Approvata dal consiglio regionale la legge per valorizzare il saltarello, tradizione che connota le Marche. Obiettivo quello di sviluppare un ulteriore canale promozionale della regione come fatto dalla Puglia con la pizzica salentina. La legge porta la firma del consigliere regionale della Lega Andrea Maria Antonini, presidente della 3a Commissione Ambiente e Territorio, e ha ricevuto il tributo di alcune associazioni che tengono viva la tradizione con un flash mob praticamente in diretta.
“Non abbiamo solo approvato una legge regionale: nel riconoscimento dell’eccellenza lavoriamo per trasformare in opportunità le nostre radici marchigiane – spiega Antonini - È dimostrato che una politica culturale attenta e che investe con pazienza sul binomio tradizione e formazione determina un forte riscontro turistico ed occupazionale. La legge sul saltarello è un ulteriore segnale che unire le tipicità immateriali a quelle materiali è la strada per tramandare, connotare e rilanciare”.
“Il saltarello non è solo una danza tradizionale: è un rituale che evoca quella socialità attiva e quella mutua solidarietà di cui nelle nostre comunità grandi e piccole sentiamo, purtroppo, la mancanza – aggiunge il capogruppo Renzo Marinelli - I marchigiani ci hanno dato il mandato di muoverci, pur tra i rituali della politica, come un unico corpo espressione della comunità regionale in tutte le sue sfaccettature proprio come fanno i danzatori di saltarello. Un anno esatto dopo aver ricevuto questo mandato rinnoviamo quindi anche simbolicamente il nostro impegno con una legge dalla forte componente identitaria”.
Il Consiglio regionale delle Marche approva la legge che valorizza il saltarello
Martedì, 19 Ottobre 2021 16:30 | Letto 802 volte Clicca per ascolare il testo Il Consiglio regionale delle Marche approva la legge che valorizza il saltarello Approvata dal consiglio regionale la legge per valorizzare il saltarello, tradizione che connota le Marche. Obiettivo quello di sviluppare un ulteriore canale promozionale della regione come fatto dalla Puglia con la pizzica salentina. La legge porta la firma del consigliere regionale della Lega Andrea Maria Antonini, presidente della 3a Commissione Ambiente e Territorio, e ha ricevuto il tributo di alcune associazioni che tengono viva la tradizione con un flash mob praticamente in diretta. “Non abbiamo solo approvato una legge regionale: nel riconoscimento dell’eccellenza lavoriamo per trasformare in opportunità le nostre radici marchigiane – spiega Antonini - È dimostrato che una politica culturale attenta e che investe con pazienza sul binomio tradizione e formazione determina un forte riscontro turistico ed occupazionale. La legge sul saltarello è un ulteriore segnale che unire le tipicità immateriali a quelle materiali è la strada per tramandare, connotare e rilanciare”.“Il saltarello non è solo una danza tradizionale: è un rituale che evoca quella socialità attiva e quella mutua solidarietà di cui nelle nostre comunità grandi e piccole sentiamo, purtroppo, la mancanza – aggiunge il capogruppo Renzo Marinelli - I marchigiani ci hanno dato il mandato di muoverci, pur tra i rituali della politica, come un unico corpo espressione della comunità regionale in tutte le sue sfaccettature proprio come fanno i danzatori di saltarello. Un anno esatto dopo aver ricevuto questo mandato rinnoviamo quindi anche simbolicamente il nostro impegno con una legge dalla forte componente identitaria”.
Approvata dal consiglio regionale la legge per valorizzare il saltarello, tradizione che connota le Marche. Obiettivo quello di sviluppare un ulteriore canale promozionale della regione come fatto dalla Puglia con la pizzica salentina. La legge porta la firma del consigliere regionale della Lega Andrea Maria Antonini, presidente della 3a Commissione Ambiente e Territorio, e ha ricevuto il tributo di alcune associazioni che tengono viva la tradizione con un flash mob praticamente in diretta.
“Non abbiamo solo approvato una legge regionale: nel riconoscimento dell’eccellenza lavoriamo per trasformare in opportunità le nostre radici marchigiane – spiega Antonini - È dimostrato che una politica culturale attenta e che investe con pazienza sul binomio tradizione e formazione determina un forte riscontro turistico ed occupazionale. La legge sul saltarello è un ulteriore segnale che unire le tipicità immateriali a quelle materiali è la strada per tramandare, connotare e rilanciare”.
“Il saltarello non è solo una danza tradizionale: è un rituale che evoca quella socialità attiva e quella mutua solidarietà di cui nelle nostre comunità grandi e piccole sentiamo, purtroppo, la mancanza – aggiunge il capogruppo Renzo Marinelli - I marchigiani ci hanno dato il mandato di muoverci, pur tra i rituali della politica, come un unico corpo espressione della comunità regionale in tutte le sue sfaccettature proprio come fanno i danzatori di saltarello. Un anno esatto dopo aver ricevuto questo mandato rinnoviamo quindi anche simbolicamente il nostro impegno con una legge dalla forte componente identitaria”.
“Non abbiamo solo approvato una legge regionale: nel riconoscimento dell’eccellenza lavoriamo per trasformare in opportunità le nostre radici marchigiane – spiega Antonini - È dimostrato che una politica culturale attenta e che investe con pazienza sul binomio tradizione e formazione determina un forte riscontro turistico ed occupazionale. La legge sul saltarello è un ulteriore segnale che unire le tipicità immateriali a quelle materiali è la strada per tramandare, connotare e rilanciare”.
“Il saltarello non è solo una danza tradizionale: è un rituale che evoca quella socialità attiva e quella mutua solidarietà di cui nelle nostre comunità grandi e piccole sentiamo, purtroppo, la mancanza – aggiunge il capogruppo Renzo Marinelli - I marchigiani ci hanno dato il mandato di muoverci, pur tra i rituali della politica, come un unico corpo espressione della comunità regionale in tutte le sue sfaccettature proprio come fanno i danzatori di saltarello. Un anno esatto dopo aver ricevuto questo mandato rinnoviamo quindi anche simbolicamente il nostro impegno con una legge dalla forte componente identitaria”.
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Cronaca