Dopo l’ex ministro alle infrastrutture e trasporti Maurizio Lupi, anche il candidato governatore Francesco Acquaroli ha visitato Camerino su invito del candidato consigliere nelle liste di Forza Italia Gianluca Pasqui.

Ad una settimana esatta dalle elezioni amministrative l’onorevole Lupi, nel corso del suo tour come Presidente di Noi con l'Italia – Usei per appoggiare “candidati di grande valore politico e morale”, ha prima visitato il Sottocorte Village, soffermandosi a parlare con diversi commercianti i quali gli hanno esposto tutte le enormi problematiche cui devono far fronte da quando il terremoto ha devastato Camerino e l'entroterra maceratese. A Pasqui, Lupi ha riconosciuto il grande merito di aver pensato a una nuova zona di aggregazione alternativa a un centro storico inaccessibile. E proprio nel visitare successivamente il cuore della città ducale,  l'ex ministro ha manifestato il suo disappunto per una ricostruzione mai partita e i cui ritardi rischiano di desertificare una delle zone più belle d'Italia.

lupi pasqui


Nel pomeriggio di domenica, ospite di Pasqui al Sottocorte Village, è stato il candidato presidente Francesco Acquaroli.

“Sono stato molto contento della visita di Francesco - ha detto Pasqui - che ha dimostrato la sua grande attenzione e vicinanza al nostro territorio e alle sue tante problematiche. Acquaroli ha appoggiato in pieno quelle che sono le priorità del mio programma elettorale, a partire dalla ricostruzione e dalla sanità per arrivare a lavoro, cultura, turismo, infrastrutture e tutto ciò che occorre in concreto per dare una svolta alle Marche.
Al candidato presidente ho ribadito la necessità che il nuovo governo regionale proceda all'istituzione di un Assessorato alla Ricostruzione che funga da vero e proprio punto di riferimento per addetti ai lavori e cittadini che dopo 4 anni meritano un deciso cambio di marcia su un tema che coinvolge ancora oggi decine di migliaia di marchigiani”.

"Non lasciare che la Regione Marche cada nelle mani di chi odia l’Europa e lavora da anni, su scala internazionale, al suo indebolimento".
È questo l’appello che è partito dalla piazza di Senigallia ieri pomeriggio con il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, giunto nelle Marche per sostenere la candidatura alla presidenza di Maurizio Mangialardi.
Durante l’incontro sono stati diversi temi; su tutti la questione delle risorse legate al Recovery Fund che arriveranno in Italia e nelle Marche, ma soprattutto come tali fondi verranno impiegati per sanare i gravi ritardi che affliggono la regione.

"Il Covid ha cambiato l'Europa - ha detto il presidente Sassoli - l'ha resa più coesa. Oggi i paesi dell'Unione possiedono strumenti e risorse volte anzitutto a rafforzare la sanità pubblica, ma anche a ripensare i modelli di sviluppo in chiave più sostenibile, a creare lavoro, a investire sulle infrastrutture, a sostenere la lotta alle emissioni. Le Regioni avranno un ruolo fondamentale in tutto questo, né saranno artefici. Ma bisogna essere seri e onesti: se le Regioni si allontanano dall'Europa, tutto diventa più difficile. Facciamolo capire a chi ci sta vicino, agli imprenditori che conoscono bene l'importanza del mercato europeo. Mi auguro che chi tifa per Orban non sieda alla presidenza della Regione Marche. Mangialardi ha dimostrato che può assumere lui quel ruolo. E sono certo che se le Marche non si affideranno all'estremismo potranno essere protagoniste in Italia e in Europa". 

“Il sostegno di Sassoli mi onora – afferma Mangialardi – perché con lui condivido da tempo la battaglia contro il lugubre sovranismo della destra italiana, che ricorrendo alla demagogia tenta di alimentare l’insoddisfazione popolare amplificando i problemi anziché risolverli. Non ci sono dubbi sul fatto che molte delle cose realizzate dalla Regione Marche negli ultimi anni, complici anche le nuove priorità emerse con l’emergenza Covid, vadano profondamente riviste. Ma non facciamo l’errore di affidare la Regione Marche a forze politiche che vogliono disgregare l’Europa e che per settimane hanno scommesso sul fallimento della trattativa europea sul Recovery Fund al solo fine di poter lamentare il presunto abbandono dell’Italia da parte delle istituzioni comunitarie. Facciamo attenzione a questo squallido e pericolosissimo giocare sulla pelle degli italiani. Un esempio dei rischi che corriamo anche nelle Marche? È presto detto: Acquaroli non vuole i soldi dell’Unione Europea ma continua a fantasticare di rivoluzione sanitaria senza mai dire con che risorse la farà; è evidente che il modello che ha già in mente è la massiccia privatizzazione dei servizi già messa in campo dalla destra in Lombardia e Veneto, un modello che mina alla base il carattere universale del diritto alla salute. Noi invece le risorse dell’Europa le vogliamo – continua Mangialardi – e abbiamo già presentato al governo un piano molto dettagliato su come impiegare gli 8 miliardi del Recovery Fund che spettano alle Marche. Si tratta di una serie di progetti che mirano a restituire competitività alle nostre imprese e a favorire la crescita dell’occupazione attraverso il potenziamento e la realizzazione di nuove opere infrastrutturali, investimenti sull’edilizia sanitaria, interventi per la digitalizzazione, l’innovazione e l’ambiente, oltre ovviamente al rilancio delle aree del sisma. Ma non solo, con Sassoli abbiamo già iniziato a discutere anche dei fondi relativi al Sure e al Mes, che destra e Movimento 5 Stelle non vogliono, da impiegare principalmente nel potenziamento delle strutture sanitarie, nella realizzazione di nuovi ospedali moderni e tecnologici, e sullo sviluppo della medicina del territorio”.


Sanità marchigiana: bene nell’emergenza ma ne serve una che funzioni nel quotidiano. È il pensiero di Loredana Riccio, candidata alle Elezioni Regionali nella lista del PD per la provincia di Macerata.

L’ex dirigente dell’Area Vasta 3 vede il sistema sanitario regionale come “una struttura che ha retto bene ed uscita meglio di altre regioni dalla prova epocale del Covid. Non dimentichiamo che le Marche a marzo sono state una delle regioni più colpite, che siamo usciti dall’emergenza prima delle previsioni che ci accomunavano alla Lombardia e che proprio a differenza di quest’ultima stiamo resistendo al ritorno dei contagi. Se però guardiamo alla normale amministrazione, alla gestione quotidiana, va detto per onestà intellettuale, che nel corso dell’ultima legislatura alcune cose potevano essere fatte meglio”.

“Penso, ad esempio, al richiamo fatto dal sindacato dei medici Anaao-Assomed sulla divisione tra il ruolo di governatore – rilancia la Riccio – e sono d’accordo con il candidato governatore del centrosinistra Maurizio Mangialardi che ha ribadito discontinuità rispetto al passato, annunciando una delega ad hoc nel prossimo esecutivo regionale. Servono però anche maggiori risorse (una follia rinunciare al Mes) e il superamento dei limiti imposti dalla legge Balduzzi (Governo Monti) perché è ciò che ci ha insegnato l’emergenza Covid: dobbiamo poter contare su una sanità pubblica territoriale davvero vicina ai cittadini, con servizi davvero accessibili e di qualità. Ripartiamo dagli Ospedali di Comunità e dai Punti di Primo Intervento: dotiamoli di risorse umane, strutture e tecnologie adeguate. Eliminiamo la precarietà di chi lavora (non è pensabile continuare a risparmiare sulla salute delle persone e sul personale) e diamo, soprattutto, ai cittadini la certezza di avere a disposizione i servizi. Fondamentali in particolar modo nelle aree interne: penso a Tolentino e Cingoli che meritano maggiore chiarezza e determinazione nelle scelte o agli ospedali di Camerino e San Severino, punti di riferimento per chi vive nelle aree interne. Insomma, il sistema sanitario regionale deve ripartire dal territorio, dai suoi punti di intervento capaci di intercettare i bisogni e le emergenze dei cittadini”.

f.u.

Incontro pubblico in piazza del duomo a Camerino per Flavio Corradini candidato consigliere regionale con Italia Viva nella coalizione a sostegno di Maurizio Mangialardi. “Il futuro delle Marche” è fatto di impegno, passione, lavoro, rinascita. Queste le quattro parole d’ordine dell’ex rettore di Unicam che sceglie per Hastag della sua campagna #conFlavio. “ Questo passaggio – ha detto Corradini- non lo faccio per me ma per i nostri territori e le nostre comunità ed è fondamentale essere squadra. Chi mi conosce sa che non è retorica, né retorica politica, ma è uno stile di vita che mi sono costruito perché ci credo e perché da soli onestamente non si può fare nulla, quando invece in squadra si possono ottenere risultati importanti. E allora, insieme con Flavio e qui in particolare, da Camerino in Piazza Duomo per una ripresa e un'accelerazione della Ricostruzione, una ripresa dei servizi su questi territori, servizi molti dei quali portati via già prima del sisma e questi sono errori politici che noi dobbiamo contrastare criticare e non fare più perché – sottolinea Corradini- se vogliamo velocemente riprendere posizione su una demografia, avere un segnale di aumento sulla densità di popolazione di questi nostri territori, bisogna ripartire certamente dalla ricostruzione degli edifici che deve ancora avviarsi, ma anche da una ripresa dei servizi. E’ un dovere di tutta la parte dell'asse politico il rispettare un diritto di chi viene a vivere in questi posti, perché siamo tutti cittadini italiani e cittadini del nostro territorio”.

Attualmente professore ordinario di Informatica ad UNICAM e Presidente del Consorzio Universitario Italiano per l'Argentinatesta e cuore ci mette Flavio Corradini in questa nuova sfida.

“Ci metto testa e cuore perché lo sento e penso di averlo dimostrato- dice-; con la mia famiglia ci sono tornato a vivere in queste zone perché penso che siano dei luoghi estremamente belli, ricchi di bellezza e non solo da un punto di vista artistico
. Anche solo a guardare questa piazza ce ne possiamo rendere conto: è’ qualcosa dove la storia è passata ed è una storia molto bella di un'architettura fantastica Io credo che non sia solo questo, che sia anche la bellezza delle persone, di noi delle nostre comunità Quindi salvaguardare questi luoghi è a vantaggio di tutta la regione Marche. Far riprendere Piazza Duomo come l'abbiamo conosciuta noi, significa far riprendere anche tutta l'economia, per chi vuole proprio necessariamente studiarla da un punto di vista speculativo economico-finanziario”.
Un velo di ricordi  e tante emozioni, tornare su quella piazza dove prima del sisma in tanti hanno festeggiato il coronamento dell’impegno universitario, dove poco distante c' era la sede del rettorato. “Non a caso per questo incontro con la comunità di Camerino ho chiesto la cortesia di avere questa Piazza meravigliosa una delle più belle piazze che ha un significato particolare per la città, perché è di fronte alla cattedrale, ma la simbologia è forte anche per me- afferma-. Inutile dire che essere qui è emozionante; sono emozioni che non si possono cancellare, oramai parte del mio dna. Sono emozioni che mi hanno forgiato e mi hanno costruito come uomo in grado di sostenere e di scalare certe montagne ed è da qui che in maniera simbolica, dico che insieme si può fare tanto.   
In quel meraviglioso Palazzo ducale ho trascorso uno dei periodi più belli e affascinanti della mia vita. Un periodo che ovviamente mi ha cambiato da un punto di vista professionale ma anche da un punto di vista personale; un palazzo dove ho fatto e fortunatamente vinto tantissime battaglie a vantaggio della nostra università e quindi anche della nostra città di Camerino. Quindi e. prima che altrove - conclude-, bisogna vedere questa piazza come luogo significativo per la storia di ognuno di noi ma anche come un futuro di rinascita.  Così voglio intendere questo momento: far rinascere questa Piazza significa sostenere e appoggiare tutto un territorio tutta una comunità e se questa Piazza rinasce come l'abbiamo vista noi tutti, la regione Marche e il nostro paese, avrà dei segnali e un impatto positivo”.
c.c.
"Da sempre mi sono impegnato per questo mio territorio e voglio continuare a farlo in una dimensione diversa portando in sede di consiglio regionale le istanze di questa terra".

Con queste parole il sindaco di Castelraimondo Renzo Marinelli, candidato consigliere alle prossime elezioni regionali nelle fila della Lega a sostegno di Francesco Acquaroli, indica la rotta che intende seguire qualora fosse eletto nell'assemblea legislativa delle Marche. "Il mio intento è quello di mettermi a disposizione per portare avanti quelle che sono le urgenze del nostro territorio montano, dai problemi legati al sisma, ancora oggi quasi irrisolti, a quelli delle infrastrutture e della sanità. Quello che, però, soprattutto mi preme è dare la possibilità ai nostri giovani di restare in questi meravigliosi territori, creando loro occasioni di lavoro".

Per questo Marinelli pensa concretamente alla creazione di una zona economica speciale e a misure specifiche per i giovani. "Un territorio il cui futuro si basa prima di tutto sulla ricostruzione che, partendo realmente, costituirebbe un volano importantissimo. Oltre a questo bisognerebbe puntare sulle nostre bellezze, sui beni culturali, sulle sinergie per una visione turistica che colleghi il mare con la montagna così da facilitare la fruibilità da parte dei visitatori. In definitiva far ripartire la ricostruzione, che crea occupazione, e investire sul turismo attraverso la valorizzazione delle bellezze e dei prodotti tipici. Per l'economia del territorio non possiamo pensare a grandi industrie, ma a piccole-medie attività in grado di produrre ricchezza".

f.u.
“Le aree di crisi complessa della Val Vibrata-Valle del Tronto-Piceno, del distretto
Fermano- Maceratese e delle aree coinvolte dalla crisi della ex-A. Merloni di Fabriano devono essere al centro dell’attenzione dell’azione del Governo regionale affinché vengano tutelati i processi di industrializzazione e la produttività”.
Con queste parole la candidata alle Regionali per Fratelli d’Italia, Mirella Battistoni, illustra un importante punto del programma del centrodestra che mira a raggiungere il governo delle Marche con il candidato a Presidente, Francesco Acquaroli.
“Va valutata la creazione di una “Zona Franca” in modo da avere decontribuzioni e
defiscalizzazioni da subito. Questo è un modo fattivo da parte di un’Amministrazione regionale per
affrontare la crisi dei distretti economici marchigiani. Ed è questa una delle azioni che porteremo
avanti una volta eletti alla guida delle Marche con Francesco Acquaroli presidente”, evidenzia la
Battistoni che ricorda come per motivi professionali, da oltre 20 anni, stia dando il proprio fattivo
contributo “per risollevare le sorti del distretto economico fabrianese, accompagnando le aziende
nel partecipare a bandi per intercettare finanziamenti. Credo che sia fondamentale ripensare
all’economia del distretto di Fabriano rafforzando e difendendo l’esistente. Tutti quegli
imprenditori, e sono tanti, che continuano a credere nella loro attività imprenditoriale, che lottano
nei mercati nazionali e internazionali, che con grande spirito di abnegazione non licenziano, ma
sono pronti a reinventarsi. A tutti loro, le Istituzioni devono dare un aiuto concreto, ascoltandoli e
avendo l’umiltà di lasciarsi consigliare e guidare. La politica ha il compito di aiutare, non
complicare. Questo è lo spirito che anima la coalizione di centrodestra”.
Accanto all’esistente, “abbiamo anche il compito di rendere sempre più attraente il nostro territorio.
Per questo occorre che, con gli attuali strumenti, possiamo mettere in campo tutte le azioni per dar
vita a un sistema di incentivi per favorire processi di reindustrializzazione in modo tale da
diversificare le produzioni. L’occasione che ci si presenta con i fondi europei del Recovery Found è
da non perdere. Ed è quello che faremo grazie al vostro voto”, conclude la candidata per Fratelli
d’Italia - lista provincia di Ancona - al consiglio regionale della Marche, Mirella Battistoni.
c.c.
Ha deciso di correre da solo nelle Marche, rinunciando all'accordo con il Partito Democratico caldeggiato dalle rispettive segreterie nazionali, il candidato governatore del Movimento 5 Stelle Gian Mario Mercorelli, che a Tolentino ha dato ufficialmente il via alla propria campagna elettorale presentando il suo programma.

"Gran parte del nostro impegno - ha dichiarato presentando i punti nodali del suo impegno - sarà dedicato alle problematiche del post sisma, soprattutto con riferimento alla mai partita ricostruzione, e del post Covid. Inoltre vorremmo occuparci della localizzazione sanitaria, visto che la privatizzazione è stata la via percorsa dalla precedente giunta regionale. Il nostro obiettivo in generale è quello di innovare la nostra regione, sostituendoci a chi, purtroppo, ha dimostrato di non saper leggere il futuro e portando in questa regione i migliori cervelli per dargli la dignità che merita".  

Spiega anche i motivi per cui ha rinunciato all'accordo con il Partito Democratico. "Comprendo le ragioni dello slancio a tentare l'accordo sollecitate dal premier Conte - continua Mercorelli - ma è anche vero che i vertici del Movimento hanno poi compreso le mie ragioni. E' lampante il motivo per il quale nelle Marche non può esserci accordo, anche se una bozza era stata predisposta. Purtroppo da Roma la risposta è stata che Mangialardi non si tocca e allora, di conseguenza, non c'erano più margini di trattativa, visto che il candidato del Pd rappresenta la continuità che noi, invece, vogliamo sconfiggere".  

All'esito del voto potrebbe anche configurarsi l'ipotesi di un Governatore che, però, non abbia la maggioranza interna al Consiglio Regionale. "In tale ipotesi - conclude il candidato pentastellato - i discorsi sarebbero tutti aperti e ragioneremo su eventuali accordi di governo senza, tuttavia, rinunciare ai nostri capisaldi".

f.u.


In vista delle prossime elezioni regionali, il Centro destra ha fatto visita a Genga.
Francesco Acquaroli, Mirella Battistoni e Carlo Ciccioli, hanno incontrato i simpatizzanti per parlare di turismo e rilanciare il settore nell’entroterra fabrianese.
Il candidato alla Presidenza della Regione Marche per il centrodestra, accompagnato dai due candidati alle Regionali, ha preso spunto da una visita alle Grotte di Frasassi di Genga. “Un patrimonio di livello internazionale” ha dichiarato Acquaroli. “Lavoreremo per destagionalizzare il turismo e costruire un'offerta che renda tutte le Marche, dall'entroterra alla costa, dal nord al sud, una meta invidiata e raggiunta da tutto il mondo”.

L’incontro politico nell’entroterra di Fabriano si è anche caratterizzato per un altro appuntamento che ha visto la partecipazione di molte persone, organizzato dal direttivo di Fabriano di Fratelli d’Italia, per parlare dei progetti che ha il partito per il futuro della Regione.
“Tanti i temi dibattuti, tra i quali, molto caldi, quelli relativi al lavoro, alla sanità ed alle infrastrutture. La piena sintonia tra le forze di coalizione e la spinta che sta dando Francesco Acquaroli, candidato alla presidenza della regione, hanno infuso, unitamente alle proposte dibattute, entusiasmo tra i partecipanti. Le competenze messe in campo da ogni singolo candidato unitamente alla tenacia che da sempre contraddistingue il partito di Giorgia Meloni, hanno mostrato una squadra forte ed innovativa, che sta affrontando questa sfida con un entusiasmo senza pari. In definitiva per le Marche proponiamo non una “sostituzione” non cioè un mero rimpiazzamento di poltrone, ma un nuovo modo di pensare ed agire per poter “ricostruire le Marche” con una storia nuova”, hanno evidenziato i due candidati alle Regionali per Fdi, Mirella Battistoni e Carlo Ciccioli, insieme a Ennio Mezzopera, portavoce della sezione di Fabriano.
“Finalmente portavoce FDI Fabriano-, dopo tanti anni di abbandono da parte della politica regionale, i nostri territori montani del comprensorio fabrianese tornano ad avere l’attenzione che meritano”- ha concluso Mezzopera.
c.c.
Il referendum al centro del'ultimo intervento della candidata al Consiglio regionale Paola Giorgi, che sostiene Francesco Acquaroli nella lista civica Civitas Civici.

Una posizione, la sua, che si lega alla scelta di rinunciare al vitalizio e che lei stessa, da ex assessore, adottò.

“Il tema dei costi della politica è un argomento importante - dice Paola Giorgi – e come tale andrebbe trattato con onestà intellettuale, senza rincorrere la pancia di un Paese in affanno e a volte poco incline agli approfondimenti. Io ho scelto di rinunciare al vitalizio, già maturato in Regione, ed ho potuto farlo grazie ad una legge che approvammo nella passata legislatura".

È su questa posizione che la candidata getta le fondamenta per una sua visione più ampia che riguarda il referendum: “Il referendum per il taglio dei Parlamentari è l’ultimo atto dell’iter di una riforma costituzionale. Risulta bizzarro come la nostra Costituzione - dice - diventi la più bella del mondo, o un atto da modificare a seconda delle convenienze.

La nostra Costituzione venne scritta sulle ceneri di una guerra civile, un evento che rappresenta la divisione più estrema tra le parti del Paese. Eppure - aggiunge - quella volta lavorarono, fianco a fianco, uomini e donne che si erano aspramente combattuti e la politica fu il nobile strumento per costruire e proteggere la democrazia, la cui anima è la rappresentanza. Ciò che vedo oggi, in questa riforma, è una dannosa operazione demagogica che mette a repentaglio percorsi virtuosi di valorizzazione della democrazia per abbracciare il populismo”.

Paola Giorgi esprime dunque la sua opinione di contro a chi propone il taglio dei parlamentari per risparmiare sui costi della politica: “Si tratta di un risparmio irrisorio - dice - che incide dello 0.007% della spesa pubblica: 285 milioni netti ogni legislatura, 57 milioni all’anno, 1 euro annuo a cittadino”.

Ed aggiunge sul tavolo del confronto una sua amara verità: “E’ scomodo dirlo, ma il politicamente corretto non è la mia passione: credo che il Paese abbia bisogno di una classe dirigente più preparata, non di minor numero, capace di guardare oltre e testimoniare senso civico grazie anche a scelte come quella fatta da me”.

La difesa della rappresentanza come cardine della democrazia, quindi, al centro del pensiero di Paola Giorgi sul referendum: “Non si possono abdicare valori fondanti per rincorrere sirene populiste; i costi della politica debbono essere affrontati con altri strumenti”.

G
S
Tra i candidati della lista civica “Movimento per le Marche”, a sostegno di Francesco Acquaroli, c'è anche Ludvina Cinti di Pieve Torina.

Volto nuovo della competizione elettorale, ma in prima fila in questi anni nel portare avanti i problemi dei terremotati, ha deciso di metterci la faccia e candidarsi alle regionali, «per stare dall'altra parte del tavolo e portare avanti tutti quei problemi, ancora irrisolti, a cui la politica del “non vi lasceremo soli” ancora non ha voluto mettere mano. Sono problemi che conosco, perchè li vivo ogni giorno nella mia vita, voglio sedere dall'altra parte e portare avanti proposte e soluzioni concrete come ho fatto in questi anni con l'associazione “La terra trema noi no”, senza filtri e senza timori».

Come tanti concittadini, lei e la sua famiglia hanno perso casa e lavoro. «Sono un volto nuovo della politica, ho vissuto sulla mia pelle questi problemi, la delocalizzazione, il mancato guadagno, le criticità di chi ha un mutuo che non può più pagare. Il primo motivo che mi ha spinto a candidarmi è vedere mio padre che dopo quarant'anni di sacrifici ha perso tutto, è rimasto senza niente, abbandonato dallo Stato. La rabbia di non poter far nulla mi ha spinto a provare a cambiare le cose, mettendomi in gioco. Al di fuori del cosiddetto cratere nessuno sa quanto le persone si sentano abbandonate ed impotenti, non riesco ad accettarlo».

Ludvina Cinti chiede di non andare avanti a colpi di proroghe, ma con provvedimenti di ampio respiro che consentano ai terremotati di fare progetti e di pianificare investimenti in questi territori: «Ho scelto una lista civica lontana dalle logiche di qualsiasi partito, la politica è stata sorda alle nostre richieste. L'associazione di cui sono fondatrice è stata tra le più attive nel portare avanti le istanze e le tante problematiche di questi anni dopo il terremoto. La politica ha creato a volte ulteriori ostacoli, che si aggiungono a quelli propri di un contesto già difficile. Si va avanti a colpi di proroghe, spesso all'ultima data utile, che non consentono di fare progetti di vita, di programmare investimenti su un territorio che era già in difficoltà economica già prima del sisma, che non permettono ai terremotati semplicemente di vivere senza l'ansia di non sapere che succederà domani».

I territori più colpiti hanno bisogno di maggiori attenzioni e provvedimenti mirati, spiega Ludvina Cinti: «Chi ha perso tutto ha bisogno come prima cosa di tranquillità e stabilità emotiva, che derivano dall'avere di fronte un orizzonte temporale certo e norme definite. Alla ricostruzione materiale si deve accompagnare quella economica e sociale, per essere certi che questi territori avranno un futuro, perchè senza quelle prospettive di sviluppo economico che creano opportunità di lavoro, è un'illusione pensare di poter frenare spopolamento ed abbandono della montagna. Un altro baluardo del territorio sono i servizi, fondamentale avere un ospedale efficiente e funzionale alle necessità del territorio montano, non bastano le eliambulanza in volo di notte, se si affossano i servizi esistenti e per curarsi si devono percorrere decine di km, in un contesto viario rimasto fermo al secolo scorso». Conclude Ludvina Cinti: «Voglio dare voce a chi rimane in silenzio, anche se nel suo cuore spera che le cose possano cambiare, a chi vorrebbe un futuro per le zone terremotate e nuove prospettive di sviluppo per le Marche dimenticate. Siamo pochi ma viviamo in tante zone diverse, ed i pochi di tante zone possono fare la differenza, se hanno il coraggio di farsi sentire».

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