano, collegando la dorsale adriatica con l’entroterra attraverso le principali vallate fluviali. Promuovere l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano e turistico rappresenta un investimento sulla salute delle persone e sulla qualità ambientale delle nostre comunità”.
Secondo l’assessore ai Trasporti, Angelo Sciapichetti, “la crisi finanziaria dell’ultimo decennio e gli eventi sismici che hanno colpito il Centro Italia, indicano la necessità di creare nuove forme di sviluppo economico dei territori, soprattutto nel settore del turismo. La mobilità sostenibile è uno di quei fattori vincenti che rendono attrattive le Marche, generando un volano di opportunità che va colto con interventi mirati e condivisi localmente”. Il nuovo bando regionale assegnerà ai piccoli Comuni contributi a fondo perduto per realizzare nuovi tratti di percorsi ciclopedonali, di connessione alla Rete ciclabile regionale, attraversamenti ciclabili semaforizzati, sovrappassi o sottopassi ciclabili. Potranno essere utilizzati per adeguare tratti ciclopedonali preesistenti e per i relativi interventi di manutenzione e messa in sicurezza. La ripartizione degli 816 mila euro disponibili destinerà una quota di 500 mila euro ai comuni con meno di 10 mila abitanti e 316 mila euro a quelli fino a 20 mila abitanti, con primalità più elevata per le aree del cratere sismico. Gli aiuti copriranno sia le spese di progettazione, sia quelle di realizzazione dell’intervento.

f.u.
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Il Pacchetto Sisma sarebbe dovuto andare a finire in un decreto successivo al decreto rilancio. Non ho dimenticato i terremotati”. Sono le parole di Patrizia Terzoni, deputata del Movimento 5 Stelle e vicepresidente della VIII Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici, in seguito alla bocciatura del cosiddetto Pacchetto Sisma all’interno del Decreto Rilancio. Il malumore è stato tanto da parte dei terremotati e, manco a dirlo, anche la politica ha colto al volo questo momento in ottica di campagna elettorale per le regionali.
Tuttavia, come spiega l’onorevole Terzoni, questo pacchetto non avrebbe dovuto essere presente nel Decreto Rilancio bensì in un decreto successivo: “Il DL Rilancio riguarda la ripresa post Covid19 e prevede una copertura economica solo per il 2020 mentre le coperture economiche che servivano per il pacchetto sisma erano molte di più e non solo per il 2020. Tra l’altro anche il Commissario Giovanni Legnini aveva annunciato che gli emendamenti sul terremoto avrebbero dovuto essere contenuti in un decreto successivo”. Relativamente alle parti più burocratiche, che non prevedono risorse, avrebbero dovuto confluire nel decreto Semplificazione prossimo all'uscita, mentre in merito le questioni economiche avrebbero dovuto essere inserite in un successivo decreto per il bilancio. “Non sappiamo come sia stato possibile, ma nel DL Rilancio è apparso l’articolo 160, una deroga al catasto degli edifici per le aree del sisma 2016, e di conseguenza, per la procedura parlamentare, se un argomento è trattato in un decreto, si possono fare tutti gli emendamenti che trattino quel tema”. Ecco perché si è aperta questa finestra che però non avrebbe dovuto aprirsi in questo momento. I parlamentari hanno comunque provato a presentare gli emendamenti “ma se ci si fa caso, abbiamo presentato solo quelli che richiedevano delle coperture economiche come la zona franca urbana, la zona economica speciale, la stabilizzazione del personale. Sapevamo benissimo che non era semplice far approvare questo pacchetto ora ma ci abbiamo provato perché il tema è molto caro. Questa tempesta - aggiunge - ci aiuterà a spingere ancora di più il Pacchetto nei prossimi decreti”. Secondo l’onorevole Terzoni, alcune delle misure previste nel Pacchetto Sisma dovrebbero essere inserite già in sede di Consiglio dei Ministri e, successivamente, ciò che rimarrà “fuori”, si tenterà di inserirlo a livello emendativo.
Gaia Gennaretti
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Dal generale al particolare, dallo statuto dell'ente alle singole scelte nella politica dell'Unione. Prosegue a colpi di lettere la "discussione" tra i sindaci Falcucci, Citracca, Cecoli e la governance dell'Unione Montana di Camerino. I 3 primi cittadini replicano ancora a quanto risposto dal presidente Alessandro Gentilucci facendo chiarezza sui motivi per i quali non condividono la politica dell'ente.

Eravamo certi che saremmo stati costretti ad una replica. In primis, registriamo un forte nervosismo del Presidente Gentilucci, potevamo dire anche “di quel signore” ma l’etica e l’educazione istituzionale, che conosciamo per lunga esperienza e per rispetto dei colleghi, ci obbliga ad evitarlo.


Il Presidente Gentilucci non sapendo come rispondere davanti all’evidenza dei fatti, tenta ancora una volta ad arrampicarsi sugli specchi con argomentazioni infondate. Si scivola sugli specchi!

Nervosismo che si fonda su chi pur sapendo di aver sbagliato tutto e di aver portato l’Unione Montana al suo totale fallimento, che peraltro è sotto gli occhi di tutti, continua a richiamare episodi come la mancata adesione ecc., quando le ragioni le abbiamo ricordate nel dettaglio suffragate dai fatti verificatisi e non da chiacchiere.

Poi, sempre il Presidente, ci porta per esempio quello strategico delle risorse idriche dimenticando che la Società Valli Varanensi non ha mai gestito il servizio idrico tanto che non ha struttura operativa.

Ricorda, correttamente, che i Comuni di Castelsantangelo sul Nera e Valfornace hanno affidato ad una società di Tolentino. La società di Tolentino è la ASSM Spa, Società a intero capitale pubblico detenuto dai Comuni soci. Dire una Società di Tolentino senza specificarne il nome, significa, caro Presiedente, mistificare la verità.

Dimentica volutamente che anche il Comune di Camerino, che è nell’Unione Montana ed è il più importante, ha affidato il SII (servizio idrico integrato) all’ASSM Spa di Tolentino già dalla precedente amministrazione e non si è avvalso di Valli Varanensi. Chissà perché? Per saperne di più, bisognerebbe chiedere le motivazioni alla precedente Amministrazione.

Comprendiamo che tale precisazione non gli conveniva farla, ma questi sono i fatti e non chiacchiere!

Si ricorda che i Comuni che non hanno affidato il SII ad una società “vera” sono in difetto di Legge tanto che l’AATO (Autorità di Ambito Territoriale Ottimale) ha segnalato alla Regione Marche almeno una decina di volte (due all’anno – verificare presso Uffici AATO) la richiesta di nomina di un Commissario ad Acta per tutti quei Comuni che si sono affidati a Valli Varanensi in quanto, come detto, non essendo mai stata operativa, non rispetta le norme vigenti in materia.

Il Presidente Gentilucci sempre più come un uomo solo al comando, tanto da prendere le difese anche del Comune di Fiastra che per nascondere l’oggettivo fallimento della Unione Montana di Camerino da lui guidata, arriva a dire che “…non ci appartiene una visione miope del territorio…” e quindi per non sovrapporre i servizi, si appoggia alla vicina Unione Montana.

Certo che la fantasia amministrativa è notevole ma, purtroppo, anche in questa circostanza oltre a mistificare i fatti dimostra un notevole digiuno delle procedure amministrative.

Se così fosse stato, occorreva stipulare una convenzione con quella Unione Montana specificando i servizi che gli venivano affidati, circostanza che non risulta essere mai stata fatta.

Il Presidente parlando di disponibilità e di essere pronto ad accogliere il figliol prodigo, si erige addirittura a Padre.

E’ bene però chiarire ancora una volta che l’adesione all’Unione Montana è un diritto dei Comuni che abbiano dei requisiti di carattere prettamente territoriale, fra i quali non rientra la condivisione della politica in atto e meno ancora l’indiscutibilità di uno statuto come se fosse il Corano (tanto per restare nell’ambito dei libri sacri).

Presidente Gentilucci, e non quel signore (vede la differenza), non si scomodi a fare nessuna convocazione si preoccupi invece di riportare il “Suo Circolo privato”, che rischia di perdere a breve altri soci, al ruolo proprio di Ente pubblico e modifichi subito lo statuto perché si ricordi che sta mal gestendo da troppo tempo un Ente con risorse pubbliche di cui deve rendere conto alla collettività. Prima o poi a qualcuno dovrà fornire giustificazioni del suo operato. Buon lavoro Presidente Gentilucci.

f.u.



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Si è svolto un vertice tra il Premier Giuseppe Conte e il Commissario Giovanni Legnini dopo le preoccupazioni scaturite dalla bocciatura del pacchetto sisma.
"Ho avuto rassicurazioni dal Presidente del Consiglio- spiega Legnini -  sulla piena disponibilità del Governo ad accogliere il pacchetto di norme sul terremoto del Centro Italia condivise con i Sindaci e che erano contenute negli emendamenti presentati in Commissione Bilancio e non accolti.
Il Governo, mi ha garantito il Presidente Conte nel corso di un colloquio molto proficuo questo pomeriggio, intende inserire le norme per accelerare la ricostruzione pubblica e privata nel decreto semplificazioni di prossima emanazione. Quelle che invece richiedono una copertura finanziaria - prosegue - , ad esempio quello per il personale e la proroga dello stato di emergenza, saranno inserite nel decreto che sarà emanato subito dopo l’approvazione del nuovo, atteso, scostamento di bilancio.
Le priorità per far sì che la ricostruzione possa finalmente decollare sono note e sono state individuate in seguito a un lungo confronto. Occorre l’impegno di tutti affinché esse possano diventare al più presto legge dello Stato e corrispondere alle aspettative dei Presidenti delle Regioni, dei sindaci, dei cittadini e delle imprese del cratere, che stanno vivendo una doppia emergenza e che non possono più attendere.
Ringrazio il Presidente Conte - conclude - per la sincera sensibilità che mi ha oggi confermato anche con la disponibilità ad incontrare presto, e nuovamente, i Sindaci e i cittadini dei territori colpiti dal sisma".

GS
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Una brutta pagina scritta dal governo di questo Paese e dalla Commissione Bilancio della Camera”. Così il sindaco di Camerino Sandro Sborgia nell’esprimere la sua profonda indignazione, condivisa da altri colleghi e cittadini delle zone del cratere dopo l'estromissione dal Dl Rilancio del pacchetto sisma contenente emendamenti utili a sbloccare la ricostruzione nell’Italia centrale “Quello che è successo nei giorni scorsi alla  Commissione Bilancio è qualcosa d’inaccettabile :si trattava di votare  l’inserimento di misure assolutamente essenziali, fondamentali per l'avvio della Ricostruzione, misure tra l’ altro concordate e condivise con il Commissario straordinario alla ricostruzione Giovanni Legnini, misure che andavano e vanno essenzialmente nella direzione di una ricostruzione veloce, di una ricostruzione seria e  questa volta possibile.  E’ stata scritta una brutta pagina nella storia di questo Paese- continua Sborgia-quello che è avvenuto purtroppo dimostra che non c’è l’interesse a ricostruire nel zone colpite dal terremoto del 2016;  dobbiamo innanzitutto capire come sia stato possibile che quel provvedimento non sia stato discusso e vogliamo capire in primis chi sono i responsabili. Adesso invitiamo e auspichiamo che in primis il Presidente del consiglio, Governo e ministri competenti, riparino  immediatamente a questo  pasticcio.  Debbono  immediatamente provvedere a rimettere al centro dell'attenzione quelle misure che sono fondamentali per la ripartenza di questi territori con la ricostruzione. Sono passati ormai 4 anni ed è necessario che sia avviata, altrimenti ci debbono dire che ricostruire non è nell'interesse del Governo e del Paese e allora  da quel momento in  poi prenderemo atto di questa di questa volontà.  Ma se la ricostruzione, così come è stato sempre detto in ogni circostanza, è nell'interesse di questo Governo e nell’ interesse di tutte le forze Parlamentari, è bene che gli emendamenti siano tradotti in provvedimenti di legge aventi forza esecutiva.  Detto questo – aggiunge il primo cittadino di Camerino- inaccettabili sono anche le polemiche strumentali. Utilizzare questo pasticcio per strumentalizzare la vicenda a fini  politici sulla pelle dei terremotati, credo che sia un atto di sciacallaggio e non può che  qualificare tutti coloro che  utilizzano questa brutta pagina per fare campagna elettorale: ne abbiamo visti tanti in giro e molti all’ opera verificandone la loro inadeguatezza e la loro inconcludenza,  quindi- ribatte Sborgia-  speculare adesso su questo guaio credo che sia un puro atto di sciacallaggio. Per tornare invece alla vicenda che ci interessa, è bene che il Presidente del Consiglio, avendo più volte dichiarato di essere estremamente determinato a condurre in porto la ricostruzione, intervenga immediatamente per ottenere che quel pacchetto di misure, volute e condivise dai sindaci e  concordate con la volontà del Commissario Legnini,  trovi la strada affinché possa essere attuato”. Quanto alla possibilità del forte atto di protesta della  riconsegna delle fasce tricolori al Premier  il sindaco Sborgia dice che è tra le varie opzioni che  testimoniano la determinazione dei sindaci a non mollare la presa “ ma è certo che percorreremo comunque ogni strada possibile per sensibilizzare il Governo a tornare sui propri passi, a cambiare rotta e a far sì che le popolazioni colpite dal terremoto tornino  al centro dell'attenzione del Governo. Così come è stata dimostrata attenzione  alla necessità che siano prese e attuate misure per i vari settori dell’ economia, proprio in funzione della ripartenza dell’ economia del nostro Paese- conclude Sborgia-  le zone terremotate debbono essere messe al centro dell'agenda di governo e al centro dei provvedimenti necessari perché  con la ricostruzione avviata ne gioverebbe l'economia Nazionale, ne gioverebbero i terremotati.  Non può pertanto assolutamente prescindersi dalla necessità che quel pacchetto di misure presentate, una volta per tutte, trovino la strada per essere approvate”.

Sulla stessa linea il commento risentito dell’Arcivescovo Francesco Massara che è a capo della diocesi più devastata di tutta l’ area del cratere. “ Che la Commissione Bilancio alla Camera e il Governo non abbiano preso in considerazione  il pacchetto sisma, significa estromettere e far rischiare il blocco della partenza della ricostruzione alla quale il Commissario Legnini sta dedicando il massimo impegno e la massima promozione  in tutte le zone del cratere.- afferma Mons. Massara-. Non è possibile che su 55 miliardi non si sia pensato, o non si sia voluto, dare un’ attenzione alle zone del sisma. Questo è inaccettabile.  La ricostruzione così non partirà mai.  A questo punto pretendiamo un incontro con il Presidente Conte e con chi rappresenta la Presidenza del Consiglio- ribadisce il vescovo-;  abbiamo tutto il diritto noi terremotati di sapere perché siamo tenuti fuori da questi provvedimenti così importanti che riguardano un territorio così esteso che copre tutta l’Italia centrale.  Abbiamo il diritto di poter rinascere dal primo terremoto del 2016 e da questo secondo terremoto che è il terremoto economico; noi non siamo cittadini di serie B- rimarca Massara-.  Siamo uguali a tutti gli italiani, per cui il presidente Conte deve ascoltare i sindaci, deve ascoltare le istituzioni, le associazioni tutte , deve ascoltare questo territorio che non può morire, perché fa parte dell'Italia. L'Italia è una, non è fatta a macchia di leopardo. Voglio che tutti sappiano che  il vescovo sarà sempre vicino a tutti i terremotati e seguirà con  grande attenzione questa situazione; i terremotati hanno diritto ad avere la loro la loro casa e a loro sarò sempre vicino e tutti i sindaci avranno il sostegno del vescovo nella battaglia per la rinascita di questo territorio. Queste terre martoriate non possono assolutamente morire, per cui chiedo la massima attenzione da parte del Governo verso la nostra gente -continua Mons. Massara-. Sono 4 anni che le persone attendono la ricostruzione e non si possono far morire le speranze delle comunità. Chiedo il massimo impegno da parte di tutti, ma soprattutto da parte del Governo e dei nostri rappresentanti in Parlamento. Non possiamo permettere che questo territorio muoia- ribadisce- Chiedo la massima attenzione a tutti i nostri rappresentanti al Governo e allo stesso Governo, perché la ricostruzione deve partire. E aggiungo che il Commissario Legnini  va sostenuto in tutte le proposte che in questo momento sta facendo in sede governativa; a lui dobbiamo il nostro grazie perché sta dando il massimo di attenzione e di amore verso questo territorio”.
Intanto il sindaco di Camerino ha fatto sapere che sono stati già sentiti alcuni importanti rappresentanti del Governo con i quali si è aperta una interlocuzione, affinchè il pacchetto di misure sia portato in aula e si provveda alla sua approvazione.
 c.c.





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Ha scritto la parola "fine" il Consiglio di Stato che ha rigettato il ricorso presentato dal capogruppo di minoranza di Treia, Vittorio Sampaolo. L'opposizione, sin dallo scorso anno, quando le elezioni decretarono vincitore Franco Capponi e la sua lista (ma anche prima, per tutta la campagna elettorale), aveva sempre sostenuto l'incandidabilità dello stesso Capponi e, di conseguenza, l'illegittimità della giunta nominata in tutta fretta la notte della vittoria, qualche ora prima che il Prefetto di Macerata gli notificasse l'avviso di sospensione dalla carica per la condanna in primo grado per peculato. Da lì, un colpo dietro l'altro: prima la richiesta di sospensiva al Tar Marche subito rigettata, poi il ricorso vero e proprio, anch'esso rigettato nel merito fino ad arrivare al grado successivo, il Consiglio di Stato che proprio oggi si è pronunciato dando ragione a Capponi e alla sua giunta. 
"Il Consiglio di Stato ci ha dato pienamente ragione sul nostro operato - commenta Capponi - ero candidabile, eleggibile, potevo nominare la giunta. Durante la campagna elettorale, e anche dopo, abbiamo subito continuo attacchi da parte degli avversari che ci ha dato enormemente fastidio perché hanno tentato di minare l'operatività dell'amministrazione. In questo periodo così difficile per il Covid e le emergenze che abbiamo avuto, sarebbe stato un ulteriore momento buio per la città se si fosse ritrovata senza una amministrazione, qualcuno che avesse a cuore le sorti dei cittadini. Questo mi dà fiducia sul fatto che dal 24 luglio saremo una squadra ancora più forte. Fin ora c'è stata grande qualità e passione da parte dei giovani della giunta". Capponi ha ringraziato la maggioranza e la giunta che ha dovuto sopportare, oltre alle tante difficoltà, anche gli attacchi della minoranza che, con questa sentenza del Consiglio di Stato "giunge al tracollo. Oltre ad aver perso tutte le cause, hanno perso un po' anche la faccia perché non si sono mai interessati dei problemi della città ma si sono esercitati nell'odio e nel rancore per aver perso le elezioni perpetrando ricorsi su ricorsi pensando che la via della magistratura li avrebbe premiati. Tutti sappiamo che non sono i giudici ad eleggere l'amministrazione". 
g.g.

(Servizio completo sul prossimo numero di Appennino Camerte)



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“La situazione sull’A14 è insostenibile: la Regione chieda l’azzeramento dei pedaggi". E' questa la richiesta fatta alla giunta regionale dal capogruppo di Forza Italia Elena Leonardi in merito ad una situazione ormai insostenibile nella tratta marchigiana dell'autostrada adriatica che, soprattutto nel fine settimana, provoca disagi, in termini di traffico e code, agli automobilisti che la percorrono. "Sostengo con forza - incalza la Leonardi - gli appelli degli amministratori e degli utenti, a partire da Confartigianato Trasporti e Confindustria Trasporti, che denunciano come questi enormi problemi si verifichino puntualmente da oltre un anno, a dimostrazione della scarsa attenzione della Regione e dell’incapacità di dare risposte. Rallentamenti e lunghe code per percorrere anche solo brevi tratti dell’autostrada, disagi che si riversano sulla Statale Adriatica e che soprattutto nel periodo estivo causano un ulteriore danno sull’economia già fortemente messa in ginocchio, un aggravio di costi, un evidente danno al comparto turistico e ai cittadini marchigiani, per non parlare del grave danno d’immagine per l’intera regione e per chi sta scegliendo di trascorrere le vacanze nelle Marche. Per questo – conclude il capogruppo di Fratelli d'Italia – domani al question time del consiglio regionale chiederò alla giunta se ha intenzione di farsi portavoce finalmente di queste istanze e chiedere il blocco del pagamento dei pedaggi, che considero il minimo provvedimento per venire incontro agli enormi disagi di automobilisti e trasportatori”.


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