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Si chiama “Rise Again” ed è la nuova applicazione per smartphone della parrocchia San Severino Vescovo. Il logo, un’araba fenice, a rappresentare la rinascita dopo la tragedia ma anche che quello della fede è un fuoco che, se si spegne, si riaccende al primo soffio.

A idearla, il nuovo e giovane parroco don Luca Ferro.

È disponibile sia su Play Store già da diverso tempo che in Apple Store, da qualche giorno ed è nata per veicolare le informazioni della parrocchia ma non solo. Un’applicazione, racconta don Luca, la cui idea è nata in realtà prima di arrivare a San Severino (proviene infatti da Padova, ndr) e oggi è incentrata sulla vita pastorale della sua parrocchia ma è anche un collegamento con la “sua” città , un ponte e un servizio per la preghiera. 

“La sua funzione è innanzitutto - spiega - di veicolare le informazioni. Con le notifiche ad esempio, tutti quanti sono in possesso dell’applicazione ricevono nello stesso momento la comunicazione. Ma un altro obiettivo è anche quello di far conoscere i nostri progetti”. Progetti come Himalaya ad esempio che in parte è stato già realizzato e nell’ambito del quale è previsto l’acquisto di refrigeratori da installare nel tendone utilizzato per la Santa Messa: “In questa comunità parrocchiale - racconta - ho trovato tanti anziani e quindi era impensabile farli assistere alle celebrazioni, in estate, in una tensostruttura senza condizionatori. Quelli che per ora abbiamo acquistato, sono specifici per strutture adibite a lavori di fabbrica, dunque silenziosi e poco impattanti per l’ambiente”.

Il primo passaggio è stato quello di entrare nei Play Store. Poi si è lavorato per rendere disponibile l’applicazione anche in Apple Store. Per quest’ultimo passaggio, il processo non è stato semplice e, fra le altre cose, è stato necessario anche creare un sito web dell’applicazione. Così già da prima che l’app fosse materialmente disponibile su Apple Store sono iniziate ad arrivare delle donazioni di cui oggi è possibile tenere traccia consultando la sezione “Donazioni”. Lì don Luca comunica di volta in volta quanto riceve la parrocchia e da chi. 

C’è la sezione “Passaparola”, con il foglietto pastorale, quella con il Vangelo del giorno, le sezioni “Eventi” e “Campiscuola”, “Gemellaggi”. C’è poi il commento al Vangelo del giorno, la sezione dedicata alla pastorale giovanile, e quella dedicata alle donazioni.
Gaia Gennaretti

La Carovana della Salute, iniziativa promossa dalla Fnp Cisl delle Marche in occasione della Giornata nazionale per la salute e il benessere nelle città, ha fatto tappa oggi a San Severino, ospite del teatro Italia. A portare il saluto di benvenuto da parte dell’Amministrazione locale è stato il sindaco, Rosa Piermattei, che ha ricordato l’importanza della prevenzione. Subito dopo è stata ospitata un’interessante tavola rotonda alla quale sono intervenuti, dopo l’introduzione di Oriana Mari della segreteria Rls di Tolentino e Camerino e di Pacifico Papa referente pensionati della Cisl settempedana e provinciale, i dottori Benedetta Ferretti, medico oncologo, e Riccardo Zappelli, oculista. A seguire le conclusioni di Dino Ottaviani, responsabile del Dipartimento politiche socio sanitarie di Fnp Cisl Marche.

Nel piazzale del Monumento al Donatore i camper della Carovana della Salute, partita ieri da San Benedetto del Tronto, hanno invece accolto visite, screening e controlli gratuiti. L’iniziativa si è svolta con il patrocinio del Comune di San Severino.

Secondo recenti statistiche più di un italiano su 3 vive in città ma la vita urbana spesso mette a rischio la salute: malattie croniche, come diabete e obesità, tumori, disturbi dell’umore, sono sempre più frequenti nella popolazione e impattano, in modo significativo, sulla qualità della vita. Un corretto stile di vita, insieme ad esami di screening costanti, che oggi rappresentano una fonte essenziale per monitorare eventuali situazioni a rischio, possono aiutare a preservare un buono stato di salute migliorando così anche la qualità della vita. La diagnosi precoce, infatti, permette non solo di individuare patologie asintomatiche ma anche di intervenire tempestivamente aumentando le probabilità di guarigione evitando percorsi di cura invasivi. Di qui l’iniziativa di Fnp Cisl che è arrivata anche in città e che è stata realizzata in collaborazione con Susan G. Komen Italia e Fondazione Policlinico Universitario “A. Gemelli”, l’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità IAPB Italia Onlus, la Croce Rossa Italiana e Amplifon.
g.g.

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E’ stata una festa di piazza quella che ha salutato i 65 anni di attività dell’Avis di San Severino con un ringraziamento a chi si è distinto per il numero di donazioni, come il signor Primo Bravi che nel corso della vita ne ha collezionate ben 153, ma anche a chi, per la prima volta, ha messo in atto questo straordinario gesto di solidarietà. Donare sangue, infatti, significa letteralmente donare una parte di sé a qualcuno che sta soffrendo.

La sezione settempedana dell’associazione che riunisce i volontari italiani donatori di sangue, nel corso del 2017 è arrivata a contare 480 donatori, molti dei quali attivi, e a raccogliere ben 912 sacche tra sangue e plasma. Un numero considerevole che per la festa dei 65 anni del sodalizio ha portato in piazza Del Popolo, nell’evento finale di una giornata speciale vissuta dagli avisini ma anche dalle loro famiglie, ben 620 commensali in una maxi cena allestita grazie al coinvolgimento dei ristoratori locali. 

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La festa era iniziata nel primo pomeriggio con l’inaugurazione di una statua dedicata alla Dea della Generosità, opera dell’artista settempedano Fabrizio Savi, posizionata all’interno della rotonda davanti alla sede Avis presso il teatro Italia. Successivamente le autorità, i rappresentanti di Avis, Aido e Admo hanno deposto un mazzo di fiori e una corona d’alloro al monumento al Donatore di sangue e al monumento ai Caduti alla presenza dei gonfaloni di ben 33 consorelle arrivate da tutta la regione. Poi ci si è spostati tutti nella chiesa di San Domenico dove il cardinale Edoardo Menichelli ha officiato una Santa Messa. Infine la festa nella suggestiva piazza Del Popolo con la consegna di riconoscimenti e con un grande show finale che ha visto la partecipazione straordinaria del comico Angelo “Rocco” Carestia.

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In totale 285 i soci dell’Avis settempedana premiati dal presidente Anelido Appignanesi, e dal sindaco di San Severino, Rosa Piermattei, che ha preso parte a tutte le iniziative della giornata portando il proprio saluto a nome dell’intera Città e complimentandosi non solo per le cerimonie pensate per lo speciale anniversario ma anche, e soprattutto, per l’attività quotidiana della sezione locale dell’Avis. Presenti all’iniziativa, fra gli altri, anche il presidente regionale Avis, Massimo Lauri, quello provinciale, Silvano Gironacci, il presidente regionale Admo, Elvezio Picchi, quello provinciale di Aido, Elio Giacomelli. Ha prestato servizio anche il Corpo filarmonico bandistico “Francesco Adriani” Città di San Severino.
g.g.

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Camerino piange la scomparsa di Lucia Martella vedova Guidoni. All’età di 76 anni , il cuore della professoressa di lettere ha cessato di battere questa mattina alle nove nella sua casa di Borgo San Giorgio. Tanto aveva desiderato poter tornare prima nella sua amata residenza del rione Le conce, perfettamente agibile poco sotto al palazzo Toffee ma, una serie di circostanze ostili legate alla fase dell’emergenza post sisma, non l’hanno permesso che una settimana fa. Docente per anni di materie letterarie e storia negli istituti superiori della città, di Lucia Martella resta vivo il ricordo di una persona fortemente legata alla città, alle sue radici e alla sua storia. La sua mente vivace e la sua fertile scrittura ci hanno donato l’immagine di una personalità attenta alle tematiche del sociale e della politica. E’ lei l’autrice dei 5 volumi “ Piccole Storie nelle vicende del novecento” che hanno ripercorso storia, tradizioni e modi di vivere a Camerino, regalandoci uno spaccato di vita di tanti personaggi legati alla città. Numerosi gli articoli e le poesie a sua firma, comparsi nei settimanali e quotidiani locali. Fondatrice e presidente del circolo ricreativo Auser “ Il Bucaneve “, Lucia Martella si è sempre attivamente spesa per l’aggregazione delle persone più anziane e sole, contribuendo a fondare anche il circolo ricreativo de Le Conce,. Donna di grande onestà intellettuale, Lucia Martella lascia un insegnamento di grande umanità, attaccamento alla professione e alla sua terra. La piangono i figli Francesca, Paolo e Claudio e le sorelle Giuseppina, Elena,Teresa e Maria Grazia. I funerali saranno celebrati questo martedì 10 luglio alle ore 10.30, presso la chiesa comunità di Vallicelle a Camerino.

Carla Campetella

“Vogliamo che ci sia restituito ciò che ci è stato tolto dal terremoto del 2016. Vogliamo che tutte le scuole
di San Ginesio tornino ad essere edificate dove sorgevano, all’interno delle mura del paese”.

Così Valeria Rossi, una dei portavoce del comitato per la salvaguardia del polo scolastico di San Ginesio, spiega i motivi che una settimana fa hannoportato un gruppo di cittadini sanginesini a iniziare una raccolta firme che, ad oggi, conta oltre 300 adesioni. “Il terremoto ci ha insegnato che d’ora in avanti dobbiamo progettare il nostro presente in modo da garantirci un futuro sicuro, in una terra che sappiamo essere a rischio sismico – continua la Rossi – . Aspettavamo con fiducia e speranza l’avvio dei lavori del nuovo polo scolastico, che pone tutti i diversi ordini scolastici, infanzia primaria Ipsia e Licei, in dialogo tra loro, ricercando anche l’armonia con la bellezza e la storicità del sito. San Ginesio è un museo a cielo aperto, e ha visto generazioni di studenti formarsi anche nutrendosi delle bellezze architettoniche e delle eredità culturali del borgo.

Allo stesso tempo San Ginesio è un paese pronto alle sfide della contemporaneità e che vuole integrare sicurezza, innovazione e tradizione. Vogliamo che ci siano restituite le nostre scuole, tutte, nel minor tempo possibile, come ci era stato assicurato. Chiediamo alla nostra amministrazione comunale, e di riflesso all’Ufficio del Commissario straordinario per la ricostruzione, al Ministero e alle Soprintendenze di Roma e Ancona, la deroga al vincolo che oggi impedisce la realizzazione del polo scolastico.

E’ l’unica soluzione che ci permetterà di avere le scuole presto e di iniziare così a sanare le numerose ferite già inferte dal terremoto”.

“Dobbiamo far tornare il sorriso all’Italia. Cerchiamo di sfidare paure, solitudini e diseguaglianze. Serve recuperare l’orgoglio di appartenere ad un Paese, un’identità non chiusa”. Con queste parole il presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci, ha chiuso i lavori del seminario estivo che si è tenuto a Treia ieri e oggi e che è stato preceduto dal Festival della Soft Economy. Fra i big della politica, oggi era atteso anche il presidente della Camera Roberto Fico che però non è stato presente. A portare i saluti, il vicepresidente della Camera di Commercio di Macerata, Francesco Fucili, e il presidente di Confindustria Macerata Gianluca Pesarini. Al dibattito hanno invece preso parte il sociologo Aldo Bonomi, l’amministratore delegato di Novamont Catia Bastioli, il presidente nazionale di Confindustria Vincenzo Boccia, la presidente nazionale di Coldiretti Giovani Maria Letizia Gardoni e Francesco Starace, amministratore delegato di Enel. Le conclusioni a Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola. 

Il lavoro di questa settimana è stato volto a illustrare come e quanto un’economia sostenibile, responsabile nei confronti della società, attenta alla qualità e in grado di incrociare saperi tradizionali e tecnologia, sia risultata vincente.

Il miglioramento, tra chi mette in pratica questa logica, è visibile, ma allo stesso tempo c’è il timore che si voglia cavalcare la rabbia e portare avanti, a livello nazionale, una politica di “esclusione”, di chiusura, che di certo secondo i presenti danneggerà l’Italia. 

“Consideriamo tre parole chiave - ha detto Bonomi - che sono comunità, territorio e coesione. Senza quest’ultima, non saremo in grado di affrontare le sfide internazionali. Oggi la politica si adatta al rancore ma serve ricostruire un intelletto collettivo sociale”.

Coldiretti è senz’altro una delle associazioni di categoria più apprezzate a livello locale e nazionale, e a confermarlo la stessa Gardoni che ha raccontato di quanta fiducia abbia acquisito grazie alla capacità di ascolto e all’aver tolto i confini tra imprese agricole e società. Tuttavia, ha detto, “la mia generazione è la prima ad essere più povera rispetto a quella dei propri genitori. Manca mobilità sociale, prospettive e una più equa ridistribuzione della ricchezza. I giovani Coldiretti sono 55mila e stanno dimostrando che un’altra Italia è possibile, con aziende intelligenti e una generazione molto più preparata”.

Impossibile poi non cogliere la critica di Boccia verso alcune politiche del Governo M5S-Lega: “Siamo ad un bivio. Dobbiamo scegliere se trasformare la rabbia in passione o se cavalcarla. La nostra società ideale è aperta e inclusiva ed ha come mission non solo l’attenzione ai giovani e al lavoro, cosa di cui non c’è traccia nel Patto di Governo, ma anche ad esempio alle infrastrutture e all’export, che ci permettono di essere collegati con il mondo”.
Gaia Gennaretti

Questo pomeriggio il concerto di Mario Biondi a Pizzo Meta, tra Sarnano e Bolognola, per un altro appuntamento di Risorgimarche.

 

 

 

 

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La manifestazione, giunta alla seconda edizione, è ideata e organizzata da Neri Marcorè per i territori colpiti dal sisma continua ad incassare successi.

Anche questo pomeriggio, infatti, l'appuntamento con Biondi è stata l'occasione per portare sui monti del maceratese oltre ottomila persone.

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Favorito dalla bella giornata, il concerto è iniziato con il consueto benvenuto dell'attore marchigiano che ha fatto gli onori di casa, per poi lasciare spazio alla musica di Biondi.

Presenti anche il sindaco di Sarnano, Franco Ceregioli, insieme alla moglie, al vice sindaco e all'assessore Piergentili. (Nella foro sotto)

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Giulia Sancricca

Una cerimonia sobria, quasi di famiglia, con la sola presenza delle autorità cittadine, il sindaco Gianluca Pasqui, il vice Roberto Lucarelli, il rettore di Unicam Claudio Pettinari, rappresentanti della Protezione civile nazionale per la consegna a Camerino di altre 31 casette nell'area Cortine Centro. Sono così rientrate altre famiglie nella città ducale, in una zona che il sindaco Pasqui definisce strategica per il futuro di Camerino. "Una zona questa fondamentale per il futuro temporaneo della nostra terra, anche se saranno ancora molti gli anni che ci aspettano prima di poter vedere ricostruita tutta la nostra città – le parole del primo cittadino – Un'area, quella delle Cortine, che diventa ancora più importante per Camerino perchè con il centro commerciale che sarà posto nelle vicinanze, con le scuole vicine, con l'università che verrà collegata attraverso uno specifico passaggio, con un terminal bus che troverà qui la costruzione andremo a ricostituire la nostra comunità. Un aspetto, questo, essenziale, per poter ridare una socialità e un presente che possa realmente guardare ad un futuro certo. E' chiaro che oggi la gioia è immensa per la consegna di queste 31 Sae, con il rietnro in città di persone da tempo lontane, anche se non è una festa dal momento che sento tutto il peso del tempo, troppo, che è trascorso". Dopo aver ringraziato le ditte che hanno lavorato all'allestimento dell'area e alla costruzione delle soluzioni abitative, nonchè l'ufficio tecnico comunale per il lavoro svolto e la continua attenzione dimostrata, il sindaco pone l'accento sulla consapevolezza che la comunità camerte, attraverso i suoi valori, riuscirà a risollevarsi da un dramma che "ha assunto le proporzioni di una devastazione post bellica". Restano ancora da consegnare circa 250 casette, ma il sindaco mostra fiducia circa i tempi. "Da qui in avanti consegneremo le Sae con cadenza quasi settimanale – conclude Pasqui – per raggiungere l'obiettivo di riportare tutta la popolazione all'interno delle casette al massimo entro la metà di settembre. Contiamo, poi, per il mese di ottobre di avere anche la costruzione del centro commerciale, che sarà anche luogo di aggregazione e socialità, e a quel punto avremo realmente messo le basi per guardare ad un futuro di ricostruzione per la quale ci vorrà del tempo, ma che sarà sicura".

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Con la neve, con il sole, col pancione. La tenacia non manca tra le fila degli agricoltori della Provincia di Macerata. Nemmeno se è in rosa e, come in questi casi, in stato interessante. Così Jessica Sgalla, imprenditrice agricola di San Severino, nonostante la gravidanza sia quasi al termine – pochi giorni al lieto evento – non esita a salire sul suo trattore per liberare le strade della provincia trinciando l'erba ai bordi della carreggiata. Proprio come nel corso dell'inverno per spalare la neve e spargere il sale. Due attività rese possibili dalla multifunzionalità delle imprese agricole e da precisi accordi con gli enti preposti. Chi invece ha già appeso il fiocco azzurro all'azienda, pochi giorni fa, è Martina Buccolini, 30 anni, presidente di Coldiretti Donne Impresa Macerata e attiva da circa 8 nell'azienda di famiglia che produce confetture, gelatine e vini da dessert coltivando in proprio frutti antichi, strappati dall’oblio come visciole, gelso nero, fico bianco e giuggiole. "La gravidanza non deve mai essere considerata come un ostacolo al lavoro – spiega la Buccolini - e chi ha un'azienda agricola lo sa bene: è uno stimolo per fare meglio, per qualcuno di importante in più". Le fa eco Francesco Fucili, presidente di Coldiretti Macerata. "Le donne – dice - hanno un ruolo fondamentale sia nel mondo del lavoro che nella società". A maggio 2018, secondo i dati della Camera di Commercio rielaborati da Coldiretti Marche, su 7688 imprese agricole quasi un terzo ha una donna al timone. Molti sono proprio giovani under 35: ben 391 di cui 20 avviate nei primi tre mesi del 2018.
Gaia Gennaretti

“Coesione è competizione. Le nuove geografie della produzione del valore in Italia”. Presentato stamattina il terzo rapporto della Fondazione Symbola e Unioncamere realizzato da Ipsos in partnership con Aiccon e con il sostegno di IMA, Comieco, Intesa Sanpaolo e Fondazione Cariplo.

Ai lavori era atteso anche il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani che non è però arrivato. Presente invece l’ex premier Paolo Gentiloni. 

A portare i loro saluti, il sindaco di Treia Edi Castellani, il vescovo Nazzareno Marconi, il presidente della Regione Luca Ceriscioli e il presidente di Confindustria Macerata Gianluca Pesarini. A introdurre il rapporto, Fabio Renzi, presidente della Fondazione, a presentarlo invece Giuseppe Tripoli, segretario generale Unioncamere.

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Più competitiva perché più giusta: quella che vede le aziende camminare con le comunità, coinvolgere i cittadini e i consumatori, valorizzare e sostenere i lavoratori, relazionarsi alle energie dei territori. Proprio le imprese “coesive”, quelle cioè che intrattengono relazioni strutturate con le altre imprese, le comunità, le istituzioni, i consumatori, il terzo settore, perciò caratterizzate da un elevato grado di networking, hanno una performance economica migliore. Le imprese ‘coesive’ hanno infatti registrato nel periodo 2017-2018 aumenti del fatturato nel 53% dei casi, mentre fra le “non coesive” tale quota si ferma al 36%. Miglioramenti anche sul fronte dell’occupazione e dell’esportazione.

“Una buona economia aiuta a superare e ad affrontare la paura, solitudini e diseguaglianze per costruire il futuro - spiega il presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci -. Quando l’Italia scommette sui suoi talenti e sulle comunità, quando investe sulla qualità, l’innovazione e la bellezza, allora spesso è determinante e si ritaglia un ruolo nel mondo. Una scommessa ancora più valida oggi in cui timori e disuguaglianze rischiano di dividere, anziché unire. Un’Italia che fa l’Italia senza lasciare indietro nessuno e anzi trovando nuova forza nel viaggiare uniti, nel tenere insieme le diversità. Un’Italia dall’economia più a misura d’uomo”.

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Una lunga serie di interventi ha preceduto quello di chiusura di Paolo Gentiloni che ha fatto un ritratto dello scenario italiano e internazionale: “Al di là del panorama che si può ammirare da Treia - ha detto - non si può dire che la coesione sia il tratto dominante di questo contesto, di questi territori. Non è il nostro pane quotidiano, da ogni punto di vista, e negli ultimi 2 o 3 anni ci sono stati segnali di peggioramento. La verità - ha aggiunto - è che la globalizzazione ha messo in discussione la sicurezza nel suo senso più ampio”.

Alle spinte globali, secondo Gentiloni, corrisponderebbe la tendenza a guardare al passato e ne conseguirebbe un’onda che sarebbe sinonimo di un problema. Ciò non toglie che non si debba parlare di coesione “termine che contiene anche il messaggio della sicurezza nel senso dell’ordine pubblico, della qualità urbana e della qualità dei servizi. Di fronte alle mancate risposte - ha sottolineato - si è fatta avanti una grande risposta che è quella della chiusura. Dilaga la malattia sovranista. L’Italia invece, contrariamente a quanto sta facendo, deve fare l’Italia, espressione di apertura, cultura, capacità di dialogo. Se l’estero ci vedrà chiusi, correremo grossi rischi in termini di sicurezza e competitività”.
g.g.

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