La solidarietà al centro del cuore dei dipendenti della cartiera di Pioraco e Castelraimondo.
Tutti insieme, infatti, hanno deciso di sostenere la campagna lanciata dal reparto di pneumologa dell'ospedale di Camerino.
Hanno fatto riferimento alla dottoressa Gabriella Mazzoli dell'associazione “A cuore … aperto” per aiutare il Covid-Hospital della città ducale attraverso una donazione di circa 5.500 euro.
I lavoratori della cartiera sono infatti certi che tante singole gocce possono formare un oceano: un prezioso aiuto, quindi, per questo centro interamente dedicato alla lotta contro un nemico invisibile che ha tragicamente colpito l'Italia e il mondo intero.
"Un particolare ringraziamento - da parte dei dipendenti dei due stabilimenti - a tutti i medici e sanitari che ogni giorno mettono in campo tutte le loro forze per curare i pazienti affetti da Covid-19".

Lisa Grelloni

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In epoca di crisi da coronavirus un’integrazione al reddito dell’attività agricola arriva dalla decisione del sindaco di Recanati, Antonio Bravi che ha istituito un bando per stipulare convenzioni dirette con i singoli agricoltori per la sistemazione e la manutenzione del verde pubblico nelle strade extraurbane.
Avere cura e proteggere il proprio territorio è, infatti, un’arte antica e gli agricoltori, per vocazione, sono i primi custodi del paesaggio agrario, chi meglio di loro può prendersi cura delle aree verdi pubbliche extraurbane limitrofe alle rispettive aziende agricole?
Nei gravi tempi di crisi è anche un modo per supportare l’attività agricola nell’ottica del perseguimento delle finalità di promozione e sostegno dell’agricoltura, può essere un piccolo reddito integrativo per gli agricoltori, un lavoro parallelo d’interesse collettivo.

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Antonio Bravi


“E’ una norma di facile applicazione e di immediata esecutività – dice Antonio Bravi -  che permette alla nostra amministrazione di stipulare convenzioni dirette con i singoli agricoltori grazie ai quali possiamo proteggere insieme il grande patrimonio di bellezza delle nostre campagne”

Il bando promosso dal consigliere con delega all’Agricoltura, Stefano Miccini, in collaborazione con gli assessorati competenti e l’ufficio tecnico,  prevede la stipula di “convenzioni per lo svolgimento di attività funzionali alla sistemazione e manutenzione del territorio con singoli imprenditori agricoli” e promuove forme di cooperazione con i cittadini, singoli o associati, per lo svolgimento di attività di pubblica utilità, dando seguito, nell’interesse dell’intera collettività e in modo concreto, al principio di sussidiarietà orizzontale.

“Per partecipare al bando basta essere imprenditore agricolo o coltivatore diretto, avere la sede legale nel Comune di Recanati o i nei Comuni vicini. - spiega Stefano Miccini -  L’attività consiste nella manutenzione delle strade prese in custodia con l’esecuzione di due tagli e sfalci della vegetazione per un quadrimestre l’anno nelle aree di competenza”.

GS
Anci, Regione e Comuni della costa a confronto sulla riapertura di parchi e aree verdi, i cimiteri e le spiagge.

Un dibattito da cui è scaturita la decisione di riaprire il 4 maggio: "Pur ribadendo che la pandemia non è vinta e che restare a casa resta per i tutti i cittadini la scelta auspicabile – ha detto Maurizio Mangialardi, Presidente di Anci Marche – si apre la possibilità di fruire di alcuni spazi pubblici come emerso dall’orientamento unanime e dalla grande condivisione espressa nel corso del confronto.  
Partendo dalle linee guida su cui ci siamo trovati d’accordo – ha aggiunto – poi ogni sindaco indicherà i dettagli della fruizione ai propri cittadini tenendo conto delle specifiche esigenze e della effettiva capacità di far rispettare le regole".
Una riapertura che richiede comunque "forte senso di responsabilità dei cittadini dei comuni marchigiani - ha concluso - ricordando che il controllo demandato agli organi di vigilanza sarà rigoroso così da evitare un nuovo aumento dei contagi che porterebbe a nuove chiusure".

GS
Una simbolica, ma forte forma di protesta nei confronti del Governo così come avvenuto anche nel resto del Paese.
E’ l’iniziativa adottata dai commercianti di Camerino che hanno richiesto al sindaco Sandro Sborgia

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un incontro nel corso del quale, oltre a rappresentare le proprie esigenze e difficoltà, hanno simbolicamente riconsegnato nelle mani del primo cittadino le chiavi dei propri esercizi commerciali.
"Riaprire in queste condizioni non è la soluzione migliore - a parlare Alessio Bottacchiari - soprattutto perchè non conosciamo bene criteri e modalità. Inoltre vorremo capire bene quando e come arriveranno gli aiuti economici previsti". Saracinesche che rischiano di essere abbassate definitivamente, come sottolinea Mario Bottega. "Se in questo momento la situazione è molto preoccupante per il domani sarà drammatica - le sue parole - Ogni attività ha quindi bisogno e diritto ad aiuti immediati per evitare chiusure di massa che saranno, purtroppo, molto probabili". Aveva già scritto una lettera al Premier Conte Serena Cerescioli, che aggiunge: "Una forma di protesta necessaria da parte di tante attività di Camerino e non solo che in questo momento hanno bisogno di essere sostenute da parte dello Stato. Un sostegno che non vuole essere una rinuncia alle prescrizioni volte alla salvaguardia della salute, ma chiediamo misure adeguate per affrontare i mesi che verranno e che saranno duri per tutti".  
Un gesto di forte carattere simbolico per sensibilizzare il Governo ad adottare provvedimenti più rispondenti alle problematiche che alcuni settori commerciali, in testa bar, ristoranti, parrucchieri, centri estetici, si trovano a dover affrontare a causa delle disposizioni che ne posticipano la riapertura ad inizio giugno. Richieste e problematiche che l’amministrazione comunale ha accolto e che trasmetterà nelle opportune sedi istituzionali, Regione e Governo, rappresentando le difficoltà di chi dopo il terremoto cercava di rialzarsi e che, invece, rischia ora di restare definitivamente al tappeto. Urgono provvedimenti mirati per evitare la desertificazione economico-produttiva, e non solo, di una città e di un territorio.

f.u.
"La parte del leone spetta al cittadino".
Così il presidente della Regione, Luca Ceriscioli, durante la videoconferenza con i direttori dei settimanali diocesani, questa mattina, ha risposto alle domande che riguardano la Fase 2.
L'allentamento del lockdown previsto dal prossimo 4 maggio, infatti, richiederà una maggiore responsabilità, non solo dal punto di vista sanitario, ma anche e soprattutto dal punto di vista sociale in cui i cittadini sono chiamati a fare ancor più attenzione rispetto a quella avuta fino ad oggi.
"A noi compete l'aspetto sanitario - ha detto il governatore - , ma la parte più delicata ed importante è quella che deve fare il cittadino. Dal 4 maggio, quando già in tutta Italia 4 milioni di imprese potranno lavorare, sarà ancora più attenzionato il lato pubblico: nei luoghi di lavoro, negli spostamenti, nelle passeggiate. È nel comportamento di ognuno, nell'uso dei dispositivi di protezione, il trasferimento più significativo".
L'allarme lanciato da Ceriscioli riguarda un possibile ritorno alle restrizioni in caso di nuovi picchi nei contagi. Restrizioni che metterebbero in ginocchio l'economia di un Paese già in grave difficoltà: "Un aggravamento della curva epidemiologica - ha spiegato -  porterebbe ad un ritorno alle restrizioni e non ce lo possiamo permettere.
Se dovesse esserci una ulteriore discesa economica, i Titoli di Stato saranno qualificati come spazzatura nel mondo finanziario e non possiamo permetterci di scendere di nuovo".
È per questo che il presidente si appella ai cittadini. "Il compito più importante e delicato è lasciato ad ognuno di noi - ha ribadito - . Molti si sentono liberi se violano le regole, io credo, invece, che nelle regole c'è la libertà. Il mancato rispetto delle regole non riguarda tanto la sanzione di 400 euro, ma la curva epidemiologica che è scesa e potrebbe risalire. Questo virus ci mette un attimo a spingere di nuovo la curva in alto. Anche gli asintomatici sono rimasti positivi, in alcuni casi, per due mesi. Immaginiamo cosa può succedere, in una situazione aperta, se ci sono dieci asintomatici in giro. Pensiamo a quante persone possono contagiare.
O questo viene percepito o c'è il pericolo di affrontare un rischio enorme. Abbiamo avuto il picco, stiamo scendendo, continueremo a scendere, ma questa discesa non è scontata perchè la curva può tornare ad impennarsi ad una velocità che neanche ci immaginiamo. 
Questo virus non ha un vaccino, pochi hanno prodotto gli anticorpi, la positività dura molto tempo, nella fase di riapertura dell'economia - ha concluso - ognuno di noi ha ancora più responsabilità di quella che aveva prima".


Giulia Sancricca

Nell'edizione de L'Appennino Camerte della prossima settimana sarà dedicato un ampio approfondimento sui temi discussi con il presidente questa mattina.
Uno stop, quello fino al primo giugno per parrucchieri ed estetiste, che mette in ginocchio due settori che, sebbene non vengano considerati beni primari, lo sono per chi svolge quel tipo di impiego.
Questa mattina l'incontro in Comune, a Tolentino, di una delegazione di parrucchieri (Michela Farabolini, Igor Galassi, Giuseppe Ruggeri e Daniela Ciccarelli) con il sindaco Giuseppe Pezzanesi.
Al centro del dibattito una richiesta da inviare al governatore regionale, Luca Ceriscioli, affinchè faccia da tramite con il Governo centrale per anticipare la riapertura.
Dopo le date annunciate dal Premier Conte era stata la parrucchiera Michela Farabolini, con un videomessaggio pubblicato sui social, a riassumere lo stesso smarrimento dei suoi colleghi.
"Mi devono spiegare il motivo per cui siamo gli ultimi a riaprire - dice - . Mi devono spiegare se si tratta di una questione di sicurezza, dal momento che in chiesa, per i funerali, sono ammesse 15 persone, gli autobus possono essere utilizzati e gli allenamenti sportivi saranno consentiti. Capisco che il nostro non sia un servizio primario, ma non lo sono nemmeno le tabaccherie. 
Noi eravamo pronti: avevamo acquistato mascherine, guanti, asciugamani di carta". 

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Michela Farabolini

La parrucchiera tolentinate, che dopo il sisma era stata costretta a delocalizzare e ricominciare da capo, punta il dito contro il Governo: "Noi terremotati iniziavamo a risollevarci ora - dice - . Adesso non abbiamo più la forza
Una scelta, quella del Governo, che ci sta rovinando. Cosa dirò ai miei dipendenti a cui scade la cassa integrazione a fine maggio - si chiede - ? Ho tre collaboratori e non credo che quando ci sarà permesso di riaprire ci sarà consentito di lavorare tutte contemporaneamente".
Poi la questione del lavoro nero, in casa: "Alla questione finanziaria ci penseranno le forze dell'ordine preposte - dice - . Il mio è un appello ai cittadini affinchè non si rivolgano ai nostri colleghi che, con leggerezza, vanno nelle case per svolgere il nostro lavoro. In questo modo i contagi aumenteranno e a rimetterci saremo sempre noi che non potremo riaprire.
Siamo rimasti in silenzio perchè, per più di un mese, abbiamo compreso il problema. Ora basta. 
Non possono chiederci di restare fermi un altro mese mentre le scadenze dei pagamenti continuano ad arrivare. Se non ci ha ammazzato il virus - conclude - ci ammazza lo Stato". 

Giulia Sancricca
Sono le notizie delle guarigioni che devono sovrastare il rumore di quelle più tristi.
Una di queste riguarda la storia di Francesco Massi Gentiloni Silverj, segretario generale dei Comuni di Recanati, Porto Recanati e Montefano, volto noto in politica per essere stato amministratore della città di Tolentino e consigliere regionale.
È lui stesso a raccontare il periodo del contagio vissuto nell'abitazione di Porto Recanati, dove si era trasferito con la sua famiglia a seguito del sisma del 2016.
"Pensi sempre che a te non accadrà - dice - , poi quando hai la conferma di essere stato contagiato devi fare i conti con la paura".
La malattia per Massi è cominciata ad inizio marzo: "Avevo i sintomi di una normale influenza: una febbre che scendeva con la tachipirina e che, quindi, ha inizialmente fatto escludere l'ipotesi del virus, anche perchè non ero entrato in contatto con persone a rischio. Poi si è aggiunta una tosse devastante, causata da un prurito alla gola che non avevo mai sentito.
Quindici giorni di sintomi che, col tempo, mi hanno fatto pensare di essere stato contagiato. Ho richiesto il tampone e, nonostante i sintomi fossero spariti, a tre settimane dall'inizio della malattia sono risultato positivo.
Sono stato fortunato - confida - perchè non ho avuto complicazioni respiratorie.
Ho affrontato tutto a casa, con l'assistenza continua del medico di famiglia e del servizio dell'Asur che è stato molto puntuale, quotidianamente.
I tamponi sono stati ripetuti fino all'ultimo che è risultato negativo. Complessivamente - dice - il virus, sul mio organismo, è scomparso dopo 41 giorni circa".
Una esperienza che ha fatto riflettere il segretario comunale: "Ringrazio Dio per come ho potuto affrontare la malattia - spiega - . Forse ho retto anche grazie ad un fisico che cerco di tenere allenato con la passione del calcio.
Quando ti guardi intorno e senti di amici e conoscenti che non ce l'hanno fatta e anche di gente più giovane di me che è stata ricoverata in terapia intensiva, ti prende la paura dell'imprevedibile, del precario, del fragile. Non dimenticherò mai le notti, perchè è quello il momento in cui i brutti pensieri prendono il sopravvento".
Nonostante avesse lavorato e frequentato gli amici del calcio fino a pochi giorni prima della manifestazione dei sintomi, nessuno, oltre a sua moglie, ha contratto il virus dopo di lui: "Fortunatamente  - racconta - , vivendo a Porto Recanati, non vedevo i miei figli da tempo, non ho contagiato colleghi, compagni di calcio e nemmeno gli avversari che avevo affrontato qualche giorno prima di ammalarmi. Solo mia moglie si è ammalata una settimana dopo di me e stiamo aspettando che anche per lei arrivi l'esito negativo del tampone a confermarne la guarigione".
Un messaggio di speranza, quello della guarigione dell'ex consigliere regionale, che squarcia un cielo ancora troppo cupo e segnato dalla tristezza per chi non ce l'ha fatta.
L'esempio che dal virus si può guarire e la conferma che la pandemia spinge a riflettere sui valori che troppo spesso sembrano ovvi e dati, inconsapevolmente, per scontati.

Giulia Sancricca

L'intervista sarà pubblicata integralmente con ulteriori pareri e approfondimenti nell'edizione de L'Appennino Camerte della prossima settimana.




Prosegue l’attività dei Carabinieri del Comando Provinciale di Macerata a sostegno della popolazione ai tempi del coronavirus.

L’accordo nazionale sul ritiro delle pensioni agli over 75, come noto, è parte del più ampio sforzo messo in campo dall’Arma dei Carabinieri e da Poste Italiane per contrastare la diffusione del virus e mitigarne gli effetti, anche mediante l’adozione di misure straordinarie volte ad evitare gli spostamenti fisici delle persone, e, in particolare, dei soggetti a maggior rischio, garantendo sempre il mantenimento della distanza interpersonale di almeno un metro.
Una collaborazione che è stata possibile grazie alla capillarità delle stazioni dei Carabinieri e degli Uffici Postali, entrambi  presenti anche nei più piccoli paesi dell’entroterra. 

Questa mattina a Civitanova, il Comandante della locale Stazione si è recato all’ufficio postale di via Duca degli Abruzzi per poi consegnare la pensione ad una 90enne, vedova, e un 78enne.

Particolarmente felice di aver ricevuto aiuto da parte dei Carabinieri è stata la signora di 90 anni che aveva telefonato alla caserma della locale Stazione.

GS
Due denunce per detenzione di sostanze stupefacenti. Sequestrati 55 grammi di hashish e 1.440 euro in contanti, ritenuti provento del reato. Fermato e segnalato alla Prefettura il cliente di un pusher, che si era recato a casa del fornitore per acquistare hashish e spinelli.
È questo il bilancio di una operazione delle Fiamme Gialle di Civitanova.

Durante i controlli del Dpcm, i finanziaeri hanno notato degli strani movimenti di persone e mezzi nei pressi di un condominio cittadino.

Le indagini, partite immediatamente, hanno focalizzato l’attenzione nei confronti di un 22enne civitanovese la cui abitazione è stata perquisita con l’ausilio dell’unità cinofila antidroga. Aveva nascosto, all’interno di un mobile, due pezzi di hashish per un totale di 35 grammi, oltre a 1.440 euro in contanti, sequestrati assieme alla sostanza stupefacente in quanto ritenuti proventi di spaccio.

Le indagini hanno permesso di risalire ad un secondo soggetto che poco prima si era recato nell’abitazione perquisita. Lo stesso, anch’egli 22enne, residente a Civitanova Marche, è risultato in possesso di 12 grammi di hashish e di due spinelli, acquistati poco prima.

Il pusher è stato denunciato a piede libero per detenzione di sostanza stupefacente per fini di spaccio, il cliente è stato invece segnalato alla competente Prefettura per uso personale. Nei confronti di quest’ultimo, i militari hanno proceduto anche alla contestazione della violazione del decreto, in quanto si è spostato dal proprio domicilio senza valide ragioni. 

Poco dopo in un altro contesto operativo, è stato fermato un soggetto, un 26enne domiciliato a Montecosaro, che ha dichiarato ai militari di essere uscito di casa per andare a fare la spesa, esibendo la regolare autocertificazione. L’intuito dei militari ha consentito però di trovargli addosso una piccola quantità di hashish. La perquisizione nella sua abitazione ha permesso di rinvenire e sequestrare 7 grammi di hashish. Il giovane è stato denunciato a piede libero.    

GS
L'impegno di tanti anni di Sagra dell'Acquaticcio rimarrà tangibile per molto tempo all'ospedale di Camerino.
Un segno indelebile quello che l'ex direttivo della Sagra dell'Acquaticcio di Belforte del Chienti ha voluto lasciare per tutto il territorio, in questo periodo di emergenza.
Dopo aver contribuito alla retta della scuola di equitazione per una famiglia del paese con un ragazzo disabile e dopo aver acquistato le mascherine per tutte le famiglie di Belforte, gli ex componenti del direttivo belfortese hanno consegnato, questa mattina, al Covid Hospital di Camerino, due barelle che in questo momento serviranno per la terapia intensiva e la degenza breve, ma passata l'emergenza potranno essere utilizzate anche per il pronto soccorso. Su entrambe le barelle, una targhetta che ricorda gli autori della donazione.

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"L'obiettivo, infatti - come ricorda l'ex presidente della sagra, Simonetta Mancini - era quello di offrire un aiuto che restasse all'ospedale anche dopo l'emergenza. Con l'ex direttivo abbiamo organizzato per quarant'anni la festa belfortese, oggi siamo orgogliosi di aver azzerato il fondo cassa aiutando chi ne ha bisogno. Gli ultimi risparmi andranno alla Protezione civile di Belforte del Chienti".
Presenti alla consegna alcuni rappresentanti dell'ex comitato, il sindaco di Belforte del Chienti Alessio Vita e il sindaco di Camerino Sandro Sborgia e una delegazione di sanitari dell'ospedale camerte.
"Un grande gesto - ha detto il sindaco di Belforte del Chienti - che i miei concittadini hanno voluto fare a tutte quelle persone che, purtroppo, stanno attraversando un momento difficile. Credo che, come sindaco, non ci sia nulla di più bello che sottolineare questo gesto che si aggiunge a quello di aver donato le mascherine a tutti i belfortesi. Un bel segno di solidarietà e fratellanza".
Grato il sindaco della città ducale, Sandro Sborgia: "Stiamo vedendo tantissima solidarietà e molta attenzione per la nostra struttura sanitaria. La vicinanza e l'affetto che le comunità provano nei confronti di questo ospedale dimostrano come il nosocomio camerte sia il punto di riferimento dell'area montana. Sebbene il nostro entroterra non sia densamente popolato come le zone costiere, questo costituisce un presidio vitale per la salute di tutti i cittadini dell'entroterra. Camerino e le comunità vicine lo dimostrano con questi segni".

GS

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