Come già anticipato dal settimanale “Appennino Camerte” nel numero in edicola da oggi, un incontro informale tra il sindaco Sandro Sborgia e l’architetto Mario Cucinella è avvenuto in mattinata presso la sede provvisoria del comune di Camerino. Presenti anche il vice sindaco Lucia Jajani, il consigliere delegato alla ricostruzione Luca Marassi e l’assessore alla cultura e turismo Giovanna Sartori, il cordiale incontro con l’architetto ha rappresentato un ‘occasione di confronto e aggiornamento sui progetti riferiti alla ricostruzione della città.
Discussa la possibilità di approfondire alcuni aspetti delle linee strategiche che erano state costruite attraverso il laboratorio di progettazione partecipata WSR tenutosi nell’estate 2017 e che, elaborate dallo staff Cucinella, erano poi confluite nel Piano Strategico per Camerino. Alla luce dei cambiamenti comunque avvenuti nel corso di due anni, non è escluso che alcune delle indicazioni possano in qualche modo ancora applicarsi per talune zone della città e in particolare per il centro storico.
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Lo ha definito un incontro cordiale e molto positivo il sindaco Sandro Sborgia, fiducioso che nel processo di ricostruzione da avviarsi e nella nuova configurazione della città, possano attuarsi alcune delle proposte del grande architetto.
Piccolo sogno dell’archistar fin da quando vide per la prima volta Camerino, quello di segnare una ripartenza dalla cultura; più volte si era pronunciato sulla possibilità di riaprire il teatro comunale considerandolo come un passo significativo per tutta la comunità convinto che, riappropriarsi di luoghi di cultura, di qualche chiesa o di una piazza, perché no rivisitata, voglia dire riconquistare aggregazione, quotidianità e una normalità, a lungo attese da tutta la collettività.
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Tuttora uno scenario da dopoguerra quello che, a tre anni dal sisma, mostra il piccolo centro di Pieve Torina. Tra le zone dell’entroterra colpite dal sisma,forse è il paese che più di ogni altro ha demolito e messo in sicurezza, eppure, anche qui la ricostruzione tarda a farsi strada.
Stanno togliendo dignità alla popolazione- dice il sindaco Alessandro Gentilucci- Giorno per giorno, dagli occhi dei cittadini sta svanendo anche la speranza. Mi domando come sia possibile fare ancora dei proclami quando è ora trapassata di occuparsi dei fatti. Basta con le parole vuote- continua il sindaco- quella che attendiamo è una svolta seria, un cambiamento di rotta che possa garantire una ripartenza di territori che si stanno spegnendo. Quello che arriva, sarà il terzo inverno che passeremo con una popolazione decimata e oltretutto con problematiche ancora irrisolte sul fronte della scuola; non c’è dialogo fra istituzioni regionali e nazionali e in più ciò che il decreto prevede non viene approvato nell'imminenza e il personale aggiuntivo che deve scongiurare le pluriclassi, viene assegnato in tempi ritardati. Così proprio non va. Speriamo che l’incontro che avremo il 10 settembre con Filisetti riesca a sciogliere i nodi e a garantire celermente servizi ai nostri cittadini”.
Più e più volte il sindaco di Pieve Torina si è fatto portavoce dell’accorato appello ad una distinzione del cratere per fasce, sulla base dell’indice di danno, ma nessuna modifica è mai stata apportata per favorirla.
“Oggi chiediamo altro- continua Gentilucci- .Chiediamo che ci sia una priorità nella ricostruzione e nella visione delle pratiche dei cittadini di questi territori e, soprattutto, chiediamo che venga approntato un meccanismo che permetta a sindaci e tecnici di essere messi nelle condizioni di poter lavorare. Se esistono le condizioni per ricostruire ma sono diluite in un trentennio, la risposta è che i nostri territori montani non se lo possono permettere. A noi serve qualcosa di mirato, servono misure che possano agevolare i tecnici e la nostra ricostruzione. Avere Pieve Torina il primato di demolizioni, di ricostruzione di servizi o di altre attività che siamo riusciti a porre in essere, nel momento drammatico che stiamo vivendo, non serve.
Vedo davanti un inverno difficile che metterà a durissima prova il nostro commercio. I turisti sono sempre meno; non ci sono le case per poterli accogliere, c’è tutta una serie di problematiche che differenziano un cratere dove è effettivamente cambiata la vita
, da quel cratere in cui la vita non è cambiata ma ci sono solo danni ad alcune abitazioni.
Noi da qui rispondiamo con il 93% di inagibilità e 100% di edifici pubblici danneggiati. E’ un bollettino di guerra dal quale però non riusciamo a venire fuori- conclude- . Il miracolo italiano degli anni 60 che abbiamo invocato quest'estate attraverso tutta una serie di manifestazioni che volevano essere un accorato appello a tutte le istituzioni, oggi deve divenire realtà altrimenti rischiamo di perdere un pezzo d'Italia vera. E’ il pezzo d’Italia vera dove abbiamo deciso di vivere; io come tanti altri non ho deciso di trasferirmi sulla costa o altrove ma di vivere a Pieve Torina. Di questi territori io sono innamorato ed è la ragione per cui sto ancora lottando per cercare di ridare dignità a tutti coloro che come me hanno deciso di viverci”.




Carla Campetella
A tre anni dalle scosse dell'agosto 2016, i temi della ricostruzione, delle difficoltà normative e in primo luogo, della necessità di sviluppo  e di riaccendere il faro sulle zone devastate, hanno animato la serie di interventi che lo scorso sabato, si sono succeduti dalla piazza del Sottocorte village di Camerino. L' incrocio tra tradizione gastronomica e musica, grazie agli esperti del Museo delle Scienze di Unicam, ha lanciato anche un messaggio a favore di una maggiore consapevolezza civica su “eventi geologici tra passato e futuro”.
La speranza si costruisce solo se si vede che dietro c’è una progettualità - ha detto il rettore Claudio Pettinari – In un momento così difficile per tutto il Centro Italia, incredibile che nessun parlamentare abbia pronunciato la parola terremoto, né mai citato il nostro territorio. Il tema è che dobbiamo far sì che i riflettori non si spengano. La scienza aperta a tutti ci rende più consapevoli e, compito dell’università, è cercare di essere quello che è stato in 700 anni, fornendo le conoscenze che sono state messe a frutto e continuando a farlo, in un lavoro fatto insieme al territorio e alle comunità”.
Convinto della necessità di tenere vivo il problema e di rappresentarlo, il sindaco di Camerino Sandro Sborgia, le cui parole hanno invitato a non rassegnarsi, ad impegnarsi fattivamente, rimboccandosi le maniche, ognuno facendo per la sua parte.“ Il passato è l’insegnamento, per scrivere una nuova pagina per il futuro- ha affermato il primo cittadino-. Abbiamo l’obbligo di non dimenticare, ma anche di guardare al domani con una speranza in più; tutto dipende da ognuno di noi”.
Quella di essere comunità resilienti e reattive, capaci di riprendersi subito e di vivere la sofferenza in maniera dignitosa, sobria e concreta, è caratteristica delle popolazioni dell’Appennino. Lo ha evidenziato Daniele Salvi, capo Gabinetto della Presidenza del Consiglio regionale, sottolineando l’insospettata e inaspettata capacità reattiva della comunità di Camerino nel percorrere una via di cambiamento con tutte le sue istituzioni immediatamente all’opera, dalla diocesi al comune, dall'azienda Contram all'ospedale e col primario ruolo svolto dall’ateneo, subito al lavoro nel ristabilire l'ordinario, diventando fulcro di una serie di attività a supporto del territorio.
“Si poteva fare di più, molto è mancato ma non dimentichiamoci del tanto che è stato fatto. I vuoti ci sono ma - ha detto Salvi- in questi tre anni tanti movimenti si sono innescati, segno di una vitalità che non va smaltita e che ci dà la forza per conquistare alcune cose. Tema di fondo, è che dobbiamo tornare nell’agenda nazionale, assolutamente riconquistare la scena ed essere messi in cima alle priorità di questo Paese. Quanto al come- ha continuato – insieme alla mobilitazione che deve esserci, sono necessari un ruolo più incisivo delle istituzioni e una capacità ancora più alta di fare squadra tra di noi. Spero che il tema rientri nelle priorità programmatiche del governo che si va a ricostituire; in particolare, due i terreni sui quali la Regione è reattiva e che richiedono di fare squadra: il primo riguarda il pacchetto di emendamenti che l’ente regionale torna a proporre, chiedendo che vengano adottati:riguardano lo snellimento delle procedure, l'estensione del sisma bonus, il pagamento dei professionisti: misure tutte definite e che debbono seriamente essere prese in considerazione. Altro terreno - ha concluso-  è che non c’è ricostruzione senza sviluppo, soprattutto in aree che provengono da precedenti eventi disastrosi e già in declino, dove i tentativi fatti hanno solo drenato senza invertire. Qui  non ci può essere una logica dei due tempi che anteponga la ricostruzione allo sviluppo; necessari sono segnali forti subito, sul terreno delle opportunità, del lavoro, delle occasioni per i giovani, di mettere su famiglia, rimanere e  ritornare in queste zone. A due anni dal sisma, la Regione Marche è stata in grado di mettere in piedi un piano di ricostruzione e sviluppo che conta una rassegna di progetti cantierabili per un importo di 1 miliardo e settecento milioni e per un impatto di 10 mila nuovi occupati. Il piano è pronto con proposte concrete. Attendono solo un tavolo istituzionale, dove potersi sedere e parlarne”.


C C

“Si ricordano il 24 di agosto che ancora esistiamo; per tre o quattro giorni siamo stati sommersi da telecamere e interviste, passati i quali, torniamo nel più squallido anonimato”. E’ l’amara considerazione del sindaco di Visso Gianluigi Spiganti Maurizi che auspicherebbe una costante e concreta attenzione nel rappresentare le problematiche, tuttora gravi, che accomunano Visso, Camerino, Muccia, Pieve Torina, Ussita.

Se si spengono i riflettori, per noi è finita. Il problema dei problemi, è che finora non c’è stata un’adeguata considerazione e -sottolinea il sindaco- il governo che verrà dovrà darsi una mossa, perché qui non sappiamo più come doverci comportare. Abbiamo le mani legate, siamo soffocati dalla burocrazia; anche per spostare solo una penna, sono necessari cento passaggi. Se andiamo avanti così, quando potremo mettere mano alla vera ricostruzione? Questioni che suonano ormai come dette e ridette, col risultato che tutto quello che diciamo non fa che sbattere contro un muro di gomma e rimbalzarci addosso: nessuno che prenda un’ iniziativa concreta per sbrogliare questa gigantesca matassa o cambiare le cose che non vanno. Ci siamo sempre augurati che accadesse, ma per adesso, la situazione è ancora quella di sempre".  

Tra le note positive c’è che in un comune come Visso, il cui centro storico è totalmente devastato, nei fine settimana e durante tutto il periodo estivo, le presenze turistiche non si sono mai arrestate. “ Nel mese di agosto abbiamo registrato arrivi quasi tutti i giorni- dice il sindaco- Nei fine settimana, gente di passaggio da Ussita e Castelsantangelo si è vista, anche se si tratta di un turismo mordi e fuggi di chi arriva la mattina per ripartire la sera. Di certo- continua Spiganti Maurizi-, se qui non si mettono in testa di far realizzare qualche struttura ricettiva, persone che potrebbero fermarsi in zona una settimana o 15 giorni, restano impossibilitate a farlo. E’ vero che siamo devastati ma la montagna ha molto da offrire in fatto di paesaggio, ambiente e natura. Penso agli impianti sciistici di Frontignano anche lì c’è il problema grosso di ripartire e voglio dire che se c’è qualcosa da fare come amministrazione per aiutare Ussita in questa ripartenza, siamo disponibilissimi a farlo. A tal proposito ho intenzione di parlare col Commissario  prefettizio per rappresentargli che siamo prontissimi a collaborare per la nostra parte, per una felice soluzione di questo problema. E’ interesse di tuti i comuni della montagna maceratese l’essere collaborativi, in special modo nei confronti di centri come Ussita che più hanno risentito dello sfacelo. Siamo in diversi ad essere stati distrutti, a non avere più niente e, non sapendo come i nostri centri verranno ricostruiti e soprattutto, quando verranno ricostruiti, dobbiamo fare in modo almeno di salvaguardare il turismo naturalistico e dell’ambiente. Ci vuole un’attenzione diversa che finora non c’è mai stata: grandi cose in tre anni non si sono viste, prova ne sia che il poco realizzato proviene da donazioni private. Si poteva fare molto meglio; doveva essere una ricostruzione con sistema straordinario. L’ordinarietà di tutte le azioni comporta tanti passaggi da seguire dai vincoli paesaggistici a tutta una serie di limitazioni che, data la straordinarietà della situazione che viviamo, non ci permettono purtroppo un consistente margine d’azione ”.

C.C.
Accolti dall’Ufficio Speciale per la Ricostruzione i decreti attuativi delle perimetrazioni, approvate dal Comune di Camerino nella seduta consiliare dello scorso 15 luglio. Riguardano il centro storico, le frazioni di Arnano, Calcina, Nibbiano, Piegusciano, Sant’Erasmo, il quartiere di Vallicelle- Borgo San Giorgio.
I dettagli sono consultabili nella pubblicazione dell’estratto sul Bollettino Unico Regionale n.67 del 22 agosto 2019 o sulla pubblicazione nel sito della Regione Marche, avvenuta il 26 agosto 2019.
La procedura prevede che entro 10 giorni dalla pubblicazione sul sito istituzionale dell’ente regionale, gli atti di perimetrazione vengano definitivamente approvati dal presidente della Regione, Vice commissario della ricostruzione.
Come anche di recente annunciato dal sindaco della città ducale, è volontà dell’amministrazione comunale organizzare per i prossimi giorni del mese di settembre un’assemblea pubblica per parlare di ricostruzione e, in particolare, per informare e spiegare ai cittadini gli strumenti degli aggregati e dei consorzi.
Il sindaco di Camerino Sandro Sborgia 1
Esprime soddisfazione per il risultato raggiunto il sindaco Sandro Sborgia: “ Si è arrivati finalmente all’approvazione definitiva del piano delle perimetrazioni- afferma- un piano che vede notevolmente ridotta la zona perimetrata rispetto a quella indicata dalla precedente amministrazione e questo, per far sì che si velocizzi il percorso per arrivare alla presentazione dei progetti e quindi all’autorizzazione alla spesa che dà luogo di seguito all’avvio dei lavori di ricostruzione.
E’ soltanto l’inizio- conclude il primo cittadino- Prossimamente ci sarà una riunione pubblica in quanto l’amministrazione comunale ha intenzione di coinvolgere la popolazione su quelli che saranno i prossimi passi e in considerazione della  necessità che il processo di ricostruzione sia partecipato e possa anche avvalersi della costituzione dei consorzi, in modo tale che gli interventi siano adeguati al tipo di strutture che dovranno essere ricostruite. A breve faremo sapere quale sarà la data e il luogo dell’incontro pubblico, in maniera tale che la cittadinanza possa avere le informazioni necessarie per poter procedere alle attività amministrative conseguenti”.

C.C.
Entro 5 giorni partiranno i lavori di messa in sicurezza di tre edifici in via Camillo Lili, nel centro storico di Camerino. Si riparte dunque con opere che negli ultimi mesi avevano subito un forte rallentamento, tanto da essere interrotte nell’aprile scorso. Conferiti gli incarichi di affidamento alla ditta aquilana risultata aggiudicataria per un importo di circa 125 mila euro con un ribasso del 25 per cento. Esprimono soddisfazione il sindaco Sandro Sborgia e tutta l’amministrazione comunale il cui obiettivo è quello di mettere in sicurezza il cuore storico della città e di restituirlo nel più breve tempo possibile alla comunità. “ “Speriamo – afferma il sindaco Sborgia- di poter andare spediti in questo percorso che ci consentirà man mano di riappropriarci di una zona rossa a lungo interdetta e di potervi rientrare “.
C.C.
A tre anni dal sisma che ha colpito il centro Italia, e in particolare le Marche, Fondazione Symbola ha presentato un report sullo stato della ricostruzione, un’analisi critica delle difficoltà e dei ritardi accumulati e le proposte per avviare la rinascita delle comunità e dei territori.
A spiegare quanto emerso dall'elaborazione dei dati ufficiali, le cui fonti sono quelle del sito del commissario e della Regione, è il segretario generale della fondazione, Fabio Renzi ai microfoni di Radio C1: "Su 46mila edifici privati danneggiati nelle Marche - spiega - , con danno lieve e grave, gli edifici con progetto di ripristino presentati sono solo 6000: il 13%.
Mentre gli edifici per cui sono stati autorizzati intervento e finanziamento sono 2800, appena il 6%, e non significa che abbiamo cantieri aperti per questa percentuale. La quota  infatti scende, perchè una volta che è stato autorizzanto l'intervento bisogna attendere la procedura da fare con la banca.
Le pratiche esaminabili dagli uffici incaricati, all'anno, sono 1250, una percentuale del 2.7% annua. I progetti presentati ogni anno sono in media 3500, mentre la media mensile è di circa 300 pratiche.
Significa - aggiunge Renzi - che per la sola presentazione di tutti i progetti ci vorranno 15 anni. Questi dati ci parlano di una prospettiva di ricostruzione di 30 o al massimo 35 anni. Noi finiremmo, andando avanti con questi tempi, nel 2044 o al massimo 2049. Un report complesso - conclude - quello che abbiamo presentato, molto ricco, ma molto chiaro. Abbiamo fatto lo stato dell'arte e una analisi critica su quali sono le storture che hanno portato a questo esito e abbiamo presentato le nostre proposte, grazie alle quali si potrebbe anticipare la fine della ricostruzione fisica  al 2030".

Tra le proposte, un paragone con il ciclismo: "Quando si corrono gare importanti  -dice - gli atleti si trovano sulla linea di partenza e cominciano la corsa. Solo a fine gara vengono fatti i controlli antidoping. Se i controlli venissero fatti all'inizio, ogni gara durerebbe settimane. Dovremmo ragionare così anche con la ricostruzione e i professionisti che se ne occupano: sono esperti che hanno superato un esame di stato per iscriversi ai rispettivi ordini. Facciamoli correre, poi alla fine faremo gli eventuali controlli".

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Ripartono i lavori sul fronte sisma a Camerino. Firmate dal sindaco Sandro Sborgia due ordinanze di demolizione per un edificio in frazione Strada e uno a Valle Vegenana. Avviate anche le procedure per la messa in sicurezza di tre edifici nel centro storico per la cifra di 170mila euro. Dopo un periodo prolungato di stallo, torna a muoversi anche la situazione riguardante il cuore della città. "Finalmente abbiamo rimesso in moto la macchina sul fronte sisma e ricostruzione - ha detto il sindaco Sandro Sborgia - Dobbiamo recuperare il tempo perduto che ha visto eseguite solo poche demolizioni in quasi tre anni. Siamo solo all'inizio. Anche il centro storico ha vissuto mesi di stasi completa. Le nuove messe in sicurezza saranno appaltate la prossima settimana quando saranno verificate le offerte delle imprese che hanno partecipato alla gara per l'aggiudicazione dei lavori".

Una settimana che ha visto l'amministrazione impegnata su più fronti. A partire dall'incontro a Roma con Angelo Borrelli, capo della Protezione civile nazionale, che ha dato l'ok per la nuova sede temporanea del Comune.
Continua il rapporto con Unione Montana, Agenzia del Demanio e Comando regionale dei Carabinieri affinché si definisca la firma dell'accordo tra le parti per dare il via ai lavori della nuova sede dei Carabinieri di Camerino, in una parte dello stabile dell'Unione Montana per cui sono già stati previsti 5milioni di euro per l'adeguamento.
Questa sera (sabato 27 luglio) il primo cittadino Sandro Sborgia sarà ospite a Lajatico in provincia di Pisa, al teatro del Silenzio per incontrare Andrea Bocelli dando seguito all'iter avviato per la ricostruzione della Scuola della Musica di cui si occuperà la fondazione che porta il nome del noto artista. Intavolata nei giorni scorsi anche una riunione tecnica con gli assessori Sfascia, Fanelli e Sartori, l'ufficio tecnico e la Croce Rossa per definire gli aspetti inerenti alla costruzione della nuova casa di riposo, "Casa Amica", sbloccata qualche settimana fa.
Nonostante le difficoltà più volte dichiarate dal sindaco di Pieve Torina, Alessandro Gentilucci, in merito alla ricostruzione dei paesi colpiti dal sisma, e forse proprio per dare un segnale controcorrente e far toccare con mano l’ostinazione sua e dei sindaci perché il territorio dell’entroterra marchigiano non si trasformi in un deserto, hanno preso il via a Pieve Torina i primi lavori di ricostruzione post terremoto su edifici residenziali di pubblica proprietà, che porteranno diverse famiglie a riappropriarsi di una casa vera e propria abbandonando le SAE entro il prossimo mese di ottobre. “Sono circa 600 i concittadini che, oggi, vivono nelle cosiddette casette - sottolinea Gentilucci - situazione frutto dei disastrosi eventi che hanno devastato il nostro comune nel 2016 rendendo inagibile il 93% degli edifici privati e la totalità di quelli pubblici. Situazioni che vorremmo fossero davvero provvisorie ma che invece rischiano di trascinarsi per anni. Ecco perché, con determinazione e grande forza di volontà, ci siamo adoperati affinché si potessero attivare, in tempi relativamente brevi, tutte le procedure per il recupero strutturale mediante miglioramento sismico di una palazzina sita in via Marconi, a ridosso della SP 209, ed altre due dislocate nelle frazioni. Un primo passo sulla via della ricostruzione, per noi importante e fortemente significativo, proprio per dare un segno della nostra volontà di rimanere qui, di non abbandonare i luoghi in cui siamo nati e vissuti”. L’intervento, che riguarda un edificio di proprietà comunale di circa 340 mq di superficie complessiva distribuiti su due piani, è realizzato ai sensi dell’ordinanza del Commissario straordinario n° 27 del 9 giugno 2017, e prevede un importo dei lavori di 255 mila euro finanziato grazie ai contributi resi disponibili dallo Stato.

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lavori al nido

“Non ci fermiamo qui” continua Gentilucci. “In questi giorni abbiamo dato il via ai lavori per la costruzione dell’asilo nido in via Betti, in un’area attigua alla scuola materna, con una struttura all’avanguardia che ingloberà nei suoi spazi anche alcuni alberi di un parco giochi. Si tratta di un progetto totalmente antisismico, a bassissimo consumo energetico e con soluzioni ecologiche, naturali e sostenibili. Per realizzare l’edificio, che dovrà avere anche una valenza di spazio civico aperto alla cittadinanza, abbiamo scelto una filosofia costruttiva positiva, che non prevede appunto l’abbattimento di alberi ma che anzi ne valorizza la funzione perché, come diceva Herman Hesse, «gli alberi sono santuari, e chi sa parlarci, chi riesce ad ascoltarli, conosce la verità».”
Intanto si è partiti con la messa in sicurezza delle alberature presenti e lo smontaggio e rimozione delle infrastrutture ed arredi. Il cantiere poi proseguirà con una tempistica che prevede la conclusione dell’intervento, finanziato totalmente con fondi privati, entro un paio di anni.
“Il nostro impegno, come amministrazione, è quello di creare le condizioni perché Pieve Torina possa resistere al disastro che le è piombato addosso. Di certo è difficile coltivare la speranza in un contesto cittadino che è ancora contorniato di rovine e dove, a parte qualche rara eccezione, non è praticamente partito nulla in termini di ricostruzione a più di due anni e mezzo dal sisma. Se il sistema pubblico nel suo complesso non si attiverà finalmente con un processo virtuoso, arriveremo al paradosso di avere edifici scolastici nuovi e all’avanguardia ma vuoti, perché non si raggiungerà il numero minimo di studenti per garantirne la sopravvivenza. Lotterò con tutte le mie forze per scongiurare questo pericolo”.

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lavori in Via Marconi

Insieme al Maestro Bocelli, tanti volti noti, amici di ABF, domani alle 15.30 a Muccia (Mc), in occasione della cerimonia di inaugurazione – aperta al pubblico – della nuova scuola primaria e dell’infanzia “E. De Amicis” realizzata in 150 giorni. Sarà il fondatore di ABF in persona ad inaugurare, domani a partire dalle ore 15.30, la scuola di istruzione primaria e dell’infanzia “E. De Amicis” di Muccia, località marchigiana tra le più colpite dal sisma del 2016. La cerimonia, aperta al pubblico, avrà luogo prezzo la piazza antistante l’edificio, a ridosso della zona rossa del centro storico del paese, ancora inagibile.

Insieme ad Andrea Bocelli, tanti amici della fondazione che porta il suo nome, dalla ambassadress ABF Catrinel Marlon ad Andrea Griminelli, da Carlo Bernini e Ilaria Della Bidia.
All’evento, al quale è stato concesso il patrocinio della Camera dei deputati, parteciperà un’ampia rappresentanza delle istituzioni locali e nazionali, dal Commissario alla ricostruzione Piero Farabollini al Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, dall’Arcivescovo di Camerino Monsignor Francesco Massara al Sindaco di Muccia Mario Baroni, a molti suoi colleghi dell’area del cratere sismico. Attraverso un proprio messaggio, anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sottolineerà il proprio compiacimento per l’iniziativa filantropica.

Così come nella non lontana Sarnano, dove ABF lo scorso anno è stata protagonista di un progetto filantropico gemello, a Muccia sono stati rispettati i tempi dichiarati ad inizio lavori: centocinquanta giorni, per edificare il nuovo plesso scolastico che accoglierà gli alunni dell’asilo e delle “elementari”.

Previsto un momento musicale, a ridosso del taglio del nastro, con la voce del celebre tenore accompagnata da un gruppo di giovanissimi strumentisti a fiato, in rappresentanza degli allievi della Scuola di musica di Camerino.

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i lavori di realizzazione della scuola

La realizzazione di questa ulteriore scommessa filantropica firmata dalla Fondazione Andrea Bocelli è stata resa possibile anche grazie al prezioso, generoso sostegno di partner quali Generali Italia, Poligrafici Editoriale Spa, Fondazione Mediolanum Onlus, Order Sons And Daugthers Of Italy In America, Psc Group, Famiglia Angelini Welch, Subissati, Columbus Citizens Foundation, Chopard, Palazzo Tornabuoni-Firenze-Soci Fondatori, Future Tech Enterprise Inc., Schnell, Gnutti Cirillo Spa, Pizzardi Editore, Club Z3mendi, Eko Music Group, Tecno Iti Srl, Faeber, Electrolux Manzoni Group, Funplay, Famiglia Massimo Rebecchi, Fondazione Varaldo Di Pietro, Gruppo Giardini Pistoia, Vesmaco, Abb Stabilimento di Terranuova Bracciolini, Fruttilandia, Tif, Associazione Piano Friends, SIAE, Prodea e molti altri. Fondamentale, inoltre, la campagna SMS solidale “Con te” lasciata lo scorso settembre dal palco dell’Arena di Verona, a supporto del progetto.

L’edificio scolastico, progettato da Ing. Paolo Bianchi, coinvolge una superficie di circa 1000 metri quadrati e propone spazi comuni ampi, da utilizzare per lezioni informali, per leggere o semplicemente per socializzare. ABF, attraverso un team di esperti, ha puntato sulla realizzazione di un luogo integrato con la comunità, con le tipicità locali, in grado di rispondere anche ai desiderata dei piccoli studenti: dallo spazio per la coltivazione delle erbe aromatiche all’acquario, ad una mensa al centro di una ideale “agorà” dove si trova anche un pianoforte, simbolo dell’indirizzo spiccatamente musicale della scuola.

La nuova “De Amicis” utilizza la tecnologia “Platform Frame” a telai di legno, garantendo il più alto grado di resistenza disponibile alle scosse sismiche e certificando la scuola in classe d’uso IV, tra gli edifici “con funzioni pubbliche o strategiche importanti, anche con riferimento alla gestione della protezione civile in caso di calamità”.
Laddove sorgeva il plesso formativo compromesso dal terremoto, oggi grazie alla Fondazione Andrea Bocelli, al via una scuola nuova, funzionale, sicura ed ecosostenibile, intorno alla quale l’intera comunità potrà finalmente ripartire.
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l'atrio della nuova scuola 

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