Sanità: le incompiute dell'Area Vasta 3

Giovedì, 09 Giugno 2016 17:33 | Letto 1494 volte   Clicca per ascolare il testo Sanità: le incompiute dell'Area Vasta 3 “In attesa degli esiti dell’inchiesta che coinvolge gli ex vertici della sanità regionale Piero Ciccarelli e Alberto Carelli, entrambi maceratesi, per i reati di associazione a delinquere, turbativa d’asta, abuso d’ufficio e truffa ai danni dell’Asur, vogliamo fotografare la situazione dell’Area Vasta 3”. A intervenire è Daniel Taddei, segretario generale Cgil Macerata, dopo la pubblicazione dei dati emersi dal progetto “Curiamo la corruzione”, nato contro la corruzione in sanità. Le Marche sono nella “zona rossa”, tra le aziende sanitarie che non adempiono agli obblighi anticorruzione. Due gli ambiti: appalti e acquisti, e assunzione di personale. “Il piano assunzioni – spiega Taddei – prevedeva circa 389 figure, di cui 200 carenze croniche strutturali. LAsur però ha assegnato alla nostra area vasta solo 12 unità. LArea Vasta 3 rischia di venire ulteriormente depredata, come già avvenuto nellultimo quinquennio, ed impiegata come polmone per risanare il bilancio dellAsur. 
Gli stessi dirigenti – incalza – provenienti dal nostro territorio hanno contribuito a defraudare la nostra area vasta”. In merito ad appalti e acquisti, Taddei porta alcuni esempi: “La bruttura costruita nei pressi dell’ex ospedale di San Ginesio, oggi sede di poliambulatori, dove sono visibili già le prime lesioni. Ci sono locali vuoti e mai completati – spiega – e in origine doveva ospitare 20 ulteriori posti letto di Rsa (residenze sanitarie assistenziali). Sono presenti locali senza porte antincendio e rilevatori antifumo. Inoltre – aggiunge – c’è un numero consistente di carrozzine e ausili sanitari nuovi e inutilizzati”. Anche l’Rsa di Sarnano non versa in condizioni migliori: “Lavori mai terminati. Il reparto – incalza – è sigillato. Erano previsti 20 posti letto. I locali della fisioterapia si trovano in seminterrati, pericolosi per pazienti e operatori e ambulatori chiusi”. Arriviamo a Macerata, dove Taddei prende ad esempio il palazzo ex Cras e lo stesso ospedale cittadino: “Lavori incompiuti e struttura inutilizzata mentre all’ospedale i lavori al pronto soccorso proseguono a rilento. Invece, i lavori al sesto piano sono terminati ma la struttura è ancora inutilizzata”. Sempre più verso la costa, arriviamo in terra leopardiana: “A Recanati lavori di adeguamento dell’ex ospedale S. Lucia per trasferimento poliambulatori e lavori per la nuova dialisi completamente fermi. 
Centro Salute Mentale con locali non a norma”. Infine arriviamo a Civitanova: “Ala nuova adiacente all’ospedale incompleta e quindi non utilizzabile”. Tutto ciò, secondo Taddei, alimenta le liste di attesa e le libere professioni selvagge. “Territori montani completamente depauperati anche dalle diagnostiche – conclude – causano un intasamento delle strutture ospedaliere che indirizzano pazienti verso strutture private. La politica non può risparmiare su personale e farmaci, ma sui percorsi di gestione e di appalti e nelleccessivo numero di dirigenti. La sanità pubblica deve uscire da queste sabbie mobili dov’è finita.
Un bene imprescindibile in una società democratica, ripartiamo dalla trasparenza”. Gaia Gennaretti

In attesa degli esiti dell’inchiesta che coinvolge gli ex vertici della sanità regionale Piero Ciccarelli e Alberto Carelli, entrambi maceratesi, per i reati di associazione a delinquere, turbativa d’asta, abuso d’ufficio e truffa ai danni dell’Asur, vogliamo fotografare la situazione dell’Area Vasta 3”. A intervenire è Daniel Taddei, segretario generale Cgil Macerata, dopo la pubblicazione dei dati emersi dal progetto “Curiamo la corruzione”, nato contro la corruzione in sanità. Le Marche sono nella “zona rossa”, tra le aziende sanitarie che non adempiono agli obblighi anticorruzione. Due gli ambiti: appalti e acquisti, e assunzione di personale. “Il piano assunzioni – spiega Taddei – prevedeva circa 389 figure, di cui 200 carenze croniche strutturali. L'Asur però ha assegnato alla nostra area vasta solo 12 unità. L'Area Vasta 3 rischia di venire ulteriormente depredata, come già avvenuto nell'ultimo quinquennio, ed impiegata come polmone per risanare il bilancio dell'Asur. 
Gli stessi dirigenti – incalza – provenienti dal nostro territorio hanno contribuito a defraudare la nostra area vasta”. In merito ad appalti e acquisti, Taddei porta alcuni esempi: “La bruttura costruita nei pressi dell’ex ospedale di San Ginesio, oggi sede di poliambulatori, dove sono visibili già le prime lesioni. Ci sono locali vuoti e mai completati – spiega – e in origine doveva ospitare 20 ulteriori posti letto di Rsa (residenze sanitarie assistenziali). Sono presenti locali senza porte antincendio e rilevatori antifumo. Inoltre – aggiunge – c’è un numero consistente di carrozzine e ausili sanitari nuovi e inutilizzati”.

S.Ginesio ausili nuovi inutilizzati 2

Anche l’Rsa di Sarnano non versa in condizioni migliori: “Lavori mai terminati. Il reparto – incalza – è sigillato. Erano previsti 20 posti letto. I locali della fisioterapia si trovano in seminterrati, pericolosi per pazienti e operatori e ambulatori chiusi”. Arriviamo a Macerata, dove Taddei prende ad esempio il palazzo ex Cras e lo stesso ospedale cittadino: “Lavori incompiuti e struttura inutilizzata mentre all’ospedale i lavori al pronto soccorso proseguono a rilento. Invece, i lavori al sesto piano sono terminati ma la struttura è ancora inutilizzata”. Sempre più verso la costa, arriviamo in terra leopardiana: “A Recanati lavori di adeguamento dell’ex ospedale S. Lucia per trasferimento poliambulatori e lavori per la nuova dialisi completamente fermi. 
Centro Salute Mentale con locali non a norma”. Infine arriviamo a Civitanova: “Ala nuova adiacente all’ospedale incompleta e quindi non utilizzabile”.

Recanati Dialisi 3

Tutto ciò, secondo Taddei, alimenta le liste di attesa e le libere professioni selvagge. “Territori montani completamente depauperati anche dalle diagnostiche – conclude – causano un intasamento delle strutture ospedaliere che indirizzano pazienti verso strutture private. La politica non può risparmiare su personale e farmaci, ma sui percorsi di gestione e di appalti e nell'eccessivo numero di dirigenti. La sanità pubblica deve uscire da queste sabbie mobili dov’è finita.
Un bene imprescindibile in una società democratica, ripartiamo dalla trasparenza”.

Gaia Gennaretti

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