Stato dell'arte della ricostruzione. Le istituzioni incontrano i cittadini

Sabato, 13 Novembre 2021 21:21 | Letto 857 volte   Clicca per ascolare il testo Stato dell'arte della ricostruzione. Le istituzioni incontrano i cittadini Il Programma straordinario di ricostruzione di Camerino ha ottenuto il parere favorevole della Commissione permanente composta dai vari rappresentanti dei ministeri, della Soprintendenza, della struttura commissariale, della Regione e dellUSR. Presentato dallamministrazione comunale nel dicembre 2020, al PSR manca ora solo latto formale dellapprovazione con decreto da parte del Governatore delle Marche Francesco Acquaroli, vicecommissario alla ricostruzione.  Un passo in avanti per tutta la comunità lha definito il sindaco Sandro Sborgia aprendo lincontro pubblico servito ad illustrare lo stato dell’arte, i progetti in fieri della ricostruzione di Camerino e le sfide future, da affrontare insieme alle istituzioni e alla collettività.  In presenza allAuditorium Benedetto XIII, o collegati dal canale You Tube, molti  cittadini camerti hanno seguito con interesse lassemblea che ha riunito al tavolo i suoi principali protagonisti. Nel segno della collaborazione corale che caratterizza tutto il percorso di ricostruzione della città ducale, accanto al sindaco Sandro Sborgia sono intervenuti il rettore dell’Università di Camerino Claudio Pettinari, lArcivescovo Francesco Massara e larchitetto Francesco Karrer . Il prof Karrer guida il team di esperti incaricato della redazione del documento direttore e della realizzazione dei Piani attuativi relativi a parte del centro storico, al quartiere San Giorgio-Vallicelle e alle frazioni di Arnano, Sant’Erasmo, Calcina, Nibbiano e Piegusciano. Il sindaco Sandro Sborgia ha detto di aver ritenuto doveroso tornare a condividere quanto fatto, quanto in corso e quanto da farsi. Lavoro complicato e difficile che, insieme a tutti gli altri attori della ricostruzione, abbiamo cercato di rendere il più fluido possibile con tanto sacrificio e tanta forza di volontà. Lungi dall’essere un momento celebrativo per tirare bilanci o resoconti  - ha affermato – l’incontro di oggi è solo di condivisione. Di sicuro potevamo fare di più e meglio ma siamo consapevoli di aver fatto il possibile; penso che il lavoro fatto sia diretto a far sì che questa ricostruzione, che per tanto tempo ha stentato a decollare e che oggi vede i primi passi, potrà essere sicuramente portata a compimento anche in tempi ragionevoli. Il rettore di Unicam Claudio Pettinari ha ringraziato le amministrazioni comunali, con le quali in 5 anni lateneo ha lavorato in sintonia: Di problemi ce ne sono stati tanti ma ogni volta ci siamo seduti ad un tavolo e abbiamo cercato di risolverli- ha detto evidenziando che tutto il recupero che si fa è per riconsegnare ai giovani la speranza per un futuro sul territorio. La prima ricostruzione che dobbiamo fare è del tessuto sociale e delle persone che debbono abitare questi territori. Non era così scontato che una istituzione come luniversità dopo quello che è accaduto potesse rimanere. Noi che siamo la più grande azienda di questo territorio, giorno dopo giorno ci troviamo a competere con 80 atenei italiani che hanno risorse e strumenti incredibili per attrarre. Mantenere un ateneo qui non è qualcosa di semplice. Prima cosa su cui abbiamo puntato è stato rafforzare la valenza scientifica dellateneo; ci siamo fatti i muscoli e alla fine abbiamo ottenuto dei risultati che hanno consentito di accreditarci sul panorama nazionale. Sentire il Commissario europeo Gentiloni definire lUniversità di Camerino uneccellenza italiana ed europea di fronte ad una platea di 80 rettori, deve farvi sentire tutti orgogliosi come lo sono stato io. Secondo impegno di Unicam  è stato quello di realizzare delle strutture che prima non cerano, in grado di aumentare il valore e la qualità dellateneo. Pettinari si è poi soffermato sulla terza operazione iniziata nel marzo scorso, cioè il recupero di strutture universitarie interne alla città che saranno funzionali per la ripresa e lo sviluppo economico, turistico e sociale di Camerino. Questo è quello che faremo nel breve; come Unicam mi auguro di poter partecipare ai momenti di costruzione della città del domani. Una città che dovrà essere smart ma che deve essere vissuta e popolata. Fare massa critica, pur nella diversità di opinioni personali, è stato anche il leit motiv dellarcivescovo Francesco Massara: Tutti ci stiamo chiedendo che ricostruzione vogliamo fare e dove vogliamo andare: io sono dellopinione che non si può fare un recupero strutturale senza pensare ad una ricostruzione economica e sociale. Le tre ricostruzioni vanno insieme, altrimenti, potremmo rimettere a posto anche tutte le abitazioni ma avremo solo case vuote. Ognuno ha diritto a tornare fra le proprie mura ma occorre che la ricostruzione sia accompagnata da quella sociale ed economica. E dobbiamo lavorare tutti insieme; le opinioni diverse sono una ricchezza ma debbono poterci aiutare alla ricostruzione mentale e comunitaria. Inutile negare che la ricostruzione materiale incontri delle difficoltà anche notevoli, nella programmazione dei progetti, nei passaggi burocratici, nel problema delle macerie ancora irrisolto, in quello delle imprese e degli operai, nel caro prezzi e nella carenza dei materiali. Le difficoltà ci sono ma non dobbiamo scoraggiarci ed è per questo che serve lavorare insieme. Se ognuno lavora per sé, se ci facciamole piccole guerre tra di noi, non arriveremo da nessuna parte. Pur nella diversità di pensiero, la città deve lavorare insieme. Questo è importante per la ricostruzione materiale e per la stessa ricostruzione sociale. Sappiamo bene che la ricostruzione sarà lunga ma in primo luogo dobbiamo pensare a far innamorare i nostri ragazzi della città- ha sottolineato Mons. Massara-,  altrimenti  avranno case riparate ma non ci torneranno. Lavoriamo dunque affinché possano veramente partire i cantieri; intanto qualcosa di buono sta uscendo. Al seminario si sta lavorando per realizzare la casa per sacerdoti anziani e soprattutto il centro Pastorale e loratorio destinato ad accogliere i ragazzi  che per il prossimo autunno, speriamo di vedere già aperto insieme ai campetti. Come illustrato più tardi dalling. Carlo Morosi, responsabile tecnico per la progettazione Ufficio ricostruzione della diocesi, a gennaio potrebbero partire i lavori anche per il recupero del palazzo arcivescovile.  Tuttavia, la ricostruzione delle tante chiese lesionate, incontra delle forti criticità dovute a schede parametriche non corrispondenti al valore delledificio ecclesiastico da recuperare e ai costi effettivi dei lavori da eseguire.  È stato poi assicurato che tutte le chiese delle frazioni rimaste fuori dal piano dell’ordinanza 105, verranno inserite in un secondo piano.  Ci stiamo davvero mettendo tutte le nostre energie - ha concluso il vescovo Massara - . Le chiese vanno recuperate ma a me preme soprattutto recuperare anche le strutture che possano servire ai giovani come punto di riferimento e di ritrovo. E in questo senso, a breve riapriranno per i ragazzi i locali di San Venanzio. Perché  il futuro di queste città sono i giovani e dobbiamo fare in modo che possano rimanere.  Il contributo dei cittadini è importante perché aiuta a migliorarci. Siamo qui per lavorare  ma è importante camminare insieme. Il nostro interesse è ridare una speranza. Aiutate anche me a fare bene la ricostruzione.   Lo stato di avanzamento del processo di ricostruzione, è stato approfondito dal consigliere comunale delegato Luca Marassi, ricordando anche la definizione delle perimetrazioni dellagosto 2019 seguita a settembre dalla presentazione della costituzione degli aggregati e, due mesi dopo, da quella del Piano Straordinario di ricostruzione che per essere istruito e deliberato ha richiesto 11 mesi, ottenendo solo due giorni fa il parere favorevole della Commissione permanente. Marassi ha preannunciato la stipula di una imminente convenzione con luniversità per individuare insieme le linee guida e le attività strategiche per il rilancio socio economico di Camerino :Adesso è il momento di cominciare a pensare a rilanciare il territorio- ha dichiarato-. La sfida è rendere questa città viva . Quanto  ai numeri della ricostruzione privata ad oggi, a fronte di 1960 edifici privati inagibili, tra già finanziati o in attesa di esserlo, Camerino ad oggi ha 513 progetti finiti e caricati nella piattaforma. Sono inoltre 42 i privati che hanno rinunciato al contributo statale per vari motivi  e alcuni di essi,  per accelerare la ricostruzione di abitazioni con danno lieve hanno preferito la strada del 110 per cento. In seguito alla richiesta della struttura commissariale si sono inoltre aggiunte 1271 manifestazioni formali di volontà a ricostruire; secondo il calcolo dellamministrazione ne mancherebbero allappello 181 ma di questi circa 100 sarebbero edifici pubblici o di proprietà di enti. Data la scadenza prorogata al 15 dicembre Marassi ha sollecitato i privati a farsi responsabili nellesprimere questa volontà di ricostruzione del proprio immobile. La data è perentoria e, chi non lo farà non potrà poi ricostruire. Seguita da una stabilizzazione la rapida ascesa notata a settembre/ottobre 2020 nella presentazione dei progetti della ricostruzione leggera, mentre sulla scia dell’ordinanza 100 il trend in crescita ha riguardato i progetti di quella pesante. La maggior parte dei progetti (389) riguardano le frazioni, pochi invece quelli del centro storico. Camerino vede già decretati e finanziati  123 milioni di euro di ricostruzione privata. Se a maggio 2019 i cittadini che percepivano il contributo autonomo di sistemazione erano circa 3000, oggi ne sono 1800; cè infatti chi è rientrato nella propria abitazione ma anche chi, avendo deciso di acquistare una nuova casa  si è trovato a fare le spese col gap legislativo che gli ha fatto perdere il cas. Ad oggi 262 sono gli edifici decretati e i cantieri avviati e 156 gli edifici già riparati, la maggior parte dei quali si trovano nelle frazioni. Nel numero di decreti rilasciati e cantieri che possono iniziare, Camerino è il terzo comune delle Marche dietro a San Severino e Tolentino. La  stima dice che per la sola ricostruzione privata di Camerino lo stato dovrebbe alla città 800 milioni di euro. Il punto sullo stato delle messe in sicurezza in centro storico è stato fatto dalla consigliera Anna Ortenzi. “Siamo ormai alla fine – ha detto-; restano 4 edifici la cui demolizione va fatta con smontaggio controllato e che condizionano la completa riapertura di via Lili e in parte di via Favorino. Si tratta di palazzo Napolioni e dell’immobile finale di via Lili vicino al Liceo: in quest’ultimo caso c’è il progetto ma manca ancora il nulla osta della Soprintendenza. Gli ultimo 2 progetti di demolizione controllata sono in via Varino Favorino; anche qui il progetto c’è ma è da trasmettere alla protezione civile il quadro completo delle liberatorie dei privati. Via Bongiovanni invece è agli stati finali, manca solo la chiesa di san Francesco per la quale cè lautorizzazione della soprintendenza e a breve dovrebbe andare in appalto insieme allaggregato edilizio del Pincetto i cui proprietari hanno messo per iscritto la volontà di demolire .e depositeranno il progetto entro lanno. Quindi,  hanno chiesto di non procedere alla  messa in sicurezza dello stabile. Potremmo dunque presto riaprire la via sulla quale si trovano diversi  appartamenti agibili che potranno essere di nuovo abitati. Positiva la situazione anche per via Costanza Varano e via Morrotto; tutti gli appalti precedenti sono conclusi; è in corso solo lultimo che riguarda il Palazzo della Musica, la muratura e larco e la casetta sottostante al palazzo stesso. Dopodiché tutta la strada potrà essere riaperta, seppure sempre in coordinamento con la demolizione del Betti che sovrasta la via da un lato”. Primo incontro con la cittadinanza per il prof. Francesco Karrer, il cui intervento è servito ad illustrare il lavoro portato avanti finora dal suo team. L’architetto ha tenuto a sottolineare la dimensione sociale dellintervento di ricostruzione. “La dimensione culturale umana è assolutamente fondamentale riconoscerla e ritrovarla nei suoi valori e nei suoi segni quotidiani. Al gruppo di progettazione che io coordino è stato affidato il compito di studiare i Piani attuativi di ricostruzione che altro non sono che una visione unitaria espressa attraverso un documento unitario. Non un intervento edilizio diretto, ma un intervento edilizio mediato da una previsione unitaria. Una perimetrazione corrisponde alla identificazione di un ambito potenzialmente omogeneo con determinate caratteristiche ivi comprese quelle talvolta espressamente sociali. Abitare è come dire possedere, non solo materialmente ma in quanto uno spazio lo si vive e lo si abita. Ci vuole rispetto di chi abita quei luoghi e latteggiamento che io tengo è di avvicinarmi anche con una certa umiltà; quei luoghi sono di qualcun altro e io cerco di interpretarne  con lui le esigenze e provare a migliorarli. Questo è latteggiamento. Noi siamo stati incaricati di studiare i piani  attuativi di una porzione del  centro storico e di alcune frazioni e quartieri. Con coraggio lamministrazione ha voluto escludere una parte del centro storico dallintervento preordinato delle perimetrazioni e lasciare ai singoli la libertà di intervenire. Ai bordi- ha continuato Karrer - ci occuperemo di Borgo San Giorgio il cui agglomerato incorpora un pezzetto di centro storico e nel processo di ricostruzione questo elemento va valorizzato. Poi ci sono le frazioni che sono delle dimensioni e dei mondi diversi. Da un lato prevale lesigenza di ridisegnare una piazza e un elemento di aggregazione,  dallaltro ci sono  Borgo San Giorgio e  Vallicelle che vanno  ricostruiti in una logica nuova, ridando una forma allinsieme”. Vie di fuga  da ridisegnare, nuove occasioni di paesaggio  e punti di vista inaspettati possono aprirsi in centro storico in particolare da via Pieragostini. E per la Vallicelle del domani, un’edilizia garbata di case basse di due tre piani per un quartiere ripensato e rigenerato in maniera sostenibile. Ad illustrare lo stato dellarte e il work in progress delluniversità è stato poi il prorettore Vicario Graziano Leoni, seguito dallingegnere Carlo Morosi che ha rappresentato dei passi importanti che la ricostruzione degli immobili danneggiati di proprietà della Diocesi sta compiendo. c.c.
Il Programma straordinario di ricostruzione di Camerino ha ottenuto il parere favorevole della Commissione permanente composta dai vari rappresentanti dei ministeri, della Soprintendenza, della struttura commissariale, della Regione e dell'USR. Presentato dall'amministrazione comunale nel dicembre 2020, al PSR manca ora solo l'atto formale dell'approvazione con decreto da parte del Governatore delle Marche Francesco Acquaroli, vicecommissario alla ricostruzione. 
"Un passo in avanti per tutta la comunità" l'ha definito il sindaco Sandro Sborgia aprendo l'incontro pubblico servito ad illustrare lo stato dell’arte, i progetti in fieri della ricostruzione di Camerino e le sfide future, da affrontare insieme alle istituzioni e alla collettività. 
In presenza all'Auditorium Benedetto XIII, o collegati dal canale You Tube, molti  cittadini camerti hanno seguito con interesse l'assemblea che ha riunito al tavolo i suoi principali protagonisti.
Nel segno della collaborazione corale che caratterizza tutto il percorso di ricostruzione della città ducale, accanto al sindaco Sandro Sborgia sono intervenuti il rettore dell’Università di Camerino 
Claudio Pettinari, l'Arcivescovo Francesco Massara e l'architetto Francesco Karrer . Il prof Karrer guida il team di esperti incaricato della redazione del documento direttore e della realizzazione dei Piani attuativi relativi a parte del centro storico, al quartiere San Giorgio-Vallicelle e alle frazioni di Arnano, Sant’Erasmo, Calcina, Nibbiano e Piegusciano.
Il sindaco Sandro Sborgia ha detto di aver ritenuto doveroso tornare a condividere quanto fatto, quanto in corso e quanto da farsi.
"Lavoro complicato e difficile che, insieme a tutti gli altri attori della ricostruzione, abbiamo cercato di rendere il più fluido possibile con tanto sacrificio e tanta forza di volontà. Lungi dall’essere un momento celebrativo per tirare bilanci o resoconti  - ha affermato – l’incontro di oggi è solo di condivisione. Di sicuro potevamo fare di più e meglio ma siamo consapevoli di aver fatto il possibile; penso che il lavoro fatto sia diretto a far sì che questa ricostruzione, che per tanto tempo ha stentato a decollare e che oggi vede i primi passi, potrà essere sicuramente portata a compimento anche in tempi ragionevoli".
Il rettore di Unicam Claudio Pettinari ha ringraziato le amministrazioni comunali, con le quali in 5 anni l'ateneo ha lavorato in sintonia: "Di problemi ce ne sono stati tanti ma ogni volta ci siamo seduti ad un tavolo e abbiamo cercato di risolverli- ha detto evidenziando che tutto il recupero che si fa è per riconsegnare ai giovani la speranza per un futuro sul territorio. "La prima ricostruzione che dobbiamo fare è del tessuto sociale e delle persone che debbono abitare questi territori. Non era così scontato che una istituzione come l'università dopo quello che è accaduto potesse rimanere. Noi che siamo la più grande azienda di questo territorio, giorno dopo giorno ci troviamo a competere con 80 atenei italiani che hanno risorse e strumenti incredibili per attrarre. Mantenere un ateneo qui non è qualcosa di semplice. Prima cosa su cui abbiamo puntato è stato rafforzare la valenza scientifica dell'ateneo; ci siamo fatti i muscoli e alla fine abbiamo ottenuto dei risultati che hanno consentito di accreditarci sul panorama nazionale. Sentire il Commissario europeo Gentiloni definire l'Università di Camerino un'eccellenza italiana ed europea di fronte ad una platea di 80 rettori, deve farvi sentire tutti orgogliosi come lo sono stato io". Secondo impegno di Unicam  è stato quello di realizzare delle strutture che prima non c'erano, in grado di aumentare il valore e la qualità dell'ateneo. Pettinari si è poi soffermato sulla terza operazione iniziata nel marzo scorso, cioè il recupero di strutture universitarie interne alla città che saranno funzionali per la ripresa e lo sviluppo economico, turistico e sociale di Camerino. "Questo è quello che faremo nel breve; come Unicam mi auguro di poter partecipare ai momenti di costruzione della città del domani. Una città che dovrà essere smart ma che deve essere vissuta e popolata".
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Fare massa critica, pur nella diversità di opinioni personali, è stato anche il leit motiv dell'arcivescovo Francesco Massara: "Tutti ci stiamo chiedendo che ricostruzione vogliamo fare e dove vogliamo andare: io sono dell'opinione che non si può fare un recupero strutturale senza pensare ad una ricostruzione economica e sociale. Le tre ricostruzioni vanno insieme, altrimenti, potremmo rimettere a posto anche tutte le abitazioni ma avremo solo case vuote. Ognuno ha diritto a tornare fra le proprie mura ma occorre che la ricostruzione sia accompagnata da quella sociale ed economica. E dobbiamo lavorare tutti insieme; le opinioni diverse sono una ricchezza ma debbono poterci aiutare alla ricostruzione mentale e comunitaria. Inutile negare che la ricostruzione materiale incontri delle difficoltà anche notevoli, nella programmazione dei progetti, nei passaggi burocratici, nel problema delle macerie ancora irrisolto, in quello delle imprese e degli operai, nel caro prezzi e nella carenza dei materiali. Le difficoltà ci sono ma non dobbiamo scoraggiarci ed è per questo che serve lavorare insieme. Se ognuno lavora per sé, se ci facciamole piccole guerre tra di noi, non arriveremo da nessuna parte. Pur nella diversità di pensiero, la città deve lavorare insieme. Questo è importante per la ricostruzione materiale e per la stessa ricostruzione sociale. Sappiamo bene che la ricostruzione sarà lunga ma in primo luogo dobbiamo pensare a far innamorare i nostri ragazzi della città- ha sottolineato Mons. Massara-,  altrimenti  avranno case riparate ma non ci torneranno. Lavoriamo dunque affinché possano veramente partire i cantieri; intanto qualcosa di buono sta uscendo. Al seminario si sta lavorando per realizzare la casa per sacerdoti anziani e soprattutto il centro Pastorale e l'oratorio destinato ad accogliere i ragazzi  che per il prossimo autunno, speriamo di vedere già aperto insieme ai campetti". Come illustrato più tardi dall'ing. Carlo Morosi, responsabile tecnico per la progettazione Ufficio ricostruzione della diocesi, a gennaio potrebbero partire i lavori anche per il recupero del palazzo arcivescovile.  Tuttavia, la ricostruzione delle tante chiese lesionate, incontra delle forti criticità dovute a schede parametriche non corrispondenti al valore dell'edificio ecclesiastico da recuperare e ai costi effettivi dei lavori da eseguire È stato poi assicurato che tutte le chiese delle frazioni rimaste fuori dal piano dell’ordinanza 105, verranno inserite in un secondo piano. " Ci stiamo davvero mettendo tutte le nostre energie - ha concluso il vescovo Massara - . Le chiese vanno recuperate ma a me preme soprattutto recuperare anche le strutture che possano servire ai giovani come punto di riferimento e di ritrovo. E in questo senso, a breve riapriranno per i ragazzi i locali di San Venanzio. Perché  il futuro di queste città sono i giovani e dobbiamo fare in modo che possano rimanere.  Il contributo dei cittadini è importante perché aiuta a migliorarci. Siamo qui per lavorare  ma è importante camminare insieme. Il nostro interesse è ridare una speranza. Aiutate anche me a fare bene la ricostruzione".  
Lo stato di avanzamento del processo di ricostruzione, è stato approfondito dal consigliere comunale delegato Luca Marassi, ricordando anche la definizione delle perimetrazioni dell'agosto 2019 seguita a settembre dalla presentazione della costituzione degli aggregati e, due mesi dopo, da quella del Piano Straordinario di ricostruzione che per essere istruito e deliberato ha richiesto 11 mesi, ottenendo solo due giorni fa il parere favorevole della Commissione permanente. Marassi ha preannunciato la stipula di una imminente convenzione con l'università per individuare insieme le linee guida e le attività strategiche per il rilancio socio economico di Camerino :"Adesso è il momento di cominciare a pensare a rilanciare il territorio- ha dichiarato-. La sfida è rendere questa città viva ".
Quanto  ai numeri della ricostruzione privata ad oggi, a fronte di 1960 edifici privati inagibili, tra già finanziati o in attesa di esserlo, Camerino ad oggi ha 513 progetti finiti e caricati nella piattaforma. Sono inoltre 42 i privati che hanno rinunciato al contributo statale per vari motivi  e alcuni di essi,  per accelerare la ricostruzione di abitazioni con danno lieve hanno preferito la strada del 110 per cento. In seguito alla richiesta della struttura commissariale si sono inoltre aggiunte 1271 manifestazioni formali di volontà a ricostruire; secondo il calcolo dell'amministrazione ne mancherebbero all'appello 181 ma di questi circa 100 sarebbero edifici pubblici o di proprietà di enti. Data la scadenza prorogata al 15 dicembre Marassi ha sollecitato i privati a farsi responsabili nell'esprimere questa volontà di ricostruzione del proprio immobile. La data è perentoria e, chi non lo farà non potrà poi ricostruire.
Seguita da una stabilizzazione la rapida ascesa notata a settembre/ottobre 2020 nella presentazione dei progetti della ricostruzione leggera, mentre sulla scia dell’ordinanza 100 il trend in crescita ha riguardato i progetti di quella pesante. La maggior parte dei progetti (389) riguardano le frazioni, pochi invece quelli del centro storico. Camerino vede già decretati e finanziati  123 milioni di euro di ricostruzione privata. Se a maggio 2019 i cittadini che percepivano il contributo autonomo di sistemazione erano circa 3000, oggi ne sono 1800; c'è infatti chi è rientrato nella propria abitazione ma anche chi, avendo deciso di acquistare una nuova casa  si è trovato a fare le spese col gap legislativo che gli ha fatto perdere il cas. Ad oggi 262 sono gli edifici decretati e i cantieri avviati e 156 gli edifici già riparati, la maggior parte dei quali si trovano nelle frazioni. Nel numero di decreti rilasciati e cantieri che possono iniziare, Camerino è il terzo comune delle Marche dietro a San Severino e Tolentino. 
La  stima dice che per la sola ricostruzione privata di Camerino lo stato dovrebbe alla città 800 milioni di euro.
Il punto sullo stato delle messe in sicurezza in centro storico è stato fatto dalla consigliera Anna Ortenzi. “Siamo ormai alla fine – ha detto-; restano 4 edifici la cui demolizione va fatta con smontaggio controllato e che condizionano la completa riapertura di via Lili e in parte di via Favorino. Si tratta di palazzo Napolioni e dell’immobile finale di via Lili vicino al Liceo: in quest’ultimo caso c’è il progetto ma manca ancora il nulla osta della Soprintendenza. Gli ultimo 2 progetti di demolizione controllata sono in via Varino Favorino; anche qui il progetto c’è ma è da trasmettere alla protezione civile il quadro completo delle liberatorie dei privati. Via Bongiovanni invece è agli stati finali, manca solo la chiesa di san Francesco per la quale c'è l'autorizzazione della soprintendenza e a breve dovrebbe andare in appalto insieme all'aggregato edilizio del Pincetto i cui proprietari hanno messo per iscritto la volontà di demolire .e depositeranno il progetto entro l'anno. Quindi,  hanno chiesto di non procedere alla  messa in sicurezza dello stabile. Potremmo dunque presto riaprire la via sulla quale si trovano diversi  appartamenti agibili che potranno essere di nuovo abitati. Positiva la situazione anche per via Costanza Varano e via Morrotto; tutti gli appalti precedenti sono conclusi; è in corso solo l'ultimo che riguarda il Palazzo della Musica, la muratura e l'arco e la casetta sottostante al palazzo stesso. Dopodiché tutta la strada potrà essere riaperta, seppure sempre in coordinamento con la demolizione del Betti che sovrasta la via da un lato”.
Primo incontro con la cittadinanza per il prof. Francesco Karrer, il cui intervento è servito ad illustrare il lavoro portato avanti finora dal suo team. L’architetto ha tenuto a sottolineare la dimensione sociale dell'intervento di ricostruzione. “La dimensione culturale umana è assolutamente fondamentale riconoscerla e ritrovarla nei suoi valori e nei suoi segni quotidiani. Al gruppo di progettazione che io coordino è stato affidato il compito di studiare i Piani attuativi di ricostruzione che altro non sono che una visione unitaria espressa attraverso un documento unitario. Non un intervento edilizio diretto, ma un intervento edilizio mediato da una previsione unitaria. Una perimetrazione corrisponde alla identificazione di un ambito potenzialmente omogeneo con determinate caratteristiche ivi comprese quelle talvolta espressamente sociali. Abitare è come dire possedere, non solo materialmente ma in quanto uno spazio lo si vive e lo si abita. Ci vuole rispetto di chi abita quei luoghi e l'atteggiamento che io tengo è di avvicinarmi anche con una certa umiltà; quei luoghi sono di qualcun altro e io cerco di interpretarne  con lui le esigenze e provare a migliorarli. Questo è l'atteggiamento. Noi siamo stati incaricati di studiare i piani  attuativi di una porzione del  centro storico e di alcune frazioni e quartieri. Con coraggio l'amministrazione ha voluto escludere una parte del centro storico dall'intervento preordinato delle perimetrazioni e lasciare ai singoli la libertà di intervenire.
Ai bordi- ha continuato Karrer - ci occuperemo di Borgo San Giorgio il cui agglomerato incorpora un pezzetto di centro storico e nel processo di ricostruzione questo elemento va valorizzato. Poi ci sono le frazioni che sono delle dimensioni e dei mondi diversi. Da un lato prevale l'esigenza di ridisegnare una piazza e un elemento di aggregazione,  dall'altro ci sono  Borgo San Giorgio e  Vallicelle che vanno  ricostruiti in una logica nuova, ridando una forma all'insieme”.
Vie di fuga  da ridisegnare, nuove occasioni di paesaggio  e punti di vista inaspettati possono aprirsi in centro storico in particolare da via Pieragostini. E per la Vallicelle del domani, un’edilizia garbata di case basse di due tre piani per un quartiere ripensato e rigenerato in maniera sostenibile. Ad illustrare lo stato dell'arte e il work in progress dell'università è stato poi il prorettore Vicario Graziano Leoni, seguito dall'ingegnere Carlo Morosi che ha rappresentato dei passi importanti che la ricostruzione degli immobili danneggiati di proprietà della Diocesi sta compiendo. 
c.c.

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