Il Coronavirus non ha fatto sconti neanche al comune di Fiastra: quattro i positivi residenti nel comune. Uno di loro è attualmente domiciliato in un altro comune marchigiano, gli altri si trovano in isolamento fiduciario nelle proprie case.

Il sindaco Sauro Scaficchia, che già nella giornata di ieri aveva emesso un’ordinanza che dispone la chiusura dei sentieri delle Lame Rosse e della Valle del Rio Sacro, vista la notevole affluenza che le aree montuose del maceratese avevano fatto registrare negli ultimi fine settimana, ha attivato il servizio di assistenza domiciliare a disposizione degli isolati. Oltre a questo, insieme al Cosmari, come in altri comuni, anche a Fiastra è in funzione il sistema straordinario di gestione dei rifiuti dei positivi.

Red.
Chiuse le Lame Rosse. Ha deciso così il sindaco di Fiastra Sauro Scaficchia: troppo grande l’affluenza verso l’alto maceratese negli ultimi fine settimana, troppo pericoloso, secondo l’amministrazione, per garantire la sicurezza dei turisti e dei cittadini di Fiastra in questa fase pandemica. Così, l’accesso al suggestivo itinerario sarà controllato e di fatto chiuso dai Carabinieri Forestali, deputati al controllo.

Il sindaco Sauro Scaficchia ha commentato così: “In questo momento particolare, in cui anche il comune di Fiastra è toccato dal Covid, dobbiamo salvaguardare l’incolumità dei cittadini e di chi viene da noi. Abbiamo constatato un affluenza incredibile, massiccia, e questo mi ha imposto di prendere dei provvedimenti con un’ordinanza. Non è possibile che molte persone vengano ancora senza protezioni, senza mascherine, nonostante venga ripetuto da mesi, e che la situazione non sia percepita come pericolosa: forse qualcuno pensa che in montagna non esistano regole. I Carabinieri Forestali e i Vigili – conclude Scaficchia – effettueranno i controlli, anche in maniera piuttosto semplice, visto che le vie sono obbligate e saranno pattugliati i due ‘ingressi’ all’itinerario, sia dalla diga, sia da Ruffella”.

Red.
Grande successo per gli "Spaghetti a colazione" che Luciano Capomasi ha servito conditi con cacio e pepe questa mattina alle 6 nel suo ristorante Ai Pini di Sarnano.
Un'idea nata quasi per gioco, che doveva accendere i riflettori sulle difficoltà che in questo momento sono costretti ad affrontare bar e ristoranti, con la chiusura anticipata alle 18, e che invece si è trasformata in un vero e proprio evento che ha avuto una grande risposta da parte dei partecipanti.

"Non solo l'amministrazione comunale - ha commentato il risotratore - ma ho avuto una trentina di persone. Quelle che il mio locale può contenere nel rispetto delle restrizioni dovute alla pandemia. Una coppia è arrivata addirittura da Potenza Picena e quando me l'ha detto sono rimasto davvero sorpreso".

Un momento conviviale che ha ristorato non solo il palato, ma anche i cuori che in questa seconda ondata della pandemia sembrano sempre più appesantiti dalla preoccupazione.
"Abbiamo riso - ha detto Capomasi - e ce n'era davvero bisogno. Poi abbiamo concluso con le ciambelle di mosto e il vino cotto. Quello che mi ha fatto davvero piacere è vedere gli occhi degli ospiti sorpresi nello scoprire che il pasto è stato offerto dal ristorante. Non lo avevo detto a nessuno prima".

Non è stato quindi un modo per attrarre clienti, ma un messaggio da trasmettere: "Mi dispiace che qualcuno abbia pensato che non ho rispetto della situazione. Il mio è stato un messaggio pacifico per far capire che noi commercianti siamo pronti ad adattarci, ma è necessario che vengano comprese anche le nostre difficoltà ad andare avanti".

La versatilità nei confronti di questa situazione Capomasi l'ha dimostrata questa mattina, ma continuerà a farlo anche nei prossimi giorni: "Abbiamo pensato di fare dei percorsi a tema una volta a mese - conclude - visto il successo di questa mattina. Già sabato prossimo apriremo il ristorante nel primo pomeriggio per festeggiare San Martino con una merenda".

GS

I commensaliI rappresentanti dellamministrazione
Il comune di San Severino Marche ha ricevuto in dono tremila mascherine chirurgiche monouso. La società Edilbiangi, attiva nel settore dell'edilizia dai primi anni '60, ha consegnato i dispositivi di protezione individuali al coordinatore del gruppo comunale della Protezione Civile, Dino Marinelli.
Una donazione, quella di cui ha beneficiato il comune settempedano, in vista di eventuali necessità che potranno essere legate a questa seconda ondata di contagi da Coronavirus che sta imperversando in tutta Italia.

red.
A San Severino l'emergenza sanitaria continua a coinvolgere anche gli anziani ospiti della casa di riposo “Lazzarelli” dove si contano altri 10 positivi tra i degenti, ma nessun caso tra gli operatori sanitari e il personale. Numeri che si devono sommare alle cifre in costante crescita.

"Grazie all’intervento dell’Asur - si legge in una nota del Comune - è intanto iniziato il trasferimento di alcuni degenti nelle strutture Covid dedicate: tre anziani sono stati ricoverati nella residenza sanitaria per anziani “Galantara” di Pesaro mentre un quarto è stato trasferito al reparto malattie infettive dell’ospedale civile di Macerata. Mancano ancora una trentina di tamponi da processare tra quelli eseguiti in questi giorni. Complessivamente l’azienda servizi alla persona “Lazzarelli” accoglie 85 ospiti, tra uomini e donne, e conta circa 55 addetti".

Il sindaco, Rosa Piermattei, ha chiesto immediatamente alla Regione Marche di intervenire per scongiurare l’ennesimo focolaio in una struttura per anziani chiedendo anche l’invio di personale medico dell’Esercito Italiano.

“Tutti i pazienti stanno bene – rassicura la cittadinanza il sindaco Piermattei – sia quelli della nostra casa di riposo, sia quelli che stanno vivendo questo difficile momento a casa. Per fortuna tra chi si trova in quarantena non ci sono casi gravi. Non ho infatti notizie di ricoverati nelle rianimazioni e nelle strutture specializzate Covid presenti in regione. Occorre però continuare a prestare la massima attenzione per evitare che questo insidiosissimo virus arrivi nelle nostre case”.

GS
Continua a far valere la sua posizione il sindaco di Tolentino, Giuseppe Pezzanesi, alla vigilia dell'applicazione del nuovo Dpcm che vede l'Italia divisa in tre colori in base alla gravità del numero di contagi.
Il primo cittadino che, sia per il sisma che per il Covid, qualche giorno fa aveva ribadito la necessità di conferire più potere ai sindaci si dice nuovamente deluso da come abbia agito il Governo.
"Oggi sono ancora più convinto che dal Dpcm si comprende quanto sia necessario quello che avevo già detto - esordisce - .
Roma dimostra di non conoscere nel dettaglio i territori e questo problema dovrà essere risolto se vogliamo che l'Italia funzioni sotto tutti i punti di vista.
Per far funzionare il Paese - denuncia - non servono i Governi nati per avere il potere, piuttosto che per esporre un'idea valida di come salvare l'Italia dalle mille difficoltà che si trova ad affrontare.
I sindaci in questo Paese - attacca Pezzanesi - non contano nulla per il Governo. Contano solo quando bisognan rimboccarsi le maniche, sanare un'emergenza con i propri mezzi e a volte non si ha nemmeno quelli.
Purtroppo - ribadisce senza mezzi termini - quando i sindaci devono essere i veri artefici del rilancio del loro territorio non contano nulla perchè ad assumere quel compito c'è lo Stato, attraverso la sua funzione centrale".

Davvero critico Giuseppe Pezzanesi nei confronti di un sistema che aveva criticato anche durante l'emergenza sisma: "Dopo il nuovo Dpcm - aggiunge - penso che sia stata persa una grandissima occasione per dare potere ai sindaci, anche a livello decisionale. Un potere che dovrebbero avere sempre, non solo per il Covid, ma anche per la ricostruzione. Dobbiamo avere risorse e finanziamenti per agire. Chi meglio dei sindaci può avere la contezza di quello che succede nel territorio. Io, da sindaco, so quali sono i ristoranti, se mai ce ne fosse uno, che ad oggi non hanno investito nelle misure di prevenzione; così come conosco le palestre, i teatri, i cinema, le piscine e tutte le realtà che ancora una volta sono state condannate da questa ordinanza.

Se da Roma si vuol decidere tutto - prosegue - poi magari si apre una finestra sui governatori regionali che possono aggiustare il tiro, io credo che manchi un pezzo: i sindaci devono essere artefici di questo cambiamento, non solo oggi ma anche per il futuro. Chi si candida a sindaco deve avere le qualità per governare e una squadra forte, ma anche mandato il reale mandato da parte dello Stato per poter agire attivamente sul proprio Comune, altrimenti ci si prende in giro".

GS
Sull’emergenza Covid un tema toccato da diversi sindaci del maceratese era quello dei ritardi nella comunicazione dei referti dopo i tamponi: già il sindaco di Caldarola, Luca Maria Giuseppetti, aveva messo in luce questo problema, parlando di mancanza di coordinamento tra Asur e Regione, questione notata anche dal sindaco di Treia Capponi, che aveva invece parlato di come diversi isolati vedevano protrarsi la quarantena per i mancati responsi.

Sull’argomento verte l’interrogazione che la consigliera regionale del Movimento 5Stelle Simona Lupini presenterà al presidente della regione Francesco Acquaroli e all’Assessore alla Sanità Filippo Saltamartini. In un comunicato diramato dalla consigliera si legge: “La seconda ondata della pandemia era prevista da molti mesi ma nonostante questo stiamo assistendo a numerose problematiche nella gestione dell’emergenza Covid, in primis riguardo ai gravi ritardi nella consegna dei referti a seguito dei tamponi effettuati. Questa situazione provoca grande preoccupazione tra i cittadini interessati che vivono ore di angoscia per loro stessi e per i famigliari. Ho ricevuto numerose segnalazioni in merito, sia dai cittadini e sia dai Sindaci di alcuni Comuni, che lamentano scarsità di informazioni e di organizzazione da parte della Regione. Per questo ho presentato una apposita Interrogazione al Presidente Acquaroli e all’Assessore alla Sanità Saltamartini”.

“Nell’interrogazione chiedo di sapere quali misure sono state attuate fino a oggi relativamente ai tamponi – prosegue la consigliera Lupini –, con particolare riferimento alla tempistica dei referti e quali misure si intendono adottare per ridurre i tempi di ufficializzazione degli stessi agli organi competenti, al fine di diminuire il più possibile i disagi per utenti, famiglie e Comuni. Sulla centrale questione dei tamponi, come Movimento 5 Stelle, chiediamo il massimo impegno al Presidente Acquaroli, attraverso decisioni concrete e operative che vadano a colmare i gravi ritardi verificatisi”.

Red.
Il sindaco di Treia Franco Capponi, allineandosi al pensiero del collega di Tolentino Pezzanesi, ha chiesto ampia responsabilità e maggiore potere per gli enti locali nella gestione della pandemia da Covid 19. Una proposta proprio di Capponi ai sindaci della provincia di Macerata è al vaglio dei primi cittadini, pronta a essere rielaborata e poi inviata all’assessorato regionale alla sanità.

Si può leggere: “Ognuno deve fare la sua parte. Il sistema sanitario, da solo, non può vincere contro un virus che sta crescendo, a livello di positivi, facendo così saltare il tracciamento in tutte le Aree Vaste. I ritardi accumulati nelle operazioni di tracciamento dei contatti stretti amplificano enormemente la diffusione del virus e creano nelle persone positive un senso di confusione e disorientamento per la mancata affidabilità del sistema.

L’epidemia è in peggioramento progressivo nella nostra Regione e nella nostra Area Vasta 3, nella quale nella giornata di ieri sono stati registrati quasi 200 casi, che vanno ad aggiungersi ai 2700 casi totali. Il carico di lavoro non è più sostenibile dai servizi sanitari territoriali con l’evidenza di impossibilità di tracciare in modo completo le catene di trasmissione, come spiegano i servizi ISP delle ASUR.

Il sistema di tracciamento è complicato e quindi una nuova organizzazione di esso, con il coinvolgimento dei sindaci, dei medici di base, l’accreditamento di ulteriori laboratori di analisi e delle strutture comunali si rende indispensabile. Non si può, come ora, affidare ai singoli individui il rispetto dei provvedimenti di quarantena e di isolamento nel caso ci si trovi nella condizione di contatto stretto con casi accertati, anche in assenza di comunicazione da parte dei servizi sanitari di Area Vasta.

Tutto ciò specialmente in un momento in cui vi e’ un aumento progressivo e lineare dell’incidenza dell’infezione e quindi risulta saltato il modello ISP di tracciamento tempestivo dei contatti.

Per far fronte a questo quadro noi sindaci proponiamo di aiutare le ASL nell’istruttoria di individuazione dei tracciamenti, anche perche i sindaci già utilizzano i dati del tracciamento ISP per attivare i servizi di supporto alle famiglie colpite dal Covid, sia per l’approvvigionamento di medicinali e beni di prima necessità, sia l’attivazione dei servizi di raccolta dedicata dei rifiuti, che debbono essere trattati in modo specifico per non ampliare la diffusione del virus.

L’azione potrebbe essere semplice: quello che proponiamo come sindaci è che al posto di chiamare l’Asl, il medico, qualora rilevi un caso di positività, chiami il sindaco e comunichi chi è il sospetto o il positivo. A quel punto il tracciamento verrebbe affidato alla Polizia Locale e alle stazioni dei Carabinieri. Si avrebbe il quadro completo in poco tempo, vista anche la conoscenza territoriale, e l’ASUR avrebbe caricato a sistema un dato veritiero e certificato su cui avviare le azioni di controllo e di effettuazione dei tamponi.

I dipartimenti di prevenzione sono in difficoltà in ogni provincia, bisogna usare quello che si ha a disposizione: l’istituzione locale che diventa, come autorità, anche garante del rispetto della privacy”.
Il Commissario straordinario alla ricostruzione Giovanni Legnini è risultato positivo al Coronavirus: lo ha fatto sapere lui stesso con un post sul suo profilo Facebook. “Oggi (ieri, ndr) è arrivato l’esito del tampone, il quarto in un mese, e questa volta purtroppo è positivo. Come stanno facendo centinaia di migliaia di cittadini nel nostro Paese, e milioni di persone nel mondo, anch’io dovrò combattere questo maledetto virus, pur se sono asintomatico, e continuare ad adottare responsabilmente tutte le previste misure sanitarie, in primis l’isolamento.

Il mio pensiero va a chi soffre, e a chi lavora quotidianamente per garantire i servizi essenziali e l’assistenza. Poiché sto bene, lavorerò da casa, come ho fatto nelle ultime due settimane di quarantena. L’attività in favore delle popolazioni colpite dal sisma non deve subire rallentamenti e per questo invito, pur in un momento così difficile, tutte le persone che prestano la loro attività nella struttura commissariale e nei livelli regionali e comunali ad impegnarsi ancora di più, lavorando sempre in sicurezza e rispettando le regole emanate dalle autorità preposte.

Grazie ai medici e ai professionisti della Sanità in primo luogo, e a chi esercita responsabilità pubbliche dirette a tutti livelli per il lavoro difficile e pieno di insidie che portano avanti. Tutti uniti ce la faremo, ne sono certo”.

Red.
Contagi da Coronavirus: negli ultimi giorni sono emersi due focolai a Fabriano: uno alla Casa di Riposo Vittorio Emanuele II e l'altro alla Comunità La Buona Novella, oltre ad altre situazioni in tutta la regione. Alla casa di riposo, nonostante siano sempre state osservate scrupolosamente le misure anti contagio e la perizia del personale, tutti i ricoverati sono risultati positivi. La questione è passata nelle mani dell’Asur Regionale, a cui l’assessore alla sanità Filippo Saltamartini e la consigliera Chiara Biondi hanno chiesto interventi specifici, di tipo ospedaliero, diversi da quelli convenzionali: le case di riposo godono dell’assistenza dei medici di famiglia, che nonostante l’impegno, non riescono a tenere sotto controllo la situazione. L’Asur ha così deciso di invertire il sistema facendo seguire i malati direttamente con protocolli farmaceutici ospedalieri Asur.

L’assessore alla sanità Filippo Saltamartini, ringraziando la consigliera Biondi, sostiene che in questa fase dell’epidemia è fondamentale salvare le vite delle persone che hanno ricostruito l'Italia distrutta da una guerra. “Queste persone - ha aggiunto - meritano tutto il sostegno proprio in considerazione della loro fragilità.  Stiamo cercando, con un intervento innovativo e l’aiuto di tutti, anche del personale della cooperativa, di trasformare la Casa di Riposo Vittorio Emanuele II in una ‘quasi corsia di Ospedale’ utilizzando professionalità ospedaliere anziché l'assistenza affidata ai soli medici di famiglia. Monitoreremo costantemente la situazione e, nel frattempo, in aggiunta al personale già reperito, la Regione ha richiesto anche l’invio di medici militari”.

Red.

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