In arrivo una ordinanza per garantire il pagamento alle imprese dei cantieri del sisma. Era stata annunciata ieri da alcune indiscrezioni vicine al Commissario Giovanni Legnini.
“E’ fondamentale pagare subito le aziende - dice il governatore regionale - . Con le sospensioni dei cantieri edili nella ricostruzione post-sisma, dovute all’emergenza Covid-19, si è aperto un problema grave e urgente sui pagamenti dei lavori effettuati fino allo stop. Abbiamo sollecitato il commissario Legnini e siamo d’accordo sull’ emanazione, a breve, di una nuova ordinanza che garantirà il pagamento alle imprese per gli stati di avanzamento anche se nono state raggiunte le soglie previste – spiega il presidente Ceriscioli - Una richiesta fondamentale che ci arriva del settore edile delle associazioni di categorie delle Marche che hanno bisogno di un sostegno reale in questo momento di grande difficoltà.
L’ordinanza ormai imminente affronta il caso in cui i lavori effettuati fino alla sospensione dei cantieri non abbiano raggiunto le percentuali che consentono i pagamenti. Per noi è prioritario superare il requisito della percentuale da raggiungere e garantire la liquidità immediata alle ditte e con questo nuovo atto si tratta di assicurarne l’applicazione da parte di USR e banche affinché le imprese esecutrici siamo in grado di rispettare i propri impegni per il regolare pagamento dei propri fornitori, lavoratori e prestatori di servizi. Un altro colpo alla nostra economia non sarebbe più sostenibile in questa situazione di totale emergenza”.

GS



















































Il Commissario alla Ricostruzione, Giovanni Legnini ha appena firmato due ordinanze. Una, la 94, attesa da oltre un anno e mezzo, riguarda l'anticipo del 50% delle parcelle ai professionisti per i progetti presentati. Si parla di parecchie decine di milioni di euro che saranno pagati al più presto, perché l'ordinanza è immediatamente esecutiva ed il trasferimento dei fondi agli Uffici Sisma per i pagamenti, in unica tranche, avverrà subito. La seconda ordinanza chiamata "Omnibus"  ne modifica altre otto, e dovrebbe essere l'ultima di questo genere, perché si è già cominciato a lavorare sul testo unico delle ordinanze sulla ricostruzione.
L’Ordinanza 94 stabilisce anche i meccanismi per il loro recupero al momento della concessione del contributo, prevede il trasferimento immediato e in unica soluzione delle risorse necessarie agli Usr per i pagamenti ed è immediatamente esecutiva.
Il secondo provvedimento apporta invece una serie di modifiche ai testi di ben otto precedenti Ordinanze, anche per recepire le novità introdotte dalle norme di legge che si sono succedute. "Un intervento di manutenzione necessario - si legge sul sito del Governo - , ma complesso, e che rafforza ancor più l’impegno del Commissario ad arrivare in tempi brevi alla redazione di un Testo Unico delle Ordinanze sulla ricostruzione.

L’Ordinanza Omnibus recepisce le nuove norme che ammettono a contributo anche le spese per le imposte comunali di occupazione del suolo pubblico per i cantieri di ricostruzione di abitazioni e impianti produttivi con danni lievi o pesanti, e che regolano la cessione degli immobili danneggiati che hanno diritto al contributo pubblico per la ricostruzione. "Vengono poi recepite le nuove regole approvate dal Parlamento - si legge - , più favorevoli per i proprietari, per la ricostruzione delle abitazioni con murature molto spesse che devono rispettare le sagome originali. Le somme necessarie ai Comuni per gli espropri dei terreni destinati alla delocalizzazione degli immobili vengono messe ora a disposizione prima della pianificazione delle opere di urbanizzazione, per la quale si prevede un anticipo delle spese".

L’Ordinanza chiarisce anche la valutazione dei danni per le abitazioni che hanno subito, oltre a quelli del 2016, i terremoti del ’97-‘98 e del 2009, stabilendo che "ai fini della verifica di ammissibilità del contributo la data da prendere a riferimento è quella dell’evento sismico che ha causato il primo danneggiamento, ed estende al 31 dicembre 2020 i termini per le domande di delocalizzazione definitiva delle strutture agricole e zootecniche". 

GS
Si definisce lui stesso "bastian contrario" il sindaco di Caldarola, Luca Maria Giuseppetti, esprimendo il suo disappunto nei confronti della riunione in programma domani pomeriggio a Camerino con gli amministratori e il nuovo commissario alla ricostruzione Giovanni Legnini.

“Da tutte le parti le raccomandazioni sono univoche - esordisce Giuseppetti - , le parole d'ordine sono: evitate ogni forma di contatto, restate a casa, se potete non frequentate posti affollati e limitate il più possibile luoghi di aggregazione. A cosa serve, allora - si chiede il sindaco -, la riunione che con tutti i sindaci coinvolti dal sisma del 2016? 

Sono passati quasi 4 anni dagli eventi sismici e poco è stato fatto - aggiunge - , le riunioni convocate non hanno portato a decisioni determinanti, quindi qual è l’utilità della convocazione di domani, in piena emergenza coronavirus, se non mettere a rischio i primi cittadini che poi potrebbero diffondere il contagio nei loro paesi. Oltretutto - prosegue - alla riunione è prevista la presenza del presidente Ceriscioli, proveniente da Pesaro, zona arancione, dove i residenti non possono uscire se non per motivi urgenti di salute. Anche il commissario per la ricostruzione in questi giorni praticamente sta girando mezza Italia ed è a contatto diretto anche con cittadini a rischio contagio. 

Non mi tiro indietro - conclude - , non l'ho mai fatto e non lo farò in futuro, ma trovo irresponsabile, nonostante le tante raccomandazioni, convocare questa riunione assolutamente non urgente. Mi aspettavo un rinvio, com'è logico che fosse, visto che sono state rimandate cose molto più impellenti, non capisco come mai questa conferenza sia ancora confermata e non posticipata di qualche settimana, e soprattutto mi stupisce come mai nessuno fino a questo momento abbia sollevato il problema". 

Il sindaco di Caldarola, che più volte ha minacciato di restituire la fascia a causa della lentezza della ricostruzione, stupisce alla vigilia di un incontro che riguarda proprio il sisma e le difficoltà per ripartire. Da giorni, infatti, il timore dei terremotati è che il coronavirus possa essere l'ennesimo motivo per surclassare la situazione del Centro Italia e, forse, sapere che il nuovo commissario voglia andare avanti, nonostante l'emergenza sanitaria, potrebbe essere motivo di rassicurazione.

GS

Ricostruire Castelsantangelo sul Nera con le idee di tutti i cittadini.
E' l'obiettivo del sindaco Mauro Falcucci che, con un avviso alla popolazione residente e non, ha deciso di coinvolgere 
la popolazione interessata e le associazioni nate dopo il sisma in paese.
E' in programma sabato 7 marzo alle 9 un incontro nella sala polifunzionale "Casa amici del Trentino" il primo di
 una serie di incontri pubblici inerenti la campagna di Ascolto Attivo di comunicazione e del  processo partecipativo che ha l'obiettivo di redigere il Piano Attuativo di Ricostruzione.
"
Tutti coloro i quali hanno un interesse personale e concreto - si legge nella nota a firma del primo cittadino - e le associazioni o gli organismi di partecipazione popolare comunque denominati e costituite per la tutela  di interessi diffusi, possono partecipare e formulare proposte per la redazione degli strumenti urbanistici attuativi e per le misure in materia di pianificazione e sviluppo territoriale".
Un messaggio importante quello che arriva dall'amministrazione di Castelsantangelo sul Nera che, ancora una volta, dimostra di non volersi arrendere alla distruzione, ma di voler unire le forze per ripensare ad una Castelsantangelo nuova con i cittadini che la amano.

GS
Due nuovi appartamenti popolari tornano agibili nella ex scuola di Stigliano, a San Severino. Nonostante la lentezza del sistema di ricostruzione post sisma, il Comune ha raggiunto un altro piccolo grande traguardo: a tre anni dal terremoto, sabato saranno consegnati due alloggi ad altrettante famiglie. La cerimonia è prevista per le 10:30. La struttura si trova lungo la provinciale 121, dietro la chiesa della frazione, e nell'ottobre 2016 era stata lesionata dalle scosse. I lavori rientravano nell'ordinanza relativa alla riparazione del patrimonio edilizio pubblico destinato ad abitazione e sono stati quindi finanziati dal commissario straordinario. Ad eseguire le opere, l’impresa Sardellini Costruzioni Srl di Macerata per un importo di oltre 300mila euro. I lavori sono consistiti nel rifacimento di tutte le tramezzature, di una porzione e della struttura portante del tetto, nella sostituzione di alcuni elementi della copertura, nella realizzazione di un intonaco armato e del cappotto esterno oltre che di un vespaio areato. L’edificio è stato inoltre dotato di nuovi impianti.
g.g.


Festa grande a Ripe San Ginesio. Una cerimonia solenne e carica di emozione ha siglato la riapertura della chiesa di San Michele Arcangelo. Una piazza gremita ha atteso il taglio del nastro davanti al sagrato. Immensa la gioia di tutti, a cominciare dal sindaco Paolo Teodori. Presenza speciale quella dell'arcivescovo Francesco Massara che ha presieduto la solenne messa, animata dal coro e partecipata dalle confraternite del paese. Alla cerimonia hanno preso parte le autorità militari e civili, l'assessore regionale Angelo Sciapichetti, il presidente dell'Unione Montana Monti Azzurri Giampiero Feliciotti, sindaci e rappresentanze dei comuni di San Ginesio, Sarnano, Colmurano, Camporotondo di Fiastrone. 
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"Uno dei momenti più belli che una comunità possa vivere è la restituzione di luoghi come questo"- ha detto mons. Massara, durante la messa che ha celebrato l'Immacolata Vergine Maria. "Questo luogo fa parte della vostra vita. La chiesa rappresenta l'identità di una comunità; potervi rientrare dopo tanto tempo è motivo di gioia per ognuno". A commento del Vangelo del giorno e nel cogliere la similitudine con l'annuncio dell'angelo ascoltato dalla Madonna, ha invitato tutti i presenti a sentire la pace e rallegrarsi nei cuori  "La vera gioia viene dal Signore, pensate alla gioia che la Vergine ha sentito nel suo cuore seppure turbato. Noi stessi nelle nostre vite proviamo turbamenti ma come il Signore ha detto alla Madonna, non dobbiamo temere. La certezza che Dio è con noi ogni giorno, deve essere dentro di noi".

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In occasione della riapertura dell'edificio appena restaurato, l'arcivescovo  ha voluto affidare all'intercessione della Madonna tutte le famiglie del paese, affinchè varcando quella soglia, possano trovare la pace di Dio. "Ma uscendo da quella porta, dobbiamo imparare ad amare e a condividere l'amore anche in famiglia. Spesso anche nell'intimità delle case o nei luoghi di lavoro- ha detto Mons. Massara-  capita che ci incrociamo ma non ci incontriamo. La prima chiesa è quella che possiamo vivere dentro la famiglia imparando ad incontrarci nelle piccole cose e ad ascoltarci; proviamo a riscoprire attraverso la Madonna la preghiera dell'ascolto. Che nelle vostre case possa nascere questa piccola chiesa domestica, da vivere attraverso l'ascolto e il perdono. Natale deve essere occasione per ritrovare la pace. Facciamo piccoli gesti concreti attraverso i quali ricostruire la bellezza di essere chiesa e di essere cristiani, riscoprendo anche piccole parole, come il dire grazie". Con l'avvicinarsi della luce del Natale, ancora un pensiero rivolto alle famiglie: "Al Natale spesso si abbinano tanti regali, ma il regalo più grande  che i genitori possono fare ai propri figli, è il tempo. Che i figli possano godere del vostro tempo e possano essere destinatari di tutto il bello che una famiglia può donare".
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Emozione nelle parole di saluto e ringraziamento rivolte a tutti i presenti dal primo cittadino Paolo Teodori che in primo luogo, hanno raggiunto il parroco don Ottaviano Tordini per sottolineare che la restituzione della chiesa è da interpretarsi come un regalo di Natale dedicato a lui. "Ricorderemo questa emozione per tutta la vita - ha detto il sindaco-  Riaprire un luogo sacro, oltre al significato religioso racchiude tanto altro: per piccole comunità come la nostra, la chiesa è un luogo di ritrovo, un segnale importante perché ci fa capire che le popolazioni non si disperdono, che restano e non mollano. E il segnale è ancora più forte per i nostri giovani, affinchè da questi luoghi possano trovare un futuro.  Il territorio cambierà se alla ricostruzione degli edifici si accompagnerà quella della comunità, se si potranno  favorire le occasioni di lavoro e turismo. Alla politica chiedo che si faccia il possibile perché alle case si accompagni uno sviluppo". Visibilmente commosso il parroco di San Michele Arcangelo che, con il cuore in mano, ha ringraziato  tutte le persone che si sono prodigate con impegno per rendere ancora più luminosa e accogliente la riapertura solenne.
Terminata la cerimonia religiosa, la festa è continuata nella piazza e lungo le vie del bellissimo borgo, pieno di luci, forte di una nuova speranza.
cc
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Preoccupazione riguardo ai tempi necessari per poter usufruire del comprensorio sciistico di Frontignano di Ussita è stata espressa dall'Associazione Pro Frontignano attraverso una lettera aperta diffusa tramite la stampa. In essa il direttivo dell'associazione mette in evidenza come a fronte di finanziamenti già concessi per i 15 interventi necessari al ripristino della piena efficenza dell'impianto soltanto uno di essi è in fase di progettazione esecutiva, 3 sono nella fase dello studio di fattibilità e per gli altri 11 non è stata avviata ancora alcuna procedura.
Di seguito il testo della lettera:

Dall’analisi dell’archivio documentale di pubblico accesso del Comune di Ussita si apprende che:

  • la Regione Marche, già dal 2017, ha messo disposizione del Comune di Ussita uno stanziamento di oltre 8 milioni di Euro, finalizzato alla completa ricostruzione della stazione sciistica di Frontignano di Ussita;
  • ad esso si aggiunge la disponibilità di un atro finanziamento pari a 490.000 Euro , che risale al 21 luglio 2016, per la realizzazione di tre piste di collegamento tra i due settori della stazione (Saliere e Canalone), opera di grande importanza ed attesa da decenni;
  • tutti gli interventi sopra citati sono imputati all’anno 2019 nel piano pluriennale delle opere pubbliche del Comune di Ussita;
  • ad oggi nessun cantiere riconducibile agli interventi sopra citati descritti risulta aperto;
  • solamente uno di quindici interventi in programma è in fase avanzata di progettazione esecutiva (rifunzionalizzazione degli impianti del settore Saliere), altri tre interventi (accessori al primo) sono alla fase di studio di pre-fattibilità, mentre per i rimanenti undici interventi sembra non esser stata avviata alcuna procedura.

Con questa lettera aperta ci rivolgiamo principalmente al Comune di Ussita, in quanto soggetto attuatore degli interventi descritti, ma anche agli altri soggetti direttamente coinvolti nelle decisioni relative alla ricostruzione degli impianti a fune di Frontignano. Scriviamo a nome delle centinaia di nostri associati, oltre che di migliaia di utenti abituali, con i quali manteniamo contatti attraverso vari canali.

Di fronte agli inspiegabili ritardi descritti, nella comunità c’è fortissima preoccupazione in merito ai tempi che potrebbero essere necessari per poter tornare nuovamente a fruire del comprensorio sciistico nella sua interezza.
In particolare, dai comunicati del Comune di Ussita emerge che oggi si stia lavorando principalmente alla rifunzionalizzazione degli impianti del settore cosiddetto “delle Saliere”, mentre nessuna ipotesi è stata mai avanzata pubblicamente in merito alle sorti o tempistiche di riavvio degli impianti del settore “del Canalone”, quest’ultimo certamente importante grazie alla sua altitudine, e unanimemente riconosciuto come l’elemento che distingue Frontignano da tutte gli altri centri sciistici della regione.
Comprendiamo la complessità della progettazione della ricostruzione del settore “del Canalone”, dovuta a maggiore obsolescenza infrastrutturale, ci auguriamo perciò che un tavolo su questo tema sia stato già aperto.

Gli impianti e le infrastrutture del settore “del Canalone” sono tutti contemplati dallo stanziamento sopra menzionato, e sono stati oggetto di uno studio di fattibilità che dettaglia i singoli interventi e le relative stime economiche, dalle quali risulta una copertura pressoché totale.

Non comprendiamo perché, a distanza di oltre due anni dalla data nella quale i fondi furono messi a disposizione, non siano state avviate nemmeno le fasi preliminari alla partenza della progettazione esecutiva per la rifunzionalizzazione del settore “del Canalone”, che è parte di assoluto rilievo nella stazione turistica di Frontignano.

Invitiamo i responsabili della ricostruzione della stazione turistica di Frontignano, e gli altri soggetti coinvolti, a sedersi urgentemente ad un tavolo, con reale volontà di convergenza verso un obiettivo condiviso: porre le basi per l’avvio della progettazione esecutiva relativa alla rifunzionalizzazione del settore “del Canalone".


Ringraziando anticipatamente per l’attenzione che vorrete dedicare alla nostra richiesta, cogliamo l’occasione per porgere distinti saluti.




Un territorio che, nel momento in cui la ricostruzione sembra partire, ha assoluto bisogno di sicurezza. Per questo il prefetto di Macerata, Iolanda Rolli, ha voluto incontrare a Camerino i vertici militari e gli amministratori dei territori del cratere. “Un territorio che ho conosciuto visitando tutti i comuni nel momento in cui sono arrivata a Macerata – così il prefetto Rolli – Ora che alcune amministrazioni sono cambiate è importante continuare questo percorso di conoscenza e vicinanza per poter affrontare tutti insieme i molti problemi che questo territorio ha, sia quelli legati al sisma sia quelli comuni a tutte le realtà italiane”. Soprattutto nel cratere sismico molte questioni sono legate, oltre che ai disagi che la popolazione continua a vivere, anche alle tematiche della ricostruzione. “Dopo la conta dei danni – continua il prefetto – ora che la ricostruzione sta partendo è necessario che tutti siamo attenti affinchè questo processo venga vissuto nella legalità. Ecco il motivo per cui abbiamo chiesto ai sindaci e alle forze dell’ordine di intercettare qualsiasi anomalia al riguardo”.
Un intervento a 360 gradi quello del sindaco di Camerino Sandro Sborgia, che ha trattato di tutte le problematiche che insistono nella sua città e non solo. “Un’occasione importante quella offerta dalla sensibilità del prefetto nei riguardi del territorio – le parole del primo cittadino di Camerino – Un territorio i cui problemi non sono solo legati al sisma, ma alcuni di essi sono endogeni. Si è parlato, infatti, di allarme stupefacenti, di ludopatia, di questioni inerenti la ricostruzione e le problematiche che potrebbero nascere sotto il profilo dell’ordine pubblico, i problemi di natura sociale provocati dal terremoto, primo fra tutti quello della solitudine. Far fronte ad una situazione di stravolgimenti non è assolutamente facile, ma siamo sicuri che, anche attraverso la vicinanza del Governo, rappresentato dal prefetto, riusciremo a farvi fronte”.



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i presenti e l'intervento del sindaco Sborgia

L’importanza dell’incontro è stata sottolineata anche dal sindaco di Visso, Gian Luigi Spiganti Maurizi. “Molte le questioni sul tappeto – ha affermato – Una delle più importanti sicuramente il benessere della popolazione e la necessità di dover intervenire, nei casi in cui ce n’è bisogno, sull’assistenza sanitaria. Altresì importante aver concesso a noi sindaci di poter esprimere le nostre idee alla ricerca delle migliori soluzioni ai molti problemi che affliggono le nostre comunità”. “Fondamentale guardarsi in faccia – fa eco il sindaco di Sefro Pietro Tapanelli – La sicurezza è essenziale e per questo abbiamo chiesto aiuti per l’istallazione di telecamere, mezzo essenziale per la prevenzione dei reati. Il fatto, poi, che stia partendo la ricostruzione è motivo ulteriore per non abbassare la guardia. E’ importante lavorare in sinergia su politiche di territorio”.

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Nel comune di Bolognola, ultimati i lavori delle dieci abitazioni di "Villa Marconi"che fungeranno da case sostituitive delle SAE e presto saranno consegnate alle famiglie. Mancano solo gli allacci dei servizi di Telecom, Enel e gas, che arriveranno la prossima settimana.
Nel paese duramente ferito, contiinua senza sosta, nonostante la miriade di problemi legati al sisma 2016, l’opera di ricostruzione sia infrastrutturale sia economica e sociale dell’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Cristina Gentili. che sin da subito, grazie anche ad una forte identità territoriale, si è prodigata per  porre in essere tutto quello che serviva per ridare dignità e opportunità ai cittadini del piccolo centro montano.
Le case di  "Villa Marconi", la cui progettazione si deve alla società Pro System e i cui lavori sono stati eseguiti dalla ditta Rest Edil di Crucianelli Enrico, costituiscono infatti la seconda opera pubblica ultimata
E' del maggio 2018 l'inaugurazione del ricostruito edificio già sede dell'ex Caserma del Corpo Forestale dello Stato che il comune ha adibito ad abitazioni a servizio della comunità oltre che allocarvi la sede temporanea dei suoi uffici. Passi in avanti graduali ma significativi che sono stati resi possibili sia grazie all'estenuante lavoro dell’amministrazione e del personale comunale, sia grazie alla determinazione degli abitanti di Bolognola.
Ottima e concreta inoltre la collaborazione che si è potuta instaurare con tutti i soggetti coinvolti, dal Capo del Dipartimento di Protezione Civile Angelo Borrelli all' ex Commissario Straordinario alla Ricostruzione Paola De Micheli, dall’attuale Commissario Straordinario alla Ricostruzione Piero Farabollini, al Governatore Luca Cerisciolie Vice Commissario Delegato alla Ricostruzione della Regione Marche, nonchè l’ing. Cesare Spuri responsabile dell' USR Regione Marche.
Numeri del terremoto del 2016. A tre anni dalla scossa più forte del 2016,  li ha ricordati a Camerino  il Commissario per la Ricostruzione Piero Farabollini: Lo ha fatto intervenendo alla giornata finale del corso di perfezionamento in Emergenze territoriali, ambientali e sanitarie EmTask  organizzato all'Università di Camerino in collaborazione con Università degli studi Modena e Reggio Emilia, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Unicam ed Esercito Italiano raggruppamento Umbria-Marche. Davanti ai numerosi partecipanti, il geologo Commisario Farabollini è tornato sul dato delle 4 regioni colpite, 315 comuni danneggiati di cui 138 facenti parte del primo cratere con danni maggiori del 50 per cento e altri  213 comuni  con danni minori ma che comunque debbono ragionare in termini di ricostruzione.  Circa 41.000 le persone sfollate che si sono dovute aiutare, due o tremila delle quali sono ancora ospitate nelle strutture ricettive della costa. Sul fronte delle macerie del numero complessivo di 2 milioni e mezzo di tonnellate700.000  sono quelle che attualmente debbono ancora essere portate via. Il Commissario ha ricordato poi la legge 189 che regola la ricostruzione le cui pratiche  tra pubblico e privato, sono in tutto 79 miladopo tre anni, si è arrivati ad una quota di circa 9200 pratiche di ricostruzione presentate agli USR.
"Questo significa che oggettivamente ci sono difficoltà sia nel presentare le domande, sia nel percorso d'istruttoria che gli uffici speciali della ricostruzione sono chiamati a fare per arrivare alla valutazione del progetto e alla decretazione dell’importo relativo al danno subito dall’edificio e quindi, avviare poi la ricostruzione. In effetti – ha detto il Commissario- la maggior parte dei ritardi sono proprio legati a questo doppio percorso: presentare il progetto e fare l’istruttoria del progetto. Ci sono comunque delle norme che vanno tenute in considerazione perché la legge 189 della ricostruzione è una legge speciale ma ordinaria e dunque deve sottostare a tutte le norme nazionali (codice appalti, norme tecniche sulle costruzioni, anticorruzione) e ciò comporta che le procedure siano molto lunghe.
In sostanza, non è vero che la ricostruzione è ferma- ha detto Farabollini - E’ lenta e di questo ne siamo coscienti, però quello che balza agli occhi e che la comunità evidenzia, è che non si vedono le gru. E’ vero, ce ne sono poche ma la gru viene messa nel momento in cui l’impresa inizia a lavorare e non si può fare a meno di considerare che c’è comunque  tutta la fase precedente che è quella della progettazione e dell’approvazione del progetto che comunque sta andando avanti e sta andando avanti anche in maniera veloce ed efficace. 
Col nuovo decreto sisma - ha annunciato - stiamo lavorando ad emendamenti che permettano di alleggerire le procedure che vanno nella direzione di permettere ai privati di rientrare nelle loro case. Nelle situazioni  in cui i privati percepiscono il Cas, il rientro comporterà la perdita del contributo di autonoma sistemazione e questo significherà un recupero di quelle  spese da parte dello Stato. L’alleggerimento delle procedure- ha aggiunto- favorisce anche la ricostruzione pubblica perché parliamo di qualcosa come 2500 edifici pubblici da rimettere a posto. I numeri dunque sono impressionanti, ma c’è anche da tener conto che la sequenza sismica che ha interessato il Centro Italia a partire dalla scossa del 24 agosto 2016, è durata oltre sei mesi con circa 50 mila scosse sopra la magnitudo 3 e cinque scosse molto importanti, producendo nella storia sismica il cratere più ampio che si conosca. La cosa buffa che ho notato come terzo commissario - ha sottolineato- è che la ricostruzione non permette la pianificazione. Non tiene conto di quella che è la realtà territoriale e di come andare ad investire sul territorio per evitare che una sequenza sismica di questo tipo possa produrre danni come quelli che ci sono stati.
In effetti attualmente la norma 189 dà solo un input: il dov’era com’era che ci dice che bisogna ricostruire esattamente le case come erano nello stesso sito. Nel caso in cui in quel sito non si possa ricostruire si deve delocalizzare ferme restando le volumetrie. Quando sono arrivato nell’Ufficio Ricostruzione di Roma come terzo Commissario,  non c’era neanche un geologo, cosa non da poco se consideriamo  che questo terremoto ha evidenziato che gli aspetti geologici sono fondamentali per quello che è stato il danneggiamento  e ovviamente per quello che sarà la ricostruzione; ci siamo messi di gran lena per cercare di vedere come ottimizzare le risorse presenti e assumere del personale adeguato, perché comunque tutto l'aspetto della Ricostruzione è passata attraverso la microzonazione sismica di terzo livello, cioè attraverso questo strumento messo in atto, l'ordinanza 3274 del 2003 ha obbligato le regioni a dotarsi della microzonazione di primo livello in  tutti i comuni d’Italia e, attualmente, è quasi completata al 100%;  poi c’ è il secondo livello di microzonazione che va a verificare delle situazioni particolari e infine la microzonazione di terzo livello che dà anche la modellazione per aree particolarmente sensibili e suscettibili a un terremoto. Per cui- ha rimarcato-  il terzo livello è fondamentale quando si va a pianificare o programmare, allora, se noi dobbiamo utilizzare questo strumento per realizzare gli edifici sapendo che attraverso la microzonazione o si può costruire, o non si può farlo, è ovvio che un’azione di pianificazione doveva essere comunque prevista all’interno della norma e, in questo, la norma ha lasciato dei buchi”.
Il commissario ha anche evidenziato la difficoltà di applicazione della legge 189 che, rifacendosi sostanzialmente alla legge utilizzata per il sisma dell’Emilia Romagna e mantenendone identica articolazione, fa riferimento comunque ad un contesto geologico, fisiografico, socio-economico e urbanistico completamente differente. "La difficoltà della sua applicazione, soprattutto in questi territori, è legata propria a queste differenze e anche al fatto che dopo il terremoto del 24 agosto che inizialmente aveva coinvolto 4 comuni e nell’intorno un’altra cinquantina, con le scosse del 26 e 30 ottobre il cratere si è allargato a dismisura abbracciando un contesto completamente differente, tanto è vero che mentre prima nella regione Marche c’erano pochi comuni coinvolti, poi le Marche sono diventata la regione più colpita con 85 comuni inseriti nell’area del cratere, cioè oltre il 60 per cento”.
Farabollini ha poi ricordato il numero delle ordinanze arrivato a 86, 18 delle quali sono state fatte da lui, andando ad implementare  tutte quellle già esistenti e cercando di ridurne i gap procedimentali e contemporaneamente di allinearle  alle numerose norme e d emendamenti subentrati.“ Attualmente – ha spiegato il Commissario- l’attività prevalente è  legata alla ricostruzione privata e pubblica.  “ Considerate che sono state finanziate due ordinanze sulle opere pubbliche (primo piano -secondo piano) per un ammontare di circa  900 milioni di euro e, attualmente impegnato (presentato il progetto) è soltanto l’1 per cento”.
Rispetto alle crisi sismiche del passato ( 79-97-2009) in cui le norme dicevano prima si reperiscono i fondi, poi si fa l’ordinanza per poter partire, le ordinanze oggi hanno tutte copertura, nel senso che il piano degli interventi che vengono pubblicati in Gazzetta sono tutti finanziati, per cui- ha concluso- la capacità di poter avviare la ricostruzione c'è”. Per chiudere il quadro dei numeri, il Commissario ha dichiarato che nelle ordinanze attualmente ci sono circa 2 miliardi e 300 milioni di euro di finanziamenti che potrebbero essere tranquillamente avviati e che, secondo le stime della Protezione Civile, la ricostruzione verrà a costare qualcosa come 23 miliardi di euro.
cc

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