I trasporti non si fermano, lo ha deciso anche il decreto Covid-19, e Contram s.p.a ha predisposto diversi sistemi di distanziamento per indicare ai passeggeri come rispettare la normativa che impone la distanza minima di un metro, viaggiando in sicurezza. 
In questi giorni di incertezze, dovute alle restrizioni causate dalla diffusione del virus, a cui si è aggiunta un’ondata di maltempo e neve, gli autobus hanno comunque viaggiato. "Nonostante i doverosi e ingenti tagli alle linee di trasporto pubblico apportati a seguito delle indicazioni della Regione Marche - si legge in una nota dell'azienda - , rimangono comunque in piedi i servizi minimi".

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Intanto, Contram Mobilità, che riunisce tutti i servizi di trasporto su gomma del Maceratese, si impegna nel servizio da e per gli ospedale Non Covid.
"Nelle zone dove non è possibile raggiungere i presidi ospedalieri Non Covid - scrivono - è stato attivato un servizio di trasporto a chiamata per il periodo dell'emergenza. Un servizio attivo dalle 7.30 alle 20; salita e discesa saranno effettuale su una fermata dell'autobus e il punto di partenza e di ritorno non devono comunque essere collegate da servizi di linea attivi. È possibile prenotare il servizio al numero 800037737 dalle 9 alle 18, dal lunedì al venerdì".
Un servizio che risponde, quindi, alla necessità di raggiungere un ospedale che non è stato riservato ai pazienti contagiati, evitando la difficoltà degli spostamenti dal momento che molti ospedali della zona sono diventati Covid Hospital.

GS 
La preoccupazione dei terremotati di veder fermare una ricostruzione che già stentava a ripartire potrebbe farsi sempre più concreta. L'ultimo decreto per il contenimento del Covid 19, infatti, avrebbe portato anche alla sospensione di tutti i cantieri, pubblici e privati, della ricostruzione post sisma 2016.
Una direttiva che potrebbe però essere modificata dal Commissario Straordinario alla Ricostruzione, Giovanni Legnini, al lavoro per arrivare ad un'intesa i tal senso.
Per andare incontro alle imprese che sospendono i cantieri della ricostruzione, il Commissario sta anche valutando un sistema per pagare i lavori fatti, a prescindere dallo stato di avanzamento.
Oggi, infatti, si paga al 20%, 40%, 70% e 100% del lavoro. L'idea, stando alle prime indiscrezioni, è quella di pagare quello che si è fatto finora, a prescindere dalle quote, per dare liquidità alle imprese e consentire di pagare dipendenti e fornitori. 

GS
L’Asur ha confermato quanto accaduto al Bartolomeo Eustachio dove due pazienti provenienti dal reparto Medicina di Civitanova sono arrivati già infetti dal Covid19. Hanno contagiato un altro paziente ricoverato nella stessa camera e altri 6 tra cui un operatore socio sanitario. Pare però, stando sempre all’Asur, che per fortuna non vi siano altre persone positive. A riferire quanto afferma l’azienda sanitaria regionale è stato il sindaco, Rosa Piermattei: “Al momento non ci sono casi di Covid-19 tra i ricoverati - si legge nella nota arrivata al primo cittadino -. A tale evento hanno fatto seguito le misure di verifica e contenimento. Sono stati effettuati tamponi sia ai pazienti che al personale e si è proceduto al trasferimento nella struttura dedicata ai pazienti positivi. La diffusione del virus Covid-19 determina anche il presentarsi di casi imprevedibili in ragione della possibilità di contagio da parte di soggetti asintomatici o in fase pre sintomatica”. La risposta del direttore dell’Asur Marche ha riguardato, infine, anche la sanificazione ambientale: “La sanificazione si basa sugli ordinari protocolli adottati in ambito ospedaliero. Ad ogni buon fine tutto il reparto e gli ascensori utilizzati dai pazienti sono stati sanificati. Il personale sanitario, sulla base delle indicazioni fornite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nonché dal Gores, viene dotato di dispositivi di protezione individuale correlati al rischio biologico”.

g.g.
Mentre Sefro si adegua per garantire lo smart working dei dipendenti comunali, il primo cittadino, Pietro Tapanelli, si lascia ad alcune riflessioni su come fin ora è stata gestita l’emergenza pandemia: "Ovvio che gestire una pandemia non è cosa semplice - afferma - ma occorre il coraggio di dare lo scettro del comando ad una struttura unica. Non necessariamente una persona sola, ma una singola unità operativa. La dichiarazione dello stato di emergenza va in quella direzione, ma poi, lo abbiamo visto, si sono susseguiti una serie di provvedimenti legislativi convulsi e poco chiari, con sovrapposizioni continue tra Stato e Regioni. Basti pensare al modulo per gli spostamenti – puntualizza – che, pur traducendosi in una banale autocertificazione, è stato rettificato quattro volte. Non va bene, perché oltre ad alimentare la confusione, si rischia di creare un alibi normativo a chi poi si adopera per fare il furbetto. A Sefro, per fortuna, i cittadini sono molto collaborativi e i controlli dei Carabinieri sono sempre molto puntuali”.

Intanto il sindaco ha firmato un’ordinanza per lo smart working dei dipendenti comunali, individuando i servizi essenziali e razionalizzando, ulteriormente, con contatti telefonici e telematici i servizi comunali.

“Insieme al geometra comunale Alessandro Poduti, abbiamo attrezzato le postazioni per il lavoro a distanza, mentre gli operai stanno sfruttando le ferie pregresse per evitare al massimo la presenza in sede dei dipendenti comunali”. In tutto ciò, anche la neve che però non mette in difficoltà il Comune, già da tempo pronto con il piano neve e mezzi pronti ad intervenire.

L’amministrazione comunque, continua a lavorare benché a distanza, “ci sentiamo quotidianamente con tutti - dice Tapanelli - e soprattutto con il vicesindaco Rodolfo Rossi ché, in caso di necessità, deve essere pronto a subentrare ma sia con l’assessore Stefania Penna che con gli altri consiglieri facciamo un briefing quotidiano via WhatsApp”.

g.g.
“Senza la Marina Militare non saremmo stati in grado di affrontare e risolvere la grave condizione che si è venuta a creare all'interno della Casa di riposo di Cingoli. Ora ho chiesto alla Protezione Civile nazionale un altro medico militare per garantire il cambio dei turni e anche questa richiesta è stata soddisfatta”. Dopo giorni di difficoltà, il sindaco Michele Vittori, di Cingoli, può iniziare a respirare. Sì, perché il focolaio di Coronavirus che si è creato all’interno della casa di riposo ha tenuto la comunità e non solo col fiato sospeso. Il timore era che i contagi si propagassero anche all’esterno della struttura con conseguenze catastrofiche. Tra l’altro la città ha pianto anche la scomparsa di uno dei medici di medicina generale, il dottor Foltrani, proprio a causa della malattia e quindi il sindaco si è trovato costretto a chiedere l’intervento dei medici militari. Questi ultimi, in totale due, sono stati inviati dalla Marina Militare. A dare man forte al dottor Ippoliti anche due infermieri. “Abbiamo anche chiesto un altro medico militare alla Protezione Civile - fa sapere Vittori - per garantire il cambio dei turni di servizio al primo Ufficiale medico arrivato nella scorsa settimana e al medico di medicina generale dottor. Ippoliti. E la notizia positiva è che anche questa richiesta è stata soddisfatta. In questo modo la Casa di riposo di Cingoli che si è trasformata in una vera e propria corsia di un Ospedale per acuti da Covid-19 potrà godere dell'assistenza di 2 ufficiali medici con 4 infermieri che si aggiungono a 1 medico di famiglia e a 1 altra infermiera della ditta appaltatrice del servizio”. Ma c’è un ‘però’. Mancano ancora dispositivi di protezione individuale, un problema comune a molte strutture: “Siamo ancora alla disperata ricerca di materiale per la protezione (mascherine, camici, calzari e altro) in quanto né l'Asur né la Protezione civile sono stati in grado di fornirlo. Fino ad oggi siamo stati in grado di provvedere da soli - aggiunge - ma siamo agli sgoccioli delle dotazioni recuperate da donazioni private, e quindi chiediamo al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, alla Protezione civile nazionale e Regionale e al Presidente della regione, Luca Ceriscioli di volerceli inviare al più presto”. Vittori ringrazia dal profondo del cuore la Marina Militare che ha permesso ai propri ufficiali di intervenire, elogiando il forte senso di responsabilità e di difesa della Nazione: “I nostri militari che tanto lustro forniscono all'Italia nelle missioni di Pace e nella NATO, anche in questo caso, hanno dimostrato un attaccamento alla difesa dei valori della Patria non comuni perché con i nostri ospiti, tutti infettati dal Corona virus, il rischio di contrarre la malattia è piuttosto incombente. Non solo per questo - ha concluso - sento forte il dovere di ringraziare il capitano di vascello Nesca, medico capo del Comando della Marina Militare di Ancona, per i consigli e la preziosa vicinanza che ha dimostrato a tutta la nostra comunità”.

g.g.
Il lavoro inteso come una missione e la volontà di diventare quello che si sognava fin da bambini, nonostante la vita a volte ci scombini i piani.
Alessio Salvucci Salice, di San Ginesio, è infermiere da 11 anni all'ospedale di Camerino e proprio ieri è diventato dottore. Una laurea che acquista un valore più grande se si pensa al sogno che è riuscito a realizzare ed al periodo in cui c'è riuscito.
Il giovane ginesino ha dimostrato che volere è potere e, dopo i turni stancanti di un infermiere che lavora nel reparto di Rianimazione del Covid Hospital, ha di nuovo messo l'alloro in testa.
La laurea è, infatti, arrivata nel momento più difficile per chi lavora in ambito sanitario: "Una grande gioia - confida Alessio - anche se è un momento difficile, ma è in questi momenti che si riscopre il valore dei sacrifici. Per me è un onore mettermi in campo con una nuova professionalità. In fondo questa è una missione per chi la vive con passione e sono felice di poter dare qualcosa in più".

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Il giovane comincerà ad aprile il tirocinio che lo abiliterà al nuovo ruolo: "Secondo le direttive ministeriali - spiega -  dal 7 aprile comincerà un tirocinio di tre mesi. La destinazione deve ancora essere comunicata. Successivamente, a fine giugno, sarò automaticamente abilitato, grazie alle ultime modifiche del Ministero che con l'emergenza sanitaria ha annullato l'esame di Stato".
La storia di Alessio è ancora più bella quando racconta il suo percorso di studi: "Quella per la medicina è una passione che ho da sempre - dice - . Quando ho finito le scuole superiori ho provato entrambi i percorsi (Quello di Scienze Infermieristiche e quello di Medicina e Chirurgia ndr), poi mia moglie è rimasta incinta e ho proseguito il corso di infermieristica per lavorare subito e poter avere basi economiche solide per la famiglia. Dopo aver cominciato a lavorare - racconta - ho intrapreso anche il percorso di Medicina e Chirurgia, portando avanti lo studio ed il lavoro, grazie alla disponibilità dei colleghi e delle caposala che si sono succedute. Un grande grazie - aggiunge - va a tutti loro perchè altrimenti non ce l'avrei fatta, così come non ci sarei riuscito senza l'appoggio della mia famiglia".

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Con la caposala Samantha Bartolucci

Poi un commento su quello che lui stesso, insieme ai suoi colleghi, stanno vivendo in questo periodo di emergenza sanitaria in uno degli ospedali adibiti ai malati di Coronavirus: "Per me è un momento particolare - spiega - , sia dal punto di vista personale che professionale, perchè stiamo vivendo un periodo molto difficile per noi e per i pazienti.
È stato tutto turbolento, dal momento l'ospedale è diventato Covid Hospital a quando sono arrivati i primi pazienti. Nel periodo del cambiamento io mi trovavo fuori per ultimare i lavori di tesi, quindi ho cominciato dopo che i pazienti erano arrivati. Quello che rimane più in mente sono la solitudine dei pazienti e la sofferenza che si acuisce lontano dai famigliari. Diventare dottore in questo periodo mi rende orgoglioso - conclude - . Mi prenderò carico di questa responsabilità in più. Spero di essere all'altezza. Continuerò a metterci impegno e passione". 
Sono queste, per noi, le storie da raccontare nelle difficoltà. Quelle che ci rassicurano e mantengono viva la luce della speranza.

Giulia Sancricca







Dopo quello di Belforte del Chienti, annunciato ieri sera, un altro dei Cinque Comuni è stato colpito dal virus. Si tratta di Camporotondo dove questa mattina il Comune ha annunciato di aver ricevuto la segnalazione di 6 soggetti dei quali uno è risultato positivo e altri cinque sono in isolamento per contatti con soggetti positivi.

"Abbiamo provveduto a contattare telefonicamente tutte le persone segnalate e siamo felici di poter comunicare che stanno tutte bene - ha scritto il Comune - . In particolar modo le condizioni del soggetto attualmente positivo, che si trova regolarmente a casa, sono in costante miglioramento.
A causa dell'emerganza Coronavirus, la nostra comunità senza dubbio sta vivendo uno dei momenti più delicati degli ultimi tempi.
Tuttavia la consapevolezza che anche nel nostro comune ci siano dei casi segnalati non deve essere motivo di spavento, ma deve essere per tutti noi uno stimolo aggiuntivo mirato al rispetto costante e rigoroso di tutte le misure e prescrizioni che sono state messe in atto a livello nazionale.
Solo con il contributo di ognuno di noi riusciremo a vincere questa battaglia contro questo nemico invisibile".

GS

Il giorno della laurea è il più atteso di tutti, ma anche quello che resterà indelebile nella memoria di tutti gli studenti. Per chi, in questi giorni, si sta laureando da casa si aggiunge a queste caratteristiche la particolarità di un esame diverso, ma pur sempre emozionante. Per i laureandi di Medicina e Chirurgia, invece, il valore è a dir poco inestimabile.
Tutti i giovani che ieri sono diventati dottori, infatti, hanno unito le proprie emozioni in una lettera che decidiamo di pubblicare integralmente. Perchè oggi le nostre parole non servono, chi meglio di loro può spiegarvi cosa hanno provato?

"24 marzo 2020: giorno della nostra Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia. Lo sogniamo, desideriamo da sempre. Ne abbiamo tracciato i contorni nella nostra fantasia fin da piccoli quando, orgogliosi, dicevamo a tutti di voler “fare il dottore” da grande (senza nemmeno sapere bene la profondità delle parole che stavamo pronunciando). Lo aspettiamo da quando, sei anni fa, abbiamo passato il test d’ingresso. Questo giorno era per noi come l’atterraggio sulla Luna per un astronauta. Ci è comparso in sogno di notte quando stremati eravamo relegati in casa per una “quarantena da studio” (e quante ne abbiamo vissute e fatte vivere a chi condivide questa meravigliosa avventura, che si chiama vita, con noi!).

Oggi raggiungiamo questo giorno importante e no, non è come lo abbiamo sempre immaginato.

Questo giorno è ancora più speciale e non perché è in corso una pandemia, le previsioni meteo prognosticano un ritorno all’inverno dopo mesi di primavera che hanno visto fiorire i ciliegi tra gennaio e febbraio o perché presenteremo i nostri lavori davanti ad un pc e non nell’aula magna della nostra università tra la gioia di familiari, amici e professori che ci hanno accompagnato, sostenuto e sopportato.

Questo giorno è ancora più speciale perché ci ricorda il significato profondo della nostra Professione che è anche il significato della nostra vita. A coloro che credono che essere Medici sia un privilegio noi ricordiamo ancora oggi che si sbagliano. Essere Medici è sacrificio, abnegazione, è rinunciare a giorni di riposo, a feste in famiglia. Significa vivere giornate in cui l’unica luce che vedi è quella di una corsia di reparto o quella della sala operatoria e non importa che sia un giorno feriale o domenica o il compleanno di tuo figlio o Natale. Lo è da quando entriamo in Facoltà e lo sarà per il resto della nostra vita. Ed anche oggi, nel giorno della nostra laurea, ne prendiamo maggior consapevolezza.
Tuttavia siamo grati perché il nostro sogno si realizza e non vediamo l’ora diventi il nostro lavoro. Il nostro posto è al fianco di chi soffre ed ha bisogno di noi.
Il pensiero più bello lo destiniamo al Rettore della Politecnica delle Marche Gian Luca Gregori, al Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia Marcello D’Errico, a tutti coloro che negli uffici della nostra università ci hanno permesso di realizzare questo traguardo con ogni mezzo (sotto tutti i punti di vista). In particolare GRAZIE ad Anna e Rosanna della segreteria studenti: valide professioniste su cui abbiamo sempre potuto fare affidamento anche (e soprattutto) nei giorni più scuri.

Il ringraziamento più grande, tuttavia, lo riserviamo ai nostri Professori ed alle nostre Professoresse che prima di essere insegnati, sono Medici. Infettivologi, anestesisti-rianimatori, chirurghi, clinici, internisti, radiologi, igienisti, medici legali, etc…Nonostante un’emergenza così grave non hanno rinunciato ad essere al nostro fianco (seppur virtuale) in questo giorno speciale.

Pensiamo ai nostri futuri colleghi e anche agli infermieri che sono al loro fianco: grazie per il Grande esempio che state donando a noi ed al Pese tutto, grazie per essere silenziosi eroi quotidiani da sempre e non solo ora.

Oggi, questo giorno speciale, lo dedichiamo a voi!

Sofia Binci a nome dei Laureandi/e in “Medicina e Chirurgia” di Marzo 2020 dell’Università Politecnica delle Marche"

GS

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Una fornitura di 1000 mascherine FFP3, sigla che sottolinea la massima protezione possibile, destinata all’ospedale Carlo Urbani.
Dono della Cat Impianti, aziende jesina attiva (anche in questi giorni) nel settore dell’impiantistica tecnologica di riscaldamento condizionamento, specializzata in ambito bancario ed ospedaliero. Il carico è arrivato nell’ospedale jesino, in trincea come tanti per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, per merito di Mirko Panzarea, titolare della Cat. “Fin dai primi giorni dell’emergenza – spiega – avevamo pensato di dare una mano con una donazione. Così ci siamo messi in contatto con un medico della struttura  chiedendogli come potevamo essere utili”. Mascherine. Dispositivi per la protezione di medici e infermieri per preservare la salute di chi opera in prima linea. “Abbiamo contattato diversi fornitori finché, con il supporto di Confindustria che ringraziamo per averci aiutati nella ricerca, non le abbiamo trovate in Cina e le abbiamo acquistate – prosegue Panzarea –. Con le difficoltà dei collegamenti abbiamo impiegato quasi una settimana a farle arrivare ma finalmente siamo riusciti a consegnarle”. Un gesto di grande generosità mentre il lavoro va avanti. La Cat Impianti non rientra, infatti, tra le aziende chiuse dalla stretta dell’ultimo decreto del Governo, continuando a fornire assistenza per le manutenzione degli impianti elettrici. “Per noi – conclude Panzarea – lavorano 35 persone e circa la metà sono state dirottata al servizio assistenza. In azienda abbiamo adottato tutte le misure di sicurezza. Mi auguro che la nostra donazione riesca a sensibilizzare più imprenditori possibile nonostante già si siano attivati in molti con iniziative varie. Questa emergenza riguarda tutti indistintamente e tutti dobbiamo, insieme, fare qualcosa per uscirne il prima possibile. La grande sensibilità di tanti imprenditori locali dimostra volontà e spirito di appartenenza del mondo imprenditoriale verso i propri territori”.

GS
Primo caso di Coronavirus a Belforte del Chienti, ad annunciarlo il primo cittadino, Alessio Vita che lo ha fatto tramite un post su Facebook nella pagina comunale.
"Quest’oggi la Prefettura di Macerata ci ha comunicato il primo caso di positività da Coronavirus nel nostro territorio comunale - ha scritto - . Abbiamo preso contatti con la famiglia della persona risultata positiva e sono felice di comunicarvi che le sue condizioni di salute sono buone.
Questo non deve cambiare il nostro modo di vivere - ha aggiunto - . Non dobbiamo farci prendere dallo sconforto ma mantenere il sangue freddo.
Se abbiamo rispettato e continuiamo a rispettare le regole che ci sono state imposte non abbiamo nulla da temere.
Dobbiamo limitare ogni spostamento il più possibile - raccomanda - , non esistono più scuse. Sono certo che tutti possiamo fare dei sacrifici, rinunciare a quel prodotto che ci piace e che ci siamo dimenticati di acquistare, così come evitare di andare fuori Comune per comperare qualcosa che qui non si trova. Solo con lo sforzo di tutti possiamo risolvere quest’emergenza.
Questo è il momento di dimostrare che siamo persone civili e coscienziose, che tengono alla propria salute e a quella dei loro cari.
Il COC e tutta la macchina comunale sono pronti per affrontare quest’emergenza".

GS

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