Danni agli allevatori, provocati da lupi e cani randagi. Il consigliere regionale dei Verdi Sandro Bisonni ha presentato un'interrogazione  con l'obiettivo di conoscere la reale entità delle risorse dedicate al risarcimento dei danni e la loro capacità di soddisfare le esigenze del settore. Nell’atto si fa riferimento alla legge regionale del 1995, dove si prevede che la Regione conceda un indennizzo per i danni causati agli allevamenti bovini, ovini, caprini ed equidi per aggressioni da parte di lupi e cani randagi o ferali. “Durante il 2018 – precisa Bisonni – sono state registrate 90 richieste d’indennizzo per attacchi da parte di lupi. Il Dpr del 1997, in attuazione della specifica direttiva CEE, riconosce proprio il lupo come specie di importanza comunitaria, di interesse prioritario e ne richiede una protezione rigorosa. Viene vietata la cattura, l’uccisione e il disturbo allo stato selvatico, non è permesso il possesso, il trasporto, lo scambio nonché la commercializzazione
Come le altre regioni d'Italia –spiega il consigliere dei Verdi- la Regione Marche prende dei fondi specifici dall'Europa per le aree Rete Natura” 2000; questi soldi debono servire a conciliare la presenza di predatori (quali ad esempio potrebbe essere il lupo con la presenza dell'uomo e degli allevamenti) e quindi questi fondi servono a risarcire gli allevatori che subiscono danni dai predatori naturali. Questo è di fondamentale importanza e questi soldi debbono essere impiegati sia per i risarcimenti sia anche per stimolare dei sistemi di protezione, quali potrebbero essere recinzioni elettrificate o l'acquisto di un cane da guardia. Con la mia interrogazione  dunque chiedo se questi soldi siano effettivamente impiegati e in quale quantità e se i fondi siano sufficienti o non richiedano invece di essere aumentati.  Non mancherò in aula anche di stimolare il discorso della tempistica- conclude Bisonni-; oltre alla necessità che il quantitativo di Fondi sia infatti sufficiente a ricoprire le esigenze del territorio è  anche importante che le tempistiche siano celeri.  Non possiamo pretendere che chi subisce un danno venga rimborsato a distanza di mesi o addirittura di anni, quindi l'interrogazione va nel senso appunto di stimolare questo discorso e far sì che la Regione abbia una particolare attenzione verso gli allevatori".
cc
Un duro botta e risposta quello tra il consigliere regionale Sandro Bisonni e il sindaco di Tolentino, Giuseppe Pezzanesi.

Dopo che l'ex pentastellato, con una nota, ha accusato il Comune di Tolentino di non aver segnalato la presenza di una scuola in zona Rancia, dove dovrebbe essere realizzata la struttura, il primo cittadino ha messo a tacere ogni dubbio, precisando che "l'ammistrazione del Comune di Tolentino nella seduta del Consiglio Comunale del 25 Luglio scorso ha deliberato ancora una volta dopo la seduta di giugno, all'unanimità il "No" deciso all'Inceneritore della ditta Biorecovery sul territorio di Tolentino in Contrada Cisterna.
Maggioranza e Minoranza unite hanno affermato con determinazione che l'area ha una destinazione, in primis residenziale, commerciale, scolastica, oltre che area per uso agricolo a tutela di tipo orientato ed area di rispetto a verde privato, che di fatto rendono assolutamente incompatibile l’impianto proposto. A Bisonni - conclude Pezzanesi - ribadiamo che il Consiglio persegue il No all'inceneritore in termini assoluti e definitivi e che nel suo caso farebbe meglio a tacere, in occasioni estremamente vitali come queste e non parlare scorrettamente alla ricerca di visibilità a tutti i costi per poter trattenere con le unghie e con i denti una comoda poltrona regionale casualmente incontrata, che a nostro avviso difficilmente potrà mantenere visti gli atteggiamenti includenti nella prossima tornata elettorale del 2020".

E' stata questa replica, con la minaccia di agire per vie legali nei suoi confronti, a far indignare ancora di più il consigliere regionale, al punto di chiedere le dimissioni del primo cittadino tolentinate.
“Questa è la goccia che fa traboccare il vaso! Il sindaco – stigmatizza Bisonni - politicamente parlando, ha dimostrato per l'ennesima volta la sua incapacità gestionale. Tanta approssimazione può diventare pericolosa per la Comunità intera che per tale mancanza avrebbe anche potuto rischiare di trovarsi un nuovo inceneritore sul territorio.Viste la comprovata incapacità amministrativa e la totale inadeguatezza al ruolo istituzionale che per nostra disgrazia ricopre, se Pezzanesi amasse solo minimamente la nostra Comunità rassegnerebbe immediatamente le dimissioni".

GS

L'argomento sarà approfondito nella prossima edizione de L'Appennino Camerte.











La proposta di invitare Greta Thunberg e fare un consiglio aperto sta trovando una strada in salita da affrontare. L'idea è stata del consigliere regionale Sandro Bisonni e l'argomento è stato già discusso nel corso della Conferenza dei capigruppo durante il quale si sono registrate delle posizioni contrastanti. Alla fine il Presidente Mastrovincenzo ha deciso di coinvolgere il Comitato per il Controllo e la valutazione delle politiche, chiedendo una relazione su cui basare la decisione finale sulla convocazione dell’Assemblea. "Si tratterebbe di un'occasione per fare il punto della situazione e prendere ulteriori impegni per le politiche ambientali".  Ma l’amara sorpresa è arrivata ieri mattina nel corso della conferenza dei Capigruppo, chiamata ad esprimere un parere in questa direzione. “Il dibattito – sottolinea Bisonni – è stato a dir poco incredibile e surreale. C’è chi come Luca Marconi (UdC) ha messo in dubbio il fatto che i cambiamenti climatici siano dovuti a fattori umani o come Piero Celani (FI) che ha sottolineato come la comunità scientifica non sia concorde sul tema ritenendo non necessaria la presenza di “simboletti” (così l’ha definita) come Greta. Anche l’assessore Fabrizio Cesetti sembra aver dimenticato il suo passato da esponente dei verdi, con un diniego ingiustificato e molto discutibile. L’unico sostenitore della mia richiesta è stato il capogruppo del Pd, ma ciò non è bastato”. Bisonni , dopo aver anche evidenziato la negatività di altri interventi relativi all’attività della Thumberg, si dice esterrefatto anche per quanto riguarda la decisione finale. “Assurda – afferma – anche la decisione proposta dal Presidente del Consiglio, Antonio Mastrovincenzo, di delegare l’argomento al Comitato per il controllo e la valutazione delle politiche. Soltanto dopo che l’organismo avrà elaborato una propria relazione sul tema, sarà valutata la possibilità di convocare un Consiglio e decidere finalmente chi invitare. Un modo semplice per perdere tempo e spendere denaro dei cittadini senza voler affrontare i problemi. Ce ne ricorderemo quando questi signori pretenderanno di ergersi a paladini delle difese ambientali.”
Gaia Gennaretti 

Unanimità per la mozione proposta dal consigliere regionale Sandro Bisonni. L'obiettivo era impegnare la Regione a chiedere all'Asur di indire un concorso a tempo indeterminato per ricoprire il posto vacante di un radiologo nella struttura ospedaliera di Camerino – San Severino. 

“A dicembre dello scorso anno – spiega Bisonni -  è andato in pensione il primario del reparto di radiologia dell'ospedale di Camerino – San Severino. Si rendeva necessario pertanto andare a coprire tale posto perché la struttura ospedaliera è strategica per tutto l'entroterra maceratese e non può restare sotto organico.”

In passato l'Asur si è avvalsa spesso dello strumento degli avvisi pubblici che però sono andati sistematicamente deserti in quanto non è facile trovare medici disposti a spostarsi in queste strutture dell'entroterra per ruoli a tempo determinato.

La mozione al contrario impegna la Giunta regionale ad indire un concorso per un posto a tempo indeterminato.

“Sono convito - conclude Bisonni – che con un concorso per un posto a tempo indeterminato sarà facile trovare un radiologo disposto a lavorare nella nostra struttura. D'altronde le nostre zone sono tra le più belle delle Marche e pertanto confido che sarà semplice trovare chi vorrà venire a vivere dalle nostre parti.”

La mozione è stata votata all'unanimità, ora non resta che aspettare.
Gaia Gennaretti 

Bocciata la mozione del consigliere regionale Sandro Bisonni. Si chiedeva la riapertura del punto nascite di San Severino, chiuso nel marzo del 2016 a seguito della riforma sanitaria messa in atto dalla giunta Ceriscioli. A stupire però, non è l'esito della discussione, quanto “la latitanza da parte di quei consiglieri che appartengono al territorio e che più di altri avrebbero dovuto battersi per la riapertura e che invece si sono astenuti o peggio”. A votare a favore sono stati il Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia, mentre ad astenersi sono stati Luigi Zura-Puntaroni, di San Severino, Marzia Malaigia, Sandro Zaffiri, Jessica Marcozzi, Piero Celani, Mirco Carloni, Anna Casini, Fabrizio Volpini, Renato Minardi, Moreno Pieroni e Luca Marconi. Tutti gli altri hanno votato contro. 

g.g.

I problemi ambientali ancora al centro dell’attenzione del Consigliere regionale, Sandro Bisonni. Questa volta a finire sotto la lente d’ingrandimento sono le macerie del terremoto situate nel deposito all'aperto presso il Cosmari, soprattutto in relazione all’eventuale presenza di amianto. Cinque i quesiti contenuti in una interrogazione e rivolti al Presidente della Giunta ed all’Assessore competente. Bisonni vuole sapere se l’Arpam era a conoscenza del deposito all’aperto ed eventualmente come sia intervenuta a riguardo; se il protocollo per la gestione corretta delle macerie preveda o meno questo stesso tipo di depositi, anche temporanei, presso il sito del Cosmari; per quale motivo non sono state trattate esclusivamente in opifici depressurizzati e se sono state, in forma preventiva, lavate e pretrattate al fine di eliminare le eventuali polveri di amianto. Infine, nell’atto si chiede se la gestione futura delle macerie nel sito in questione preveda o meno il loro trattamento negli opifici di cui si faceva cenno. “Sono ormai 25 anni – evidenzia Bisonni – che l’amianto è stato messo al bando eppure i dati del Ministero dell’ambiente sono allarmanti. I siti censiti sono 33.610, la cui massima concentrazione si registra nelle regioni Marche ed Abruzzo. Ad oggi le bonifiche eseguite sono poco più di 800 e quelli risanati, solo parzialmente, sono circa 340”. Il Consigliere ricorda, inoltre, che “la presenza di eternit o cemento amianto è ancora forte nelle scuole, negli ospedali, nelle residenze per anziani, così come nelle aree residenziali ed industriali, sia attive che dismesse. E’ noto che le fibre e le polveri dello stesso amianto, se inalate, sono cancerogene e responsabili di diverse e gravi patologie”. Detto questo, nell’interrogazione si fa presente che la potenza distruttiva del terremoto del 2016 ha prodotto tonnellate di macerie, che ora devono essere smaltite e che contengono frazioni disomogenee di materiali per la cui rimozione sono previste procedure particolari e definite. In base a notizie riportate anche a mezzo stampa, le autorità competenti in passato avrebbero riscontrato la presenza di amianto presso un deposto temporaneo. “Per la rimozione delle macerie - conclude Bisonni - il meccanismo pubblico individuato a livello nazionale prevede diverse e precise fasi d’intervento. La gestione delle materie, che potenzialmente potrebbero contenere amianto, anche sotto forma di polvere, dovrebbe avvenire, a mio avviso, in opifici posti in depressione. Vedere le macerie stoccate all'aperto lascia inevitabilmente perplessità e dubbi che mi auguro siano fugati dalla risposta dell'Assessore competente in materia”.
g.g.

"Vorrei ricordare al sindaco Pezzanesi che spetta a lui adoperarsi per risolvere i problemi dei Tolentinati, sue sono le responsabilità dei disagi, sue sono le colpe per le cose non ancora fatte". Un botta e risposta al vetriolo quello tra il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi e il consigliere regionale Sandro Bisonni. Quest'ultimo ha sollevato più volte il tema del caro affitto dei container e della possibilità che la protezione civile potesse acquistare i moduli anziché prosgeuire col pagamento dell'affitto. Acquistandoli infatti, la Regione spenderebbe di meno che se continuasse a pagare l'affitto. Questa soluzione non trova però d'accordo l'amministrazione tolentinate e il sindaco Pezzanesi ha incolpato Bisonni di fare una pretestuosa polemica e di non aver fornito "in nessuna forma e in nessuna sostanza" alcun sostegno alla sua città.

"Voglio ringraziare Pezzanesi - ribatte Bisonni - che mi dà lo spunto e l'opportunità di ricordare le decine di atti istituzionali da me prodotti in tema sisma (concernenti ad esempio i provvedimenti per l'emergenza abitativa, la sicurezza sismica per scuole e ospedali, le agevolazioni fiscali per le imprese del cratere, e altro) e far sapere alla popolazione il mio impegno per il territorio e in particolare per la città di Tolentino. Prima però vorrei ricordargli che essendo lui il Sindaco di Tolentino spetta a lui adoperarsi per risolvere i problemi dei Tolentinati, sue sono le responsabilità dei disagi che i Tolentinati a distanza di due anni ancora vivono, sue sono le colpe per le cose non ancora fatte". Bisonni ricorda ad esempio la mozione depositata e discussa a maggio del 2017 con la quale si è ottenuta la deroga al mantenimento dei punti di primo intervento di Tolentino e Recanati; "e prima ancora - dice -quando nell'imminenza del sisma, vista la popolazione costretta a dormire nel palazzetto dello sport sopra a sdraio da mare, mi sono impegnato e ho trovato ben 600 lettini con comodi materassi che la protezione civile era pronta a consegnare a Tolentino, ma il sindaco (conservo tutta la chat di WhatsApp) rifiutò l'offerta e preferì continuare a far dormire la popolazione sulle sdraio; chissà, forse perché tutto sommato era bello per lui andare su tutti i notiziari nazionali?". Bisonni sostiene di aver offerto molte volte il suo contributo ma che questo non è mai stato accettato: "Il sindaco crede di saper fare tutto da solo e i risultati si vedono; Tolentino è la città in assoluto più indietro con la ricostruzione, a parità di norme. La vicenda dei container, sulla quale ho prodotto una interrogazione e che mi auguro si rivolva e non si tramuti invece in tragedia, è solo la punta dell'iceberg di una gestione disastrosa dovuta all'inconcludenza, incapacità e mancanza di visione dell'azione politica di un sindaco che farebbe bene a non piangere aiuto o tentare di scaricare le colpe dei suoi fallimenti sugli altri. Farebbe bene - sottolinea - a crescere come politico e amministratore, aprendosi al confronto con le minoranze, accogliendo i suggerimenti, permettendo agli altri di aiutarlo e assumendosi le sue responsabilità. Se non ci riuscirà, magari perché troppo preso dal suo ego, non gli rimarrà altro, se solo amasse la sua città, che scusarsi e farsi da parte al più presto perché mentre lui cerca capri espiatori per le sue colpe e le sue responsabilità - conclude - molti cittadini passeranno, contro la loro volontà, ancora un altro inverno dentro ad umidi container e questo sinceramente non è giusto".
Gaia Gennaretti 

“Sull’incenerimento il Movimento 5 Stelle si è fatto autogol. Impugnare la legge regionale non è un atto dovuto ma solo una volontà politica”.

La pensa così Sandro Bisonni, consigliere regionale del gruppo misto e promotore della legge regionale approvata all’unanimità che vieta l’incenerimento di rifiuti in qualsiasi forma (ad eccezione del biometano) e la realizzazione di inceneritori nelle Marche. Questo è avvenuto a giugno ma di recente il Ministero dell’Ambiente ha diffidato la Regione a rinunciare a tale divieto perché in contrasto con lo Sblocca Italia del governo Renzi. Se ciò non dovesse accadere, il Ministero impugnerebbe la legge regionale perché incostituzionale.

Va precisato che il ministro Costa si è detto contrario a tale normativa nazionale e ha espresso l’intenzione di abrogarla. Nel frattempo però, sempre secondo Costa, l’impugnazione sarebbe un atto dovuto fintanto che lo Sblocca Italia sia ancora in vigore: “Come a dire - commenta Bisonni - che sono costretti. Peccato però che le cose non stiano esattamente così, infatti l'articolo 127 della Costituzione italiana testualmente recita: ‘Il Governo, quando ritenga che una legge regionale ecceda la competenza della Regione, può promuovere la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte costituzionale entro sessanta giorni dalla sua pubblicazione’. Insomma l'atto non è dovuto ma semplicemente rientra tra le possibilità del Governo”. I 5 Stelle però, nel diffondere il comunicato del Ministro, hanno ricevuto la risposta del loro costituzionalista di fiducia e di riferimento, Enzo Di Salvatore. Costui, con onestà intellettuale ha sentenziato: “Comunque non è un atto dovuto. Il Consiglio dei Ministri può deliberare di impugnare, se vuole”.

“Appunto - incalza Bisonni - se vuole e se lo ritiene come la Costituzione dice. È pertanto palese a tutti che l'atto del Ministero è una scelta politica non un obbligo. Una scelta immotivata se fosse vero che il Movimento vuole abrogare lo Sblocca Italia; si ricordi inoltre che questa legge nazionale è oggi oggetto della giustizia europea a seguito di un ricorso al Tar del Lazio vinto da alcune associazioni ambientaliste. È chiaro che, al di là della propaganda, qui qualcosa non torna - conclude - e sopratutto si prenda atto che il Governo M5s-Lega non ‘deve’ ma ‘vuole’ impugnare la nostra legge imponendo alle Marche di rinunciare al divieto di combustione a favore dell’inceneritore, con buona pace di tutti...o quasi”.
Gaia Gennaretti 

Appello del consigliere regionale Sandro Bisonni (Gruppo Misto) affinché siano pubblicati sul sito dell’Arpam i dati relativi ai prelievi ambientali effettuati dopo l’incendio dello scorso 6 luglio alla “Orim” di Piediripa.

La richiesta, rivolta all’assessore Angelo Sciapichetti, fa riferimento al rapporto completo, non ravvisando lo stesso Bisonni motivi che ne precludano la diffusione.

“Anzi, proprio per rendere concreta la massima trasparenza dell’azione pubblica e non trattandosi di dati sensibili – sottolinea – è bene che i cittadini siano resi partecipi di qual è l’effettiva situazione, trattandosi di un problema particolarmente sentito dalle popolazioni del luogo. Va tenuto presente, infatti, che l’incendio ha interessato un’azienda che interviene nel recupero dei materiali speciali provenienti dal riciclo dei rifiuti industriali”.

Subito dopo l’evento Bisonni ha presentato un interrogazione rivolta al Presidente della Giunta ed all’Assessore competente per conoscere, tra l’altro, i possibili danni per l’ambiente e per le salute delle persone, le cause accertate per quanto riguarda l’innesco dell’incendio, nonché l’eventuale attivazione di misure finalizzate ad evitare rischi di infiltrazioni criminali ai danni dalle delle società che legittimamente operano nella gestione dei rifiuti.

“La Regione Marche – specifica Bisonni – ha compiuto una scelta storica con l’approvazione della proposta di legge che indirizza le politiche verso il riciclo dei materiali, ripudiando qualsiasi forma di combustione. Ora dobbiamo costruire le strategie d’intervento con l’obiettivo primario di garantire il benessere dei cittadini, rendendoli direttamente partecipi. La pubblicazione dei dati Arpam credo appartenga ad una buona politica di condivisione dalla quale non ci si può sottrarre”.

Soddisfazione da parte del consigliere regionale Sandro Bisonni per la delibera sullo stanziamento di 268mila euro per la realizzazione di dotazioni a servizio dei Comuni per progetti sperimentali. 

Un’altra buona notizia - commenta - per quanto riguarda il settore dei rifiuti. Con una delibera dello scorso 2 luglio, la Giunta regionale ha previsto uno stanziamento di circa 268mila euro per la realizzazione di dotazioni strutturali o materiali a servizio dei Comuni i quali, tramite le Province, o meglio gli ambiti territoriali, saranno chiamate alla realizzazione di progetti sperimentali di introduzione di un sistema di tariffazione puntuale”. Bisonni, del gruppo misto, è stato estensore della proposta di legge, approvata a marzo, che promuove il contenimento della produzione dei rifiuti prevedendo azioni di stimolo nel confronti degli enti locali per l’applicazione della tariffazione puntuale. La delibera adottata dalla Giunta riguarda l’attuazione de Piano regionale per la stessa gestione dei rifiuti e contempla un primo atto d’indirizzo inerente la ripartizione dei fondi destinati alla realizzazione di interventi di carattere impiantistico e strutturale (dotazione finanziaria prevista nel bilancio regionale 2018/2020, annualità 2018). Le Marche – sottolinea Bisonni – mantengono un ottima posizione, su base nazionale, per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti. Se adeguatamente supportata, anche attraverso le campagne informative che abbiamo previsto, la tariffazione puntuale fornirà un ulteriore impulso in questa direzione. L’obiettivo primario resta quello di incentivare il contenimento della produzione di rifiuti e di potenziare la pratica della raccolta differenziata. Quindi, non possiamo che accogliere positivamente la decisione adottata dalla Giunta”. Bisonni non manca di evidenziare che, per quanto riguarda il settore in questione, nell’ultimo anno sono state compiute scelte importantissime ed in questo senso ricorda la recente approvazione della proposta di legge, che ha promosso e sostenuto con forza, chiamata a vietare la combustione dei rifiuti e di tutti i suoi sottoprodotti sul territorio regionale.

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