"Dopo  due giorni sui territori e diversi  incontri che si sono tenuti anche nelle altre regioni, me ne vado con una ricchezza di informazioni. E' una conferma delle impressioni che già avevo di quelle che sono le misure che devono essere prese per questi territori". Così il Sottosegretario Vito Crimi al termine della lunga giornata che lo ha visto prima al Politeama di Tolentino per ascoltare le esigenze e le questioni che gli hanno sottoposto i sindaci e successivamente a Camerino nella sede del rettorato dove sono state invece le associazioni di categoria e gli ordini professionali ad esternare le problematiche più urgenti e a consegnare le loro istanze sotto forma di documento. Come noto a Tolentino, per protesta, non si sono voluti presentare i sindaci di Camerino,Bolognola, Castelsantangelo sul Nera, Fiastra, Muccia, Pievetorina, Valfornace, Serravalle di Chienti,  Ussita Caldarola, Esanatoglia e Castelraimondo. A Camerino, presente il Commissario per la ricostruzione Piero Farabollini, oltre al rettore Claudio Pettinari e ai vari rappresentanti delle associazioni e degli ordini, è intervenuto anche il sindaco Pasqui.  

Sala Crimi

" Bisogna ricostituire un patto di fiducia tra Stato,  imprese, professionisti e cittadini- ha detto il Sottosegretario Crimi-  è necessario smontare un po' quell''idea che lo Stato deve mettere regole e paletti, per impedire che il cittadino o l'impresa  frodi lo Stato ma, attivare  misure di semplificazione, ricostituendo questo rapporto di fiducia perché qui  la situazione è talmente di emergenza che non ci sono neanche persone che possono approfittare, nel senso che sono tutte nella stessa condizione disastrata.  Ovviamente mi riferisco in particolare ad alcune aree che sono molto più colpite di altre, e pertanto hanno bisogno di un intervento più strategico e complessivo.  Quindi abbiamo valutato una serie di iniziative da mettere in campo per semplificare le procedure, per alleggerire gli Uffici  Speciali per la Ricostruzione,  per potenziare il personale e  tutto questo passa dalla responsabilità di tutti i soggetti coinvolti". 

Quanto alla mancata presenza dei sindaci dell'entroterra a Tolentino, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ha commentato: "  A me dispiace ma non non dico nulla,  nel senso che non me la sento neanche di criticarli  perché le situazioni che vivono sono talmente tragiche talmente complesse e, immagino la sofferenza che hanno avuto in questi giorni ma dico subito che in tutti questi incontri con i sindaci, la prima cosa che ho fatto è stato chiedere scusa se per l'ennesima volta si sono trovati davanti a un'autorità politica a dover raccontare nuovamente i loro problemi e le loro  questioni Vi chiedo scusa ho detto, anche se  sono arrivato davvero da pochi giorni in questo ruolo di delegato per la ricostruzione e quindi potrei semplicemente dire che la colpa è di altri, però mi sento di dover chiedere scusa. Capisco le loro le loro posizioni e mi dispiace della loro mancata presenza:  è stata un'occasione persa, perché sono stati incontri che hanno portato a dei contenuti. Io naturalmente  non mancherò di incontrarli perché non è che mi tiro indietro,  non è che tutto questo significa una rottura, significa semplicemente che tornerò, non oggi, non orae probabilmente non prima di rimettere in piedi magari delle modifiche normative. Il che significa  che forse magari non riuscirò ad ascoltare le loro istanze prima che sia troppo tardi. Insomma è un peccato ma davvero,  non me la sento neanche di criticare i sindaci per questa scelta". 

Notizie eccellenti per la ricerca di Unicam, che conferma la qualità e la vitalità dei ricercatori dell’Ateneo. Ben due i progetti che vedono infatti impegnati gruppi di ricerca Unicam che hanno superato le difficilissime selezioni e sono stati appena finanziati nell’ambito del programma Horizon 2020, il programma quadro dell’Unione Europea per il finanziamento della ricerca e dell’innovazione relativo al periodo 2014-2020.

In particolare, grazie al gruppo di ricercatori afferenti alle Scuole di Scienze e Tecnologie e di Architettura e Design e coordinati dal prof. Andrea Dall’Asta, Unicam è uno dei 15 partner, tra cui anche il Comune di Camerino, del progettoLa capacità di resilienza delle aree Storiche innanzi ad eventi climatici o comunque Catastrofici”, che vede come capofila un ente di ricerca tedesco e che è stato finanziato nell’ambito del pilastro “Societal Challenges” per un totale di 6 milioni di euro.

E’ stato poi finanziato interamente nell’ambito Excellence Science ERC- Proof of Concept, una sorta di oscar della ricerca, il progetto “Launch Test of Natural Biocides for the Control of Insect Borne Diseases, coordinato dalla prof.ssa Irene Ricci, della Scuola di Bioscienze e Medicina Veterinaria

Il finanziamento, pari a 150 mila euro, da parte del prestigioso European Research Council (ERC) è riservato a ricercatori già vincitori di “starting grants”, forma di finanziamento erogata sempre dall’ERC a sostegno della ricerca di frontiera, quale è stata la prof.ssa Ricci nel 2011, ed ha l’obiettivo di rafforzare il collegamento tra ricerca e mercato, in modo tale da valorizzare il potenziale della ricerca di eccellenza e non perderlo per mancanza di investimenti.

Obiettivo del progetto Unicam è quello di potenziare la nuova struttura gestita da Biovecblock, spin off dell’Ateneo, per il test ed il monitoraggio dell’effetto di biocidi naturali in insetti nocivi.

Notizia magnifica ed inaspettata che ci ha fatto chiudere l’anno nella maniera migliore – ha sottolineato con entusiasmo il Rettore Unicam Claudio Pettinari. Come definito anche nel Piano Strategico di Ateneo 2018-2023, l’Ateneo conferma l’intenzione di sostenere e sviluppare le attività dei gruppi di ricerca che operano nelle cinque Scuole di Ateneo, affinando la capacità degli stessi di inserirsi nei quadri di riferimento europeo, nazionale e regionale, sviluppando ricerche di qualità rispetto al contesto internazionale, sia dal punto di vista dell’originalità e del rigore metodologico, che dell’impatto sulla comunità scientifica”.

“Il tutto – prosegue il Rettore Pettinari – per consentire la partecipazione con tasso di successo elevato, a bandi competitivi a tutti i livelli, internazionali, nazionali, regionali e locali, anche grazie alla collaborazione fra le diverse strutture e quindi l’interdisciplinarità e multidisciplinarità della ricerca”.

“Ovviamente – conclude Pettinari – Unicam punta alla qualità della ricerca di base e applicata, aperta all’internazionalità, come requisito fondamentale per garantire agli studenti un’istruzione superiore di elevato livello, e per sostenere attraverso il trasferimento di competenze e know-how, o sviluppo delle imprese e del territorio tutto”.

RESILIenza Mobilitazione e Opportunità per Crescere Insieme è un progetto che realizza una serie di azioni in contrasto alla povertà educativa, coinvolgendo 62 degli 87 comuni marchigiani del cratere sismico. L’obiettivo è quello di mobilitare le risorse personali, familiari e comunitarie che caratterizzano il percorso educativo alla resilienza. L’azione intende educare alla resilienza bambini e ragazzi, adolescenti e giovani, e lo fa attraverso una serie di iniziative trasversali e integrate che per due anni, fino al luglio 2020, animeranno il territorio. I servizi, estesi in tre province marchigiane, coinvolgono soprattutto il maceratese: l’Ats 15 (Comune capofila Macerata), l’Ats 16 (Comune capofila San Ginesio), l’Ats 17 (Comune capofila San Severino) e l’Ats 18 (Comune capofila Camerino). Il progetto è stato selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. È promosso dalla cooperativa sociale Opera, in partnership con Coos Marche Cooperativa Sociale, CSV Marche  e un'ampia rete di soggetti del Terzo settore, enti pubblici, privati ed istituzioni scolastiche. Venerdì 7 dicembre 2018 ore 11,30 Sala Convegni – Rettorato Unicam Via D’Accorso 16 – Camerino.

Interverranno: Andrea Spaterna, Pro Rettore Università di Camerino,Fabio Alessandrelli, presidente Opera. Società Cooperativa Sociale Diego Mancinelli, Cooperativa sociale COOSS. Simone Bucchi, presidente CSV Valerio Valeriani, Coordinatore Ambito Territoriale Sociale 16, 17, 18. 

Il Direttore Generale dell’Università di Camerino, dott. Vincenzo Tedesco, è stato nominato membro della Commissione ministeriale per la redazione del “Codice della legislazione scolastica, universitaria, dell’alta formazione artistica musicale e coreutica e della ricerca”, istituita lo scorso 21 novembre con decreto del Ministro Bussetti.

 

Presieduta dal Consigliere Vito Tenore, Consigliere della Corte dei Conti, avrà il compito di provvedere al riordino, alla semplificazione e alla codificazione delle disposizioni legislative di competenza del ministero e per questo è articolata in quattro Sezioni.

 

Il dott. Tedesco è stato scelto per essere uno dei diciotto componenti della Sezione Università, che è coordinata dal prof. Remo Morzenti Pellegrini, Rettore dell’Università di Bergamo.

 

“Sono estremamente orgoglioso di questa nomina – ha dichiarato il dott. Tedesco – che non solo sancisce una attestazione di stima professionale nei miei confronti, ma conferma anche l’impegno dell’Ateneo, fortemente supportato dal Rettore Pettinari e dalla governance tutta, nelle questioni relative alla semplificazione amministrativa, tanto da essere considerato un modello nel sistema nazionale universitario. Sono diversi i processi che stanno subendo molti cambiamenti nell’organizzazione delle Università italiane ed è pertanto necessario che ci sia una regolamentazione unica, organica e coordinata, che consenta al nostro sistema universitario di essere sempre più competitivo ed attrattivo a livello internazionale. Unicam sta attuando diversi cambiamenti nella struttura organizzativa, così come nella regolamentazione interna, mettendo al centro di ogni azione le persone, su cui si fonda il sistema e senza le quali nulla sarebbe possibile: porteremo la nostra esperienza in Commissione e metteremo le nostre buone pratiche a disposizione di tutti i colleghi”.

 

 

 

I Baustelle all’università di Camerino. L’interazione con una sala stracolma di studenti, si è concretizzata grazie a “FARE un ’68”. Come già avvenuto ieri nell’ateneo di Pescara e, come sta per accadere a Siena, anche a Camerino il trio tra i più amati della scena indie rock, ha voluto una pacifica occupazione dei luoghi studenteschi, in omaggio all’anniversario dei cinquant’anni del ’68. Aperto dai saluti del rettore Pettinari , l’incontro camerte si è potuto realizzare grazie alla collaborazione delle associazioni TAM-tutta un’altra musica e Musicamdo. Due chitarre, un piccolo harmonium, le loro bellissime voci e poche canzoni, gli unici strumenti di Francesco Bianconi, Rachele Bastreghi, Claudio Brasini e Andrea Faccioli che, affiancati dal giornalista di Robinson Luca Valtorta in veste di moderatore, hanno accolto i numerosissimi studenti, stimolandoli al confronto.

Sala rettorato

 Nessuna festa, né promozioni discografiche , ma il solo pretesto di farsi raccontare, ascoltare il loro sentire su come vivono questo momento della loro vita e come si rapportano con il presente e il futuro. Cosa è cambiato nelle parole libertà e comunicazione, nel modo di indignarsi, nella complessità e nel modo di affrontare tensioni e disagi. Cosa non c’è perché non c’è mai stato e potrebbe essere, cosa si è perso, cosa manca in una società sempre più individualista e superficiale, in una cultura che ha perso il coraggio di opporsi. Inframezzate dalle canzoni più intense del trio, si sono analizzate le parole veloci dei social, sconosciute ai giovani del ’68 e spesso, testimonianza del deserto dei contatti umani dell'oggi .

Baustelle dibattito

“Ci portiamo a casa una bellissima esperienza - ha detto Francesco BianconiAbbiamo voluto fare tappa in luoghi decentrati e un po’ a i margini.A maggior ragione all’università di Camerino e in una città che ha vissuto tempi difficili, dove esserci, vuol dire anche dare un segno di inizio di ripartenza e di ricostruzione. Stimolare un pensiero critico è l’idea di fondo di questo progetto nato dalla voglia di profanare un mistero. Volevamo cercare di capire il momento presente che l’Italia e forse anche il mondo intero sta attraversando, sentendolo dalla voce dei ragazzi di vent’anni, da studenti universitari che, per me che studente universitario non lo sono più, rimangono per l’appunto un mistero. Dal punto di vista sociale e politico, il presente darebbe molti spunti di riflessione e anche di critica e – ha continuato il cantante dei Baustelle- quello che si nota è che la generazione di questi ragazzi è un po’ silente. La nostra idea era proprio questa: entrare in un ateneo, cantare delle canzoni e innescare una sorta di dibattito sul presente con la scusa dei 50 anni dal ’68.

Francesco Bianconi

 Stesso format per la prossima tappa all’università di Siena e poi, i tre incontri finiranno in una sorta di racconto finale del quale lo scrittore Paolo Di Paolo trarrà le conclusioni. Dal nostro punto di vista- ha concluso Bianconi- già abbiamo avuto un assaggio dei temi interessanti che ne sono usciti;  abbiamo percepito che i ragazzi sono silenziosi solo in apparenza e , da questi due incontri abbiamo riscontrato che parlano senza timidezza, che hanno delle idee anche molto chiare, sul presente e sul futuro". 

C.C.

Per una finanza al servizio del bene comune: è questo l’obiettivo principale delle Scuole Popolari di Economia di Banca Popolare Etica che, grazie alla collaborazione con l’Università di Camerino, hanno promosso un progetto di educazione finanziaria che si terrà in Ateneo, dal 30 novembre al 2 dicembre 2018.

Aperto a studenti universitari e a cittadini interessati all’argomento, il corso si articola in tre giornate ognuna delle quali verterà su una tematica specifica: 10 anni dopo lo shock della finanza globale, con una analisi sulle cause e gli effetti della crisi e sulle possibili vie d’uscita; shock economy e la sfida della giustizia, con analisi sui rapporti tra banche e clientela nella giurisprudenza, tra finanza globalizzata e bene comune e sulle dinamiche dell’economia globalizzata, con uno sguardo su diritti umani e imprese, responsabilità sociale di impresa, nuova economia; attori di una economia di rinascita, con un confronto su come fare per rinascere dal terremoto, dallo spopolamento e dalle crisi ed una sessione di dialogo con realtà di cooperative ed imprese che hanno prodotto la trasformazione della vita della comunità e dei territori

“Abbiamo accolto con entusiasmo la proposta di Banca Popolare Etica – ha sottolineato il Rettore Unicam Claudio Pettinari – perché lo riteniamo un percorso estremamente importante per la formazione dei nostri studenti. Pur non avendo corsi di laurea ad indirizzo prettamente economico, abbiamo puntato molto sull’etica, sulla responsabilità sociale, sull’economia non profit istituendo qualche anno fa il corso di laurea in “Scienze sociali per gli enti non profit e la cooperazione internazionale. Questo progetto di educazione finanziaria è comunque trasversale ed interdisciplinare e pertanto di interesse per tutti i nostri studenti”.

L’evento, che si terrà presso la sala convegni del Rettorato con inizio alle 15:40, si aprirà con i saluti del Rettore Unicam Claudio Pettinari e del coordinatore scientifico Scuole Popolari di economia Area Centro Andrea Battinelli. Seguiranno poi gli interventi e le relazioni di docenti Unicam e di esperti di Banca Popolare Etica, nonché di enti ed associazioni che operano nel settore.

L’Università di Camerino ospiterà domani, mercoledì 14 novembre il vincitore di MasterChef 2018  Simone Scipioni, che sarà in Ateneo per una lezione agli studenti del corso di laurea in Scienze Gastronomiche aperta al pubblico.

L’evento si terrà presso l’Auditorium Benedetto XIII con inizio alle ore 18 sarà aperto non solo agli studenti, ma anche alla cittadinanza e a quanti interessati a partecipare

A guidare il pubblico in questo percorso di sapori sarà il presentatore e giornalista Maurizio Socci. Interverranno il Rettore dell’Università di Camerino Claudio Pettinari, il Sindaco di Camerino Gianluca Pasqui, il Responsabile del Corso di laurea in Scienze Gastronomiche Gianni Sagratini, il delegato dell’Accademia della Cucina Italiana, sezione di Macerata Ugo Bellesi. Seguirà il cooking show a cura di Simone Scipioni.

L’evento è promosso dal Corso di Laurea Unicam in Scienze Gastronomiche in collaborazione con importanti aziende del settore agroalimentare del territorio, che hanno tra l’altro anche preso parte al comitato di indirizzo per l’istituzione del corso di laurea stesso; metteranno a disposizione i propri prodotti con i quali Simone Scipioni realizzerà raffinate pietanze.

Il sindaco di Camerino Gianluca Pasqui scrive al rettore Claudio Pettinari per ringraziarlo dell'invito a presenziare all'inaugurazione del 683esimo anno accademico di Unicam. Di seguito il testo. 

Magnifico rettore, carissimo Claudio, per diversi giorni mi sono chiesto se fosse opportuno, per un sindaco, mettere mano alla tastiera e rivolgermi al rettore attraverso una lettera aperta di ringraziamento. In fondo, che il sindaco di una città sede di università intervenga alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico dovrebbe essere la normalità. Ma questo, a Camerino, non è stato “normalità” per tantissimo tempo, non ricordo quanto tempo precisamente, ma comunque mai da quando il sottoscritto ha iniziato a muovere i primi passi nell’amministrazione cittadina ormai quattro mandati fa e con tre sindaci che nel frattempo si sono avvicendati.

Ciò che non è ordinario, dunque, va sottolineato. E va sottolineato con un enorme “grazie”. Soprattutto quando rappresenta un traguardo che, di fatto, si può definire epocale. Per questo sento di dover ringraziare pubblicamente il rettore, Claudio Pettinari, il prorettore vicario Leoni, il direttore amministrativo Tedesco, la governance di Unicam in genere - per l’invito ricevuto ad intervenire il prossimo 26 novembre all’inaugurazione dell’anno accademico di Unicam - e, con essi, anche quelle persone, come ad esempio il prorettore Andrea Spaterna, che da sempre si sono spese affinché un’anomalia tutta camerte si risolvesse definitivamente.

Non è, ci tengo a precisarlo, un traguardo di Gianluca Pasqui, ma è un traguardo della città, a prescindere da chi è il sindaco o da chi sarà in futuro. Perché quello tra Camerino e l’Università di Camerino è un legame che deve ulteriormente trasformarsi in simbiosi e che oggi, con questo importantissimo segnale che arriva da Unicam, si rafforza ulteriormente. In un momento, non possiamo dimenticarlo, di grandi difficoltà dovute alle conseguenze del sisma, in cui unire le forze ha non solo il valore di ”conquistare insieme”, ma anche di “sostenersi a vicenda”.

Questo mio “grazie”, quindi, è il grazie di una città, tutta, che riconosce a Unicam e a chi ha voluto sanare l’anomalia una grande sensibilità e una visione di futuro che ravviva con vigore le speranze di una comunità, di una istituzione e del suo territorio chiamati insieme ad affrontare sfide enormi. Sfide che oggi, grazie alla consapevolezza di una simbiosi e alla concreta volontà di un cammino pienamente condiviso, sembrano certamente meno spaventose.

Gianluca Pasqui

Un tavolo permanente della Ricostruzione, ha riunito questa mattina per la prima volta a Camerino tutti i soggetti coinvolti nel percorso. Vi hanno preso parte enti e istituzioni cittadine, regionali e governative, rappresentate dal sindaco Gianluca Pasqui e dai componenti la giunta, dall’arcivescovo Francesco Massara accompagnato dal direttore dell’ufficio ricostruzione della diocesi  ing. Carlo Morosi, dai prorettori vicario di Unicam Graziano Leoni e alla cooperazione territoriale Andrea Spaterna. Presenti anche il Commissario Straordinario Piero Farabollini, il direttore dell’Usr Cesare Spuri, il sovrintendente arch. Carlo Birrozzi e l’ing. Andrea Crocioni dei Beni Culturali della Regione Marche e l'architetto Paoletti. Obiettivo del summit, trovare decisioni univoche relative alla ricostruzione e magari cercare di trovare condivisione su alcuni passaggi che possano velocizzare e rendere più snelli alcuni percorsi, relativi in particolare alla possibilità d’uscita dalle perimetrazioni degli edifici che circondano piazza Cavour, in modo da dare un concreto segnale di ripartenza e speranza alla popolazione. Gli immobili in questione sono infatti di proprietà dell’ateneo, dell’arcidiocesi e vincolati dalla Sovrintendenza. La richiesta del tavolo è partita dal sindaco Gianluca Pasqui dopo aver trovato condivisione nel prorettore dell’università e nel nuovo arcivescovo. “ Di fronte ad alcuni temi- ha spiegato il sindaco aprendo l’incontro - era già stata maturata l’idea di fare degli incontri; visto che la decisione su certe tematiche che coinvolgono cittadini, diocesi e ateneo, ricade sull’ente locale, ho ritenuto che fosse necessario un forum permanente di lavoro.

tavolo Pasqui

I temi vanno condivisi-ha sottolineato- a partire dall’emergenza che ancora c’è. Non è per campanilismo ma ritengo che Camerino non possa continuare a portare avanti il percorso che c’è stato finora. I numeri del personale che abbiamo a disposizione sono inadeguati a far fronte a tutte le normative e, per quel che concerne il centro storico, occorre puntare il dito per sapere cosa c’è da fare: molti degli immobili sono infatti vincolati, altri sono dichiarati d’ interesse storico culturale. Il tavolo ci permette di prendere delle linee e andare avanti. E’ necessario un focus acceso sulla città che è la luce di un territorio. Il sisma ci ha messi in rianimazione; finora siamo rimasti dritti ma dobbiamo sapere se possiamo tornare in reparto o riuscire ad essere dimessi Per cui, credo che questo tavolo permanente sia obbligatorio e vada calendarizzato mensilmente”. Sull’utilità del tavolo tecnico si è favorevolmente espresso il Commissario Farabollini, ritenendolo tanto più opportuno per una città come Camerino che, per cultura, tradizioni, storia e indotto economico , è da considerarsi punto di riferimento imprescindibile per tutta l’area del cratere.” A me che sono un tecnico è stato chiesto di accelerare e dare impulso alla ricostruzione e posso assicurare il mio impegno in questa direzione. Da parte mia, massima collaborazione nel riuscire a trovare insieme dei percorsi più adeguati , scavando gli aspetti che finora hanno rallentato tutta la macchina. Bisogna velocizzare, valutare lo snellimento e limare gli intoppi della burocrazia, capire come accelerare le procedure. In questo c’è il mio impegno – ha affermato-; lo stesso è stato per i Commissari che mi hanno preceduto che hanno lavorato per trovare delle soluzioni. Adesso occorre trasformare il tutto in azione. C’è da muoversi velocemente e costantemente nel territorio; tenere a mente le specificità delle realtà e prospettare una ricostruzione che dia un senso anche sociale ed economico a queste zone dell’Appennino. Occorre cercare di dare concretezza a questo obiettivo, anche tenendo conto dell’edificato che si andrà a ricostruire e valutando una ricostruzione in sicurezza . Dobbiamo essere consapevoli che c’è da convivere con il sisma e che , visti i cambiamenti climatici in atto, la convivenza deve tener conto dei ragionamenti di prevenzione sismica ed idrogeologica. I tavoli tecnici ci danno l’opportunità di trovare la soluzione migliore e raggiungere obiettivi in maniera efficace ed efficiente. Cercherò di essere presente una volta al mese anche se ho quattro Regioni su cui lavorare e solo in provincia di Macerata ho 38 comuni da seguire. Ma sono anche consapevole che Camerino debba avere qualcosa in più e su questo voglio rassicurare: considero questa città come punto di riferimento per tutto il territorio”. Con l’intervento dell’arcivescovo Massara, si è poi centrata la tematica dell’incontro. Di concerto con l’università di Camerino, l’arcidiocesi si è infatti promotrice nel proporre all’USR qualcosa di concreto che dia una speranza e un segnale di partenza alla gente che non ne può più di restare sospesa.

tavolo illustrazione vescovo

Ad illustrare la proposta, nata già tempo addietro per l’interessamento dell’arcivescovo Brugnaro, è stato l’ingegnere Carlo Morosi. L’idea , approcciata anche con il rettore Pettinari e con la Sovrintendenza, teorizza l’ esclusione dalle perimetrazioni del palazzo ducale, della cattedrale, dell’episcopato e del collegio Bongiovanni che è agibile. Si tratta di beni già vincolati e, in quanto tali, già sottoposti a norme particolarmente stringenti quanto ai vincoli di ristrutturazione. “Abbiamo pensato che iniziare i lavori dalla piazza- ha detto Morosi– possa essere un segnale di qualcosa che si sta facendo. Questi palazzi, per l’arcidiocesi sono in realtà anche dei contenitori importanti e potrebbero sopperire alla necessità di stoccaggio delle opere d’arte che ancora oggi vengono ospitate altrove, pagando canoni di affitto. Il piano terra del palazzo arcivescovile, potrebbe essere utilizzato per la riapertura di attività e il Collegio Bongiovanni che non ha riportato alcun danno, potrebbe essere utilizzato per ospitare le maestranze impegnate nei lavori di ricostruzione ”. Non esistendo grossi ostacoli nel tirare fuori questi contenitori dalla perimetrazione, l’ingegnere Morosi ha detto che dare questo tipo di segnale permetterebbe la ripartenza di tre istituzioni, rappresentate da diocesi, università e sovrintendenza. Sulla stessa linea il prorettore vicario Graziano Leoni , secondo il quale riappropriarsi di una parte del centro e trovare un modo tecnico per riuscire a farlo, sarebbe un segnale enorme per tutta la comunità. “ L’ateneo non può vivere senza la città. La città non può vivere senza università e noi non possiamo che dare il nostro concreto contributo per mantenere saldo e alimentare questo rapporto”. Sugli aspetti tecnici della proposta si è espresso il direttore dell’USR Cesare Spuri, puntualizzando il suo intervento con l’affermazione che, pur non sposando l’idea del ridimensionamento del cratere, Camerino, come Visso o Ussita, ha problemi di un diverso ordine di grandezza  E in molti casi le perimetrazioni (che ritardano di 2-3 anni tutta la macchina), si debbono fare per forza”. A proporle sono i comuni e, presenti determinati requisiti, il vicecommissario le approva e poi ci sono i Piani attuativi.  "Camerino soffre di certe problematiche ( ad es. le scarse vie di fuga) e io credo che questi aspetti vadano valutati. L’uscita da una parte o dall’altra dalle perimetrazioni, produce una groviera che va gestita; se stacchi una parte, quel luogo deve dare la garanzia di essere sicurissimo, per cui non si può prescindere dal fare queste valutazioni.  Occorre a mio avviso coniugare gli interventi, le messe in sicurezza da fare, l’accesso a chi deve lavorare nei cantieri. Poi, se alcune parti possono vivere di propria storia, se il palazzo arcivescovile, palazzo ducale o teatro non debbono essere demoliti e possono essere restaurati, va bene. Ma in piazza ci si deve arrivare sicuri. Perimetrare non può significare non avere idea di dove si andrà a finire e credo che i temi delle uscite dalla città e della sicurezza comincino a far scaturire dei ragionamenti. Non butterei via le cose buone che una perimetrazione può portare; è necessario incardinare bene la tempistica di come intervenire". “Se continuiamo a lavorare senza metodo- ha detto il sovrintendente Carlo Birrozzi- non si va avanti. Questo terremoto ha messo in evidenza la fragilità. Dopo due anni voglio capire come si fa la perimetrazione. Non si può continuare a lavorare casa per casa. Bisogna lavorare con un metodo complessivo per tutta la città. Questo terremoto ha messo in evidenza che i problemi delle strutture sono gravi. Sono due anni che stiamo continuando a parlare di perimetrazioni da fare o da non fare. Due anni che parliamo di aria fritta, se fare una perimetrazione casa per casa o su tutta la città nel suo complesso. "Le perimetrazioni non sono obbligatorie e prova ne è che Visso ha deciso di non farle. C’è la facoltà dei sindaci di scegliere questo percorso. – ha detto Cesare Spuri- Chi lo sceglie intende sviluppare dei temi su una scala più ampia. Il senso della perimetrazione è che mette tutti nella condizione di fare un passo indietro e un passo in avanti nella sicurezza”. La domanda continua del sindaco Pasqui è stata quella di essere aiutato a capire dell’opportunità o meno e dei rischi che potrebbe comportare l’uscita dalle perimetrazioni di una parte della città, convinto della scelta di responsabilità che è chiamato a fare soprattutto pensando alle generazioni future: “ Si tratta di una decisione epocale che non può essere liquidata così semplicemente”. Il sindaco è tornato a chiedere più personale per poter adeguatamente adempiere a tutti gli obblighi di legge" Avevo chiesto 20 unità; ne hanno autorizzate 15 e alla fine al comune ne hanno concesse 12". In alternativa Pasqui ha anche prospettato al Commissario Farabollini, per la parte amministrativa dell'ente, l'utilizzo del personale di Polizia penitenziaria che era nella casa circondariale di Camerino e che da due anni è stato assegnato a diverse realtà. Sembra che comunque da parte del Commissario e del Direttore USR vi sia la disponibilità ad approfondire l'aspetto. 

tavole

A conclusione del primo tavolo permanente, tutti hanno convenuto sulla necessità di approfondire meglio la questione, anche attraverso  un successivo incontro con i tecnici dell’università, al fine di valutare la possibilità di un modello misto che possa essere enucleato dalla situazione di perimetrazione complessiva della città. “ Se collaboriamo insieme- ha concluso l’arcivescovo- sono sicuro che riusciremo a trovare un punto d’incontro”.

Carla Campetella

Due giornate di approfondimento, dedicate all’analisi del passato per interrogare sul rilancio e sullo sviluppo dell’Appennino centrale. Diviso in tre sessioni, il convegno interdisciplinare organizzato dall’università di Camerino, ha in particolare inteso focalizzare l’attenzione sulle manifatture di eccellenza che hanno reso ricco e vitale un territorio, oggi in profonda crisi, ma desideroso di rinascere. Scopo principale del focus, quello di approfondirne la conoscenza e nel contempo, promuovere iniziative concrete di rilancio. Dal convegno, che ha riconfermato la volontà di eleggere Camerino a sede di una riflessione interregionale, come snodo strategico, contributi di indagine del passato sono venuti, oltre che dai distretti marchigiani, dal versante umbro, laziale e abruzzese. Ne è venuta fuori l’immagine di una realtà dell’ Appennino centrale per nulla immobile, periferica, statica e povera, bensì dinamica, ricca e popolata. Un’ immagine del tutto diversa da quella di oggi e che alla fine, potrebbe portare a pensare che sia il posto sbagliato dove vivere, perché i terremoti lo rendono complicato o  per l’assenza di opportunità,  altrove presenti. Memoria storica per analizzare le possibilità di recupero di quello che ha funzionato nei secoli dal XIII al XX e che potrebbe essere recuperato; si è potuta ad esempio riscoprire la peculiarità dell’abitato di Pioraco, piccolo paese industrializzato disseminato di antiche gualchiere che la geo-archeologia, potrebbe aiutare a conoscere meglio. Il convegno ha anche offerto l’occasione per effettuare la visita guidata del Museo della Carta e Filigrana di Pioraco e dell’archivio di Stato di Camerino, dove la prof. Emanuela Di Stefano, ha rinvenuto il “Quinternus” del 1264, il più antico documento in carta bambagina delle Marche e uno dei più antichi dell’Europa occidentale.

Prima sessione cstorica convegno

“ Obiettivo della prima giornata storica- afferma la prof.ssa Di Stefano- è stato proprio quello di riflettere sul passato purtroppo dimenticato, ma che appartiene a questa nostra montagna e a tutto l’Appennino. La storia ci dice che, sotto il profilo delle attività economiche e delle Manifatture, anche Camerino ha avuto un passato importante. In questi luoghi esisteva una vera e propria propensione e vocazione alle Manifatture e alla mercatura, ed è quello che ha reso ricco il territorio di risorse, di materiale e di capitali e che- sottolinea- sono poi risultati investiti nel patrimonio artistico di cui la nostra montagna è dotata più di altre zone delle Marche. Abbiamo voluto riflettere su questo grande passato e, insieme agli studiosi, invitare anche il mondo politico, per comprendere insieme come questo territorio abbia avuto un passato così vitale. Oggi il tema centrale è quello della ricostruzione ma dobbiamo porci la domanda del cosa vogliamo ricostruire: il passato più recente in cui c'erano ormai segni del declino o, vogliamo tornare invece a quello che può essere definito un modello di sviluppo plurisecolare, fatto della compenetrazione tra manifatture, risorse ambientali (perché l'energia idrica era fondamentale) e di quel che proveniva anche dal bosco o dall'allevamento. A mio avviso- aggiunge - non ci può essere valorizzazione senza conoscenza; non ci può essere ricostruzione corretta ed efficace, senza conoscere l’identità di un territorio. Il nostro è un passato millenario; parliamo di un secolo intero in cui si può ascrivere che questo è il luogo della prima industrializzazione marchigiana. Una industrializzazione che, sia pure in forma sempre più esigua, si è mantenuta fino all’ 800 inoltrato. Fino a quell’epoca, dobbiamo ricordare che Camerino aveva ancora la produzione dei tessuti di seta e l’inversione è stata recentissima. Non possiamo dimenticarlo e, auspicare che una nuova inversione possa avvenire”. “ Appennino, ritorno al futuro, il tema della terza sessione che, attraverso i contributi dell’esperienza di successo degli imprenditori del territorio Nando Ottavi della Simonelli Group, Sandro Parcaroli, del gruppo Med Store e di Federico Maccari, dell’azienda Entroterra S.P.A titolare del Marchio La Pasta di Camerino, ha approfondito il ruolo della manifattura quale investimento strategico nazionale ed europeo. Imprese del territorio che hanno retto benissimo il contraccolpo della crisi e del terremoto, addirittura accrescendo il loro ruolo e la loro presenza sui mercati nazionali e internazionali.  Il discorso si è portato infine sulle progettualità e sulle possibilità di sviluppo e rilancio, grazie anche agli interventi del presidente di ISTAO Pietro Marcolini e del Segretario generale di Symbola Fabio Renzi. “ Proprio la giornata conclusiva- osserva Daniele Salvi ,Capo Gabinetto della Presidenza del Consiglio Regionale- ci ha consegnato la fiducia di un lavoro che sta andando avanti e che riguarda l’irrobustimento del sistema produttivo delle aree interne che è fatto di tante cose; c’è cultura, turismo, ambiente, agricoltura di qualità, artigianato artistico tipico tradizionale, produzioni manifatturiere e, se vogliamo irrobustire questa economia- continua Salvi- una leva importante diventa quella della manifattura sostenibile e culturale; una manifattura innovativa che non inquina, che sposa i contenuti delle tipicità ambientali del nostro territorio e che punta sull'innovazione tecnologica perché è quella che può dare occupazione di qualità, maggiore solidità, ricchezza e solidità produttiva per il territorio. Proprio gli imprenditori che stanno lavorando in questa direzione ce ne hanno dato la prova; hanno reagito in maniera eccezionale alla crisi; altre sfide possono nascere dal “Patto per la ricostruzione e lo sviluppo” su cui sta lavorando la Regione Marche ma, anche da un impegno nazionale a cui l’ente regionale chiamerà il governo, chiedendo che vi sia un intervento qualificato pubblico- privato a che grandi centri di studi nazionali possano fare di queste zone, un’ area di eccellenza di alta formazione, di ricerca e di innovazione, a supporto anche di un modo nuovo di fare impresa”.

Carla Campetella

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