Massara all’incontro con gli amministratori: “No al campanilismo. Torniamo ad ascoltarci”

Giovedì, 26 Novembre 2020 11:35 | Letto 955 volte   Clicca per ascolare il testo Massara all’incontro con gli amministratori: “No al campanilismo. Torniamo ad ascoltarci” È andato dritto all’anima, ma anche alla coscienza di ognuno dei presenti, affinché tutti potessero mettere da parte il campanilismo e comprendere la reale situazione dell’entroterra e delle Marche. L’arcivescovo Francesco Massara, durante la riunione che ieri pomeriggio ha visto confrontarsi i sindaci della montagna e i vertici regionali e sanitari,  con il suo intervento ha placato i toni accesi che negli ultimi giorni avevano ruotato attorno alla trasformazione di una parte dell’ospedale di Camerino per il Covid.“Comprendo le preoccupazioni – ha esordito - ma penso che la negatività di questo momento debba diventare speranza. Siamo troppo abituati a ragionare ognuno per il nostro orticello ed è sbagliato. Sicuramente c’è una grande emergenza sanitaria, lo sappiamo tutti, ma c’è da mettere al centro la salvezza delle vite umane e su questo siamo tutti d’accordo”.Ma accanto all’emergenza sanitaria ha acceso i riflettori su quella umana: “C’è anche una emergenza sociale – ha ribadito - , c’è una grande paura.Il territorio della montagna, in questi anni, si è sentito preso a pesci in faccia. Siamo già stati massacrati dal sisma, da una ricostruzione che stenta a partire, con le difficoltà dei sindaci anche per una semplice pratica da mandare avanti. Credo che tra i sindaci ci sia una grande collaborazione: il fatto di ritrovarci qui insieme, su un problema che riguarda tutti noi, ci esorta a guardare al di là del nostro naso. Alcune questioni tecniche le dobbiamo affidare agli esperti, è normale”.Poi le parole nei confronti di Nadia Storti, facente funzione in Asur 3 a seguito delle dimissioni di Alessandro Maccioni: “Si è ritrovata in un momento di difficoltà: tutti lo siamo difronte a qualcosa di imprevisto. So che Nadia vuole bene a questo territorio, non esistono le decisioni perfette”.Chiara per l’arcivescovo la situazione di difficoltà sociale ed economica: “Stiamo pensando ad andare in montagna quando non pensiamo che c’è gente che sta morendo in ospedale. Al di là dell’aspetto sanitario c’è una grande emergenza sociale: a Fabriano dove è stato aperto un emporio della solidarietà, in due mesi abbiamo avuto quasi 300 famiglie che hanno chiesto aiuto. C’è chi non può permettersi nemmeno di fare visite mediche. È necessario essere uniti al di là delle posizioni politiche”. Massara ha espresso la sua posizione anche sull’accoglienza dei malati umbri al Covid Center di Civitanova: “Abbiamo accolto persone da una Regione, la prossima volta potremmo averne bisogno noi. La dignità del malato e della persona devono essere al centro. Se io ho bisogno di un servizio non devo chiedere un favore, è un mio diritto. Noi cittadini dovremmo essere tutti uguali – ha detto poi rivolgendosi ai presenti - , voi che siete rappresentanti delle istituzioni aiutate questo territorio a crescere, altrimenti rischiamo di morire”.Un quadro, quello delineato dall’arcivescovo, che arriva dal suo incontro con la gente del posto: “Parlo con i bambini che devono fare la cresima e mi confidano che non vedono l’ora di andarsene da qui. Cosa posso rispondere io? Noi abbiamo tutti una grande responsabilità, se noi collaboriamo in un dialogo costruttivo, sicuramente qualcosa di buono nascerà per questa terra arriverà e la lasceremo sana ai cittadini di domani.Usciamo dal campanilismo, dobbiamo pensare al futuro di questa terra che ha tantissime potenzialità. Il presidente – ha detto in merito a Francesco Acquaroli - ha dato una grande disponibilità e ascolterà i sindaci e i vescovi per crescere insieme.Noi vescovi abbiamo il tasto della situazione che a volte sfugge agli amministratori: i vescovi ascoltano tutti e hanno una reale  percezione delle problematiche sociali”.Infine, a proposito di ascolto, un appello umano: “Dobbiamo far comprendere a tutti che un malato di Covid non è un appestato; che i nostri ospedali sono delle eccellenze con grandi professionisti e se c’è la necessità di fare delle analisi non bisogna andare in un altro posto.Riacquistiamo – ha concluso -  la capacità di ascoltarci”.Giulia Sancricca
È andato dritto all’anima, ma anche alla coscienza di ognuno dei presenti, affinché tutti potessero mettere da parte il campanilismo e comprendere la reale situazione dell’entroterra e delle Marche. L’arcivescovo Francesco Massara, durante la riunione che ieri pomeriggio ha visto confrontarsi i sindaci della montagna e i vertici regionali e sanitari,  con il suo intervento ha placato i toni accesi che negli ultimi giorni avevano ruotato attorno alla trasformazione di una parte dell’ospedale di Camerino per il Covid.

“Comprendo le preoccupazioni – ha esordito - ma penso che la negatività di questo momento debba diventare speranza. Siamo troppo abituati a ragionare ognuno per il nostro orticello ed è sbagliato. Sicuramente c’è una grande emergenza sanitaria, lo sappiamo tutti, ma c’è da mettere al centro la salvezza delle vite umane e su questo siamo tutti d’accordo”.

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Ma accanto all’emergenza sanitaria ha acceso i riflettori su quella umana: “C’è anche una emergenza sociale – ha ribadito - , c’è una grande paura.

Il territorio della montagna, in questi anni, si è sentito preso a pesci in faccia. Siamo già stati massacrati dal sisma, da una ricostruzione che stenta a partire, con le difficoltà dei sindaci anche per una semplice pratica da mandare avanti. Credo che tra i sindaci ci sia una grande collaborazione: il fatto di ritrovarci qui insieme, su un problema che riguarda tutti noi, ci esorta a guardare al di là del nostro naso. Alcune questioni tecniche le dobbiamo affidare agli esperti, è normale”.

Poi le parole nei confronti di Nadia Storti, facente funzione in Asur 3 a seguito delle dimissioni di Alessandro Maccioni: “Si è ritrovata in un momento di difficoltà: tutti lo siamo difronte a qualcosa di imprevisto. So che Nadia vuole bene a questo territorio, non esistono le decisioni perfette”.

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Chiara per l’arcivescovo la situazione di difficoltà sociale ed economica: “Stiamo pensando ad andare in montagna quando non pensiamo che c’è gente che sta morendo in ospedale. Al di là dell’aspetto sanitario c’è una grande emergenza sociale: a Fabriano dove è stato aperto un emporio della solidarietà, in due mesi abbiamo avuto quasi 300 famiglie che hanno chiesto aiuto. C’è chi non può permettersi nemmeno di fare visite mediche. È necessario essere uniti al di là delle posizioni politiche”. Massara ha espresso la sua posizione anche sull’accoglienza dei malati umbri al Covid Center di Civitanova: “Abbiamo accolto persone da una Regione, la prossima volta potremmo averne bisogno noi. La dignità del malato e della persona devono essere al centro. Se io ho bisogno di un servizio non devo chiedere un favore, è un mio diritto. Noi cittadini dovremmo essere tutti uguali – ha detto poi rivolgendosi ai presenti - , voi che siete rappresentanti delle istituzioni aiutate questo territorio a crescere, altrimenti rischiamo di morire”.

Un quadro, quello delineato dall’arcivescovo, che arriva dal suo incontro con la gente del posto: “Parlo con i bambini che devono fare la cresima e mi confidano che non vedono l’ora di andarsene da qui. Cosa posso rispondere io? Noi abbiamo tutti una grande responsabilità, se noi collaboriamo in un dialogo costruttivo, sicuramente qualcosa di buono nascerà per questa terra arriverà e la lasceremo sana ai cittadini di domani.

Usciamo dal campanilismo, dobbiamo pensare al futuro di questa terra che ha tantissime potenzialità. Il presidente – ha detto in merito a Francesco Acquaroli - ha dato una grande disponibilità e ascolterà i sindaci e i vescovi per crescere insieme.

Noi vescovi abbiamo il tasto della situazione che a volte sfugge agli amministratori: i vescovi ascoltano tutti e hanno una reale  percezione delle problematiche sociali”.

Infine, a proposito di ascolto, un appello umano: “Dobbiamo far comprendere a tutti che un malato di Covid non è un appestato; che i nostri ospedali sono delle eccellenze con grandi professionisti e se c’è la necessità di fare delle analisi non bisogna andare in un altro posto.

Riacquistiamo – ha concluso -  la capacità di ascoltarci”.

Giulia Sancricca

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