Notizie di politica nelle Marche
Soddisfazione del vicesindaco di Treia David Buschittari per la firma da parte del Comune di una convenzione che “garantirà ai cittadini dei servizi efficaci per ciò che riguarda la sicurezza post incidente lungo le strade”. Il comune ha infatti voluto trovare una soluzione a quelle problematiche che si verificano in caso di sinistri stradali con la sottoscrizione di una convenzione da parte della responsabile comunale Barbara Foglia con la ditta M.P.M. S.r.l., azienda che gestisce il servizio di pronto intervento  post-incidente a livello nazionale. “L'attenzione per la sicurezza stradale è stata sempre alta da parte nostra; il servizio interviene per risolvere la duplice esigenza che si verifica in ogni incidente stradale: cristallizzare le condizioni e lo stato dell’incidente e ripristinare lo stato della strada compromessa eliminando residui materiali o liquidi che possono essere pericolosi per la circolazione, per l’ambientale o per la salute pubblica.Le tipologie degli interventi previsti sono stati illustrate dai Responsabili che hanno assicurato il rispetto di rigidi protocolli d'intervento in materia di sicurezza e tutela ambientale”.

La gestione è garantita tramite la Centrale Operativa, raggiungibile al numero verde tutto il giorno per 365 giorni all’anno, che attiva le Squadre Operative posizionate capillarmente sul territorio. La cosa più particolare è che il servizio sarà completamente gratuito per il Comune e per i cittadini: “Con l’accordo, che in sostanza consiste nel ripristino post incidente delle condizioni di sicurezza, con attività di pulitura e bonifica della strada sarà a totale carico della società convenzionata, con rivalsa sulle compagnie assicurative. Per noi - aggiunge - i benefici saranno molteplici, innanzitutto miglioreremo il monitoraggio sul patrimonio stradale, salvaguarderemo l’ambiente, ci sarà un rispetto scrupoloso del controllo della filiera dei rifiuti e, in casi di incidente, il ripristino della viabilità avverrà in tempi brevissimi. Questo - conclude - è uno strumento di buon governo”. 

g.g.
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Un filo rosso lega indissolubilmente Baranzate a Pieve Torina. Arriva da uno dei paesi simbolo della più forte devastazione delle Marche, la prima pietra del nuovo spazio multiculturale che sta per nascere nel comune multietnico dell'estrema periferia nord ovest di Milano.
Ricostruzione e rinascita, le due parole chiave. di tutta l'operazione. 
A Pieve Torina la ricostruzione post - terremoto è partita grazie alla ferrea volontà dell'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Alessandro Gentilucci, e alla generosità di associazioni come Succisa Virescit, artefice del progetto di ricostruzione della scuola. 
A Baranzate invece c'è da ricostruire la comunità nel segno dell’accoglienza, della solidarietà, della multiculturalità. E' da queste motivazioni che su impulso di don Paolo Steffano, con il contributo di diversi partners privati come Diana Bracco, nota imprenditrice del settore chimico e farmaceutico, la Fondazione Rava e la Fondazione Tredicimarzo di Paolo Barilla, in un ex capannone industriale di 1.415 metri quadrati, nascerà lo spazio InOltre.
All'interno della struttura, saranno concentrati una sartoria sociale, un supermarket solidale, una sala polifunzionale e un corner da cui avviare una farmacia orientata ai bisogni di bambini e mamme.

Nella foto sotto, il sindaco di Baranzate Luca Elia  e il sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci 
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Due storie che partono da luoghi distanti, si uniscono idealmente e materialmente con una pietra estratta dalle macerie di una casa di Pieve Torina distrutta dal terremoto ed il cemento di una costruzione che torna a vivere riconvertita in spazio di inclusione.
"Un pezzo del cuore di Pieve Torina batte qui a Baranzate - ha dichiarato il sindaco Gentilucci, presente alla cerimonia per l'avvio dei lavori di ristrutturazione dello spazio InOltre - e di questo siamo orgogliosi. Da oggi questa pietra non è più il simbolo della tragedia, ma parla di rinascita e di futuro. Il mio ringraziamento va a don Paolo che ha compreso profondamente lo spirito di resilienza della nostra comunità e a tutti i soggetti coinvolti in questo grande progetto di cooperazione. Posiamo una prima pietra per la costruzione di un grande spazio di incontro e condivisione e posiamo un'ulteriore pietra per ricordare a noi stessi di cosa davvero siamo capaci lavorando in sinergia".
Dunque, non è più pietra scartata il sasso murato nella parete del capannone del piccolo comune lombardo, ma un dono e un simbolo di amicizia e rinascita, per scrivere una nuova comune storia.
cc
Nella foto sotto Diana Bracco e Alessandro Gentilucci
Gentilucci Bracco





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Mercoledì, 09 Ottobre 2019 10:22

Belforte, Feliciotti riconsegna le deleghe

Rimpasto di giunta a Belforte del Chienti dove il vice sindaco e assessore alla Cultura, Giampiero Feliciotti, ha annunciato la riconsegna delle deleghe. La carica di vice sindaco passa così a Carla Budadssi, mentre entra in giunta il giovane Claudio Cipollari.

"Avevo già detto all'inizio che avrei dato una mano come impegno istituzionale nei primi mesi - spiega Feliciotti - ma desidero che siano  i giovani ad interessarsi dell'amministrazione. Ora che il lavoro è partito, io sarò al fianco degli amministratori, continuerò ad interessarmi come consigliere e ad aiutarli nell'esperienza che ho acquisito negli anni, ma è giusto che si cominci subito con un nuovo corso. Se passa il tempo ci si appiattisce e non diventa una operosità giusta e adeguata per una formazione completa della squadra. Il sindaco sta andando molto bene, il nuovo vice sindaco lavora molto nel campo del sociale e degli anziani, è il momento di passare all'innesto di un nuovo ragazzo che è Claudio Cipollari che potrà impegnarsi nella presenza in Comune.
Avendo io anche il compito come presidente dell'Unione Montana - aggiunge - con 15 Comuni e 34 dipendenti, non avrei potuto garantire la presenza assidua in Comune e non sarebbe stato giusto per tutti i cittadini, a partire dai 96 elettori che mi hanno preferito. Lavorerò come prima perchè la passione resta sempre".

GS
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Mercoledì, 09 Ottobre 2019 09:11

Italia Viva, Fiordomo: "Tanta energia positiva"

Primo incontro all’asilo Ricci di Macerata in prospettiva della Leopolda a Firenze dal 18 al 20 ottobre che vedrà la nascita del simbolo e dell’organizzazione della creatura renziana. L'incontro è stato aperto da Francesco Fiordomo e chiuso da Flavio Corradini: una serata da cui avrebbero preso vita diversi spunti programmatici per il territorio e per una prospettiva di futuro nel maceratese.
Riflettori accesi sui problemi del dissesto idrogeologico, con la specifica richiesta di "riapertura dell’unità di missione di Italia Sicura - come si legge in una nota inviata da Marco Alfei - , chiusa dal precedente governo, e determinante ai fini del recupero dei piccoli e grandi comuni". 
Poi un focus sulla viabilità: "Italia Viva - proseguono - crede nello sviluppo delle realtà locali ed è necessario andare velocemente ad una soluzione definitiva per la viabilità della Valle del Potenza da Macerata fino al mare al pari della vallata del Chienti. Uno sguardo forte vero le nuove generazioni con il coinvolgimento dei giovani, delle donne e di quanti hanno capacità di orientare il futuro. Il governo Renzi ha dato avvio al processo del post sisma con l’approvazione da parte di tutti i gruppi parlamentari (maggioranza ed opposizione) del DL 189/2016, poi da dicembre 2016 tutte le modifiche parlamentari sono state fatte con voto di fiducia e dal governo Gentiloni e dal governo Conte-Salvini".
Al centro del dibattito anche alla struttura commissariale del sisma: "Ora - sostengono - bisogna dare un’accelerazione portando la struttura del Commissario da Roma e Rieti all’interno del Cratere marchigiano (Camerino o dintorni) e portare all’interno della struttura stessa anche gli stessi Uffici speciali per la ricostruzione. Sono necessari un commissario vicino ai territori veramente danneggiati e la certezza della responsabilità nella ricostruzione senza continui rimpalli tra livello commissariale e regionale, solo così si può velocizzare quanto i nostri conterranei oramai in sofferenza da tre anni chiedono per avere quanto prima un ritorno a casa ed una rivitalizzazione dei nostri splendidi territori".
Un primo incontro informale dove i partecipanti hanno avuto modo di conoscersi e di pensare al futuro dei territori della provincia: "Stiamo partendo - commenta Francesco Fiordomo ai microfoni di Radio C1 InBlu - , si sta costruendo un nuovo percorso. Una nuova casa che vuole raccogliere persone con ideee e progetti all'insegna della concretezza. Ci siamo autoconvocati in attesa di capire quale sarà la riorganizzazione del nuovo movimento. Un confronto in attesa della Leopolda. Abbiamo parlato di terremoto, viabilità, servizi. Posso dire che c'è tanta energia positiva".

GS
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“Così abbiamo ricordato degnamente il sacrificio di Norma Cossetto”. Alcuni giorni fa a San Severino è stata ricordata questa giovane studentessa istriana che nel lontano 1943 venne sequestrata, stuprata e gettata, il 5 ottobre del ‘43, ancora viva in una foiba dai partigiani comunisti slavi. Ogni partecipante ha deposto in silenzio una rosa rossa ai piedi del monumento ai caduti, disponendosi poi all’ascolto di un’allocuzione con cui è stata ricordata la sua vita e l’eroica fine. La manifestazione, a cui ha preso parte il vicesindaco Vanna Bianconi insieme a numerosi cittadini, è stata promossa in tutta Italia dal Comitato 10 Febbraio e dall’associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.

“Nel corso della commemorazione abbiamo deposto delle rose rosse ai piedi del monumento dei caduti di San Severino - spiega Emanuele Piloni - rappresentante del comitato 10 febbraio e dell’associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia - e poi abbiamo ricordato la sua storia. Al vicesindaco Vanna Bianconi abbiamo proposto di intitolare alla memoria di questa giovane o una via, una piazza, un giardino o una scuola e siamo pronti a supportare questa iniziativa attraverso una raccolta firme”. 

Norma Cossetto nel 2005 è stata anche insignita della medaglia d’oro al merito civile dall’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

In generale del martirio perpetrato dai comunisti slavi si parla ancora troppo poco: “Negli ultimi anni la situazione è andata migliorando, ci sono state molte manifestazioni - spiega Piloni - prese di coscienza anche da parte della cittadinanza che ignorava queste vicende tuttavia a questa progressiva presa di coscienza ha fatto da contraltare un muro di negazionismo organizzato che ancora oggi nega, appunto, o addirittura giustifica la vicenda delle Foibe, compresa la storia di Norma Cossetto che è il simbolo del martirio ma anche, a mio modo di vedere, della violenza sulle donne che continuare ad essere un tragico fenomeno”.
Gaia Gennaretti 


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Per il secondo anno l’università Tojo di Tokio ha organizzato un summer camp con l’Università di Camerino. Vi hanno partecipato 34 studenti giapponesi selezionati tra i migliori di tutte le facoltà insieme a 5 docenti, esperti in tecniche di ricostruzione post-sisma ed economia del turismo.
Il progetto, coordinato dalla professoressa Lucia Ruggeri, coinvolge architetti, geologi, giuristi, economisti ed è diretto ad un monitoraggio e studio delle opportunità di rivitalizzazione delle zone colpite dal terremoto, con particolare riguardo alle zone montane del camerinese.
A spiegarci i dettagli del programma estivo, è la stessa prof.ssa Ruggeri.
“ Gli studenti di Tokyo hanno effettuato interviste alla popolazione presente nelle SAE, visitato i negozi delocalizzati nel Vallicenter e Sottocorte village, incontrato e raccolto materiale di informazione direttamente dai sindaci di Camerino, Visso, Bolognola e Fiastra. Questo ha permesso loro di elaborare una mappatura della nostra situazione e, nel workshop finale, gli studenti hanno proposto sei idee di rilancio economico, turistico e organizzativo per queste zone colpite da sisma. Idee molto interessanti, proposte con metodologie e contenuti altamente innovativi, accompagnate anche dai commenti dei professori dell'università di Tokyo. Il materiale verrà organizzato e raccolto in un volume curato dal loro ateneo e, pubblicato in giapponese e in inglese. L’ateneo Tojo è in stretto rapporto con l'ONU e i professori di questa università effettuano monitoraggi nelle zone colpite dal sisma di tutto il mondo, collaborando attivamente con tutti i governi nazionali. Credo quindi che questa presenza ci possa aiutare a mantenere accesa l'attenzione sulle problematiche lasciate dal sisma, ma darà agli studenti Camerino anche l’ opportunità di entrare in programmi di collaborazione con l'università di Tokyo”.
nella foto Lucia Ruggeri e Roberto Garetto
Tra ricercatori Unicam e studenti e ricercatori giapponesi si è potuto instaurare un rapporto molto positivo e stimolante.
E’ quanto sostiene Roberto Garetto, assegnista di ricerca di Unicam e tra i collaboratori del progetto.
“Noi siamo stati dei mediatori linguistici e culturali. Nella comunicazione utilizzavamo l'inglese e abbiamo tradotto anche le interviste realizzate nelle SAE, in più, si è anche cercato di far cogliere le specificità e le particolarità storiche del territorio. Nella ricognizione sul territorio e sulla cultura legata a Camerino, docenti e studenti sono rimasti profondamente colpiti dal fatto che, nonostante il sisma, la Corsa alla Spada non abbia avuto interruzioni e, da parte nostra, non solo ci siamo sforzati di ricostruire la storia della manifestazione, ma sentiti quasi in obbligo di dover fare di più. Un intervento fuori programma, ci ha portati a ricostruire per loro un momento legato alla rievocazione: l'ultima domenica del loro soggiorno, grazie al gruppo di musici rinascimentali del prof. Cavallaro,
abbiamo creato una situazione di musica e danze, indossando e facendo indossare i costumi della Corsa. Un’ idea estemporanea condivisa che ha riscosso l’apprezzamento di tutti”.
Tojo Studenti e ricercatori giapponesi in costume medievale
Tra i risultati dello scambio, anche l'avvio di una mobilità per gli studenti in tesi.
“A Camerino ha lavorato alla sua tesi la prima studentessa giapponese di Tokyo che concluderà gli studi nel suo Paese presentando un elaborato su Camerino e su Visso. La tesi mette a confronto il vissuto della popolazione prima e dopo il terremoto, con particolare attenzione sull'impatto urbanistico del post-sisma. L’analisi riguarda l’organizzazione dell’assistenza subito dopo le scosse e quella attuale, la realizzazione delle SAE e come sono state distribuite. Nell’avvio di questo scambio stimolante- continua la prof.ssa Ruggeri- avremo anche noi una prima dottoranda che andrà a Tokyo per la sua tesi. E’ la camerte Silvia Montecchiari il cui studio si basa su come migliorare la regolamentazione dedicata al sisma. Aggiungo che essendo il programma di durata quadriennale, non solo l’idea di prosecuzione è ben precisa ma, grazie all’assegnista di ricerca Federico Pascucci coinvolto nel team organizzativo del programma con Tokyo, si è riscoperto un pezzo finora sconosciuto della nostra storia e cioè che nel 1582 una delegazione giapponese fu ospite del delegato Pontificio della città di Camerino. Una ricerca incrociata con quella che i nostri colleghi giapponesi hanno fatta nei loro archivi, ha rivelata l’ipotesi che la delegazione si muovesse probabilmente lungo la via Lauretana e che nel percorso tra Roma e Loreto fece tappa da noi. Nei futuri incontri che svolgeremo a Tokyo il prossimo anno, c’è dunque l’idea di presentare quello che, sia in Italia che in Giappone, potremmo aver scoperto su questi visitatori del XVI secolo”.
Insomma, da un evento triste qual è stato il terremoto, un passato che torna e uno studio per migliorare il futuro “Ce lo siamo detti anche nei vari incontri istituzionali: quello che ci sta davvero appassionando è che stiamo facendo un programma di grande utilità per il territorio e di grande impegno anche scientifico e, lo stiamo facendo sulla scorta di uno degli eventi più tristi delle nostre vite. Da un dramma devastante, nasce un’ attività che coinvolge giovani italiani e giapponesi e soprattutto, nella progettazione di un futuro migliore per queste terre.
cc
popolane giapponesi


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Entro l’anno pare debba essere approvato il nuovo piano sanitario regionale ma ad oggi poco o niente si sa e, chi lo ha letto, è rimasto un po’ “confuso”. Come Marco Massei, vicepresidente del comitato per la difesa dell’ospedale di San Severino. Nei giorni scorsi il gruppo si è riunito per parlare proprio dell’argomento e ha deciso di organizzare una assemblea per avere e fornire chiarimenti anche alla popolazione: “Dopo aver letto il piano sanitario regionale, ci siamo detti che era un emerito sconosciuto. Abbiamo quindi deciso di organizzare un convegno che possa interessare tutto l’entroterra maceratese per chiedere a quelli che dovrebbero essere ben informati, consiglieri regionali e sindaci del territorio, quali siano le linee di questo piano che ricadrà sulle nostre teste. È importante informare la cittadinanza - aggiunge - sul futuro sanitario e non mi pare di aver sentito né letto nulla sull’argomento”. L’augurio di Massei è che con l’assemblea ci sia l’opportunità di informare adeguatamente la cittadinanza. La data non è ancora stata stabilita ma l’intenzione è quella di organizzarla entro la fine di ottobre anche perché il piano sanitario dovrebbe essere approvato entro il 2019: “Per invitare tutti coloro che possono essere informati ci vogliono dei tempi tecnici ma riteniamo sia importante, in virtù dell’iter che sta seguendo il piano. Se venisse approvato senza che la cittadinanza ne sia adeguatamente informata si peccherebbe di poca democrazia. Ci dovrebbero essere delle audizioni in commissione sanità - sottolinea - ma non mi risulta che i comitati siano stati invitati quindi sarebbe opportuno fare qualche passaggio pubblico - conclude - per rendere edotta la cittadinanza su quella che sarà la sanità marchigiana nei prossimi anni”.

g.g.
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“Voglio pagare l’acqua perché giusto”. Una provocazione lanciata sul proprio profilo social con la quale Roberto Paoloni, ex sindaco di Belforte del Chienti e attualmente consigliere di minoranza, interviene sulla vicenda della carenza di acqua a Visso. “Nei comuni del cratere – precisa Paoloni – si continua a non pagare l’acqua da diverso tempo. Questo ritengo sia giusto per chi ha perso la casa o ha avuto danni importanti nella propria abitazione e, quindi, si trova in difficoltà. Un beneficio che, però, è stato elargito anche a chi, come il sottoscritto, non ha avuto danni nella propria abitazione. Un’agevolazione che ritengo non giusta perché, a mio avviso, avrebbe dovuto essere limitata nel tempo e non attribuita nel lungo periodo. Il rischio è che il modello di non pagare l’acqua porti ad un minore rispetto per quanto riguarda il consumo dell’acqua stessa, con la conseguenza del venir meno delle politiche del rispetto idrico.
Non avendo più i costi si perde il controllo anche sull’attività che viene svolta normalmente nelle nostre famiglie”. Un discorso che, partendo dal problema acqua, si estende all’intero impianto normativo relativo al terremoto. “Noi abbiamo accettato in questo territorio agevolazioni che, forse, non sono quelle che ci servono. Avevamo, infatti, richiesto cose diverse come la zona franca urbana, con reali sgravi fiscali nelle zone più martoriate, una riduzione dell’Iva per i prodotti provenienti da questi nostri territori. Al contrario la scelta è andata in un’altra direzione. Non abbiamo bisogno di essere commiserati – conclude Paoloni – ma di un nuovo impianto normativo che risponda alle concrete esigenze dei cittadini che hanno subito il dramma del sisma”.
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Per il quarto anno Recanati protagonista alla Lubec, Lucca Beni Culturali. Si tratta di un incontro internazionale giunto alla 15esima edizione organizzata da Promo Pa, Fondazione di ricerca che opera nel campo della formazione e dei beni culturali con sede a Lucca e a Roma. Quest’anno il tema su cui si è puntato era la gestione sostenibile di patrimonio e politiche culturali, con laboratori e incontri diretti, le riflessioni su sei ambiti: modelli di gestione per il patrimonio culturale, digitalizzazione, archivi e open data, patrimonio culturale e sostenibilità, cultura e benessere, musei e innovazione, patrimonio culturale e Made in Italy. Tra i principali focus quello sul tema della gamification, l'idea di puntare su realtà aumentata, storytelling e user experience per attirare il pubblico dei giovani verso il patrimonio culturale e sull'urbanicidio, ovvero i danni del carico turistico su una città d'arte. 

A rappresentare Recanati, l’assessore alla Cultura Rita Soccio: “Crediamo che fare rete sulla cultura, confrontarsi con altre realtà sia importante. Quest’anno abbiamo partecipato sia per presentare l’evento Lunaria, col quale partecipiamo al concorso Progetto Art Bonus dell’anno e che invito tutti a votare sulla pagina Facebook di Art Bonus, e per coordinare un tavolo molto interessante sulle nuove tecnologie a servizio della cultura e dei musei”.

Alla LuBeC l'assessore Soccio è stata coordinatrice del seminario "Digital innovation meets cultural heritage" un focus sugli strumenti digitali che favoriscono una maggiore partecipazione e un più profondo coinvolgimento della società alle differenti attività del museo, connettendolo a un sistema di relazioni molto ampio e a un bacino di utenza sempre più esteso e diversificato: “Soprattutto si parla di strumenti immersivi, specie in questo ultimo periodo per attrarre un pubblico più giovane. Da questo tavolo è venuta fuori la necessità di fare innamorare le nuove generazioni e lo si può fare in tanti modi. Molte realtà si sono dotate di videogiochi sull’arte, come Firenze, oppure delle sale immersivi come quella che abbiamo realizzato a Recanati con il Fai sulla poesia dell’Infinito. Chi viene a Recanati a visitare il Colle prima fa un passaggio in queste sale multimediali in cui viene spiegata la poesia e nell’ultima sala fanno una esperienza immersa, con nebbia e con degli specchi che danno la sensazione di intimità”.

g.g.
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Il Prefetto di Macerata, Iolanda Rolli, ha espresso grande soddisfazione e vivo apprezzamento per la brillante operazione condotta dall’Arma dei Carabinieri del territorio che ha permesso di procedere all’arresto di Primo Romagnoli, 53enne di Tolentino che stamattina si è barricato in casa con un’arma da fuoco. "I carabinieri - scrivono nella nota della Prefettura di Macerata - coordinati dal comandante dell’arma dei carabinieri, Colonnello Michele Roberti, hanno da subito cercato di dissuadere l’uomo a compiere gesti estremi e, dopo una lunga trattativa, quando l’uomo è sceso in strada, data anche la presenza di scuole nelle vicinanze, lo hanno seguito passo dopo passo, pronti ad intervenire, fino a quando il malintenzionato, imboccato vicolo Bezzi, è stato raggiunto, disarmato e immobilizzato dai militari".

GS
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Radioc1inblu

Radio FM e Internet
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62032 Camerino (MC)

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L'Appennino Camerte

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